mercoledì
29 Ottobre 2025

Auto parcheggiate sotto i portici. La sindaca: «A cento metri ci sono posti gratis»

Zannoni critica l’uso scorretto del porti all’angolo tra piazza Baracca e via Manfredi: «Anche questo è decoro urbano»

La sindaca di Lugo, Elena Zannoni, usa la sua pagina Facebook per segnalare un atteggiamento che da qualche tempo si verifica con buona frequenza: auto parcheggiate sotto il portico del palazzo della banca Credit Agricòle all’angolo tra piazza Baracca e via Manfredi. Il primo arco del porticato non è protetto da fioriere o fittoni e per molti viene considerato un posto auto extra.

«Quando parliamo di decoro urbano – scrive Zannoni – non ci sono solo cani e cartacce, ma anche auto parcheggiate sotto i portici a cento metri scarsi in linea d’aria da un parcheggio gratuito da quasi 150 posti.
Auto parcheggiate sulle ciclabili nei percorsi casa scuola. Auto parcheggiate nei posti disabili. Parliamo anche dell’esempio che diamo ai bambini».

Ravenna espugna anche Siena. Ora lo scontro al vertice al Pala De André

Settima vittoria di fila per la Consar in A2

Esultanza Finale Consar

Una Consar sontuosa, concreta, efficace in ogni fondamentale e capace di offrire un’altra grande prova corale e di gioco, esaltata dalla regia di Russo, che si è preso il premio come Mvp, tramortisce l’Emma Villas Siena nel suo palazzetto, dove finora aveva sempre preso punti, e risponde alle vittorie di Brescia e Prata mantenendosi in vetta alla classifica del campionato nazionale maschile di A2 di volley.

È un 3-0 netto ed eloquente che spiega la grande condizione fisica e mentale di Goi e compagni che in un colpo solo incamerano la settima vittoria di fila, la tredicesima stagionale e superano i 200 punti in regular season con il marchio Consar.  Il merito più grande della formazione ravennate è quello di avere impedito all’Emma Villas di esprimersi in attacco, dove chiude col 34%, e di avere sfruttato in pieno il muro, che ha prodotto 13 punti, 5 dei quali con Guzzo, che ha chiuso la sua prova con 18 punti.

Sabato sera, 11 gennaio, dalle 20 al Pala De André di Ravenna lo scontro al vertice contro Prata.

La Befana “volante” saluta le feste in piazza. Ecco i numeri vincenti della lotteria

Successo per le iniziative dell’Advs a sostegno della donazione del sangue

Successo in centro a Ravenna per l’Epifania organizzata dai donatori dell’Advs. Il pomeriggio si è aperto con un evento spettacolare: per la prima volta la Befana dei vigili del fuoco ha volato sopra piazza San Francesco, scendendo dal campanile della basilica. La Befana, impersonata da Valentina, in forza al comando provinciale di Ravenna, ha lanciato centinaia di caramelle a tutti i bambini.

Alle 17 è poi seguita la tradizionale estrazione della Lotteria della Befana dell’Advs (in palio anche un’auto), come sempre con lo scopo di avvicinare tante persone alla donazione di sangue e plasma. «Invitiamo tutti i ravennati che vogliano iniziare a donare – spiega Flavio Vichi, responsabile della comunicazione di Advs – a venirci a trovare al Servizio Trasfusionale dell’Ospedale di Ravenna, tutti i giorni dalle 8 alle 10.30».

Clicca qui per scoprire i numeri vincenti della lotteria

 

Il porto di Ravenna tiene, «nonostante la crisi di Suez e la guerra nel Mar Nero»

Il 2024 chiude con un +0,2 percento rispetto al 2023. Rossi (Ap): «Quando le tensioni internazionali rientreranno avremo una crescita importante»

In primo piano la centrale elettrica, sullo sfondo la penisola Trattaroli (foto da pagina Facebook di Ap)

Dopo ottobre e novembre chiusi con incrementi superiori al 20 percento, anche il mese di dicembre si è chiuso con un segno positivo per il traffico merci del porto di Ravenna. La movimentazione dell’ultimo mese del 2024 è stata infatti pari a oltre 2,1 milioni di tonnellate, in leggero aumento (+1,1%) rispetto allo stesso mese del 2023.

