Cos’è il Piano speciale da 4,5 miliardi per la ricostruzione post alluvione Seguici su Telegram e resta aggiornato Il Piano speciale per la ricostruzione in Emilia-Romagna è un documento previsto dal governo dopo l’alluvione del 2023: redatto dalla Regione, manca l’approvazione del commissario Figliuolo. Vale 4,5 miliardi di euro, dai ponti alle casse di espansione La ricostruzione in Romagna dopo le alluvioni di maggio 2023 doveva passare – in base al percorso definito da norme e autorità – dalla stesura di un documento chiamato Piano speciale con le strategie di intervento e gli indirizzi di pianificazione. Uno strumento considerato necessario dal decreto del governo per fronteggiare l’emergenza poi convertito nella legge 100/2023. Ma il 19 settembre scorso in provincia di Ravenna è arrivata la terza alluvione, a sedici mesi dalla seconda, e il documento è arrivato solo all’approvazione della versione preliminare di maggio 2024. Uno specifico gruppo di lavoro coordinato dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, in collaborazione con la Regione, lo scorso luglio ha elaborato una versione definitiva che comprende anche l’elenco delle opere e degli interventi strutturali e non strutturali e sarà da riferimento per la predisposizione di cinque piani tematici speciali. L’approvazione spetta alla struttura del commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo. Secondo quanto riportato dal quotidiano online Il Post nelle prime ore successive alle inondazioni, i documenti sono fermi al ministero dell’Ambiente. Il ministro Nello Musumeci (Protezione civile) ha giustificato i ritardi al ministero dell’Ambiente (quindi non il suo, ma quello retto da Gilberto Pichetto Fratin) definendo «molto laborioso» l’esame da fare sul piano prima di approvarlo. Non sono però state fornite più informazioni né stime precise su quando potrà essere pronto. L’incontro del 24 settembre tra Figliuolo e la presidente della Regione, Irene Priolo, sembra possa aver definito un’accelerazione. La Regione in pochi giorni invierà alla struttura commissariale l’elenco delle prime opere straordinarie dei Piani speciali da anticipare rispetto ai tempi previsti: alcune di ambito idraulico e altre relative a ponti che ormai rappresentano situazioni insostenibili rispetto al deflusso regolare delle acque. Il commissario ha garantito che, ricevuti i pareri necessari, darà il via libera al documento, che dovrà poi essere finanziato dal governo. Post alluvione: il Piano speciale per l’Emilia-Romagna vale 4,5 miliardi Si tratta di un piano di ampio respiro, con tempi di messa in pratica anche superiori a dodici anni e che riguarderà la realizzazione sia di opere urgenti sia di opere da terminare nel medio e lungo periodo. Il piano stima la necessità di 4,5 miliardi di euro per la realizzazione di opere idrauliche e non solo. La Regione – secondo le parole pronunciate a luglio dalla presidente Irene Priolo – conta già sui 2,5 miliardi nella disponibilità della struttura commissariale e sui 375 milioni del fondo di solidarietà europeo, ma mancano ancora 1,2 miliardi. Cosa prevede il Piano speciale dell’Emilia-Romagna per la ricostruzione dopo l’alluvione Il piano speciale prevede, in primo luogo, una serie di opere idrauliche volte al miglioramento del deflusso e alla gestione delle piene. Ma anche interventi sul reticolo minore dei canali di competenza dei Consorzi di Bonifica. Non meno importanti sono le opere legate alle infrastrutture ambientali e ai sistemi di raccolta di acque meteoriche, un lavoro da fare sui centri abitati. Si punterà al miglioramento del deflusso dei corsi d’acqua, al potenziamento della laminazione, alla gestione delle piene superiori alla portata limite di progetto nonché al recupero morfologico nei tratti di fondovalle collinare montano. Casse di espansione per allagamenti controllati Il Piano chiede di porre particolare attenzione alla realizzazione e al completamento delle casse di espansione: sono confermate le opere già previste, il piano aggiornato dirà se queste sono sufficienti. Poi l’abbassamento dei piani golenali nei tratti arginali maggiormente pensili e la tracimazione controllata al di fuori delle arginature principali. Gestire flora e fauna negli alvei dei corsi d’acqua Tra gli indirizzi individuati anche quelli per la gestione della vegetazione ripariale mediante programmi di gestione a scala di asta fluviale in grado di definire le tipologie e la distribuzione spazio-temporale degli interventi necessari a mitigare il rischio idraulico e geomorfologico, tutelando laddove possibile il valore naturalistico e paesaggistico. E poi gli indirizzi per la gestione degli animali fossori con il censimento delle specie, la definizione di densità obiettivo e della crono programmazione degli interventi e l’avvio del monitoraggio e delle azioni di controllo. Ponti e strade Un altro degli aspetti chiave affrontati dal Piano è quello degli indirizzi per ponti e manufatti di attraversamento dei corsi d’acqua esistenti e di progetto con annessa valutazione di compatibilità idraulica, adeguamento o miglioramento delle infrastrutture, e manutenzione dell’opera e dell’alveo. In generale, gli interventi relativi alle infrastrutture viarie concorrono, oltre che al rispristino della funzionalità dei collegamenti, anche alla risoluzione di problematiche di natura idrogeologica. Nei territori collinari-montani gli interventi stradali possono essere strettamente correlati al ripristino dei versanti, e quello dei manufatti di attraversamento di corsi d’acqua può essere connesso alla riduzione del rischio idraulico. Frane Il piano prevede di definire le principali misure di intervento. Quelle non strutturali, come le attività di previsione, sorveglianza e monitoraggio; la regolamentazione dell’uso del suolo nelle aree interessate da fenomeni di dissesto di versante in atto o potenziale; il mantenimento delle condizioni di assetto del territorio e dei sistemi idrografici nel territorio collinare montano. Ma anche misure strutturali, come la gestione del deflusso delle acque meteorica; la stabilizzazione dei versanti; il mantenimento o il ripristino delle condizioni di equilibrio geomorfologico del reticolo idrografico e delle sue fasce fluviali, ma anche la valorizzazione del paesaggio. Depurazione Il Piano speciale per le infrastrutture ambientali pone particolare attenzione agli impianti di depurazione e di collettamento fognario. Comporta un miglioramento, nell’ambito del servizio idrico integrato, del sistema di drenaggio urbano per il deflusso delle acque meteoriche, alleggerendo le reti urbane. Inoltre, sono state individuate soluzioni il più possibile tese al superamento delle interferenze tra canali di bonifica o reticolo idrografico superficiale e le reti fognarie esistenti sul territorio regionale, attraverso un coordinamento con i gestori del servizio idrico e le autorità idrauliche competenti. Questo, individuando interventi per mitigare gli apporti dei flussi delle acque piovane garantendo al contempo l’immissione nei canali di scolo. Total1 0 0 1 Forse può interessarti... Completata la bonifica da ordigni bellici per la nuova rotonda sulla San Vitale Ponte mobile chiuso una notte per un intervento urgente per la sicurezza Cantiere da 43 milioni per rifare la Classicana: due notti di chiusura al traffico Seguici su Telegram e resta aggiornato