lunedì
30 Giugno 2025

Esposto in procura per la mancata realizzazione delle casse di espansione del Senio

Solarolo
Una vista aerea della zona della piscina di Solarolo nei giorni dell’alluvione a maggio 2023

Un esposto in procura per la mancata realizzazione delle casse di espansione del Senio. Lo ha presentato nei giorni scorsi il consigliere comunale di Faenza in quota Fratelli d’Italia Stefano Bertozzi.

L’atto contiene la cronologia riguardante il caso della “cava Ca Lolli”, le cui casse di espansione erano state finanziate con 8 milioni di euro e sono tuttora previste nel piano speciale di ricostruzione della Regione.

L’esposto vuole chiarire i motivi dei ritardi e capire se esiste una correlazione tra la mancata realizzazione del bacino sopra Tebano e i danni causati dall’alluvione a Castel Bolognese, Solarolo e in via Casale, a Faenza.

Tornano i concerti estivi sotto “le stelle di Galla Placidia”

2 Quartetto Vivaldiano
Quartetto Vivaldiano

Ritorna anche quest’anno, fra luglio e agosto, l’ormai ventennale rassegna musicale estiva “Le Stelle di Galla Placidia”, organizzata dall’Ensemble Mariani in collaborazione con l’Ufficio Turismo del Comune di Ravenna e con il sostegno della Regione Emilia-Romagna.

Dopo l’anteprima all’alba di oggi, domenica 7 luglio, al bagno del Passatore di Lido di Dante, fino al 9 agosto sono in programma 14 eventi serali, che avranno per location piazza San Francesco e gli attigui Antichi Chiostri Francescani e spazieranno dalla classica al jazz, dall’omaggio ai cantautori alla musica da film, dal tango alla musica irlandese.

Si parte lunedì 8 luglio alle 21.15 agli Antichi Chiostri Francescani con il Quartetto Vivaldiano in “La follia del prete rosso”.

Tuti gli eventi sono a ingresso libero senza prenotazione. Per info: www.ensemblemariani.it

Le Stelle Di Galla Placidia Ed.24 Manifesto

Gli scavi archeologici di Classe – FOTO – «Sbagliato cancellare la memoria»

All’indomani di una nuova visita guidata al cantiere archeologico di Classe (ne avevamo parlato qui), pubblichiamo una fotogallery dei resti della villa romana e della basilica e un intervento di Marina Mannucci sul tema della valorizzazione dei ritrovamenti archeologici.

Dalla cancellazione della memoria non può nascere nulla di buono

di Marina Mannucci

«Le rovine romane furono il lievito da cui prese forma il Rinascimento»
Salvatore Settis

Paesaggio Con Rovine Romane
Un particolare del «Paesaggio con rovine romane (Tempus edax rerum)» (1536) di Herman Posthumus, Vienna, Kunstsammlung des Fürstenhauses Liechtenstein

L’archeologia è ricerca di segni, di testimonianze materiali dell’archè. L’Enciclopedia Treccani la definisce così: «Scienza dell’antichità che mira alla ricostruzione delle civiltà antiche attraverso lo studio delle testimonianze materiali (monumentali, epigrafiche, numismatiche, dei manufatti ecc.), anche mediante il concorso di eventuali fonti scritte e iconografiche. Caratteristica dell’archeologia, è il metodo di acquisizione delle conoscenze, mediante cioè lo scavo sul terreno, la ricognizione di superficie, la lettura dei resti monumentali residui.[…]. La ricerca archeologica è strettamente connessa con le istanze di conservazione e di restauro delle emergenze indagate, per limitare la perdita dei dati e per preservare quanto più possibile le testimonianze del passato».

Scavi Sulmona
Gli scavi di Sulmona

Negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, durante lavori stradali nella zona di Case Pente del Comune di Sulmona, emersero diversi reperti di epoca romana, datati tra il III e il IV secolo d.C., tra cui numerose sepolture e un’importante iscrizione dei Callitani, ora esposta al Museo Archeologico di Sulmona. Negli anni a seguire, sempre nella località di Case Pente, si profila la minaccia dell’apertura di una cava, contrastata con la nota prot. n. 6949 del 2008 dell’allora Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo, «in quanto i lavori di estrazione verrebbero a interferire pesantemente con un complesso archeologico fra i più importanti e inediti dell’area peligna, che cela i resti di un insediamento vasto e articolato, con tracce della viabilità, dell’abitato, della necropoli». Le attività preliminari di scavo e di sondaggi archeologici, avviate da Snam dal marzo 2023 a Sulmona (L’Aquila) nell’area dove dovrebbe sorgere la centrale di compressione, di raccordo tra il metanodotto esistente, che proviene dal Molise, e il tronco Sulmona-Foligno, hanno portato nuovamente alla luce la necropoli e resti di Ocriticum, area con due templi, uno italico consacrato a Ercole e uno romano consacrato a Giove.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha raccolto numerose segnalazioni dai residenti e ha sollecitato gli organi centrali e periferici del Ministero della Cultura ad avviare le opportune valutazioni per la tutela dell’area mediante vincolo culturale (artt. 10 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004)  chiedendo anche l’emanazione di misure preventive e cautelari per proteggere i beni culturali interessati. Sono stati coinvolti il Ministero della Cultura, il relativo Segretariato regionale per l’Abruzzo, la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Aquila, e il Comune di Sulmona è stato informato. «Bisogna intervenire senza indugi», ha dichiarato il GrIG, «perché il sito rischia di essere stravolto dal progetto della centrale di compressione del gas naturale del Gruppo Snam S.p.A., a servizio del gasdotto ‘Rete Adriatica’, noto come il gasdotto dei terremoti. Questo perché incredibilmente attraversa pesantemente buona parte dell’Appennino, tra le aree a maggior rischio sismico d’Europa».

