giovedì
03 Luglio 2025

L’Italian Bowl di football americano allo stadio Benelli di Ravenna

Sarà una festa dell’intero movimento, con street food e villaggio a tema

Parma Campioni 2023
Il Parma campione 2023 dopo la finale a Toledo

La finale del campionato italiano di football americano – il cosiddetto Italian Bowl, citando il celebre Super Bowl americano – si terrà sabato 29 giugno (dalle 21) allo stadio Benelli di Ravenna.

Per la seconda volta consecutiva, la finale di Prima Divisione dell’Italian Football League vedrà affrontarsi Parma Panthers e Guelfi Firenze, dopo la storica edizione giocata lo scorso anno a Toledo (Ohio) e vinta da Parma per 29 a 13.

Come da tradizione, l’Italian Bowl sarà anche una festa per tutto il movimento, in puro stile americano, con un villaggio installato all’interno dello stadio dove i tifosi potranno trovare i food truck del cibo di strada e gli stand dedicati al merchandising, oltre che ad una postazione per mettersi alla prova con il test del Vertical Jump, il salto verticale che rappresenta uno dei principali elementi di valutazione in tutte le Combine di selezione dei giocatori di football, professionistiche e non.

Annunciata anche la presenza allo stadio della «bandiera italiana più grande d’Italia», 1.600 metri quadrati di tessuto bianco-rosso-verde.

Biglietteria aperta direttamente al Benelli e sul portale Ticketone a questo link. La partita sarà inoltre trasmessa in Italia in diretta su Dazn e negli Stati Uniti sul canale tv via cavo Bcsn.

Il football americano sarà poi protagonista al Benelli anche il weekend successivo con le finali del campionato italiano a 9 giocatori (il 5 luglio dalle 21, in campo Catania contro Trento) e del campionato italiano Seconda Divisione, il cosiddetto Silver Bowl (il 6 luglio sempre dalle 21, in campo Ferrara contro Modena).

A completare il programma, da segnalare anche le finali del campionato italiano maschile di flag football (in estrema sintesi, la versione del football americano senza contatto fisico) in programma sabato 29 e domenica 30 giugno a Marina di Ravenna (via del Marchesato 4).

Una commessa da 400 milioni di euro per Rosetti Marino

L’azienda ravennate costruisce una piattaforma da installare al largo delle coste libiche

Foto di repertorio

La ravennate Rosetti Marino si è aggiudicata una nuova commessa per un valore superiore a 400 milioni di euro. Si tratta di una piattaforma di produzione gas da circa 6mila tonnellate che verrà installata al largo delle coste libiche.

Il progetto è stato assegnato dalla società Mellitah Oil & Gas BV – Libyan Branch (National Oil Corporation of Libya ed Eni North Africa) a Rosetti Marino in consorzio con Kerry Project Logistics e Gruppo Antonini.

Lo scopo del lavoro assegnato a Rosetti Marino (equivalente al 33 percento dell’intero progetto) comprende le attività di ingegneria, l’approvvigionamento dei materiali, i lavori di costruzione e il load out per la consegna del cosiddetto topside della piattaforma.

Le attività inizieranno immediatamente e si prevede che saranno completate nel secondo trimestre del 2027.

«Siamo molto soddisfatti – commenta l’Ad di Rosetti Marino, Oscar Guerra – per l’assegnazione di un progetto che riveste grande importanza per la sicurezza e per la sostenibilità economica dell’energia in entrambe i Paesi, oltre a segnare un significativo passo avanti nelle relazioni con i nostri vicini libici. Lavoreremo con grande determinazione per soddisfare tutte le aspettative di Mellitah Oil&Gas per questa commessa, che rafforza ulteriormente il nostro portafoglio ordini di medio periodo».

Una mostra a cielo aperto per riscoprire “Un secolo di ciclismo a Ravenna”

Le illustrazioni di Giuditta Matteucci in via Zirardini

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In attesa del Tour de France, venerdì 28 giugno alle 21.30 alla Open-air gallery di via Zirardini, inaugura la mostra “Un secolo di ciclismo a Ravenna”, un progetto ideato e realizzato dal Comitato Amici del Ciclismo Ravenna e in collaborazione con il Comune, per riscoprire e celebrare la storia del ciclismo ravennate dal 1892 ad oggi.