Dopo i due anni record consecutivi del 2021 e 2022 e dopo il calo del successivo 2023, il porto di Ravenna torna in positivo assestandosi così a 25.503.131 tonnellate di merce complessiva movimentata nel 2024 (+0,16 percento, praticamente stabile rispetto allo scorso anno). Il numero di toccate delle navi è stato pari a 2.571 (38 navi in più rispetto al 2023).

Nell’ultimo trimestre sono stati recuperati i traffici persi nei primi mesi dell’anno quando era esplosa la crisi del Canale di Suez che ancora oggi, soprattutto nel settore container, sta mettendo in difficoltà i porti italiani e mediterranei. A questo si è aggiunto in autunno il conflitto nell’area Israele/Libano, mercati storicamente collegati allo scalo ravennate. Nel 2024 il traffico ha risentito ancora anche della guerra nell’area del Mar Nero assestandosi intorno a 2,7 ml di tonnellate rispetto ai circa 5 milioni di tonnellate pre guerra.

Entrando nelle macro categorie, l’Autorità portuale segnala «la forte ripresa dei materiali da costruzione (4.079.701 tonnellate con +6,6% rispetto al 2023) sicuramente da attribuire all’aumento di import delle materie prime per la produzione di ceramiche del distretto di Sassuolo»; «l’aumento dei prodotti agroalimentari (solidi e liquidi) con 5.308.327 tonnellate (+ 1,96 %); l’aumento dei concimi a 1.635.931 tonnellate con un ottimo +5,3%; l’aumento dei prodotti petroliferi e chimici che si attestano a 3.906.713 tonnellate con un + 6,2%; il calo dei prodotti metallurgici che si attestano a 5.981.603 tonnellate (- 8,2%)». Una perdita, quest’ultima, imputabile alla crisi dell’industria siderurgica europea, accentuata con la crisi dell’auto e i dazi all’import, considerando anche la diminuzione degli sbarchi dall’acciaieria di Taranto a seguito del calo della produzione.

Negativo il 2024 per i container, con 199.778 TEUs (-7,9% rispetto al 2023) e per la merce in container che si attesta a 2.245.052 tonnellate, in diminuzione del 4,6% rispetto al 2023. Il settore container è quello maggiormente colpito dalla situazione del Mar Rosso. In questa situazione la nuova linea feeder della compagnia CMA-CGM per collegare il mediterraneo orientale e la Turchia anche al porto di Ravenna, potrebbe invertire la tendenza negativa che si è manifestata in tutti i porti italiani e in particolare nei porti adriatici.

Sostanziale tenuta per il settore Trailer e altri veicoli che, per il 2024 è pari a 95.410 pezzi con 1.176 pezzi in meno rispetto al 2023 (-1,2%).

Infine il settore crociere che ha visto nel 2024 la movimentazione di 272.219 passeggeri di cui 222.353 in home port con un calo del 17,7% rispetto al 2023. In questo caso il calo era preventivato rispetto all’anno record del 2023 a seguito della minore capacità di accoglienza del terminal causata dal cantiere per la costruzione della nuova stazione marittima, che si concluderà nel 2026.

Nel 2024 si stimano circa 7.800 treni con un incremento di 600 rispetto al 2023 che confermano il porto di Ravenna nelle primissime posizioni nazionali. Questo risultato – sottolineano da Ap – è ancora più importante se guardiamo alle difficoltà che sta attraversando il trasporto ferroviario merci in Italia con una riduzione della capacità di trasporto superiore al 50% causata da diversi fattori, primo fra tutti gli oltre 1.100 cantieri lungo la rete ferroviaria nazionale legati al Pnrr.

