sabato
09 Agosto 2025

Un 23enne rinviato a giudizio per abusi sessuali ai danni di una minorenne

L’episodio risale alla notte del Palio del Niballo 2023. Il processo partirà a novembre

Palio Niballo
La violenza è avvenuta la notte del Palio del Niballo di Faenza 2023

Un ragazzo di 23 anni di Faenza è stato rinviato a giudizio con l’accusa di violenza sessuale e lesioni personali aggravate ai danni di una minorenne. I fatti sarebbero avvenuti nella notte del Palio del Niballo dell’anno scorso, tra il 22 e il 23 luglio, in centro a Faenza.

A riportare la notizia sono i due quotidiani in edicola oggi, 4 luglio.

Il processo partirà a novembre. Nel corso dell’udienza preliminare di ieri, i genitori della giovane (17enne all’epoca dei fatti) si sono costituiti parte civile, chiedendo – puntualizza il Carlino – 20mila euro di provvisionale a testa. Secondo la ricostruzione della ragazza (che ha in mano anche una prognosi dell’ospedale di 15 giorni per alcuni lividi), che aveva trascorso la prima parte della serata con il padre, gli abusi e le molestie sessuali sarebbero avvenuti ai tavolini di un bar del centro, attorno alle 4 di notte, alla presenza anche di alcuni amici dell’aggressore, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti.

Cappelletti da asporto fino alle 4 del mattino: la rosticceria pensa ai tiratardi

Apertura notturna per due sere a settimana: pasta e bibita a meno di 10 euro «per i giovani che non rinunciano allo svago in una città tra le più vecchie della regione»

Cappelletti Al Ragu 2«Vogliamo tenere viva la città anche di notte, lasciando accesa la luce da mezzanotte alle 4 del mattino: cappelletti e bibita da asporto per meno di 10 euro venerdì e sabato, la chiusura in bellezza di una piacevole serata o rinfrancare l’animo dopo una pessima». È l’idea lanciata da una rosticceria di Ravenna per i tiratardi, per dare un’offerta in più ai giovani. L’offerta cittadina in centro, in effetti, è piuttosto limitata per chi ha voglia di mangiare un boccone in piena notte.

«Ravenna si classifica tra le città più vecchie della regione – affermano i gestori della gastronomia É Muderi – ma si evidenzia un graduale incremento di giovani attratti dall’ampliamento dell’offerta universitaria. Oltre alla normale apertura nella fascia diurna abbiamo pensato di adeguare l’offerta con aperture notturne dedicate a chi torna a casa a tarda ora. Ci vogliamo rivolgere a giovani e studenti, quei ragazzi che di giorno studiano o lavorano ma che non rinunciano ad un meritato svago notturno, con una alternativa tradizionale, senza nulla togliere alle preferenze che da questi vengono rivolte alle grandi catene di fast food oppure ai più svariati cibi etnici».

 

Tre giorni per immergersi nell’arte della ceramica: a fine agosto torna Argillà

Stand, workshop, spettacoli e oltre 15 mostre allestite negli spazi più iconici della città

argillà

Tre giorni per immergersi nell’arte della ceramica, curiosando tra mostre e bancarelle: Argillà Italia torna a Faenza, capitale europea della maiolica, dal 30 agosto al 1 settembre.

La città ospiterà gli stand di oltre 200 ceramisti, metà provenienti da tutta Italia e metà dal resto del mondo, e saranno organizzate per l’occasione numerose mostre in spazi pubblici e privati, workshop, visite guidate e incontri.

«L’edizione 2024 di Argillà si preannuncia come un evento davvero unico anche per la presenza di delegazioni rappresentanti Paesi esteri e città italiane della ceramica che renderanno l’appuntamento una occasione unica per mettere a confronto le diverse esperienze e competenze. – commenta Massimo Isola, sindaco di Faenza – Argillà, quindi, sotto questo aspetto sarà indubbiamente un’importante piattaforma per alimentare il dialogo e la collaborazione tra i diversi attori del mondo ceramico, facendo assumere a Faenza la funzione di città di riferimento e rafforzandone la posizione di città leader nel settore a livello internazionale».