«Questa mostra – afferma Emiliano Galanti, presidente del Comitato – è il nostro regalo alla città in occasione dello storico passaggio della Grande Boucle il prossimo 30 giugno e dell’avvio dei lavori del Ravenna Bike Park all’ex Ippodromo Darsena. All’inaugurazione – prosegue Galanti – parteciperanno i ciclisti di ieri ma anche numerosi atleti e atlete ravennati che militano nelle categorie giovanili, per una serata che vuole essere un momento di festa e orgoglio ciclistico a cui sono invitati tutti gli appassionati».

“Un secolo di ciclismo a Ravenna” è una mostra open air, visitabile sui pannelli collocati in via Zirardini, in cui saranno esposte le riproduzioni delle maglie delle squadre che hanno fatto la storia del ciclismo a Ravenna, realizzate dalla illustratrice Giuditta Matteucci che ha ridato vita e colore a sbiadite immagini in bianco e nero.

A dare simbolicamente anima e corpo a tutti gli atleti che nell’ultimo secolo hanno fatto la storia del ciclismo in città ci sarà Guglielmo Malatesta, il primo ravennate a partecipare alle Olimpiadi. Grazie alla ricerca storica finalizzata alla realizzazione della mostra sono state riscoperte le sue gesta sportive e la sua tragica storia, che sarà raccontata in un pannello a lui dedicato.

Oltre all’esposizione in via Zirardini, grazie alla collaborazione con il Comitato Spasso in Ravenna, durante i primi giorni della mostra le riproduzioni delle maglie storiche saranno esposte anche in alcune vetrine del centro storico che aderiscono all’iniziativa e che hanno voluto anche loro celebrare il passaggio del Tour de France in città.

Bagnacavallo, nuova giunta: due conferme e tre novità con due esordienti in politica

A Bagnacavallo nella squadra del nuovo sindaco Giacomoni rimangono due assessori uscenti della giunta Proni (Corzani vicesindaca) e tre volti nuovi. Età media 40 anni

Giunta 3La nuova giunta del Comune di Bagnacavallo, guidata dal sindaco Matteo Giacomoni al primo mandato, è composta da cinque assessori: tre donne e due uomini, età media 40 anni. Due di loro, Caterina Corzani e Francesco Ravagli, erano presenti nella precedente giunta Proni, mentre tre sono al primo incarico: Fabio Bassi, Lucilla Danesi e Maura Zavaglini. Corzani è la vicesindaca.

Caterina Corzani, 32 anni, è laureata in Giurisprudenza, ha superato la prova per l’iscrizione all’Ordine degli avvocati, svolto la pratica forense in uno studio legale in ambito prettamente civilistico e un tirocinio alla Corte d’Appello di Bologna. Nel precedente mandato è stata assessora all’Ambiente e al territorio, alla Protezione civile e alla Partecipazione. Ora avrà le deleghe a Bilancio, Gestione del territorio, Affari generali e Servizi alla cittadinanza, Rapporti con le partecipate, Pari opportunità e Partecipazione, Gemellaggi e Politiche europee.

Fabio Bassi, 53 anni, si è diplomato assistente di comunità infantile all’Istituto Stoppa di Lugo. È stato educatore professionale nell’ambito del recupero di persone tossicodipendenti alla comunità Sasso Montegianni poi responsabile di struttura a Villa Gamberini di Bagnacavallo. Dal 2011 è coordinatore delle coop sociali Il Mulino e La Pieve per l’inclusione socio-lavorativa di persone svantaggiate. È alla sua prima esperienza politica e si occuperà di Ambiente, Attività produttive, Scuola e formazione, Associazionismo.