«Il 2024 – dichiara il presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, Daniele Rossiè stato un anno molto difficile e complesso sotto tanti punti di vista, non solo per il porto di Ravenna ma per tutta Europa in ragione del perdurare di tensioni geopolitiche i cui effetti non solo hanno impattato pesantemente sulla crescita economica del nostro Paese ma hanno anche generato, in ragione dei rischi di nuovi rialzi dei prezzi legati ai rincari delle quotazioni delle materie prime, un clima di generale incertezza che, inevitabilmente, rallenta gli investimenti. Il porto di Ravenna ha sofferto e soffre ancora di più di questa situazione dal momento che il conflitto russo ucraino ha messo in crisi i traffici con il Mar Nero, storico bacino di riferimento del nostro scalo. In questo contesto, rispetto al quale, nel tempo, il sistema è riuscito a reagire trovando nuovi traffici che hanno permesso di compensare almeno in parte le perdite, è venuto poi ad impattare il problema della guerra israeliano palestinese con la conseguente crisi del canale di Suez, dal quale passava il 12 per cento del traffico mondiale ed il 40% di quello nazionale (20% la quota riferita al nostro scalo). Da dicembre del 2023, quando i ribelli Houthi hanno annunciato l’intenzione di attaccare tutte le navi dirette in Israele senza distinzione di nazionalità, molti armatori hanno deciso di non far più compiere alle loro navi la rotta passante per il Canale di Suez ma di circumnavigare l’Africa allungando il viaggio con conseguenti significativi aumenti dei costi e privilegiando i porti del Nord Europa a scapito soprattutto dei porti del Nord Adriatico. In questi pochi anni il porto di Ravenna ha dunque sofferto gli effetti negativi di due eventi assolutamente indipendenti dalle importanti scelte strategiche che il porto stesso stava compiendo. Nonostante questo però, e sono convinto che ciò dimostri che le scelte strategiche fatte vanno nella giusta direzione, il porto di Ravenna chiude il 2024 con un segno leggermente positivo rispetto al 2023. Ciò significa che il porto di Ravenna nonostante tutto è cresciuto, riuscendo a recuperare altrove i milioni di tonnellate di merci persi per il conflitto nell’area del Mar Nero e la crisi di Suez. Partendo dal presupposto che queste due importanti aree, non appena le tensioni in atto lo permetteranno, torneranno ad essere bacini di riferimento del nostro porto, poiché questi traffici sono traffici destinati “naturalmente” al porto di Ravenna, non è difficile immaginare che il porto conoscerà una crescita importante dei volumi movimentati e il porto sarà pronto a gestire questo aumento dei traffici proprio grazie agli interventi realizzati in questi anni».

Chiude il museo zoologico di Russi: «Impossibile andare avanti senza contributi»

Il direttore di Aqaue Mundi: «In quindici anni abbiamo stretto i denti, rimettendoci denaro»

Aquae Mundi

Chiude «fino a data da destinarsi», a Russi, Aquae Mundi, struttura che comprende tra le altre cose un museo zoologico e la “grotta delle salamandre”, con diverse tipologie di anfibi.

Ad annunciare la chiusura è il direttore, il biologo Raffaele Gattelli. «Nessun museo al mondo riesce a mantenersi per 15 anni senza alcun aiuto da parte di istituzioni pubbliche o fondazioni private. Noi ci siamo riusciti, stringendo i denti e rimettendoci denaro, il tutto a riprova della passione che ci ha animato e ci anima per la natura, la zoologia e l’ambiente».

«Se e quando riapriremo? Dipende dal contributo che riusciremo a ottenere, per permetterci almeno di ospitare gratuitamente le scuole», dice ancora il direttore, che sottolinea come il museo continuerà comunque la propria attività scientifica di supporto a tirocinanti e laureandi.

La tradizione dell’Impagliata: un servizio in ceramica per i primi nati dell’anno

Nei giorni scorsi il sindaco di Faenza, Massimo Isola, ha incontrato in ospedale le famiglie dei primi due nati dell’anno, residenti nel comune di Faenza, e ha consegnato loro, a nome della città, la tradizionale Impagliata. Questo servizio in ceramica, composto da scodelle, piatti e ciotole, è storicamente donato alle neomamme per permettere loro di consumare un pasto sostanzioso dopo le fatiche del parto. Faenza, a partire dal 1977, grazie all’iniziativa dell’allora Segretario Generale del Comune, Alteo Dolcini, ha fatto propria questa antica tradizione, assegnando al primo cittadino il compito di consegnare l’Impagliata ai primi nati dell’anno, sia alla femminuccia che al maschietto.

