venerdì
07 Novembre 2025

Inaugurato il negozio Jysk, la catena danese di arredo casa cerca personale

Il punto vendita in via Faentina tra Obi e Famila è l’ottavo in regione

Inaugurazione ufficiale stamani, 14 febbraio, per il nuovo punto vendita a Ravenna di Jysk, catena danese che vende “tutto per la casa” ponendosi come alternativa a Ikea. Il negozio in via Faentina a Fornace Zarattini, tra Famila e Obi, è l’ottavo del brand in Emilia-Romagna e il 97esimo in Italia (cento entro la primavera). Per il negozio ravennate si cerca personale da assumere: le posizioni aperte sono vice store manager e diversi sales assistant. Fino al 19 febbraio sono previsti sconti su più di duemila articoli all’interno della selezione di prodotti per la casa, tra cui mobili, tessile per la casa, decorazioni, guanciali, materassi e completi letto. Il parco commerciale comprende anche Mediaworld e Arcaplanet e appartiene alla società Sogeicom di Treviso.

In stazione con un coltello di 24 cm, persone spaventate barricate nel McDonald’s

Un 25enne ha rubato un utensile da cucina da un esercizio pubblico della zona: obiettivo delle sue minacce un altro uomo che è stato ferito lievemente

Foto ColtelloArmato con un coltello da cucina con una lama di 24 cm, rubato da un pubblico esercizio, un uomo di 25 anni ha seminato il panico alla stazione ferroviaria di Ravenna nella serata del 12 febbraio. Il giovane ha cercato di introdursi nel McDonald’s con intenzioni minacciose verso un altro uomo. Alcuni clienti e personale del fast food si sono barricati all’interno del locale per proteggersi.

L’obiettivo delle minacce è poi uscito dal ristorante ed è stato raggiunto e colpito dall’aggressore, sotto gli occhi dei passanti in attesa alla fermata dell’autobus.

L’intervento di alcuni agenti della polizia locale, allertata da chi aveva visto il 25enne aggirarsi in strada con l’arma, ha evitato conseguenze peggiori. L’aggressore ha opposto resistenza, aggredendo gli operatori e procurando a uno di loro lesioni giudicate guaribili in dieci giorni, ma è stato arrestato. Sono in corso indagini per stabilire le ragioni del comportamento del 25enne nordafricano che ora si trova in carcere a Ravenna.

Mobilità in centro: ecco cosa cambia per Ztl, aree pedonali, permessi e sosta

Il Comune ha fatto il punto sulle nuove regole per gli accessi. Parte la campagna informativa. Da aprile attive le telecamere di controllo a quattro varchi di accesso alle zone traffico limitato

Controlli Polizia Locale E Alcol TestA Faenza arrivano nuove regole per la mobilità e l’accesso alle zone a traffico limitato (Ztl) e alle aree pedonali del centro storico. Parte una campagna informativa in vista dell’entrata in vigore delle novità. Tra queste l’attivazione in aprile delle telecamere a controllo di quattro varchi di accesso alla Ztl.

MOB6La Ztl è un’area nella quale è possibile accedere e circolare solo in una determinata fascia oraria. L’area pedonale, invece, è una porzione di centro storico nella quale la circolazione dei veicoli è completamente vietata, salvo deroghe per specifiche categorie di mezzi.

COSA CAMBIA:

  • dopo un periodo di sperimentazione diventano definitive alcune aree pedonali (via Pistocchi, vicolo Pasolini, via Bertolazzi, corso Mazzini fino a via Fanini, via Torricelli fino a via Zuffe, vicolo Sant’Antonio, via Marescalchi, via Barilotti);
  • attivazione in aprile delle telecamere di controllo in quattro varchi di accesso alla Ztl (via Severoli angolo con via Cavour, corso Saffi angolo con via Manfredi, via Pascoli angolo con via Fiera, via XX Settembre angolo con via Naviglio), nella fase di “pre-esercizio” saranno presenti agenti della polizia locale;
  • estensione degli orari di accesso nell’area pedonale per residenti e commercianti: ora il passaggio è consentito tutti i giorni, salvo eventi o mercati, con l’eccezione delle piazze;
  • nuovi parcheggi per residenti con abbonamento “Residenti” in via XX Settembre, via Severoli, via Nazario Sauro;Fase di “pre-esercizio” con controllo della Polizia Locale senza sanzioni.
  • istituzione di una whitelist per accedere alla Ztl per autobus, Ncc, taxi, disabili, veicoli elettrici, con un portale per l’inserimento delle targhe;
  • gli stalli per la sosta lungo via XX Settembre (nel tratto tra via Naviglio e corso Garibaldi), quelli di via Severoli (tra via Zanelli e via Pistocchi) e di via Nazario Sauro saranno esclusivamente dedicati, con apposita segnaletica, ai residenti titolari di abbonamento della sosta.