Lucilla Danesi, 44 anni, è laureata in Beni culturali, ma da quasi vent’anni si occupa di vivaismo, agricoltura e internazionalizzazione. È commerciale estero di una ditta attiva nell’ambito del vivaismo, amministratrice di un centro di ricerca per la fragola e consigliera nel cda di un centro di attività vivaistiche. È stata consigliera comunale a Bagnacavallo dal 2004 al 2009, eletta nelle file dei Ds. Le sue deleghe sono Cultura, Turismo e Promozione del territorio.

Francesco Ravagli, 34 anni, laureato in Ingegneria civile, lavora come libero professionista collaborando con uno studio tecnico di Imola. Attivo nel mondo del volontariato, nello scorso mandato è stato prima consigliere comunale e capogruppo del Partito democratico e poi, dal 2022, assessore a Lavori Pubblici, Sport, Giovani, Innovazione Tecnologica e Servizi alla cittadinanza. Con Giacomoni si occuperà di Lavori Pubblici e Patrimonio, Innovazione tecnologica, Politiche giovanili e Sport, Decentramento.

Maura Zavaglini, 41 anni, originaria di Alfonsine, vive a Bagnacavallo. Laureata in Giurisprudenza si è specializzata in amministrazione del personale e ha conseguito l’abilitazione alla professione di consulente del lavoro. Dal 2013 al 2016 ha ricoperto il ruolo di funzionaria sindacale. Dopo un’esperienza nel settore paghe, dal 2020 è responsabile ufficio vertenze all’interno di una sede sindacale. È alla sua prima esperienza politica e il sindaco le ha affidato le deleghe a Politiche sociali, sanitarie e abitative, Personale, Politiche per il lavoro.

Restano in capo al sindaco Giacomoni le seguenti materie: Comunicazione, Legalità e sicurezza, Polizia Locale e Protezione Civile.

Giunta 2La giunta è stata presentata questa mattina in municipio: «Partecipazione, ascolto e inclusione sono le parole che ci hanno accompagnato nella costruzione del nostro progetto di mandato – ha commentato il sindaco – e che ora saranno gli strumenti privilegiati con i quali ci mettiamo al servizio della comunità bagnacavallese, una comunità aperta, democratica e solidale. Sono tante le idee che sono emerse dagli incontri che abbiamo organizzato durante la campagna elettorale e questa Giunta è fortemente motivata a mettersi subito al lavoro, affiancata dal gruppo di maggioranza in Consiglio comunale, per dare concretezza a queste idee lungo il filo conduttore della cura: delle persone, del territorio, dell’ambiente, del suo patrimonio storico-artistico».

Sinistra italiana soddisfatta per il voto: ottiene due consiglieri e tre assessori

Alle Europee in provincia il 5,87 percento per Avs: «Abbiamo dato un contributo significativo alla vittoria in diversi Comuni»

Maura ZavagliniSinistra Italiana Ravenna esprime grande soddisfazione per il risultato ottenuto sul territorio alle recenti elezioni europee e amministrative. «Nella nostra provincia, per il Parlamento europeo Alleanza Verdi Sinistra ha raggiunto un significativo 5,87 percento, con punte ancora più alte del 6,93% a Faenza, dove siamo il terzo partito, e del 6,08% a Ravenna. Questo successo rappresenta un importante riconoscimento del nostro impegno costante per la promozione di politiche ecologiste e di giustizia sociale. Ringraziamo tutte le elettrici e gli elettori che hanno riposto fiducia in noi, confermandoci la loro vicinanza e il loro sostegno».

Sinistra italiana definisce «particolarmente significativo» il contributo alla vittoria del centro-sinistra in importanti comuni della provincia come Bagnacavallo, Lugo e Cervia, oltre che a Russi e Castel Bolognese. «Questo risultato è il frutto di un’impegnativa campagna elettorale che ha visto la presenza di figure di rilievo nazionale come Nicola Fratoianni e Nichi Vendola nel nostro territorio. Un passo significativo per la sinistra ecologista in Provincia, che torna ad eleggere rappresentanti».