A Ravenna, i resti di una villa di età romana (tra I e IV secolo d.C.) e una basilica del V-VI secolo sono riemersi recentemente dal sottosuolo nella zona a sud di quello che un tempo era il porto di Classe: «Un’importantissima scoperta archeologica, che aggiunge un ulteriore tassello alla storia del territorio di Classe – spiega la soprintendente Federica Gonzato –, nata da esigenze di carattere pubblico e dall’applicazione della procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico, prevista dalla normativa». Si tratta di un cantiere di scavo, come nel caso di Sulmona, originato, per l’appunto, dalla procedura di archeologia preventiva condotta per i lavori del metanodotto su committenza Snam, successivamente ampliato (in territorio ravennate) per il passaggio in aderenza e parallelismo del metanodotto di collegamento fra la nave rigassificatrice BW Singapore, che entrerà in esercizio al largo di Ravenna nel 2025, e la rete nazionale di trasporto del gas. Le attività di scavo, avviate a luglio 2023 e tutt’ora in corso, si estendono su un’area di circa 1.600 mq. Non è detto, però, che questi scavi saranno in futuro visitabili perché l’area potrebbe essere ricoperta.

Il Coordinamento ravennate della Campagna per il Clima Fuori dal Fossile ha avanzato la formale richiesta di fermare i lavori: «Noi crediamo che l’unica cosa saggia sarebbe il coraggio di stabilire una moratoria, sia sui lavori collegati al rigassificatore sia sull’altra opera devastante che è il gasdotto Sestino-Minerbio della Linea Adriatica, i cui cantieri qui da noi stanno procedendo alla velocità del suono, prima ancora di sapere se la parte più a sud verrà realmente costruita. Una moratoria è necessaria, perché le decisioni su che cosa fare di un ritrovamento archeologico di questa portata non possono certo essere prese in tutta fretta, ma anche e soprattutto perché bisogna avviare un ripensamento di fondo su tutto il settore dell’energia, che deve essere traslato dall’ambito del profitto a quello dei beni comuni. Auspichiamo che la Soprintendenza attui tutto quanto in suo potere per appoggiare questa richiesta di moratoria, e comunque esprima – con più decisione di quanto fatto fino ad ora – un parere nettamente negativo sul proseguimento della devastazione».

Lo scontro tra interesse privato e interesse pubblico va avanti da moltissimo tempo. Già nel diritto romano, infatti, era stabilito che i cittadini grazie all’actio popularis potessero ricorrere in giudizio in difesa del bene comune/publica utilitas. Aldo Moro, Concetto Marchesi, Giuseppe Dossetti e Giorgio La Pira vengono ricordati anche per il loro impegno “politico”  riguardo l’importanza del bene comune, richiamato per ragioni etiche, politiche e giuridiche insieme.  Arrivando ai giorni nostri, presupposto fondante della conservazione delle aree archeologiche, modernamente concepita, è la conservazione in situ, anche di manufatti fragili quali strutture pavimentali, intonaci, stucchi, mosaici, murature in terra cruda, nonché di altri elementi decorativi dell’architettura antica. Gli interventi devono essere improntati a metodologie integrate sia di conservazione attiva – ossia operazioni di pronto intervento sullo scavo, interventi organici di restauro, interventi di manutenzione – sia di conservazione preventiva, che agiscono nell’attenuazione dei fattori che possono scatenare il degrado, operando sull’ambiente al contorno. Pur nella lucida consapevolezza che la tutela dei siti archeologici è procedura  complessa, che ci sono procedure precise da seguire – un iter che non può essere improvvisato e che deve essere previsto ancora prima delle campagne di scavo per valutarne la fattibilità –, in tempi in cui si cerca di smantellare lo Stato per far guadagnare una serie di imprese nel nome di un finto sviluppo, è indispensabile e urgente liberare energie civili, recuperare spirito comunitario, pensare anche in nome delle future generazioni, farsi portavoce dei contenuti di cui la fonte suprema del diritto nel nostro ordinamento giuridico è manifesto.

