sabato
08 Novembre 2025

Un bando della Regione per sistemi di protezione dei frutteti da gelate e grandinate

Entro il 5 giugno si possono presentare le domande per accedere al fondo di 1,4 milioni di euro: contributi a fondo perduto per coprire fino al 70 percento del costo degli impianti fino a 150mila euro

Dc72ae11 241a 49d9 8ef7 B1bd9b82471dUn nuovo bando della Regione Emilia-Romagna mette a disposizione 1,4 milioni di euro a favore delle imprese agricole per sistemi di prevenzione per proteggere le produzioni di frutta dagli eventi atmosferici estremi. Sono previsti contributi a fondo perduto per coprire fino al 70 percento del costo degli impianti a partire da 5mila euro fino a 150mila. Le domande vanno inviate entro il 5 giugno 2025.

Il bando dà attuazione all’intervento SRD06 – Azione 1 ‘Investimenti per la prevenzione da danni derivanti da calamità naturali, eventi avversi e di tipo biotico – Prevenzione danni al potenziale produttivo frutticolo da gelate tardive’, e fa parte del pacchetto del progetto “Frutteti resilienti”, che nel suo complesso vale 70 milioni di euro.

Si tratta di dispositivi che permettono azioni di difesa attiva in campo e consentono alle aziende ortofrutticole di proteggere il proprio potenziale produttivo da eventi calamitosi avversi, come le gelate tardive e le grandinate estive, resi sempre più frequenti dal cambiamento climatico.

L’avviso consentirà di accedere a un contributo a fondo perduto pari al 70% del costo dell’intervento per l’acquisto di ventilatori o bruciatori con funzione antibrina o per l’aggiunta agli impianti irrigui esistenti di una linea di distribuzione sopra chioma o sotto chioma specifiche per l’uso antibrina.

I piani di investimento dovranno avere un importo minimo di 5mila euro, fino a un massimo di 150mila. La tempistica di realizzazione prevista per i singoli piani di investimento dovrà essere al massimo di 12 mesi, decorrenti dalla data dell’atto di concessione del sostegno. Ogni impresa sul presente avviso potrà presentare una sola domanda.

Il ministero degli Esteri sceglie Faenza per la candidatura a Città creativa Unesco

La città di 58mila abitanti in provincia di Ravenna sarà in corsa nella categoria Artigianato e Arti popolari. Dal 2004 il titolo ha premiato 350 città nel mondo, di cui 14 italiane

Arte CeramicaLa città di Faenza è stata designata dal ministero degli Esteri per la candidatura a Città creativa Unesco, insieme a La Spezia. La commissione Unesco ha accolto con favore la proposta.

Il progetto dell’Unesco – cioè l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura – è nato nel 2004 per per promuovere la cooperazione tra le città che hanno identificato la creatività come elemento strategico per lo sviluppo urbano sostenibile. Sono otto le aree corrispondenti ad altrettanti settori culturali: Architettura, Artigianato e Arte Popolare, Cinema,  Design, Gastronomia, Letteratura, Media Arts, Musica. La lista comprende 350 città, di cui 14 italiane: 2006 Bologna (musica), 2013 Fabriano (artigianato e arte popolare), 2014 Torino (design), 2015 Roma (cinema), 2015 Parma (gastronomia), 2017 Milano (letteratura), 2017 Pesaro (musica), 2017 Carrara (artigianato e arte popolare), 2017 Alba (gastronomia), 2019 Biella (artigianato e arte popolare), 2019 Bergamo (gastronomia), 2021 Como (artigianato e arte popolare), 2021 Modena (media arts), 2023 Bolzano (musica).  Faenza concorrerà per il riconoscimento nel settore dell’Artigianato e delle Arti Popolari, un ambito nel quale vanta una tradizione secolare, in particolare nella ceramica.

«Essere stati scelti dal ministero è un risultato di straordinaria importanza per la nostra comunità – dichiara il sindaco di Faenza, Massimo Isola –. Questo passaggio, un risultato al quale teniamo moltissimo e lavoriamo da anni, consapevoli delle straordinarie potenzialità, riconosce il valore della nostra identità culturale e artigianale, attestandone l’eccellenza a livello mondiale. La nostra città è da sempre un punto di riferimento per la ceramica artistica e per la creatività legata al saper fare, e questo percorso rafforza ulteriormente il nostro ruolo sulla scena internazionale. Questo traguardo è il frutto di un lavoro condiviso tra istituzioni a tutti i livelli, artigiani, botteghe ceramiche, associazioni e cittadini, che hanno a cuore Faenza e la Romagna tutta, e che, con passione e dedizione, portano avanti una tradizione in continua evoluzione».