COSA NON CAMBIA:

  • chi possiede un permesso Ztl, Area Pedonale o abbonamento “Residenti” non deve fare nuove richieste: il permesso resta valido fino alla scadenza;
  • chi abita, ha un negozio o un posto auto privato in una “nuova” area pedonale, se aveva già il permesso per Ztl, sarà automaticamente convertito ad Area Pedonale, senza presentare nuove richieste;
  • nessuna modifica alle tariffe dei permessi e degli abbonamenti;
  • nessun cambiamento per l’estensione e gli orari delle Ztl;
  • le categorie di permessi R (residenti), S (attività economiche e commerciali), G (garage/posti auto) restano invariate;
  • permessi temporanei come T (giornalieri), AP-T (orari in Area Pedonale), C (cantieri, traslochi) e H (ridotta capacità di deambulazione) restano in vigore.

Livia Santini e la “medicina narrativa”. «Ma la nostra rassegna in ospedale è ferma»

La docente e volontaria culturale: «I benefici per operatori e pazienti sono scientificamente dimostrati. Ora sta alla politica muoversi»

SantiniInsegnante di inglese all’Its Morigia-Perdisa di Ravenna, Livia Santini è nota in città per il suo impegno negli anni come “volontaria culturale” e le varie iniziative di cui è ed è stata promotrice. Tra queste c’è “Riaminaziona letteraria” che si è svolta all’Ospedale Santa Maria delle Croci tra il 2015 e il 2020, una rassegna che ha portato nel luogo di cura autori, filosofi, comici, cantanti in circa 120 appuntamenti. Un’idea innovativa per cui oggi Santini viene chiamata a partecipare a convegni nazionali e internazionali dedicati al tema del benessere dei pazienti e al potere curativo della parole. E da qui la docente ha preso spunto per la tesi sperimentale che ha appena discusso all’università Tuscia per conseguire (con il massimo dei voti) la sua terza laurea.

Santini, ci racconta in poche parole quanto c’entra Ravenna nella sua tesi e cosa ha potuto dimostrare?
«Per la tesi sono partita dall’esperienza di “Rianimazione letteraria”, ma poi ho lavorato confrontando i dati emersi in svariate ricerche scientifiche in giro per il mondo, dalla Cina agli Stati Uniti al Nord Europa, che hanno sperimentato gli effetti possibili della medicina narrativa sul personale ospedaliero e sui pazienti. E gli esiti sono tutti concordi: i gruppi a cui sono state “somministrate” esperienze di ascolto letterario o scrittura creativa hanno avuto benefici che non sono stati rilevati nei gruppi di controllo».

Che tipo di benefici? E su quali pazienti in particolare?
«Nel personale medico è calato il tasso di burnout ed è aumentata l’empatia, nelle persone ammalate si è registrata una minore difficoltà nell’affrontare la malattia, in particolare quella mentale».

Per lei una conferma di ciò che da tempo va dicendo…
«In realtà si tratta di pratiche avviate già negli  anni Ottanta, in particolare da Ernesto Cardenal in Nicaragua, ma di certo le centinaia di articoli che ho avuto modo di analizzare rappresentano un dato incontrovertibile, scientificamente dimostrato. Usciamo quindi dall’alveo delle possibili opinioni sul tema».