Alea Impagliata

La prima faentina nata del 2025 è Alea Shehu, venuta alla luce giovedì 2 gennaio alle ore 16.20. Figlia di Anejda Shehu, 25enne casalinga, e Arsen Shehu, 34enne autista, entrambi di origine albanese ma residenti a Faenza da diversi anni. Alea, prima nata in casa Shehu, al momento della nascita, pesava 3,270 chilogrammi.

Dante Impagliata

Il primo maschietto faentino del nuovo anno è Dante Mazzotti, figlio di Greta Lama, 36enne insegnante di matematica in un istituto superiore della città, e di Pierpaolo Mazzotti, 39enne imprenditore, nato venerdì 3 gennaio, alle ore 0.13, con un peso di 3,060 chilogrammi. Dante è il terzogenito, fratellino di Caterina e Anna rispettivamente di 5 e 3 anni.

Ciclista 71enne muore investito da un’auto che viaggiava nella stessa direzione

Incidente sulla provinciale 8 all’altezza dell’agriturismo La Barchessa

WhatsApp Image 2025 01 05 At 16.30.12Un uomo di 71 anni è morto nel primo pomeriggio di oggi, 5 gennaio, in un incidente stradale sulla strada provinciale 8 Naviglio a Cotignola. Secondo le prime informazioni disponibili, l’uomo, residente della zona, era in sella a una bicicletta e pedalava in direzione di Bagnacavallo quando è stato investito alle spalle da una Fiat Punto bianca guidata da un 24enne che viaggiava nella stessa direzione. L’impatto è avvenuto all’altezza dell’agriturismo La Barchessa. Il colpo è stato violento e per il ciclista non c’è stato nulla da fare, il personale del 118 ha potuto solo constatare il decesso. Sul posto è intervenuta la polizia locale della Bassa Romagna per i rilievi.

Per il Ravenna primi tre punti del 2025: vince a Prato e resta nella scia del Forlì

I giallorossi ottengono il tredicesimo risultato utile di fila segnando tre gol ai toscani che non ne subivano da cinque turni

472780155 1019610106847810 4982685740743200094 NIl Ravenna inizia il 2025 con la prima gara del girone di ritorno del campionato di serie D e lo fa con una vittoria in trasferta. Battuto il Prato 3-0 con rete di Venturini, Manuzzi e Guida. Il Ravenna ha vinto in Toscana contro una squadra che non subiva gol da cinque turni e in casa era imbattuta dopo il cambio di allenatore.

Il tredicesimo risultato utile consecutivo (di cui undici ottenuti da quando in panchina siede Marco Marchionni con solo 4 gol subiti) mantiene i giallorossi al secondo posto a un punto dalla vetta occupata dal Forlì che ha vinto 2-0 a San Mauro Pascoli (la Sammaurese è attesa domenica prossima al Benelli).

La sfida diretta tra Ravenna e Forlì è in programma fra dieci partite, il 23 marzo.

Striscione del Popolo della Famiglia a scuola contro l’educazione affettiva

La contestazione esposta davanti alle Carchidio-Strocchi. La replica dei Giovani democratici: «L’affettività è la premessa necessaria per creare una famiglia»

471202908 1420371042683004 536094187993276701 NLa sezione faentina del Popolo della Famiglia, partito fondato da Mario Adinolfi nel 2016 con una connotazione conservatrice e cattolica, ha esposto uno striscione alla cancellata delle scuole Carchidio-Strocchi di Faenza con una messaggio di contestazione contro l’educazione affettiva in aula.

Alessandro Vitali, dirigente comunale del Pdf, spiega l’iniziativa: «È stato approvato un emendamento del deputato Magi di Più Europa, per corsi di educazione affettiva e sessuale nelle scuole. Un fatto inaccettabile, aggravato dal fatto che a promuoverlo sia stato un governo di centro-destra, che sulla carta dovrebbe opporsi a determinati tipi di percorsi. L’educazione affettiva così come promossa dal circuito main stream è un serio problema per la libertà educativa dei ragazzi e delle rispettive famiglie. L’intento di questi percorsi è minare la libertà educativa dei ragazzi e di introdurre come normalità il pensiero unico dominante».