Questi gli eletti e gli assessori che rappresentano Sinistra italiana. A Bagnacavallo è stato eletto Massimiliano Bezzi, mentre in giunta entra Maura Zavaglini, con delega anche ai servizi sociali e al lavoro. A Russi Maria Giovanna Morelli e Gianluca Zannoni, nominato assessore. A Castel Bolognese è confermata Linda Caroli, consigliera e assessora a istruzione e pari opportunità. «La fiducia riposta in loro testimonia la competenza e la dedizione con cui hanno lavorato fino ad oggi. Siamo certi che continueranno a rappresentare i valori e le istanze del nostro partito, contribuendo in modo significativo allo sviluppo della nostra comunità».

Una bici di 75 metri di lunghezza realizzata con i lettini sulla spiaggia di Cervia

Il 30 giugno sul lungomare Deledda di Cervia è fissato il km zero della seconda tappa del Tour de France 2024 e la coop dei bagnini ha realizzato un mega installazione visibile dall’alto

Thumbnail Screenshot 2024 06 27 Alle 09.35.31Una bicicletta gialla accompagnata alla parola Cervia in blu: è l’installazione che occupa un’area di 75×80 metri sulla spiaggia libera cervese, realizzata dalla cooperativa bagnini con 220 tavole, 100 lettini e 200 kg di vernice per celebrare il passaggio del Tour de France con il km zero della seconda tappa il 30 giugno proprio sul Lungomare cervese con il passaggio dei 176 ciclisti.

I 176 corridori, provenienti da Cesenatico, dovranno allinearsi sul water front di Cervia alle 12.35 per poi proseguire in direzione Ravenna. La festa che accompagna l’evento inizierà molto prima, verso le 10.30 con il passaggio della grade carovana pubblicitaria, composta da decine di veicoli, che transiteranno lungo le vie del percorso per distribuire gadget al pubblico.

Un omaggio dovuto quello delle spiagge di Cervia all’evento sportivo che incolla davanti a 200 televisioni in tutto il mondo circa 3 miliardi di spettatori per un evento seguito in 190 nazioni.

Cofari in crisi: ceduto il ramo facchinaggio e cessata l’attività traslochi

L’azienda lombarda Elle Emme Logistica ha rilevato l’attività di facchinaggio della Cofari di Ravenna che conta un centinaio di lavoratori. Legacoop: «Al porto ci sono aziende che operano con tariffe non sostenibili da società cooperative come Cofari, che hanno sempre lavorato nella piena legalità»

Pexels Tiger Lily 4483860Al termine di una lunga crisi che arriva all’epilogo proprio nel 2024 in cui compie 50 anni, la Cofari, storica cooperativa di Ravenna, ha ceduto il ramo facchinaggio e cessato l’attività dei traslochi. L’azienda continua a effettuare l’attività dei depositi per terzi nella sua sede nella zona artigianale Bassette. Lo rende noto un comunicato di Legacoop Romagna inviato alle redazioni dei media locali.

«Di fronte a una crisi aziendale ormai irreversibile – si legge nella nota per conto della Cooperativa facchini riuniti – è stato raggiunto un obiettivo importante, garantendo la salvaguardia dell’occupazione e la tutela dei diritti dei lavoratori. L’operazione ha garantito la piena occupazione, a parità di condizioni sia economiche che normative, dell’intero organico del ramo facchinaggio di Cofari, composto da circa un centinaio di persone». Il ramo traslochi, che vedeva occupata una decina di addetti, è stato dismesso, «garantendo però tutte le tutele previste dalle normative ai lavoratori». Legacoop ringrazia i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil per la preziosa e responsabile collaborazione: «Hanno da subito capito l’importanza e la delicatezza dell’operazione».

Legacoop Romagna ha accompagnato la cooperativa alla ricerca di partner che rilevassero l’attività storica di facchinaggio: «Dopo varie interlocuzioni, nell’impossibilità di reperire realtà del territorio interessate, è stata individuata un’azienda lombarda, la Elle Emme Logistica, che fornisce tutte le garanzie di solidità e legalità».