Allora perché “Rianimazione letteraria” non si fa più a Ravenna?
«Noi ci siamo resi disponibili a ricominciare, aspettiamo una chiamata che però non sta arrivando. Interrompemmo la rassegna per il Covid, ci fu poi chiesto di aspettare che la situazione tornasse completamente alla normalità. Oggi andiamo solo in Pediatria, per letture ai più piccoli. Anche del tavolo inter-istituzionale nato nel 2019 con l’obiettivo di far diventare Ravenna un polo per la medicina narrativa non si è fatto più nulla. Immagino stia alla politica muoversi, se interessata».

Intanto vi stanno chiamando altrove…
«Sì, paradossalmente ci chiamano altrove, in altre regioni per creare “Rianimazione letteraria” lì ma stiamo temporeggiando perché il nucleo lo vorremmo sempre nella nostra città, ma lo “esporteremo” di certo, anche perché se nel 2015 eravamo dei pionieri, ora la nostra idea sta viaggiando e viene replicate con diverse declinazioni anche in altri ospedali».

La rassegna aveva anche il merito di essere aperta pure alla cittadinanza, abbattendo la barriera tra dentro e fuori l’ospedale.
«Sì, inoltre abbiamo sempre cercato di collegare ciò che avveniva fuori dall’ospedale con la nostra rassegna, che fosse il Giro d’Italia o il mese di iniziative contro la violenza di genere. Una scelta che si inseriva anche in un’idea di città nuova, modulare, fatta di tanti luoghi dove possono accadere cose diverse, incluso l’ospedale».

Quanto costava alla collettività l’iniziativa?
«Nulla, gli ospiti sono sempre venuti gratuitamente e abbiamo ogni tanto potuto beneficiare delle donazioni di qualche azienda e della collaborazione di alcune case editrici».

Il ricordo più bello?
«Forse l’incontro con Giacobazzi, quando vedemmo pazienti e oncologici ridere ininterrottamente per due ore. E anche quando l’allora sindaco Matteucci scelse di restare fuori dall’incontro con Roberto Vecchioni per non togliere nemmeno un posto al pubblico di pazienti, un vero signore».

Non pensa che in un momento in cui la sanità è così in difficoltà, parlare di letteratura negli ospedali sia superfluo?
«Al contrario, credo che in una società che sta invecchiando e che quindi è destinata a trascorrere più tempo in ospedale, qualsiasi cosa possa umanizzare la degenza sia da incoraggiare a beneficio di tutti».

Giacobazzi Rianimazione Letteraria
Livia Santini con Giuseppe Giacobazzi nel 2019

Donazione organi: 130 espianti di cornee in provincia nel 2024, aumenta chi dice no

La responsabile provinciale dell’Associzione italiana per la donazione di organi segnala l’aumento di chi registra no alla donazione al momento del rilascio della carta d’identità

MedicsI dati diffusi dall’Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule (Aido) dicono che in Romagna nel 2024 ci sono stati 642 espianti di cornee (di cui 130 nel Ravennate), 15 multitessuto (7 dei quali in provincia di Ravenna), 37 organi sono stati espiantati su 65 accertamenti di morte cerebrale (rispettivamente 7 e 5 a Ravenna) e 23 gli organi donati a cuore fermo (ovvero da pazienti la cui morte viene accertata dopo un arresto cardiaco di almeno 20 minuti) su 25 donazioni complessive: 7 su 7 a Ravenna.

I numeri sono stati divulgati in occasione delle imminenti assemblee annuali ordinarie intermedie per i vari gruppi intercomunali di Aido. A febbraio ne sono in agenda tre. Il 15 febbraio alle 9.45 alla sala Zaccaria-Facchini di Massa Lombarda per la Bassa Romagna. Il 20 alle 21 nel complesso Cicognani a Brisighella per Brisighella-Faenza. Il 24 alle 21 nella sede del Csv Romagna per il gruppo Ravenna, Cervia e Russi. Fissata per lunedì 14 aprile alle 21, sempre nella sede del Csv Ravenna, l’assemblea della sezione provinciale. Si approveranno il bilancio consuntivo 2024 e il preventivo 2025, saranno adottati il nuovo statuto Aido e il nuovo regolamento e sarà presentato il programma dell’attività annuale di ogni sezione.