Vitali critica anche la carriera alias, l’iniziativa promossa in alcuni istituti di Faenza che consente agli alunni, a fronte di precise condizioni dell’individuo, di poter scegliere un nome di genere diverso da utilizzare nell’ambito scolastico: «È un serio problema e non una soluzione.
L’educazione delle giovani generazioni non deve essere deviata da questo genere di ingerenze».

Al Pdf rispondono i giovani del Pd: «L’iniziativa ci ricorda quanto ancora siamo pedagogicamente indietro nella tabella di marcia rispetto gli altri Paesi occidentali. Ci chiediamo infatti quale educazione affettiva vada mai interrotta, considerato che nelle nostre aule è solo di rado presente, sotto forma di progetti isolati e frammentati. Sebbene educare all’affettività sia caldamente incoraggiato dall’Oms quale mezzo per generare empatia e a disincentivare la violenza di genere, non esistono indicazioni nazionali in materia, nonostante i pomposi propositi del governo di inserirla sotto l’onda di sdegno per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Il tutto è appaltato a una piccola platea di docenti motivati e consapevoli della sua importanza, forzati a formarsi da soli in un tema tanto delicato e bersagliati da partiti che si dicono “per la famiglia” ma che ignorano come l’affettività sia la premessa necessaria per crearne una».

I Gd chiedono una serie di corsi di formazione gratuita sull’affettività per i docenti, in collaborazione con gli istituti di ogni ordine e grado del faentino e diversi a seconda della fascia d’età su cui intervenire, che consentano di adottare buone pratiche di formazione e giungere ad uno standard univoco su questi temi.

Un adulto su 8 in provincia ha almeno un’arma regolare, più della media nazionale

Tra i 330mila maggiorenni residenti in provincia di Ravenna ce ne sono 40mila che detengono regolarmente almeno un’arma. Una visita medica è il primo requisito per essere autorizzati. Diecimila i porti d’armi, la maggioranza per sport

Armi009Un maggiorenne su otto residenti in provincia di Ravenna possiede legalmente almeno un’arma da fuoco. In numeri assoluti si tratta di circa 40.616 persone su circa 390mila abitanti (compresi i 60mila minorenni). La statistica riferita al 2023 è stata fornita dal dipartimento di pubblica sicurezza del ministero degli Interni a seguito di una richiesta di accesso civico generalizzato presentata da Ravenna&Dintorni.

La media ravennate è più alta di quella nazionale. Nel 2023 il numero di italiani che possedevano almeno un’arma ammontava a quasi 4,7 milioni di persone, pari a un adulto su dieci (dato divulgato da SkyTg24 a fine 2024). A livello italiano è plausibile che in una famiglia su cinque ci sia un’arma.

«Secondo la legislazione italiana – spiega Francesco Baratta, funzionario della divisione Pas (polizia amministrativa e sociale) della questura di Ravenna – la norma è che il cittadino non possa detenere e portare armi perché queste sono lasciate a chi si occupa dell’ordine pubblico. Ogni arma posseduta da un privato cittadino va quindi considerata come un’eccezione rispetto alla norma e viene concessa solo dalle autorità e solo a determinate condizioni».

Il primo requisito da soddisfare è l’idoneità psico-fisica. Il medico di base rilascia un certificato anamnestico con il quadro generale di salute della persona e l’esclusione di patologie psichiche, dell’uso di psicofarmaci e dell’abuso di stupefacenti e alcolici. Un secondo medico dell’Ausl visita la persona per ulteriori accertamenti. Ogni cinque anni va rinnovata l’idoneità che costa circa cento euro.

Il secondo requisito è ottenere il diploma di idoneità al maneggio delle armi (noto anche con l’acronimo Dima). Viene rilasciato dalle sezioni di tiro a segno dopo aver partecipato a una giornata di lezioni in aula e superato una prova teorica (quiz) e una pratica. Costa 165 euro e non ha bisogno di rinnovi. Al poligono di Faenza, per esempio, ne sono state rilasciati 18 nel 2024 e 42 nel 2023. In media un candidato su dieci non supera il primo tentativo e deve ripetere.

Soddisfatti questi due requisiti, il cittadino può richiedere l’autorizzazione all’acquisto. La questura è competente per due casi: il nulla osta per la semplice detenzione domiciliare o la licenza di porto d’armi per attività sportiva o per attività venatoria. La prefettura, invece, rilascia il porto d’armi per difesa personale o per guardia giurata.