L’associazione di categoria delle cooperative invita a considerare la crisi di Cofari come un monito per tutto il sistema logistico del territorio emiliano-romagnolo e in particolare per quello portuale: «Nell’arco della sua attività, infatti, Cofari ha garantito crescita sociale e buona occupazione nel pieno rispetto delle normative, a generazioni di lavoratori, caratterizzandosi come un presidio di legalità. Come è noto, il comparto del facchinaggio negli ultimi decenni si è destrutturato, con l’ingresso nell’area portuale di aziende che operano con tariffe non sostenibili da società cooperative come Cofari, che hanno sempre lavorato nella piena legalità, investendo in sicurezza e formazione e applicando i contratti firmati dalle parti sociali più rappresentative».

Il film shock sugli allevamenti intensivi: «Sfatiamo il mito della carne in Europa»

Ne parla il regista di “Food for Profit” Pablo D’Ambrosi: «A colpirmi, oltre alla sofferenza animale, è stata la doppiezza della classe politica»

Pablo D'Ambrosi durante le riprese di Food for Profit
Pablo D’Ambrosi durante le riprese di Food for Profit

Novanta minuti di pellicola per raccontare il viaggio in Europa della giornalista Giulia Innocenzi e del regista Pablo D’Ambrosi, denunciando gli orrori degli allevamenti intensivi in Italia e nei paesi a noi più vicini. Al loro fianco Stef, attivista infiltrato all’interno delle industrie, e Lorenzo, finto lobbista che proporrà agli europarlamentari scenari al limite dell’assurdo, come la sperimentazione di maiali a sei gambe per la produzione di più prosciutti o l’inserimento di tubi nel retto delle vacche per produrre fertilizzanti in modo diretto. Proposte che, contro ogni aspettativa, verranno valutate con approccio possibilista e pure entusiasta.

Food for Profit offre uno spaccato sull’industria della carne che si allontana dalla narrazione sugli standard alimentari europei. Il film è stato proiettato anche all’interno del Parlamento europeo, riscuotendo un riscontro bassissimo. Fuori dall’eurocamera, invece, il documentario ha incassato immediato successo e in questi giorni è in tour nelle arene estive dell’Emilia Romagna: giovedì 27 giugno, in particolare, alla Rocca Brancaleone di Ravenna, alla presenza del regista D’Ambrosi, che abbiamo intervistato in anteprima: «Sono felice di portare questo documentario in una regione come l’Emilia-Romagna, fortemente interessata da questo tipo di allevamento», ci ha detto.

Il film verrà proiettato anche lunedì 8 luglio alle 21 al circolo Arci di San Pietro in Trento

Giulia Innocenzi durante le riprese di Food for Profit
Giulia Innocenzi durante le riprese di Food for Profit

Come è nato Food for Profit? Conosceva già Innocenzi?
«Non personalmente, è stato un amico in comune a metterci in contatto. Giulia aveva ricevuto le riprese degli allevamenti da Lav (Lega anti vivisezione, ndr) nel 2019 e cercava un produttore per il documentario. Abbiamo iniziato a sentirci telefonicamente a marzo 2020, nel pieno del lockdown. Tra luglio e agosto abbiamo iniziato le riprese, approfittando delle riaperture. Tra preparazione del lavoro, riprese e montaggio il progetto è durato 5 anni».

È stato rischioso portare a termine le riprese?
«Girando fuori dagli allevamenti siamo andati spesso incontro ad atteggiamenti aggressivi, addirittura violenti. A ridosso dell’uscita del documentario invece, sono arrivate le prime diffide da parte dei grossi gruppi alimentari. Uno dei principali sul territorio italiano ci ha diffidati senza nemmeno essere presente nel film».

Le immagini girate all’interno degli allevamenti sono crude e dolorose, ma c’è anche altro che avete scelto di non mostrare?
«Assolutamente sì. La fase di montaggio è stata la più delicata, perché abbiamo dovuto selezionare una serie di immagini forti abbastanza da sensibilizzare ma non tanto da allontanare lo spettatore. Non voleva essere un film dell’orrore, ma uno spunto di riflessione. Molti allevamenti coinvolti nelle riprese non compaiono poi nel lavoro finale. E non perché non ci fosse nulla da far vedere, ma proprio per il motivo contrario…».