«Nell’anno da poco concluso l’attività della Rete trapiantologica italiana ha registrato i numeri più alti mai realizzati – afferma Cinzia Ghirardelli, presidente di Aido provinciale Ravenna – sia per gli organi che per le cellule staminali emopoietiche. Le donazioni di organi continuano a crescere: in Italia nel 2024 sono state 2.110 quelle effettivamente realizzate, +2,7 percento sul 2023, a partire da 3.192 segnalazioni di potenziali donatori arrivate dalle rianimazioni, +3,2 percento. Grazie a questi numeri è stato possibile realizzare ben 4.692 trapianti, 226 in più rispetto allo scorso anno. Il tasso nazionale di donazione è salito a 30,2 donatori per milione di persone: è la prima volta che in Italia si supera quota 30, un livello che colloca il nostro Paese ai primi posti europei per donazioni di organi. L’Emilia-Romagna è la seconda regione in Italia per numero di donatori: 45,5 per milione».

Ghirardelli segnala che resiste il nodo rappresentato dai tassi di opposizione al prelievo degli organi: «In tutta Italia nelle rianimazioni la percentuale di chi ha rifiutato la donazione nel 2024 è scesa a 29,3 percento, in lieve calo rispetto al 30,3 del 2023, e in Romagna se ne sono registrate 15, una a Ravenna. Ma è aumentato il numero di persone che all’atto del rilascio della carta d’identità elettronica ha scelto di registrare un “no” a un’eventuale donazione dopo la morte».

La prima manovra del presidente De Pascale: aumentano Irpef, ticket, Irap e bollo

«Non è una scelta che facciamo a cuor leggero». Maggior gettito previsto di 400 milioni di euro. «La nostra sanità si chiude con 200 milioni di squilibrio a causa dei mancati trasferimenti del fondo sanitario nazionale»

De Pascale

Aumentano, in Emilia-Romagna, l’addizionale Irpef per i redditi sopra i 28mila euro e i ticket per alcune prestazioni. E a partire dal 2026 l’Irap e il bollo auto. È la manovra annunciata dal presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale.

Le priorità del bilangio di previsione 2025-27 illustrato dalla giunta regionale in questi giorni sono quelle di «mettere in sicurezza il servizio sanitario regionale, la cui tenuta è a rischio per il sottofinanziamento a livello nazionale. Un potenziamento senza precedenti del Fondo per la non autosufficienza, il sostegno al trasporto pubblico locale e il raddoppio dei fondi per la manutenzione di fiumi, coste e frane. E ancora un finanziamento importante al Fondo per l’Affitto e a favore del Patrimonio Erp, oltre che per i servizi educativi e l’inclusione scolastica», si legge in una nota inviata dalla Regione, che parla di «un quadro geopolitico generale di grande complessità, caratterizzato dall’incertezza dello scenario economico stagnante e da una cornice di finanza pubblica fortemente compressa dal nuovo Patto di stabilità europeo. Inoltre, aumenta la stretta da parte del Governo verso gli enti locali, che chiederà in media circa 100 milioni di euro all’anno alla Regione per riequilibrare la finanza pubblica nazionale».

A regime, la manovra genererà un maggior gettito di circa 400 milioni di euro, agendo sulle leve fiscali di cui dispone la Regione.

«Quella che presentiamo è una delle più forti manovre a tutela della sanità pubblica della storia di questa Regione – sottolinea il presidente De Pascale -: avendo preso atto che il bilancio 2024 della nostra sanità si chiuderà con 200 milioni di squilibrio a causa dei mancati trasferimenti del fondo sanitario nazionale, si rende necessario un contributo straordinario per salvaguardare il diritto alla salute degli emiliano-romagnoli». Ma, assicura De Pascale, «questa Regione non farà passi indietro e continuerà a fare tutto il possibile per salvaguardare e migliorare il proprio sistema sanitario regionale. Come dimostrano i dati sulla mobilità sanitaria, non siamo noi chiamati a tagliare la nostra offerta, ma è il sistema Paese a dover aumentare la propria».