Isola ha sottolineato che Faenza (58mila abitanti) è un punto di riferimento nell’Aicc, l’Associazione Italiana Città della Ceramica. A gennaio l’Aicc ha nominato la ravennate Nadia Carboni come direttrice al posto di Giuseppe Olmeti, per 15 anni alla guida dell’associazione. Carboni attualmente dirige l’Area Sviluppo Economico e Smart City all’Unione della Romagna Faentina, dove guida iniziative legate allo sviluppo economico, alla mobilità sostenibile, al marketing territoriale, all’innovazione urbana e alla comunicazione istituzionale. È stata Project Manager della candidatura di Ravenna a Capitale Europea della Cultura 2019 e ha collaborato come consulente strategica per la candidatura di Limerick (Irlanda) a Capitale Europea della Cultura 2020.

«Ora si apre una fase altrettanto importante – conclude Isola –, durante la quale continueremo a lavorare per raggiungere il risultato sperato, valorizzando al massimo le opportunità che ci sono state concesse. Andremo a Parigi, dove ha sede l’Unesco, per presentare la nostra candidatura con umiltà e determinazione, onorati della fiducia che le istituzioni ci hanno accordato e fieri di poter rappresentare l’Italia dell’artigianato artistico».

Il presidente della Regione, Michele de Pascale, l’assessora alla Cultura, Gessica Allegni, e la sottosegretaria alla Presidenza, la faentina Manuela Rontini, sono soddisfatti per la candidatura «tanto più significativa, se pensiamo che proprio questa città è stata tra le più colpite dall’alluvione del 2023. Ed è bello che proprio dalla cultura possa arrivare ora un’occasione di ripartenza per quel territorio e la sua comunità».

L’opposizione chiede cancellata, esercito e zona rossa. Fusignani: «Non è il Bronx»

Il centrodestra all’attacco della giunta comunale dove la delega Sicurezza è in mano all’ex vicesindaco del Pri che si difende parlando di modello Ravenna: «Lo Stato dovrebbe copiare le politiche di sicurezza del Comune»

Speyer011Le recenti vicende di cronaca nera avvenute al quartiere Farini di Ravenna (due arresti avvenuti nei giorni scorsi, per un’aggressione con coltello e una rapina con calci e pugni) hanno acceso la polemica politica, con la complicità dell’imminente tornata elettorale. I partiti di centrodestra hanno attaccato l’amministrazione e in particolare l’assessore (ex vicesindaco) Eugenio Fusignani (Pri), titolare in giunta delle deleghe Sicurezza e Polizia locale.

«Da un lato va rilevato un aumento della presenza di forze dell’ordine – riconosce Nicola Grandi, consigliere comunale di Viva Ravenna e scelto da Fratelli d’Italia come candidato sindaco –, ma dall’altro occorre prendere atto del fallimento di qualsiasi iniziativa, posto che i controlli danno continui segnali di degrado in ulteriore inesorabile aumento. A gennaio 127 persone identificate e 61 fra multe o denunce. Lo studentato, per cui serviranno ancora due anni, non sarà la soluzione: il rischio è che aumentino sì le presenze di persone tranquille come gli studenti, ma che al contempo tale presenza incrementi i fenomeni di spaccio, e che gli studenti stessi non trovino un ambiente favorevole allo sviluppo della civile e tranquilla convivenza». Grandi ha tre proposte: «Un nuovo presidio fisso di polizia sul posto; una recinzione, non entusiasmante in termini estetici e logistici ma che ha dimostrato la sua indiscutibile efficacia nell’area dei giardini pubblici; istituire la zona rossa ammessa dalla direttiva del ministero dell’Interno dello scorso mese di dicembre».

La Democrazia cristiana parla tramite Giovanni Morgese, ex carabiniere, e Mauro Bertolino: «Ogni volta che si verifica un episodio di violenza, l’amministrazione sembra volerlo ridurre a un incidente casuale, anziché affrontarlo come parte di un crescente e grave problema. È arrivato il momento di un cambiamento radicale: risorse, piani di sicurezza efficaci e soluzioni vere».

12Per Elena Marin, esponente della Lega, a Ravenna è stato fatto poco o nulla in tema di sicurezza urbana per quanto riguarda le competenze limitate all’amministrazione comunale: «La giunta continua a minimizzare sostenendo che si tratta di “insicurezza percepita” quindi non reale e che non è di loro competenza. Sbagliato».