«Il nulla osta rilasciato dalla questura ha una validità di 30 giorni entro cui fare l’acquisto in armeria con un numero limitato di munizioni – illustra Baratta –. L’arma va custodita nell’abitazione e non può essere usata o portata altrove. Per eventuali acquisti successivi va rifatta la procedura».

Il nulla osta va richiesto anche da chi si ritrova a ereditare un’arma dopo il decesso di un parente e vuole tenerla (l’alternativa è fare la rinuncia e consegnarla alle autorità per la distruzione). Da circa vent’anni per la questura di Ravenna è in vigore una circolare che – solo nei casi di eredità – consente l’intestazione delle armi prive di munizioni senza bisogno di conseguire l’abilitazione al maneggio. «È stato fatto per andare incontro a chi si ritrova a ereditare qualche decina di fucili da un genitore e intende rivenderli, ma non può farlo in tempi brevi».

Chi vuole dedicarsi al tiro a segno o alla caccia deve richiedere il permesso al trasporto, il cosiddetto porto d’armi. In provincia sono circa diecimila quelli in corso di validità (10.879 nel 2023 di cui 1.694 rinnovati o rilasciati in quell’anno): 4.834 per caccia (in calo) e 5.787 per sport (in crescita). «In altre parole sono licenze che autorizzano lo spostamento delle armi dal luogo di regolare detenzione al luogo dove se ne fa uso, cioè le zone di caccia o i poligoni sportivi». Nel 2023, ultimo dato disponibile, la questura ha respinto 38 istanze di rilascio porto d’armi e ne ha revocati 28. Nel 2024 i soci delle tre sezioni di tiro a segno della provincia di Ravenna sono poco più di settecento.

La licenza di porto d’armi sostituisce il nulla osta per gli acquisti in armeria e consente la detenzione di tre armi comuni da sparo, 12 armi sportive, un numero illimitato di fucili da caccia e 8 armi antiche (stessi limiti previsti per chi ha solo il nulla osta). I collezionisti possono richiedere una licenza speciale al questore: permette di detenere un numero illimitato di armi storiche di cui, però, non sarà possibile detenere il munizionamento né più di un esemplare per ogni modello. In provincia sono 70 le licenze da collezionista.

L’acquisto di armi o munizioni e gli eventuali cambi di residenza devono essere denunciati alle autorità entro 72 ore. La comunicazione di acquisto viene fatta anche dalle armerie.

Qualunque sia il tipo di titolo che autorizza il possesso o il trasporto, esistono precise disposizioni sulle procedure: «In casa non vanno custodite insieme alle munizioni, devono essere conservate in armadietti blindati chiusi a chiave e la chiave non va lasciata a disposizione di chiunque o in un posto facilmente individuabile. Quando si porta l’arma in auto va messa scarica nel baule».

Gli appartenenti alle quattro forze di polizia presenti in Italia (polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza e polizia carceraria, qualche centinaio di persone in provincia) possono portare nella propria abitazione l’arma di servizio se dotati delle apposite misure per la corretta detenzione. Per l’acquisto di armi personali è sufficiente mostrare l’attestazione di servizio senza ulteriori permessi.

Alla scadenza del porto d’armi, che dura cinque anni, è consentito rinunciare al rinnovo e mantenere l’arma nella propria abitazione, senza poterla più trasportare o utilizzare all’esterno e dovendosi comunque sottoporre a un controllo medico-psicofisico ogni cinque anni. Attualmente, in provincia, ci sono più di quindicimila persone proprietarie di almeno un’arma regolare senza la licenza di porto.

 

Questo articolo è una versione aggiornata di quello uscito sul numero del settimanale Ravenna&Dintorni del 12 dicembre. In quell’articolo si parlava di 30mila soggetti possessori di un’arma regolare. Il dato corretto è i 40mila riportati in questo articolo sulla base delle informazioni ottenute dal ministero dell’Interno che non aveva ancora risposto alla nostra richiesta entro la pubblicazione dell’articolo.