«Ritoccare le leve fiscali non è una scelta che facciamo a cuor leggero – conclude De Pascale -, ne comprendiamo l’impatto e il sacrificio per famiglie e cittadini: per questo ne abbiamo parametrato il più possibile l’effetto in base al reddito, cercando di salvaguardare quelli più bassi. Ma credo sia un dovere di chi governa e amministra quella di saper prendere scelte coraggiose per difendere diritti e valori in cui crediamo e su cui si basa la storia dell’Emilia-Romagna».

Le priorità di intervento

In cima alla lista resta la tutela della sanità pubblica: da un lato proseguendo nella vertenza aperta con il Governo per un adeguato finanziamento al Servizio sanitario, dall’altro avviando una riforma del sistema regionale che punti sulla prevenzione, l’organizzazione dell’offerta e il governo di una domanda sanitaria sempre più appropriata, riducendo sprechi economici e di tempo.

A questo si affianca un finanziamento senza precedenti del Fondo per la non Autosufficienza: +85 milioni già nel 2025, altri 25 milioni in più nel 2026 e nel 2027, per una crescita triennale di 135 milioni di euro. «Risorse necessarie, dato che le persone non autosufficienti in Emilia-Romagna oggi sono 220mila e nei prossimi 20 anni potrebbero diventare quasi 370mila – si legge nella nota della Regione -. Già oggi l’Emilia-Romagna è la regione con il Fondo più alto di tutta Italia: nel 2025 toccherà quasi i 570 milioni di euro».

Sul versante della messa in sicurezza del territorio viene raddoppiata la quota dedicata alla manutenzione di fiumi, costa e frane, che passano da circa 24 a 50 milioni l’anno già dal 2025.

Trasporto pubblico locale: dal 2025 si prevede uno stanziamento più alto di 15 milioni di euro, con un aumento progressivo nel corso del triennio, «che cerca di ovviare al sottofinanziamento endemico del sistema, che sta generando criticità enormi alle aziende, ai territori e ai cittadini».

Inoltre, già dal prossimo bilancio preventivo verranno stanziati 9 milioni di euro per il fondo per l’affitto e altri 30 milioni nel prossimo triennio per implementare ed efficientare il patrimonio di edilizia residenziale pubblico.

Verranno potenziati anche i servizi educativi, per l’inclusione scolastica e la conciliazione vita-lavoro con un piano di abbattimento delle rette e delle liste d’attesa dei nidi 0-3 anni con un impiego ulteriore delle risorse Fse-Plus 2021-27. Garantiti anche maggiori contributi per i centri estivi e il sostegno all’inclusione degli studenti con disabilità.

Infine, priorità del bilancio 2025-27 è il cofinanziamento dei programmi regionali dei fondi europei 2021-2027, quale leva di investimento e motore di sviluppo economico e sociale dell’intero territorio regionale. Si tratta di quasi 200 milioni di euro di risorse regionali che insieme ai 77 milioni del Fondo sviluppo e coesione permettono di utilizzare appieno le risorse europee (Fse plus, Fesr e Sviluppo rurale) e finanziare progetti per la buona occupazione e le competenze delle persone e l’inclusione sociale, la transizione ecologica e digitale delle imprese, la ricerca e innovazione, lo sviluppo dell’agricoltura e dell’agroalimentare e per il contrasto alle disparità territoriali, mettendo la montagna e le aree interne al centro delle politiche di sviluppo.

La manovra: gli aumenti

Dopo quasi 20 anni senza aumenti, verrà maggiorata l’addizionale regionale Irpef per il terzo e il quarto scaglione di reddito (28-50mila euro e sopra i 50mila), con un obiettivo di gettito di circa 200 milioni di euro.

Verranno rivisti i ticket per alcune prestazioni, in particolare quelle farmaceutiche, introducendo adeguate soglie di salvaguardia: l’obiettivo è di recuperare 50 milioni già dal 2025, che diventeranno 70 milioni a regime.