Il vicesindaco è nel mirino anche di Mirko De Carli del Popolo della Famiglia: «Fusignani sta cercando di inquinare le acque per nascondere gli evidenti fallimenti in materia sicurezza della giunta De Pascale». Ma il Pdf attacca anche la magistratura: «Per pura ideologia nega i rimpatri di immigrati irregolari o rimette in libertà delinquenti dopo pochi giorni». L’esponente del partito di Adinolfi non fornisce dettagli su casi specifici.

«L’escalation degli episodi criminali che si stanno verificando tra zona stazione e giardino Speyer a Ravenna si può fermare solo con l’intervento dell’esercito». Ne è convinta la consigliera comunale Veronica Verlicchi, esponente della lista civica di centrodestra La Pigna. Verlicchi accusa la giunta comunale, ora guidata dal vicesindaco Fabio Sbaraglia, di negazionismo: «Da anni i residenti dell’area chiedono all’amministrazione comunale di intervenire, ma questa ha messo in campo solo inutili palliativi. Ed è incredibile che si registri una tale preoccupante situazione proprio ove ha sede il comando della polizia locale. La situazione è sfuggita totalmente di mano e l’unico modo per ripristinare un adeguato livello di sicurezza è quello di utilizzare l’esercito attraverso l’operazione “strade sicure”».

Non solo militari in strada. Verlicchi chiede altre misure: «L’amministrazione comunale deve strutturare una serie di interventi finalizzati a garantire la sicurezza della zona a lungo termine. L’installazione di telecamere di videosorveglianza di ultima generazione, promesse e ripromesse dalla giunta Pd e ancora in divenire, l’attuazione delle misure di allontanamento in collaborazione con la questura, la delimitazione dell’area dei giardini Speyer attraverso un apposita cancellata, la chiusura di quelle attività che rappresentano un rischio per la sicurezza del luogo, l’applicazione di misure che favoriscano l’apertura di nuove attività commerciali. Chiedo al prefetto di Ravenna di convocare il comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica in seno al quale decidere per l’attivazione della “zona rossa” e per la richiesta al Governo nazionale per l’invio dell’esercito».

Speyer006Eugenio Fusignani, assessore, afferma che le criticità di Ravenna non dipendono dalle istituzioni locali ma dalle carenze strutturali dello Stato: «Lo dimostrano le direttive del ministro Piantedosi, dall’attenzionamento delle stazioni all’istituzione delle zone rosse fino all’ultimo appello a prefetti e questori per aumentare i rimpatri dei migranti irregolari. Purtroppo, nella quale totalità dei casi, le questure non possono far altro che consegnare fogli di via che non hanno alcuna efficacia, perché mancano organici adeguati, dotazioni efficienti e risorse per eseguire materialmente i rimpatri. Il caso Almasry dimostra che, quando lo Stato vuole, i mezzi si trovano, perché se non si mettono risorse adeguate, i grandi proclami restano solo lettera morta».

L’ex vicesindaco ringrazia il questore, il prefetto e tutte le forze dello Stato: «Anche a Ravenna riescono davvero a fare le nozze con i fichi secchi, lavorando con risorse limitate. Se lo Stato copiasse il modello delle politiche di sicurezza del Comune di Ravenna, potenziando gli organici delle forze di polizia a competenza generale, dotandole di strumenti più efficaci e infrastrutturando il territorio con telecamere e quant’altro utile a rendere maggiormente efficiente la loro preziosa e non surrogabile azione, la sicurezza e l’ordine pubblico sarebbero un’altra cosa in tutto il Paese. Non si può dipingere Ravenna come un Bronx apocalittico».

I “Lòm a Mêrz” tornano a illuminare le campagne ravennati

L’edizione del 2025 sarà dedicata ai “figli dei contadini” del primo ‘900, nel ricordo della loro vita, delle tradizioni e della cultura rurale locale

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Tornano nelle campagne ravennati i “Lòm a Mêrz” (lumi di marzo), le tradizionali “focarine” legate ai riti agricoli propiziatori. L’accensione dei falò intendeva celebrare l’arrivo della primavera e invocare un’annata favorevole per il raccolto nei campi, ricacciando il freddo e il rigore dell’inverno. Il suo significato era quello d’incoraggiare e salutare l’arrivo della bella stagione, bruciando i rami secchi e i resti delle potature.