Il progetto della Carta Costituzionale del 1948 per un’Italia giusta, libera e democratica, riconosceva, infatti, la priorità del bene comune e l’impegno a subordinare a esso ogni interesse del singolo, quando col bene comune sia in contrasto. Progetto che si esprime al meglio nell’art. 9 della Costituzione, secondo cui «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». La principale fonte del diritto della Repubblica Italiana stabilisce il primato dell’interesse collettivo su quello privato e, pur se largamente disapplicata, rimane un testo attualissimo per orientare le nostre scelte.

Salvatore Settis – archeologo, storico dell’arte, ha insegnato Archeologia greca e romana all’università  di Pisa, e Archeologia classica alla Scuola Normale di Pisa dove ha ricoperto l’incarico di direttore, ha diretto il Getty Research Institute di Los Angeles, ed è stato presidente del Consiglio superiore dei Beni Culturali – in un’intervista del 2021, alla domanda della giornalista Eleonora Fortunato, Perché è fondamentale che la consapevolezza che la tutela del nostro patrimonio culturale, artistico, archeologico… non sia legata esclusivamente a un’idea di profitto economico, ma piuttosto radicata in una visione etica? – risponde: «[…] la singolare densità, capillarità, rilevanza del patrimonio archeologico, paesaggistico, artistico d’Italia è universalmente riconosciuta. Ma si tratta di una consapevolezza che, nella storia d’Italia dai Comuni in qua (con significativi antefatti giuridici nell’Impero romano), si è sempre accompagnata a misure di tutela, come nel famoso Costituto di Siena del 1309, dove si assegna al governo della città il compito primario di salvaguardarne la bellezza. Tutelare la propria memoria culturale significa prendere coscienza di sé non solo come individui, ma in quanto comunità. E ha come conseguenza non una vuota fierezza, ma un senso di civismo e di solidarietà (parola ricorrente nella Costituzione) che genera forza morale, coesione sociale, produttività economica. L’Educazione Civica dovrebbe saper trasmettere anche questo».

Trovare una soluzione valida e applicabile nella realtà all’integrazione tra l’antico e il nuovo è forse uno dei compiti più importanti che è stato affidato alla nostra generazione. In un paese in cui il territorio è stato oramai consumato e ridotto all’osso, è necessario valutare con molta attenzione gli elementi da tutelare e valorizzare del nostro patrimonio storico; non è un passaggio neutro e oggettivo, ma una precisa visione politica per il presente e il futuro. In un’ottica di partecipazione e diritti lo sfruttamento è sempre a vantaggio di pochi, mentre la tutela tende a favorire tutti (ricchi e poveri, istruiti e ignoranti, viventi, generazioni passate e future).

«Tutelare il patrimonio storico artistico italiano, passato, presente e futuro, non è solo custodire quadri, obelischi, chiese e ville, siti archeologici, ma l’intero tessuto di natura e arte, immagini e parole, luoghi, storia e idee che ci avvolgono, ci danno forma come Nazione anche se facciamo molta fatica a comprenderlo. Perché il vero capolavoro dell’arte italiana è il contesto: l’arte è una sola cosa con la natura» (Johann Wolfgang von Goethe, Viaggio in Italia, 1816).

Stava accompagnando una crocierista americana, ma non aveva la licenza per Ncc

Ncc Terminal Crociere Porto Corsini

Al terminal crociere di Porto Corsini un 34nne è stato sorpreso. a svolgere illegalmente l’attività di noleggo con conducente (Ncc). Nello specifico, agenti della polizia locale hanno appurato che l’uomo – originario della Repubblica Ceca – stava guidando un’auta con targa estera, priva del foglio di servizio obbligatorio e di licenza italiana.

L’uomo stava accompagnando una turista americana che aveva prenotato il servizio sul web da Milano.

Nei suoi confronti sono scattati la multa e il contestuale ritiro della carta di circolazione, ai fini della sospensione, per un periodo dai 2 agli 8 mesi.

Sindaci e assessori in provincia costano 3,3 mln all’anno. Nel 2021 ne bastavano 2

Dal 2024 è arrivato al massimo l’aumento delle indennità. Per i consiglieri invece solo un gettone. Tutti i dati

Consiglio Comunale E Pubblico
Il nuovo consiglio comunale di Bagnacavallo appena insediato

Con le elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno sono stati rinnovati gli organi di governo in 14 comuni su 18 della provincia (non si è votato a Ravenna e Faenza, i due comuni più popolosi, e Riolo e Bagnara). Sono andati alle urne 62mila cittadini (su 99mila aventi diritto, su circa 160mila residenti) che hanno scelto i 196 componenti dei consigli comunali (Lugo il più grande con 24 seggi, Casola e Sant’Agata i più piccoli con dieci) e i 14 sindaci. Questi ultimi hanno poi nominato 59 assessori per formare le giunte. Se aggiungiamo sindaci, assessori e consiglieri (98) dei quattro comuni che non sono andati al voto, si arriva a un totale di oltre 350 persone (nei comuni sotto ai 15mila abitanti la stessa persona può essere assessore e consigliere) che amministrano 18 comuni abitati da 390mila cittadini. Quanto costa alla collettività la loro attività amministrativa?