Qual è stata la scena che più l’ha impressionata?
«Oltre alla sofferenza animale, che è già stata documentata più volte in passato, a colpirmi è stata la doppiezza della classe politica. Alle proposte distopiche di New Breeding Techniques del nostro finto lobbista, come quelle su ipotetici maiali con sei zampe per ottenere più prosciutti, la risposta dei parlamentari non solo è stata aperta e possibilista, ma suggeriva anche di iniziare queste sperimentazioni in Africa, perché nel caso “ci fosse scappato un pollo transgenico assassino” i danni sarebbero stati “limitati”».

Con quale obiettivo è stato girato il film?
«Vogliamo sfatare il mito che noi europei ci raccontiamo da anni, credendo di mangiare carne di qualità. La maggior parte dei documentari sull’industria alimentare sono produzioni americane: li guardiamo con disgusto, ma pensiamo di essere lontani da questi meccanismi. Non è così. L’aspetto politico inoltre è preponderante, dopo l’uscita del film due degli eurodeputati coinvolti nelle riprese (Clara Aguilera e Paolo De Castro, ndr) non si sono ricandidati alle Europee. Tra le altre richieste lanciate dal film, lo stop ai sussidi per gli allevamenti intesivi, una moratoria sulle nuove costruzioni e la nascita di un’associazione di cittadini con il potere di discutere queste tematiche in parlamento, per contrastare il lavoro dei lobbisti».

Cosa si potrebbe fare nel quotidiano per contrastare la situazione?
«Nonostante le inclinazioni del parlamento europeo, al suo tavolo ognuno è presidente. La scelta individuale che compiamo ogni giorno è fondamentale nella lotta agli allevamenti intesivi. Ognuno può scegliere di eliminare o ridurre drasticamente il consumo di carne, o adottare una dieta completamente plant-based. Anche se non tutti ci riusciranno, la consapevolezza sarebbe un valido primo approccio: c’è chi mangia carne anche due volte al giorno senza rendersene conto, e questo è possibile solo perché si tratta di carne economica e di bassa qualità. Una maggiore ricerca sul prodotto può comunque essere un primo passo per combattere le fabbriche della morte».

Da quanto emerge nel documentario, i fondi europei stanziati per gli allevamenti intesivi sono disponibili solo nel rispetto di determinate norme riguardanti il benessere e la salute degli animali, ma nella realtà poi non è cosi. L’Europa ne è a conoscenza e tace o sarebbero necessari maggiori controlli per smascherare questi illeciti?
«Credo che i politici vivano in una dimensione talmente distante dalla realtà da non rendersi conto, in molti casi, di quello che sta succedendo. La cosa più grave però è che i quasi 400 miliardi destinati alla Pac (la Politica Agricola Comune europea, ndr) fanno parte del Green Deal, un progetto votato in teoria al verde e alla sostenibilità che finisce con il finanziare realtà opposte. L’escamotage messo in atto è quello di stanziare i fondi non per gli allevamenti ma per le colture destinate agli animali, finendo con l’alimentare la stessa realtà. La politica vende ai cittadini un concetto e poi mette in pratica il contrario e il compito dei lobbisti è proprio questo: lasciare ai politici la possibilità di fare promesse ai cittadini ma mantenere di fatto lo status quo».

Il debutto al Ravenna Festival del baronetto Simon Rattle

Uno dei più grandi direttori al mondo arriva al Pala De André con la Chamber Orchestra of Europe

Simon Rattle

Uno dei più grandi direttori d’orchestra dei nostri tempi – già guida musicale dei leggendari Berliner Philharmoniker – compie il suo debutto al Ravenna Festival. Simon Rattle è atteso venerdì 28 giugno alle 21 al Pala De André con la Chamber Orchestra of Europe, la compagine fondata nel 1981 da Claudio Abbado, da cui lo stesso Rattle aveva raccolto il prestigioso podio dei Berliner nel 2002.