Riguardo all’Irap, l’aliquota base è oggi pari al 3,9% e verrà applicata una maggiorazione omogenea dello 0,3%, operativa dal 2026, con l’obiettivo di un gettito di circa 100 milioni.

Infine, verrà aumentato del 10% il bollo auto, in una regione – l’Emilia-Romagna – che non ha mai applicato alcuna maggioranza alla tassa automobilistica: il gettito passerà da 500 a 550 milioni, a partire dal 2026.

Confcooperative Romagna chiede una revisione del Codice degli Appalti

Contestato il mancato riconoscimento dell’aumento dei costi sui servizi resi alla Pubblica Amministrazione

Mirella Paglierani
La presidente di Gemos, Mirella Paglierani

Le cooperative che operano nei servizi e nel sociale sono preoccupate perché il Governo, con il decreto correttivo del Codice degli Appalti, non ha aggiornato le soglie e i criteri per adeguare i prezzi dei servizi forniti alla Pubblica Amministrazione. Confcooperative Romagna denuncia questa mancanza dopo mesi di attese.

«È sorprendente che il decreto faccia una distinzione tra cooperative di lavoro e cooperative di servizi, penalizzando chi offre servizi essenziali per la Pubblica Amministrazione – sottolinea Mirella Paglierani, presidente della cooperativa Gemos di Faenza e coordinatrice del settore Lavoro e Servizi di Confcooperative Romagna -. Siamo contenti che le cooperative di lavoro, attive soprattutto nell’edilizia, abbiano ottenuto un riconoscimento, ma non possiamo accettare questa disparità di trattamento».

Il Governo con questo decreto ha abbassato dal 5% al 3% la soglia oltre la quale scatta l’adeguamento dei prezzi solo per il settore dei lavori, garantendo una copertura del 90% dell’aumento. Per i servizi, invece, la soglia è rimasta al 5%, con una copertura solo dell’80%. Per le cooperative di servizi, sulla base di queste nuove norme, ad esempio, in un appalto in corso della durata di 5 anni che al 4° anno ha avuto un aumento dei costi complessivi del 20%, l’adeguamento delle tariffe ancora una volta non potrà scattare lasciando completamente a carico delle imprese l’assorbimento di questi costi non previsti. Questo penalizza chi fornisce servizi essenziali come la ristorazione per scuole e ospedali o l’assistenza socio-sanitaria ed educativa.

«L’aumento dei costi per le materie prime e per l’adeguamento dei contratti collettivi nazionali ricade interamente sulle cooperative – spiega Mirca Renzetti, coordinatrice del settore Federsolidarietà di Confcooperative Romagna e vicepresidente dell’Associazione -. Questo mette a rischio la sostenibilità delle nostre imprese, che non solo garantiscono servizi fondamentali per la comunità, ma danno lavoro a decine di migliaia di persone».

I servizi offerti dalle cooperative per conto della Pubblica Amministrazione sono per lo più essenziali e non possono essere interrotti. Tuttavia, il Codice degli Appalti non prevede un’equa distribuzione dei costi, creando così una vera e propria distorsione normativa. «Chiederemo con forza al Governo di estendere la revisione dei prezzi anche al comparto dei servizi – conclude Paglierani -. L’attuale normativa penalizza un settore fondamentale, che deve poter contare su un equilibrio economico stabile per garantire continuità e qualità nel tempo».

 

Al via la demolizione dell’ex cartiera, durerà sei mesi. «Una notizia storica»

Si tratta di un’area di 12mila metri quadrati. «Ci impegneremo in una riconversione a beneficio della comunità»

L'ex Cartiera Di Conselice

Entro la fine del mese di febbraio partiranno le attività di demolizione del complesso immobiliare industriale dell’ex cartiera di Conselice, situato in via Selice in prossimità del centro abitato. Si tratta di un’estesa area industriale di 12mila metri quadri e che ha visto attiva la produzione di carta dal 1950 al 2007, anno in cui l’attività si è arrestata e il complesso è rimasto in disuso.