Luca Coffari, ex sindaco di Cervia, a capo della segreteria politica di De Pascale

Il 40enne ex sindaco di Ravenna, neoeletto presidente dell’Emilia-Romagna, ha chiamato a Bologna il 37enne concittadino come collaboratore diretto. I due sono stati assessori nella giunta Zoffoli 2009-2014

10Il 37enne cervese Luca Coffari è stato scelto dal 40enne concittadino Michele de Pascale, ex sindaco di Ravenna, come capo della segreteria politica e suo collaboratore diretto alla presidenza della Regione Emilia-Romagna ottenuta alle recenti elezioni di novembre 2024.

Coffari è diplomato all’Istituto tecnico industriale statale di Ravenna (indirizzo elettrotecnica e automazione) e laureato in Economia e Gestione Aziendale. Attualmente è responsabile dell’area della Romagna Faentina e del Dipartimento Politiche Economiche per conto di Cna Ravenna. È stato assessore a Cervia dal 2010 al 2014 e sindaco dal 2014 al 2019. Ha iniziato la sua esperienza politica alle scuole superiori come rappresentate d’istituto e appena maggiorenne si è impegnato prima nei giovani democratici e poi come segretario del circolo Pd di Cervia Centro.

De Pascale e Coffari hanno mosso i primi passi in politica assieme (entrambi assessori nella giunta Zoffoli 2009-2014). Ora Coffari si occuperà dell’organizzazione delle attività e delle deleghe gestite direttamente da De Pascale, delle relazioni con le varie istituzioni e del dialogo con le forze sociali ed economiche del territorio.

 

Macellaio trovato impiccato, si va verso il processo per omicidio: due indagati

La morte di Domenico Montanari risale al 2019, ora notificata l’imputazione coatta per un ex vigile urbano che gli aveva prestato 300mila euro a strozzo e per il fratello della compagna all’epoca dei fatti

Domenico Montanari
Domenico Montanari

Per la morte del 64enne Domenico Montanari, socio dell’Antica Macelleria Bandini di Faenza, è stata disposta l’imputazione coatta per due persone, come richiesto dal giudice per le indagini preliminari. La procura di Ravenna ha notificato il provvedimento al 55enne ex vigile urbano Gian Carlo Valgimigli e al 31enne Daniel Mullaliu, fratello della compagna del 55enne all’epoca dei fatti che avvennero nel 2019. I due devono rispondere di omicidio aggravato in concorso. La notizia è riportata dal quotidiano Il Resto del Carlino.

L’imputazione coatta non è tecnicamente un rinvio a giudizio, ma dispone che la procura, che aveva chiesto l’archiviazione, chieda invece per gli indagati il rinvio a giudizio. A questo punto entro qualche mese verrà celebrata davanti l’udienza preliminare. In quella sede la procura potrebbe reiterare la richiesta di archiviazione come accaduto a conclusione delle indagini preliminari; chiedere il processo per entrambi gli imputati in linea con la lettura dei fatti fornita dal Gip; o diversificare le richieste per i due accusati. È frequente che in seguito a una ordinanza che dispone l’imputazione coatta segua un processo.

Il 25 luglio 2019 Montanari era stato trovato impiccato dentro alla macelleria della quale era contitolare. A rinvenire il corpo verso le 5.50 era stato l’ex vigile urbano. L’assenza di segni di colluttazione aveva indirizzato l’inchiesta verso il gesto volontario. Secondo il gip invece saremmo di fronte a un omicidio compiuto su un negoziante stanco di pagare gli interessi di prestiti a strozzo e intenzionato a rivolgersi alle forze dell’ordine. Il tutto commesso da più persone e mascherato da suicidio.

Le indagini della squadra mobile e gli accertamenti della guardia di finanza avevano rivelato un giro di prestiti a strozzo del 55enne al defunto macellaio: lo avrebbe fatto indebitare per 300mila euro a fronte di interessi di 30mila al mese tanto da rimediare alla fine una condanna per morte come conseguenza di altro reato: l’usura.

L’ipotesi omicidio è emersa dalle parole di un pregiudicato che si trovava nel carcere di Ferrara mentre vi era detenuto Valgimigli. Le confidenze che l’ex vigile urbano avevano alimentato le dichiarazioni del 20 dicembre 2022 confermate l’11 gennaio 2023 alla base del nuovo fascicolo.

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