Per questa occasione, negli ultimi tre giorni di febbraio e nei primi tre di marzo, ci si radunava nelle aie, si intonavano canti e si danzava intorno ai fuochi (al fugarèn), mangiando, bevendo e soprattutto divertendosi. Dal 2000 l’associazione “Il Lavoro dei Contadini” si impegna a mantenere viva la tradizione, valorizzandola e cercando di renderla una storta di “invito” per mettersi in viaggio in queste terre di Romagna, nelle quali si trova ancora un amore per il cibo tipico, sano, dove si possono ritrovare e condividere le tradizioni, le usanze e la cultura contadina.

Il programma prevede oltre quaranta eventi in regione, che si svolgeranno durante le giornate dedicate ai Fuochi nelle aie di aziende agricole e agrituristiche e in altri luoghi della cultura rurale. Il calendario completo dei falò in provincia è consultabile sul sito dell’associazione.

Il tema scelto per questa edizione, “A scuola attraverso i campi, elogio ai figli dei contadini” ha come obiettivo quello di dare una visione su come e quale fosse la vita del bambino contadino, vissuto tra la fine dell’ Ottocento e l’inizio del Novecento e il suo rapporto con scuola, attraverso un’analisi dell’ordinamento scolastico di quell’epoca, la visione degli archivi scolastici e i racconti dei protagonisti. Le prime scuole rurali nascono presso le parrocchie oppure promosse da alcune associazioni benefiche; ed è solo nel 1923 che lo Stato italiano istituisce le prime scuole rurali, che nel giro di poco tempo saranno quasi 10.000.

«I figli dei contadini avevano certamente difficoltà di apprendimento scolastico per vari motivazioni: scarsa stimolazione da parte del contesto familiare, costretti a percorrere a piedi lunghe distanze prima di raggiungere la sede scolastica, dove arrivavano già stanchi, dove l’andamento climatico condizionava pesantemente la frequenza – spiegano gli organizzatori – Molto si è scritto sulle difficoltà che gli insegnanti che dovevano superare e spesso la didattica si scontrava con la difficoltà di apprendimento dei bambini, quasi sempre erroneamente imputata a una loro limitata intelligenza. In realtà, il bambino di età compresa tra i 6 e i 10 anni, spesso aveva già vissuto diverse esperienze dirette che lo rendevano più ‘maturo’ e consapevole rispetto ai suoi coetanei di ambito urbano».

Il tema a cui si ispira l’edizione 2025 delle “focarine”, sarà centrale in ogni appuntamento e verrà approfondito anche attraverso un convegno e una mostra dedicati: l’incontro sarà mercoledì 26 febbraio, alle 18 in Sala Bigari a Faenza e, a seguire, verrà inaugurata la mostra alla Galleria d’ Arte Molinella (ore 19).

Ripristinata la palazzina di Viale Masi e inaugurato il Centro disturbi cognitivi

Lavori da 500 mila euro per il recupero della struttura alluvionata nel 2023. Zannoni: «La riapertura non era scontata, dimostra il nostro impegno per la sanità»

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La palazzina di Viale Masi 22 a Lugo torna agibile dopo l’alluvione del 2023: oltre al ripristino dei servizi offerti dalla struttura (tra cui servizio infermieristico domiciliare, Cup/Sportello Unico, Ambulatori Odontoiatrici, Consultorio Familiare, Psicologia della Salute e di Comunità…), sono stati inaugurati anche i nuovi locali del Centro Disturbi Cognitivi e Demenze (Cdcd).

A seguito dell’alluvione i seminterrati erano stati invasi da acqua e fango fino a un’altezza di 2 metri, rendendo impraticabili i vani tecnici, i depositi, gli archivi, gli spogliatoi e i servizi igienici. Si erano verificati inoltre gravi danni all’ascensore, agli impianti elettrici e di rivelazione incendi, e agli scarichi delle acque reflue. Sono stati effettuati interventi di bonifica e di realizzazione degli impianti elettrici e di rete, è stato aggiornato il sistema antincendio, sono state sostituite diverse porte Rei e sono state collocate nuove porte automatiche sull’ingresso principale e su quello laterale. L’importo complessivo dei lavori è stato di 500 mila euro.

Tra gli interventi effettuali anche il trasferimento del Centro Disturbi Cognitivi e Demenze (precedentemente collocato al padiglione C dell’ospedale di Lugo e afferente alla Geriatria di Faenza-Lugo), in locali più ampi e attrezzati, vicini al Cau cittadino.
Presenti al taglio del nastro i dirigenti dell’Ausl e le autorità locali che hanno illustrato i lavori eseguiti e la riorganizzazione dei servizi coinvolti. Sono intervenuti, tra gli altri, Tiziano Carradori, Direttore Generale Ausl Romagna, Francesca Bravi, Direttrice Sanitaria Ausl Romagna e Elena Zannoni, Sindaca di Lugo e Presidente dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna.