Bcc Financing, società del gruppo Bcc Iccrea specializzata nel credito a medio termine e proprietaria dell’immobile, ha deciso di dar corso a un progetto di riqualificazione dell’area che, dopo la demolizione delle strutture abbandonate e la rimessa a livello stradale delle superfici, potrà trovare nuove destinazioni a beneficio del territorio e della comunità locale, dove il gruppo è presente con la filiale de La Bcc ravennate, forlivese e imolese. «La fase di progettazione dell’intervento ha richiesto un lungo percorso di analisi preliminari e particolare attenzione è stata rivolta anche alla prevenzione dell’impatto delle future attività di cantiere», riferisce il gruppo bancario.

Il percorso di demolizione, nel complesso, durerà circa sei mesi.

L’Amministrazione comunale di Conselice ha seguito con attenzione la messa a punto del progetto, grazie a cui saranno disponibili nuovi spazi per rigenerare un’area di forte rilevanza del territorio comunale. «Si tratta di una notizia storica per il nostro territorio – afferma il sindaco di Conselice Andrea Sangiorgi -. Quando abbiamo posto il tema della cartiera all’interno del nostro programma di governo, in diversi non credevano che si sarebbe riuscito a trovare, dopo molti anni, un percorso concreto di demolizione e riconversione di quell’area dismessa e degradata. Oggi invece, congiuntamente e grazie all’impegno della proprietà, dopo un proficuo confronto, comunichiamo un passo fondamentale in questa direzione che è, appunto, la sua completa demolizione. Successivamente, con la stesura e approvazione del nuovo piano urbanistico, ci impegneremo in una riconversione di quel terreno a beneficio di tutta la nostra comunità».

Lavori sull’Adriatica a Ravenna, chiude un tratto in direzione Ferrara

Aprono invece al traffico le rampe interne e la nuova complanare dello svincolo di via Savini

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Al via una nuova fase di interventi nell’ambito dei lavori Anas di ampliamento della strada statale 16 “Adriatica” nel tratto noto come “Tangenziale di Ravenna”. È previsto il completamento dei lavori per la deviazione del Canale Drittolo (posto al km 148,918) e delle opere per l’allargamento della sede stradale e di rifacimento della pavimentazione.

A partire da venerdì 14 febbraio Anas provvederà al ribaltamento dell’attuale configurazione, attuando la chiusura della carreggiata in direzione Ferrara tra il km 148,700 ed il km 149,120 con contestuale istituzione del doppio senso di circolazione in carreggiata opposta (direzione Rimini).

A partire sempre dal 14 febbraio verranno aperte al traffico le rampe interne e la nuova complanare dello svincolo di via Savini, che sarà pertanto fruibile, in modalità di cantiere, nella sua configurazione definitiva. Al contempo, verrà ridotto il restringimento della carreggiata in direzione Ferrara tra il km 150,240 e il km 149,800 circa.

L’intervento – che riguarda il primo stralcio funzionale di 1,45 km, per un importo dei lavori di circa 15 milioni di euro – rientra nel più ampio progetto di riqualificazione della tangenziale che prevede l’allargamento della sezione stradale e l’installazione dello spartitraffico centrale.

La salma di Giuseppe Verucchi sarà tumulata a Ravenna, nelle tombe degli arcivescovi

I funerali sono in programma sabato pomeriggio in cattedrale

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I funerali di Giuseppe Verucchi, vescovo della diocesi di Ravenna-Cervia dal 2000 al 2013, morto ieri a Modena all’età di 87 anni, si terranno sabato 15 febbraio alle 15,30 in Cattedrale, a Ravenna, dove ha scelto di essere tumulato, assieme a Ersilio Tonini e Luigi Amaducci, nelle tombe degli arcivescovi.

In mattinata un’altra messa esequiale sarà celebrata nella Cattedrale di Modena. Poi, nel pomeriggio, la salma arriverà a Ravenna. «La diocesi – si legge in una nota – lo ricorderà e pregherà per lui con un Rosario domani sera (14 febbraio, ndr) alle 19 in cattedrale».