Partiamo dalle giunte. E cominciamo con una precisazione: quello di sindaci e assessori non va chiamato stipendio, anche se è la parola che si usa colloquialmente. La denizione corretta è indennità di funzione: dodici mensilità all’anno (non ci sono tredicesima o quattordicesima). Al termine, esclusivamente per i primi cittadini, c’è un trattamento di fine mandato pari a una mensilità per ogni anno prestato come sindaco. Le cifre sono uguali in tutta Italia e tengono conto della popolazione dei comuni. Una legge del 2021 del governo Draghi ha cambiato le regole per il calcolo con un aumento graduale per tutti arrivato alla cifra definitiva dal primo giorno del 2024. L’indennità di funzione dei sindaci (e in proporzione di vice e assessori) nelle regioni a statuto ordinario (come l’Emilia-Romagna) è definita in rapporto al trattamento economico complessivo dei presidenti delle Regioni. Il parametro di riferimento, per tutti, quindi sono i 13.800 euro al mese dei presidenti della Regione. L’importo viene ridotto in misura percentuale in base al numero di abitanti.

Tabella Indennita Sindaco Assessori

Come mostra la tabella qui sopra, si va dagli undicimila euro mensili di Michele de Pascale (80 percento del presidente di Regione in quanto primo cittadino di un capoluogo di provincia da oltre 100mila abitanti) fino ai 2.200 euro dei sindaci dei tre comuni nella fascia tra mille e tremila abitanti. L’aumento deciso dalla larga maggioranza del governo Draghi è stato molto ingente per le tasche degli amministratori. Prendiamo ancora l’esempio di De Pascale: nel 2021, ultimo anno prima di introdurre gli aumenti graduali, l’indennità era di 5.205 euro al mese. La giunta di Ravenna (la più grande delle 18, composta da dieci membri) quest’anno costerà quasi 870mila euro. Per le giunte dei tre comuni più piccoli ne basteranno circa 34mila. Nel mezzo ci sono i quasi 400mila euro di Faenza, i 250mila euro di Lugo, i 170mila euro di Cervia, Bagnacavallo, Russi, Alfonsine. Le 18 giunte della provincia (composte da 99 persone) nel 2024 costeranno 3,31 milioni di euro. Nel 2021 bastarono due milioni.

L’indennità viene dimezzata in caso di lavoratore dipendente che prosegue l’attività lavorativa senza chiedere aspettative. In tutti gli altri casi (dipendente in aspettativa, autonomo, pensionato, disoccupato…) viene erogata l’indennità per intero. Va però rispettata l’astensione in caso di conflitto di interessi: un assessore con delega all’edilizia privata deve astenersi dall’esercitare attività professionale in materia di edilizia privata sul territorio comunale. Il collocamento in aspettativa può anche intervenire in corso di mandato o essere frazionato in distinti periodi del quinquennio. E in passato c’è stato anche chi ha rinunciato alla somma per intero: per esempio Carla Amiani, vicesindaca di Bagnara nella giunta Francone 2018-23, o Elsa Signorino, assessora della prima giunta De Pascale.

È giusto precisare che si tratta delle cifre corrisposte dalle casse pubbliche e quindi a carico della collettività, ma sono importi lordi per chi li percepisce. L’indennità costituisce reddito per pubbliche funzioni ed è quindi assimilata al reddito da lavoro dipendente ai fini Irpef. Definire l’effettivo netto è difficile perché concorrono le condizioni di ogni singolo amministratore: per esempio si possono avere altri redditi o eventuali figli o familiari a carico. Le somme sono oggetto di ritenuta alla fonte da parte del Comune in qualità di sostituto d’imposta: in pratica le cifre indicate nella tabella sono quelle lorde, alle quali viene trattenuta l’Irpef. In caso di cumulo di altri redditi, la determinazione dell’Irpef effettivamente dovuta dall’amministratore dovrà essere fatta con la dichiarazione dei redditi. Esempio: se un assessore non comunica altri redditi agli uffici amministrativi, l’ente trattiene l’Irpef applicando l’aliquota minima e l’amministratore avrà un conguaglio a debito in sede di dichiarazione dei redditi.

I consigli comunali. In totale in provincia ci sono 274 consiglieri comunali. L’unica figura per cui è prevista una indennità fissa è il presidente del consiglio. Nei comuni con più di 15mila abitanti è pari a quella di un assessore, ma le amministrazioni hanno facoltà di ridurla. L’esempio in questo senso viene da Cervia: nella legislatura 2019-2024 il presidente del consiglio è stato Gianni Grandu (ora divenuto vicesindaco con Missiroli) e percepiva il 50 per cento dell’indennità di un assessore. Nei paesi tra mille e 15mila abitanti la figura del presidente esiste solo se prevista dallo statuto comunale (è così solo a Russi e Brisighella): qualora esista, percepisce una indennità mensile pari a un decimo di quella del sindaco; qualora non sia prevista allora la presidenza compete al sindaco (senza compensi aggiuntivi).