L’inaugurazione delle strutture è stata supportata anche donazioni di enti privati e associazioni di volontariato: gli arredi sono stati acquistati grazie a una donazione di Suzuki Italia; le piante del Cup sono state donate dal Lions Club di Lugo e il televisore collocato nella sala d’aspetto del padiglione C è stato acquistato dal Rotary Club Lugo.

«Non era scontato che la palazzina del Cup di viale Masi riaprisse. – commenta la sindaca di Lugo Elena Zannoni – L’inaugurazione di oggi, insieme a quella del Centro Disturbi Cognitivi rinnovato e ricollocato, dimostra la volontà di Ausl Romagna di investire nel distretto sanitario della Bassa Romagna. In questa palazzina, tra l’altro, hanno sede i consultori; si tratta quindi di un punto di riferimento per i servizi pre e post parto accessibili e accoglienti, sui quali si è molto investito in un territorio che accettò a malincuore la chiusura del punto nascita dell’Umberto I. Quanto al rinnovato Centro Disturbi Cognitivi e Demenze, è l’altra faccia della comprovata qualità della vita di un territorio che ormai si caratterizza anche per l’alto numero di grandi anziani».

Si conclude in anticipo l’esperienza americana di Bonitta. Il ritorno in settimana

Il tecnico ravennate lascia Austin per motivi famigliari

Marco Bonitta Durante Una Conferenza Stampa In LOVB

Si conclude in anticipo l’esperienza di Marco Bonitta nella Lovb, il campionato statunitense professionistico di pallavolo femminile. Il tecnico ravennate lascia Austin per motivi strettamente personali, rinunciando alla guida di una delle sei formazioni che partecipano a questo primo campionato della neonata Lega.

«Ci sono situazioni famigliari che richiedono la mia presenza a casa – spiega Bonitta – e questo aspetto ha la priorità su tutto il resto. Lascio una squadra in salute che ha conquistato il terzo posto al Lovb Classic entrando da quinti. Ringrazio Lovb per aver compreso le mie esigenze e per avermi fatto vivere un’esperienza umana e sportiva meravigliosa, ancorchè breve, e auguro a tutto il team il meglio per il prosieguo del campionato». Il tecnico farà rientro a Ravenna entro la fine di questa settimana.

Al Rasi si parla di auto elettrica: Per capire cosa ci aspetta e sfatare falsi miti»

Appuntamento per il 27 febbraio con esperti qualificati

Enrico Benelli

Auto elettrica: verità o bugie? Tra racconto e visioni, cinque voci ci guidano nella transizione all’elettrico è il titolo dell’evento che andrà in scena giovedì 27 febbraio al Teatro Rasi alle 18.30 (ingresso in sala a partire dalle 18) organizzato da Lineablù/Volvo con il contributo di Ravenna Teatro e in collaborazione con Vaielettrico, Giulio Autopilot, Unrae, Centro per le comunità solari, Tozzi Green. Una serata tra racconti, immagini e musica in cui gli ospiti, che intratterranno il pubblico con interventi dedicati, saranno accompagnati da letture e musiche eseguite dal vivo.

«Si parla sempre più, in questi ultimi anni, di transizione ecologica e di auto elettrica – osserva Enrico Benelli, titolare Lineablù/Volvo Ravenna -. Tuttavia, constatiamo quotidianamente nei nostri contatti con i consumatori che permangono ancora molta confusione e percezioni errate nell’opinione pubblica. Abbiamo quindi pensato di dare il nostro piccolo contributo per cercare di fare chiarezza su questi temi, che sono sempre più centrali, organizzando una serata in cui abbiamo coinvolto alcuni tra i più qualificati esperti di mobilità elettrica e transizione green: parleremo del perché si sta andando in questa direzione, cosa ci aspetta nel futuro e cercheremo di sfatare alcuni miti e false informazioni. Al termine degli interventi, ci sarà un dibattito dove approfondiremo ulteriormente questi temi e anche il pubblico potrà intervenire».