Con il direttore britannico, nominato baronetto dalla Regina Elisabetta, debutta a Ravenna anche il mezzosoprano Magdalena Kožená.

Il programma è particolarmente vario ed eterogeneo, costruito sull’alternanza tra pagine di rarissimo ascolto e grandi pilastri del repertorio. Si andrà dallo Scherzo capriccioso di Antonín Dvořák alla Sinfonia n. 9 “La Grande” di Franz Schubert. Al centro, i Rückert-Lieder per voce e orchestra di Gustav Mahler e i Cinque canti popolari ungheresi di Béla Bartók.

Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: da 15 a 65 euro (ridotti da 12 a 55); Under 18 a 5 euro; Carta Giovani Nazionale (18-35 anni) sconto 50%.

Navetta gratuita per il concerto con due partenze dalla stazione (19.40 e 20.20) e ritorno; nell’area esterna accanto al Danteum al Pala De André è attivo il bar del Mercato Coperto.

Tre ragazzini e un’educatrice aggrappati a un tronco nel fiume, salvati dai pompieri

Erano nel Lamone, a Fognano, quando il livello dell’acqua si è improvvisamente alzato

vigili del fuoco fognano

I vigili del fuoco – con un elicottero partito da Bologna e con squadre da Faenza – sono intervenuti per soccorrere e salvare tre ragazzini e una giovane, una educatrice, sul Lamone, a Fognano di Brisighella.

Il gruppetto si trovava nei pressi del fiume quando il livello dell’acqua si è improvvisamente alzato.

È partita una chiamata di soccorso e il recupero si è concluso con successo. I tre erano rimasti aggrappati a un tronco, in balia della corrente. (Ansa.it)

Vigili Del Fuoco Fognano Brisighella

Positivo al doping dopo la 100 km del Passatore, sospeso un consigliere comunale

Tracce di Betametasone nelle analisi del podista Alessio Grillini, tesserato Fidal e esponente di Italia Viva in municipio. Ora sarà ascoltato dalla procura antidoping. L’avvocato: farmaco molto comune

243154246 4661391710587681 8917051955594041103 NIl podista faentino Alessio Grillini, consigliere comunale di Italia Viva, è risultato positivo a un controllo antidoping dopo l’ultramaratona del Passatore (100 km da Firenze a Faenza) svoltasi alla fine di maggio. La notizia è riportata dai quotidiani locali il Resto del Carlino e il Corriere Romagna in edicola oggi, 27 giugno.

Il tribunale nazionale antidoping ha accolto l’istanza della procura nazionale antidoping e ha sospeso in via cautelare l’atleta tesserato Fidal per la violazione dell’art. 21 (sostanza riscontrata Betametasone), dopo il controllo disposto da Nado Italia (organizzazione nazionale antidoping) organismo indipendente dell’ordinamento sportivo italiano. La prossima settimana Grillini sarà ascoltato dalla procura antidoping. Per ora esiste solo il campione biologico analizzato a Roma dall’unico laboratorio accreditato a questi fini.

L’avvocato Giampaolo Rossini, che tutela il podista, fa sapere che il Betametasone è un farmaco abbastanza comune (contenuto anche nel celebre Bentelan) che rientra nelle liste non ammesse da Wada (Agenzia mondiale antidoping) ma che può essere assunto previa comunicazione di un utilizzo terapeutico per via di una condizione medico clinica pregressa. Modalità e termini di assunzione saranno dunque da valutare e accertare. Se l’esenzione non è stata richiesta il caso può intendersi come negligenza, si è scagionati dall’intenzionalità e si rientra una sanzione di entità inferiore.