Per i semplici membri dei 18 consigli comunali (267 persone) c’è solo un gettone per ogni seduta in cui si è presenti. La legge assegna ai Comuni la possibilità di definire l’importo entro un intervallo in base alla popolazione. Gli importi disponibili sono indicati sempre nella tabella in alto. Oltre a variare le cifre, cambia la mole di lavoro. A Ravenna il consiglio si riunisce più di 40 volte all’anno (a cui si aggiungono le sedute delle dieci commissioni), nei comuni più piccoli le riunioni sono una decina all’anno. Un consigliere comunale di Ravenna può arrivare a cinquemila euro lordi all’anno. Nel 2023 l’ammontare dei gettoni dell’intero consiglio comunale di Lugo è stato cinquemila euro. Per Sant’Agata appena 1.124 euro. A Faenza (60mila abitanti) nel 2022 (ultimo dato disponibile) l’attività del consiglio comunale (24 membri) è costata 55mila euro di cui 35mila per il presidente e il resto da ripartire fra gli altri per una media di 870 euro annui lordi a testa. Nei comuni fino a 15mila abitanti i consiglieri comunali possono essere anche assessori, in quel caso non percepiscono il gettone.

La Notte Rosa a Marina di Ravenna con i Joe Dibrutto – FOTO

La festa continua nel weekend, con flash mob e concerti: il programma

È andata in scena la prima serata, ma il weekend della Notte Rosa prosegue fino a domenica, lungo tutta la riviera.

Nel Ravennate, l’evento clou era venerdì sera a Marinara con il concerto dei Joe Dibrutto – vedi fotogallery qui sopra – e la festa diffusa tra gli stabilimenti balneari, che proseguirà appunto anche sabato.

Alle 18 in punto di sabato 6 luglio scatterà il grande flash mob collettivo che celebra “Weekend Dance”. In 11 località, sotto la guida di esperti ballerini di scuole di ballo della Romagna, saranno indicati i passi da eseguire: in provincia di Ravenna appuntamento a Cervia in piazzale Evangelisti (sotto la Torre di San Michele) e a Faenza, con la collaborazione con il Meeting delle Etichette Indipendenti, tra piazza Martiri della Libertà e via Marescalchi.

Gli eventi di sabato 6 luglio

A Cervia tutti in piazza Garibaldi dalle 21 con “Balamondo… ballando sotto le stelle” in compagnia di Paolo Belli Big Band e Mirko Casadei Big Band.

Al parco dei Gemelli di Tagliata il rock de “Le Rimmel”, una band tutta al femminile con look anni 50/60.

Alle 18 “Farfalle in rosa formiche in nero” alla Casa delle Farfalle di Milano Marittima: un’occasione unica per assistere al volo delle farfalle crepuscolari e delle formiche, scoprirne i segreti e le abitudini.

A Lido di Savio, il 6 e il 7 luglio, un weekend zen con “La Giostra del benessere”, un festival dedicato al benessere ed al mondo olistico con tantissime situazioni da vedere e provare.  L’evento si svolge dalle 18 con stand, esibizioni, musica a tema zen e workshop conferenziali e di gruppo sulle tematiche olistiche.

Russi accoglie la Lunga notte del BalFolk nell’ambito del Ravenna Festival. Un gemellaggio danzante tra la collina francese e l’appennino italiano che torna a esplorare, mescolare e spingere in avanti le tradizioni folk.

Gi eventi di domenica 7 luglio

La spiaggia libera di Lido di Dante a Ravenna ospita Alba di tango: dalle 5.30 melodie argentine sotto il cielo estivo, un affascinante concerto all’alba del Duo Tango Fancelli.

A Cervia spazio al mondo country: dalle 18 presso il Parco 5 Pini di Pinarella si terrà l’esibizione di ballo del gruppo Wild Angels.

Il bilancio del commissario Figliuolo: «12 milioni di euro a privati e imprese»

«Il Governo mi ha messo a disposizione 1,2 miliardi per famiglie e aziende»

Figliuolo2

A un anno dalla nomina a commissario straordinario per la ricostruzione post alluvione, il generale Francesco Paolo Figliuolo fa un bilancio: «Superate le 400 pratiche per i rimborsi a privati e imprese per importi superiori a 12 milioni di euro».

Il settore della ricostruzione pubblica per la messa in sicurezza del territorio, per il brevissimo e medio termine, è stato perimetrato e finanziato e, spiega in una nota, sono tantissimi i cantieri terminati e molti di più quelli in atto. «Con le ordinanze già emesse – dice il generale – ho finanziato 2.041 interventi che afferiscono alla viabilità delle strade provinciali e comunali delle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche, con uno stanziamento complessivo di circa 761,7 milioni di euro. Oltre a 381 interventi per la difesa idraulica finanziati con uno stanziamento per 270 milioni di euro; di edilizia residenziale pubblica e saline di Cervia con 255 interventi finanziati per 34,2 milioni di euro. A questi si aggiungono i provvedimenti relativi alle strutture scolastiche e sportive con 271 interventi finanziati con uno stanziamento di 30,5 milioni di euro e quelli per la messa in sicurezza e ripristino delle reti di distribuzione dei servizi essenziali con 18 interventi con uno stanziamento 16,8 milioni di euro».