Alla serata interverranno Michele Crisci – presidente dell’Unrae-Unione Nazionale Rappresentati Autoveicoli Esteri nonché presidente di Volvo Car Italia; Leonardo Setti – presidente del Centro per le Comunità Solari e docente di chimica presso l’Università di Bologna; Mauro Tedeschini – co-fondatore VaiElettrico.it e Ex-direttore Quattroruote; Giampaolo Cimatti, ingegnere della società Tozzi Green S.p.A. di Ravenna; Giulio Autopilot – youtuber e influencer specializzato in mobilità elettrica. Ogni relatore, in pochi minuti, fornirà il proprio punto di vista, che potrà essere approfondito nell’ambito del dibattito conclusivo.
La serata è ad ingresso libero, ma l’iscrizione è obbligatoria al link https://lineablu.org/dibattito-mobilita-elettrica/

Doppio incontro in sala con Sonia Bergamasco: appuntamento al Mariani e al Sarti

L’attrice sarà a Ravenna per introdurre la visione del suo ultimo lavoro su Eleonora Duse venerdì 21 febbraio. La stessa sera sarà anche a Faenza, in chiusura della serata, per commentare la proiezione

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Doppio incontro in sala con Sonia Bergamasco per la rassegna di Cinemaincentro: l’attrice e regista sarà ospite del cinema Mariani di Ravenna (in apertura) e al Cinema Sarti di Faenza (in chiusura), venerdì 21 febbraio, per parlare del suo ultimo film Duse – The greatest, di cui è interprete e regista.

In entrambe le sale la proiezione inizierà alle ore 21 e Bergamasco incontrerà il pubblico a Ravenna prima della visione, introducendo il pubblico alla storia che ripercorre la vita della grande attrice teatrale, e a Faenza in chiusura, per commentare la pellicola.
A un secolo dalla sua scomparsa di Duse, il film rappresenta un’opportunità per riscoprire un’artista che è stata in grado di ispirare attori e registi di ogni generazione. «Con questo film – spiega Bergamasco nelle note di regia – mi sono messa sulle tracce di Eleonora Duse come una detective, Credo sia un’attrice leggendaria che ha illuminato la strada alle generazioni successive con l’energia dirompente del suo corpo di scena. Al centro di quest’indagine è il corpo dell’attrice, il suo labirinto. Seguendo il suo percorso è possibile fare luce sul mestiere dell’attrice oggi: che cos’è diventato, qual è il suo spazio nell’immaginario collettivo contemporaneo».

Le prevendite per i due incontri  sono già aperte e disponibili: sul sito di Cinemaincentro per quanto riguarda Ravenna e direttamente in cassa al Sarti.

Autonomia differenziata, la Regione Emilia-Romagna ritira la proposta

Il presidente De Pascale: «Lo avevo annunciato in campagna elettorale. Lavoreremo per un’amministrazione di prossimità»

MICHELE DE PASCALE

«La Regione Emilia-Romagna ritira la proposta di autonomia differenziata, una scelta che avviene in totale trasparenza, dato che lo avevamo già indicato durante la campagna elettorale». Ad annunciarlo, intervenendo in Assemblea Legislativa, il presidente della Regione, Michele de Pascale, che ha aperto la discussione in Aula sul tema dell’Autonomia differenziata in base all’articolo 116 della Costituzione, procedura avviata in Emilia-Romagna nel 2017.

«Non azioneremo quella leva, perché trovo sia la strada sbagliata. E quindi non lo dico in tono polemico verso il Governo – ha spiegato de Pascale -. Lavoreremo, invece, per un’autonomia amministrativa e funzionale a realizzare un’amministrazione di prossimità, che avvicini il momento decisionale ai cittadini, e penso soprattutto alle sindache e ai sindaci dell’Emilia-Romagna: se di autonomia vogliamo parlare, deve vedere come protagonisti assoluti Comuni e Province, che sono i veri enti di prossimità».

L’auspicio del presidente della Regione è che questo percorso «possa essere trasversale e coinvolgere altre Regioni, anche perché penso sia chiaro ormai a tutti che non ci sarà alcuna autonomia differenziata. Ormai l’autonomia differenziata viaggia su un binario morto, un rigoroso e serio piano B deve essere un tavolo per la riforma del Titolo V».

Dunque, ha concluso de Pascale, «penso che in questo Paese non serva maggior autonomia legislativa, serve invece avvicinare l’amministrazione al territorio e si può fare con una legge ordinaria. Sarebbe molto intelligente riprendere in mano il Titolo V, capire se ci sono competenze che lo Stato dovrebbe riprendere, così come valutare se possano esserci, invece, altri ambiti che potrebbe aver senso devolvere».

Una decisione che ha provocato, come prevedibile, le critiche dell’opposizione e del centrodestra. Tra gli altri, Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) ricorda che «l’Emilia-Romagna si era accodata a Veneto e Lombardia con istanze autonomiste e Bonaccini arrivò addirittura a firmare un accordo preliminare con il governo Gentiloni, un’intesa con sedici materie. Poi nel 2023, con l’avvento di Elly Schlein alla guida del Pd, c’è stato il “contrordine”: così il Pd si riscopre anti autonomista e, oggi, assistiamo in Assemblea a un’evidente inversione a “U”: così si prendono in giro gli emiliano-romagnoli».