Tra i vari messaggi di cordoglio, ecco quello del presidente della Regione Michele de Pascale. «Monsignor Verucchi ha dedicato la sua vita al servizio del bene delle persone, con una grande attenzione nei confronti delle famiglie, dei giovani e dei più fragili. Pastore appassionato, ha saputo coniugare la profondità della fede con un grande impegno sociale, lasciando un segno importante nella comunità ravennate e in tutta la nostra regione. Ci uniamo al dolore dell’arcidiocesi e di tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato per il suo operato ed esprimiamo un sentimento di vicinanza alla sua famiglia e ai suoi cari».

Valentino Rossi a Ravenna per un matrimonio di amici

La foto ricordo dell’ex vicesindaco Fusignani: «Il più grande, con Agostini»

Valentino Rossi Matrimonio Ravenna

Valentino Rossi, il grande campione di motociclismo, era oggi (13 febbraio) a Ravenna per partecipare a un matrimonio di una coppia di amici. La compagna, Francesca Sofia Novello, era infatti una dei due testimoni degli sposi.

In municipio, l’ex vicesindaco (ora assessore) Eugenio Fusignani ne ha approfittato per una foto ricordo con Rossi. «E poi ti trovi lui che ti abbraccia e senti sulla tua spalla tutto il peso della storia “de’ mutôr” (motocicletta per i forestieri). Valentino Rossi… Il più grande insieme ad Ago!», ha commentato sui social.

«Veronica Verlicchi è la candidata a sindaco della Lega, c’era l’avallo di Salvini»

Il consigliere comunale Rolando insiste: «Mi rimetto al verdetto finale del nostro vice premier». L’attacco al segretario Morrone

Salvini Rolando
Rolando con Salvini

«Il candidato sindaco della Lega è Veronica Verlicchi». A ribadirlo è il consigliere comunale della stessa Lega a Palazzo Merlato, Gianfilippo Nicola Rolando, nonostante l’ormai nota smentita più che ufficiale da parte del segretario della Lega Romagna, Jacopo Morrone, che nel frattempo ha pure presentato (con tanto di logo) la candidatura del decano dell’opposizione Alvaro Ancisi.

Rolando, però, conta sul via libera al nome di Verlicchi che sarebbe arrivato nientemeno che del vicepremier Matteo Salvini, segretario federale della Lega stessa. «Fosse una mia invenzione, quindi avessi tirato per la giacca il ministro Salvini dichiarando informazioni false, sarei già fuori dalla Lega con al seguito la presa di distanze immediate del nostro vice premier», sottolinea Rolando in un lungo post pubblicato sulla propria pagina Facebook, in cui va anche oltre, denunciando pubblicamente il comportamento (naturalmente secondo la sua versione) tenuto da Morrone durante l’assemblea della Lega precedente l’annuncio di Ancisi.

«L’onorevole Jacopo Morrone – scrive il consigliere comunale – in riunione non ha fatto una votazione sulla proposta di candidare Alvaro Ancisi ma su quella di fondere la Lega con Lista Per Ravenna e il Pdf. Alla mia insistente domanda sul chi fosse il candidato sindaco di quel progetto prima della votazione, ci è stato risposto “vedremo” e alla ancor più importante domanda, fatta almeno una decina di volte, sempre davanti a tutti, ovvero se l’onorevole si fosse confrontato su questo suo progetto con Salvini, purtroppo nulla, stiamo ancora aspettando quella risposta». Secondo Rolando, oltretutto, la votazione non sarebbe stata effettuata dalla sezione di Ravenna «ma da militanti e sostenitori fedeli a Morrone arrivati un po’ da tutta la Romagna». Una situazione che ha portato anche alle dimissioni della consigliera comunale Anna Greco, passata in Fratelli d’Italia.

«Detto questo, mi rimetto al verdetto finale del nostro segretario federale Matteo Salvini – conclude Rolando -: se deciderà di cambiare idea, quindi di avallare il progetto dell’onorevole Morrone, accetterò senza riserve la sua decisione pur non partecipando ad esso, non condividendone modi, persone e linea politica, decisamente anni luce dalla Lega sovranista nazionale e rimarrò un semplice militante attivo, sempre attento al territorio e vicino ai ravennati che non si identificano in un contenuto politico centralista e moderato».

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