«Stiamo accertando – continua – ulteriori esigenze finanziarie che gli Enti locali hanno avanzato a copertura dei quadri economici progettuali e abbiamo definito anche la perimetrazione di tutti gli interventi che contribuiscono al raggiungimento della misura Pnrr di cui sono destinatario, per 1.200 milioni».

«Il Governo ha messo a mia disposizione 1,2 miliardi di euro per il rimborso di famiglie e imprese cui si aggiungeranno a breve 700 milioni di credito di imposta e 2 miliardi e 500 milioni di euro per la messa in sicurezza del territorio, sono in arrivo oltre 328 milioni di euro dal Fondo di Solidarietà dell’Unione Europea (Fsue) e sono previste ulteriori risorse in corso di quantificazione». (fonte Ansa.it)

I soci del circolo hanno acquistato i muri della “Gardela”

Dopo 40 anni trascorsi all’interno dell’edificio di via Portone 35 e in seguito all’asta giudiziaria

Circolo La Gardela Camino

I soci del circolo La Gardela di Ravenna annunciano di aver concluso con successo l’acquisto dell’immobile sito in via Portone 35, a Ravenna, che da sempre ospita le attività dell’associazione. Lo storico edificio diventerà ufficialmente la sede permanente, segnando l’inizio di una nuova avventura.

Dopo 70 anni dalla costituzione, di cui 40 anni trascorsi in affitto all’interno dell’attuale edificio, il circolo diventa proprietario dei muri.

«All’esito di un’asta giudiziaria, avviata nei confronti di soggetti estranei al Circolo – si legge in una nota inviata alla stampa -, si è potuto acquisire l’immobile grazie all’impegno collettivo e alla determinazione encomiabile dei soci che, unendo le forze (e grazie al sostegno della BCC ravennate forlivese e imolese, ndr), hanno garantito alla Gardela una casa stabile e ispiratrice».

Circolo La Gardela Foto Direttivo Esterno

«Siamo estremamente orgogliosi di questo risultato e lieti di annunciarlo a tutta la comunità ravennate – ha dichiarato il presidente del circolo La Gardela Mattia Simionato -. L’acquisto dell’immobile rappresenta un passo fondamentale per la nostra associazione. Rivolgo un ringraziamento incommensurabile alle nostre socie e ai nostri soci, che hanno dimostrato ancora una volta l’impegno e la dedizione che contraddistingue loro, per il conseguimento di un traguardo storico e fino a qualche anno fa impensabile. In una sede propria, il Circolo La Gardela avrà la possibilità di crescere ulteriormente e di offrire sempre più iniziative e opportunità alla comunità di Ravenna. Invitiamo tutti a unirsi a noi in questa nuova fase della nostra storia. Insieme faremo del Circolo La Gardela un punto di riferimento per la cultura, il divertimento e la socialità a Ravenna».

La dedica ai migranti tra Pala De André e Lampedusa. Con il legno dei barconi…

Doppio concerto di Riccardo Muti con Giovanni Sollima e l’Orchestra Cherubini a Ravenna e in Sicilia

RAVENNA 16/12/2023. RAVENNA FESTIVAL TRILOGIA D' AUTUNNO. NORMA Pollione Klodjan Kaçani Oroveso Vittorio De Campo Norma Monica Conesa Adalgisa Eugénie Joneau* Clotilde Vittoria Magnarello Flavio Riccardo Rados Direttore Riccardo Muti

Nun ti scantari, nun ti scantari: “non ti spaventare”, canta la madre al figlio che muore sulla croce, “sei sempre il mio piccolino e ti tengo stretto nelle mie braccia”. Sono alcuni dei versi di Filippo Arriva in dialetto siciliano su cui Giovanni Sollima ha composto lo struggente Stabat Mater che Riccardo Muti dirigerà per la XXVIII edizione de Le vie dell’Amicizia, facendo di quelle note e parole di amore e dolore l’eco di ogni sofferenza che si consuma fra le onde del Mediterraneo.

Domenica 7 luglio, alle 21 al Pala De André, il concerto diretto da Muti è la prima anta di un trittico dedicato al dramma dei migranti, completato dallo spettacolo Non dirmi che hai paura (Teatro Alighieri, 8 luglio), storia della velocista somala Samia Yusuf Omar – fra coloro che hanno perso la vita in fuga da guerra, povertà e carestie – e dal viaggio a Lampedusa, nel cui Teatro naturale della cava sarà proposto lo stesso concerto (9 luglio).