Il segretario della Lega Romagna, il deputato Jacopo Morrone, ha dichiarato: «De Pascale ha toppato un’altra volta: non è riuscito a giustificare con cognizione di causa la scelta di recedere dalla strada riformista dell’autonomia differenziata sconfessando perfino la riforma del Titolo V prevista dalla legge costituzionale 3/2001 fortemente voluta dal Pd, approvata a colpi di maggioranza da un Governo di sinistra e rimasta inattuata. De Pascale, contrariamente a ogni aspettativa, mostra sempre più di essere un conservatore legato allo status quo. La scommessa da vincere, al contrario, è quella di offrire la possibilità a tutte le Regioni di avere nuovi strumenti e opportunità insieme a nuove responsabilità. Dunque, semmai è la Regione Emilia-Romagna, come organismo amministrativo, a viaggiare su un “binario morto” rifiutando quella maggiore autonomia che potrebbe consentire alle Regioni di gestire al meglio le risorse, di innovare e dare più servizi oltre ad assumersene la responsabilità e a rispondere direttamente ai cittadini dei risultati. E forse è proprio questo a spaventare De Pascale, meglio non lasciare la strada vecchia per la nuova».

Nicola Grandi candidato sindaco, Forza Italia: «Trattative in corso»

Il nodo è legato all’appartenenza politica dell’attuale capogruppo di Viva Ravenna, indicato da Fratelli d’Italia

Grandi Lista Per Ravenna Alberghini
Nicola Grandi (a destra) durante la campagna elettorale del 2016, quando si candidò con Lista per Ravenna, insieme al candidato del centrodestra Massimiliano Alberghini, capace di portare De Pascale al ballottaggio

Sono in corso le trattative, in particolare tra Fratelli d’Italia e Forza Italia, per convergere sul nome di Nicola Grandi (come annunciato dal nostro sito) quale candidato a sindaco di Ravenna di una coalizione che vedrà con tutta probabilità riuniti i due partiti del centrodestra e la lista civica di cui attualmente Grandi è capogruppo in consiglio comunale, Viva Ravenna.

La conferma arriva in una nota inviata alla stampa dal segretario provinciale di Forza Italia, Fabrizio Dore, in cui assicura di stare lavorando, «auspicando una soluzione migliore e rapida», sottolineando però come «i tempi lunghi» non possano «certo essere addebitati al nostro partito».

«Siamo in costante contatto con i nostri rappresentanti al tavolo nazionale – spiega Dore -, dove si dialoga affinché le richieste da sempre espresse agli alleati di Fratelli d’Italia, verso i quali siamo sempre stati leali, trovino la giusta attenzione nelle trattative in corso». Tradotto: Forza Italia ha sempre chiesto la necessità di presentare un candidato politico. Che potrebbe essere Grandi, se diventasse in tutto e per tutto un rappresentante di Fratelli d’Italia e non un candidato sindaco di una lista civica. Dettagli per qualcuno, ma che in politica fanno la differenza.

«Fra il nostro partito e Forza Italia si è trovata una sostanziale identità di vedute sia sul progetto politico che sul candidato proposto – assicura Alberto Ferrero, coordinatore provinciale di Fdi a Ravenna e neo eletto consigliere regionale –. Con gli alleati di Forza Italia, con i quali abbiamo sempre intrattenuto continui, proficui e leali rapporti, abbiamo da definire alcuni non sostanziali aspetti». Ferrero tende una mano alla Lega: «Abbiamo inoltre insistito fortemente affinché anche la Lega, terza sostanziale forza di governo, possa aderire ad un percorso comune anche nella nostra città. Ciò per accrescere la credibilità dell’immagine di tutta la coalizione».

Nel frattempo, invece, la Lega, pur partecipando al tavolo nazionale del centrodestra e mantenendo quindi buoni rapporti con gli alleati, conferma la propria scelta di sostenere Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna (con il supporto anche del Popolo della Famiglia). L’obiettivo quindi è quello di riuscire, con due candidati sindaci considerati forti dai proponenti (Ancisi e Grandi, tra l’altro insieme nel 2016 in Lista per Ravenna a sostegno di Massimiliano Alberghini, che portò De Pascale al ballottaggio), a erodere ancora più voti al centrosinistra, al momento considerato nettamente favorito. Aspettando di capire la decisione dell’altra lista civica di opposizione, La Pigna, con la capogruppo Veronica Verlicchi che porta comunque in dote oltre 2.500 voti (quasi il 4 percento) conquistati alle ultime amministrative.