Colapesce Dimartino: «Il successo? Un incidente, ci interessa solo scrivere canzoni»

Il duo in concerto al Pavaglione di Lugo. «Dopo tanto tempo insieme, è arrivato il momento di prenderci una vacanza»

Colapesce E Dimartino

Continua la tradizione del Pavaglione di Lugo che nell’ambito del Ravenna Festival ospita spesso artisti della scena pop italiana, quella più sofisticata, ma capaci di ottenere una quasi inaspettata popolarità. Due anni fa fu la volta de La Rappresentante di Lista, quest’anno – sempre in una produzione originale del Festival accompagnati dall’orchestra La Corelli – tocca a Colapesce Dimartino, cantautori siciliani con un retroterra da perfetti indipendenti,  riusciti nell’operazione rara di non svilire la loro levatura artistica conquistando il palco di Sanremo e l’airplay radiofonico.

L’appuntamento è per il 28 giugno, tappa del tour di presentazione del loro secondo disco, Lux Eterna Beach, uscito a fine 2023.

Il duo nasce nel 2020 ma da anni entrambi stavate portando avanti una carriera da solisti nel mondo dell’indie. Quanto sono cambiati, singolarmente, Colapesce e Dimartino, per diventare un duo?
«Quando scrivi con un’altra persona sei portato naturalmente a dire le cose in modo diverso rispetto a come le diresti da solo. Noi siamo un po’ come Camera e Senato: discutiamo su ogni singola parola scritta da uno o dall’altro, e alla fine scegliamo quello che ci sembra più onesto e giusto per entrambi. Il nostro è un rapporto basato sulla sfiducia: siamo molto bravi a criticarci l’un l’altro e quindi a metterci in gioco».

L’esordio a Sanremo vi ha consacrato immediatamente alla fama nazionale. Vi sareste aspettati un debutto tanto positivo? Siete dovuti scendere a patti con la natura indipendente della vostra musica?
«Non ci aspettavamo nulla, non abbiamo scritto quella canzone per Sanremo ma perché sentivamo l’esigenza di dire quelle cose in quel determinato momento. Il fatto che poi sia finita lì ed è andata come è andata è stato del tutto fortuito. Il successo è un incidente, a noi interessa solo scrivere belle canzoni. In ogni modo tutto quello che abbiamo fatto in quel Sanremo e dopo lo abbiamo fatto con lo stesso spirito di tutta la nostra carriera precedente».

 La caratteristica principale delle vostre canzoni è quella di nascondere diversi livelli di lettura nei testi, è questa la chiave per arrivare alla massa senza perdere di significato?
«Non lo facciamo per arrivare alla massa, ma perché a noi piace così. Scriviamo le canzoni che ci piacerebbe ascoltare. Stiamo attenti alla scrittura dei testi, ci perdiamo anche mesi su una singola canzone. Lavoriamo di cesello come se fossimo degli ebanisti».

 Ci raccontate come è nato il progetto e come è stato misurarsi con il cinema? E quanto la musica è stata comunque importante anche sul grande schermo. Avete altri progetti di questo tipo in cantiere?
«È nato per scherzo ancora prima di scrivere il primo disco: abbiamo cominciato a immaginare e buttare giù le idee per un nostro film che probabilmente non si sarebbe mai fatto. Infatti, se ci fate caso, scegliemmo di lanciare il nostro primo disco insieme – I mortali – con dei cortometraggi e non con dei videoclip, scritti insieme al regista Zavvo Nicolosi con cui poi abbiamo ideato il soggetto che è poi diventato La primavera della mia vita. Fare musica resta il nostro mestiere e la cosa che ci piace fare di più, tutto quello che sperimentiamo in altre discipline è comunque legato al nostro modo di fare musica. Non ci sono piani di alcun tipo per il futuro, ma non escludiamo che succeda di nuovo».

Guardando al futuro immaginate un possibile ritorno alla carriera da solista o credete di aver trovato la vostra dimensione artistica e comunicativa come duo? A cosa state lavorando al momento?
«Noi crediamo che le nostre cose insieme abbiano senso proprio perché non abbiamo mai smesso di essere Colapesce e Dimartino. Nessuno dei due ha rinunciato alla propria individualità e le nostre diversità, che invece sono proprio la chiave di tutte le cose che facciamo come duo. Per il futuro non abbiamo piani, ma di certo dopo tutto questo tempo insieme, sentiamo sia arrivato il momento di prenderci una vacanza».

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