Accanto allo Stabat Mater, il programma musicale include Līmen | Samia | līmen, composizione elettroacustica di Alessandro Baldessari, e una selezione di ninne nanne e canti migranti. Oltre all’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, sono in scena lo stesso Sollima al violoncello, il controtenore Nicolò Balducci, Lina Gervasi al Theremin, il Coro della Cattedrale di Siena Guido Chigi Saracini preparato dal maestro Lorenzo Donati e il Coro a Coro diretto da Rachele Andrioli.

Il concerto a Ravenna sarà filmato da Rai Cultura, che lo integrerà con immagini da Lampedusa per poi trasmetterlo sulla prima rete il prossimo 8 agosto.

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Giovanni Sollima

«Comporre uno Stabat Mater significa misurarsi con la descrizione del più grande dei dolori, quello di una madre che piange il figlio morto, come i tanti figli che ogni giorno muoiono nel nostro mare – spiega Giovanni Sollima – Era il 2021 quando è stato eseguito per la prima volta, sotto la mia direzione, a Catania. Eppure, il vero artefice di questa composizione è Riccardo Muti: è lui che, dopo aver letto il testo di Filippo Arriva, gli ha consigliato di rivolgersi a me per metterlo in musica».

Oltre al theremin, strumento raramente utilizzato nel repertorio classico ma capace di evocare la voce umana, la partitura include l’opzione per un’improvvisazione al violoncello. Sarà questo il “cameo” di Sollima, che imbraccerà un violoncello realizzato, al pari di altri strumenti ad arco in orchestra, nel carcere milanese di Opera con il legno di barconi naufragati, per iniziativa della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti che li ha messi a disposizione per l’occasione: «Legno che non viene neppure ridipinto – sottolinea il compositore – dando vita così a uno straordinario cromatismo, che con passione e amore riescono a far vibrare in strumenti che sanno raccontarti una storia. Una storia che abbiamo il dovere di ascoltare».

Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org

Nelle Cra arrivano i cani per aumentare il benessere tra gli anziani

L’iniziativa nelle strutture gestite dall’Asp dei Comuni della Bassa Romagna

Dopo alcuni anni di sospensione è ripartito il progetto di attività assistite con gli animali nelle strutture gestite dall’Asp dei Comuni della Bassa Romagna. Per l’edizione 2024 il partner individuato per la gestione delle attività è stato il Cinoservizio del Canile Comprensoriale di Bizzuno, con cui l’Asp aveva già collaborato in alcune precedenti edizioni dell’attività.

Dopo alcuni incontri di preparazione con la responsabile Teresa Maria Ghinassi, gli operatori certificati e iscritti all’albo regionale hanno avviato l’attività vera e propria assieme a una sessantina di ospiti individuati nelle varie sedi di servizio dell’Asp, suddivisi in gruppi di 10-15. Le sedute hanno coinvolte le Cra Sassoli di Lugo, Bagnacavallo e Conselice e il Centro diurno per anziani e comunità alloggio Silvagni di Voltana.

Come sempre, l’arrivo dei “quattro zampe” in struttura (4/5 cani di varie razze) ha destato curiosità e sorpresa negli ospiti, attivandone poi l’interesse per le storie degli animali, ricordando le esperienze passate con i propri animali domestici e coinvolgendo nelle attività di gioco e toelettatura anche gli anziani inizialmente più diffidenti.

In questa edizione sono stati utilizzati anche strumenti di valutazione per l’esito dell’attività (scheda Cornell) che hanno rilevato un accresciuto grado di benessere e serenità al termine di ogni seduta, anche per gli ospiti con disturbi del comportamento.

Terminato il primo ciclo, dopo la necessaria pausa estiva, le sedute ricominceranno in autunno per concludersi entro la fine dell’anno.

Il progetto 2024 è stato candidato al primo bando finanziato dalla Regione Emilia-Romagna per le attività assistite con gli animali, segno di grande attenzione e sensibilità verso questi percorsi di terapie non farmacologiche, rivolte agli ospiti delle strutture per anziani.

Violenza sessuale ai danni di una bambina di 7 anni: arrestato un 54enne

Si tratta del padre dell’amichetta che l’aveva invitata a un pigiama party. Lui nega

Violenza Bambina

Un uomo di 54 anni è stato arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di violenza sessuali ai danni di una bambina di 7 anni. Ieri (5 luglio) di fronte al giudice l’uomo – residente a Ravenna, di origini romane – ha negato le contestazioni mosse a suo carico.

La notizia è riportata su entrambi i quotidiani in edicola oggi.

L’episodio risale a due anni fa. La vittima sarebbe un’amichetta della figlia dell’uomo, ospitata a casa per un pigiama party. Gli abusi sarebbero avvenuti nel letto del 54enne, dove la piccola aveva cercato rifugio dopo un litigio con la figlia dell’uomo.

A far scattare la denuncia il racconto della stessa bambina, prima ai genitori e poi alla psicologa infantile.

Nel telefono e nei dispositivi elettronici del 54enne sono state ritrovate immagine pedopornografiche, tra cui anche foto della bambina vicina di casa.