Doveva essere grezzo ma in realtà era fumabile: sequestrate 21 tonnellate di tabacco

Controlli al porto su una partita destinata al Sudafrica del valore di oltre 203mila euro. Recuperati oltre 907mila euro tra accisa e Iva

Controlli porto dogane finanza

Nel corso di un controllo al porto di Ravenna sono state sequestrate 21 tonnellate di tabacco lavorato nazionale, per un valore dichiarato di oltre 203mila euro. Il sequestro è arrivato al termine di un controllo – a cura dei funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in collaborazione con i finanzieri del secondo Nucleo Operativo – su una partita destinata al Sudafrica di tabacchi dichiarati “greggi o non lavorati”.

I dubbi emersi durante il controllo doganale sono stati poi confermati dall’esito delle analisi effettuate su alcuni campioni, che ne ha confermato la “fumabilità” e con essa quindi l’obbligo di sottoporre il prodotto al regime fiscale delle accise.

Controlli porto dogane finanza

L’amministratore delegato della società coinvolta è stato quindi deferito alla procura per le ipotesi di reato di “sottrazione aggravata al pagamento dell’accisa dei tabacchi lavorati” prevista dal testo unico delle accise, “falsità ideologica in atto pubblico” e “Responsabilità Amministrativa degli Enti”.

L’accertamento ha permesso il recupero di 907.540 euro di diritti evasi, di cui 743.886 euro di accisa e 163.654 euro di Iva afferente.

Svolta nel centrodestra, Fratelli d’Italia punta su Nicola Grandi

Il capogruppo di Viva Ravenna verso la candidatura a sindaco. Forza Italia prende tempo

Nicola Grandi Elena Ugolini
Nicola Grandi con Elena Ugolini nel corso della campagna elettorali delle Regionali

Il candidato “forte” del centrodestra alle elezioni di Ravenna sarà con tutta probabilità Nicola Grandi, attuale capogruppo a Palazzo Merlato della lista civica Viva Ravenna, che alle ultime amministrative aveva invece candidato a sindaco l’albergatore Filippo Donati (con il sostegno di Lega e Fratelli d’Italia).

Manca ancora l’ufficialità ma è suo il nome che è uscito con più forza dal vertice romano dei partiti del centrodestra, convocato appositamente per sbloccare l’impasse che regna nell’opposizione cittadina. C’era attesa per la decisione in particolare di Fratelli d’Italia, partito di riferimento della coalizione, che vira così su un nome “civico”, che avrebbe sciolto le riserve e dato la propria disponibilità, così come la lista civica Viva Ravenna, che alle elezioni del 2021, alla sua prima partecipazione, ottenne quasi il 4,5 percento delle preferenze.

Vr Grandi
Nicola Grandi, Viva Ravenna

La carriera politica del 55enne Grandi, in ambito locale, è cominciata circa vent’anni fa tra le fila di Lista per Ravenna con Alvaro Ancisi, prima come consigliere territoriale e poi come consigliere comunale. Nel 2020 l’uscita da Lpr per dare vita a un progetto politico nuovo chiamato Ora. Grandi è un agente di assicurazioni da oltre 30 anni e promotore finanziario, titolare di una ditta di assicurazioni e di una società di servizi.

Grandi sarà così chiamato a sfidare (con l’obiettivo di portare al ballottaggio il candidato del centrosinistra Alessandro Barattoni) il suo ex capogruppo Alvaro Ancisi, il decano dell’opposizione ravennate, che ha ottenuto invece il sostegno nelle scorse settimane della Lega, che non cambierà idea (con anche il supporto del Popolo della Famiglia).

Resta da capire invece quale sarà la decisione definitiva di Forza Italia, che al tavolo romano avrebbe preso tempo. L’indicazione del coordinamento nazionale del partito è quella di siglare un’alleanza con Fratelli d’Italia, ma a livello locale resta la priorità di sostenere un candidato politico (quale potrebbe diventare anche lo stesso Grandi, se passasse in questi giorni tra le file di Fratelli d’Italia…).

Così come rappresenta ancora un’incognita, infine, l’altra lista civica di opposizione, la Pigna, la cui consigliera Veronica Verlicchi era stata indicata in un primo momento da Gianfilippo Nicola Rolando della Lega quale candidata del centrodestra, prima della smentita dei vertici del Carroccio locale.

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