«Da cinque anni sto correndo insieme a Samia: sul palco porterò i suoi sogni»

L’attrice Giorgia Massaro nei panni della giovane atleta somala morta nel 2012 nel naufragio di un barcone diretto a Lampedusa e protagonista della trasposizione teatrale del libro “Non dirmi che hai paura” di Catozzella

Massaro G Samia Ph Luca Concas

Quella di Samia Yusuf Omar è una storia che non lascia indifferenti. La velocista di Mogadiscio che correva per «dimostrare la dignità delle atlete somale», dopo aver partecipato alle Olimpiadi di Pechino 2008, morì nel 2012 nel naufragio di un barcone diretto a Lampedusa nel tentativo di raggiungere l’Europa per partecpare ai Giochi di Londra. Il dramma dell’atleta somala rivive nell’opera di Giuseppe Catozzella Non dirmi che hai paura (Feltrinelli 2014). Grazie all’intuizione dell’attrice, docente e ballerina Giorgia Massaro ora la storia di Samia prenderà vita anche sul palco del teatro Alighieri (lunedì 8 luglio) ponendosi al centro delle iniziative legate alle Vie dell’Amicizia del Ravenna Festival, dedicate quest’anno al dramma dei migranti. Sotto la regia di Laura Ruocco, Massaro vestirà i panni della giovane atleta, e con lei parliamo della nascita del progetto e del significato di un’interpretazione tanto forte quanto delicata.

Da dove nasce l’idea dello spettacolo?
«Da un’ossessione che si è trasformata in necessità. Necessità di dare voce a Samia e fare da cassa di risonanza alla sua storia con la mia arte. Era l’estate del 2018, ed ero in cerca di spunti da rielaborare insieme alla mia compagnia teatrale (Anime Specchianti, ndr). Il libro di Catozzella mi colpì dal primo momento, lo lessi in una notte, tentai addirittura di contattare l’autore la sera stessa. Organizzai con la compagnia una lettura animata del testo con musica live: qualcosa di “agile”, ideale per essere portato per piazze, strade e conferenze. Ma sentivo che non bastava. Poi la magia: una chiamata da parte del Comune e l’invito a performare la nostra lettura davanti a Catozzella in una serata dedicata. Da lì la conoscenza con Giuseppe, l’acquisto dei diritti in esclusiva per la trasposizione teatrale, e l’inizio della mia corsa con Samia. Un viaggio che è stato la chiusura di un cerchio, l’unione di tutte le relazioni lavorative e personali strette nel corso della mia carriera: dalla regista dello spettacolo Laura Ruocco, mia maestra e amica, al sodalizio con il Teatro Golden di Roma di Andrea Maia, dove ho studiato e lavorato, all’intervento di Cristina Muti, madrina del Festival, con cui avevo collaborato nell’ensemble di danza per le Trilogie d’Autunno».

Un progetto nato nel 2018 che prende vita nel 2024, a cosa è dovuta tanta attesa?
«Da anni cercavamo la strada giusta per il debutto. Portare in scena questo spettacolo è una grande responsabilità, e sono grata a chi è con me dal primo momento, è come se tutte le persone coinvolte avessero sentito il grido di Samia. La signora Muti è con noi dal 2020, ma a causa del Covid e dell’attesa per la ripresa dei teatri nel post pandemia, la programmazione è slittata ulteriormente. Da oltre un anno immaginavamo un debutto nell’ambito delle Vie dell’Amicizia 2024, condividendone completamente i valori e il messaggio».

Che tipo di preparazione ha richiesto l’interpretazione di Samia?
«Un forte impegno fisico, che accompagna quello psicologico. Da oltre un anno mi sto preparando atleticamente. Il mio corpo, da sempre abituato alla danza, sta scoprendo le difficoltà di un tipo di allenamento differente, dove ogni giorno si testano i propri limiti, si combatte per l’obiettivo quotidiano, si soffre per gli infortuni, soprattutto psicologicamente. Ripetere i gesti di Samia mi fa sentire connessa con lei e con la sua storia. A volte mi sembra di parlarle. Lei per prima non voleva essere “una storiella che fa tenerezza agli occidentali” e non è questo che metterò in scena. Sul palco dell’Alighieri porterò invece i suoi sforzi, la sua lotta e soprattutto i suoi sogni. Questo è l’aspetto più potente della storia di Samia: l’universalità di un sogno».

Cosa dobbiamo aspettarci dallo spettacolo?
«Una commistione tra reale e digitale, dove le interpretazioni dal vivo si fonderanno a filmati, videomapping e installazioni virtuali. Alcune parti dello spettacolo sono già state girate, tra cui una serie di riprese notturne in apnea, in una piscina di Roma. Una prova fisica impegnativa, di oltre 4 ore, che ha richiesto tanta preparazione e che ha lasciato un segno indelebile dentro di me. Sul palco invece, la sera dell’8 luglio, più di 30 artisti, di ogni provenienza ed etnia, tra protagonisti, ensemble di ballo e “gli aggiunti”: ragazzi, per lo più minorenni, provenienti da tutte le scuole del territorio, in un’ottica di unione ed inclusione».

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