Tra gli eventi in programma per scoprire di più sul mondo della ceramica, il Mondial Tornianti, l’avvincente competizione di tornio a cui parteciperanno tornianti provenienti da tutto il mondo, Thomas Benirschke con la sua Argi-bike, la performance di cottura della ceramica di Emidio Galassi che, con un grande forno all’aperto, si cimenterà in tecniche di cottura sperimentale a legna.

Le mostre:

Per rimarcare lo spirito di internazionalità della manifestazione, i Paesi Baltici saranno gli ospiti d’onore dell’edizione: una grande collettiva di artisti ceramisti contemporanei sarà esposta nella Sala Cento Pacifici del Teatro Masini. A curare la mostra, un team di curatori composti dai lettoni Valentins Petjko, Aivars Boranovis, Darja Smirnova, Inga Gedzune, dalla lituana Agne Semberaite e dall’estone Pille Kaleviste.
Le esposizioni ufficiali in programma saranno in totale una quindicina, e coinvolgeranno i principali spazi espositivi della città: al ridotto del Teatro Masini si potranno vedere i pezzi unici del gruppo giapponese Kyototto, una combinazione tra tradizione e innovazione dalle tendenze contemporanee. Il foyer del teatro ospiterà invece la mostra “Golden Bridge Pottery”, dall’India;  una personale del maestro di Albisola Ernesto Canepa (con 45 anni di carriera nel settore alle spalle), una mostra di oggetti di design del gruppo milanese “Milano Makers” e infine “Primedicopertina“, la raccolta delle opere ceramiche pubblicate nell’ultimo biennio sulle copertine delle riviste La Ceramica Moderna & Antica e D’A.

Al Palazzo del Podestà invece, una mostra organizzata dalla European Route of Ceramics e curata da Viola Emaldi: un viaggio nel mondo della ceramica artigianale artistica europea attraverso le collezioni dei partner del prestigioso itinerario culturale del Consiglio d’Europa.

Al Salone delle Bandiere si potranno ammirare due progetti: il primo dal titolo “Poloniato/Polloniato – una famiglia di ceramisti a Nove” che racconta gli esiti in ceramica realizzati da diverse generazioni di membri delle famiglie Poloniato e Polloniato che nell’ultimo secolo hanno lavorato per diverse manifatture come gli Antonibon, i Barettoni e i Viero di Nove; il secondo a cura della Korea Women Ceramist Association. Alla Galleria della Molinella Matteo Zauli e Claudia Casali allestiranno invece una mostra legata all’alluvione del maggio 2023.

Spazio Ceramica ospiterà la mostra “Interra project”, il progetto curato da Nuria Pozas Corredera che vede 13 artisti ceramisti contemporanei rivisitare l’arte funeraria in ceramica nel passato, presente e futuro da una prospettiva diversa e personale. Lo Studio Ivo Sassi aprirà le porte con una personale del maestro faentino dal titolo “I grossi spessori di Ivo Sassi”.

Il Must inaugurerà “Figulinae” di Karin Putsch-Grassi, una colonna in gres creata dall’artista Karin Putsch-Grassi, installata recentemente nel giardino del Museo e che entrerà a fare parte della Collezione Permanente di Arte Contemporanea. Il Museo Diocesano nella sede di Santa Maria dell’Angelo ospiterà una personale dedicata alla lunga carriera ceramica di Mirta Morigi e un’esposizione di Antonello Ghezzi.

Anche i musei faentini saranno aperti con mostre e visite guidate speciali: al Mic sarà possibile visitare la collezione permanente con il biglietto ridotto e si potranno ammirare le mostre “Gio Ponti 1922 al 1967” con oltre duecento ceramiche del maestro inventore del Made in Italy e “L’arte di Simone Crespi” alla Project Room; il Museo Carlo Zauli ospiterà una mostra delle Ceramiche artistiche Bartoloni e una performance di Resmini; la Pinacoteca Comunale, Museo del Risorgimento e Palazzo Muky Matteucci effettueranno aperture straordinarie in orario serale. Il Museo Guerrino Tramonti proporrà “Collezioni ceramiche da casa museo Remo Brindisi”: una selezione di opere della collezione Brindisi che testimoniano l’amicizia fra Guerrino Tramonti e Remo Brindisi. Palazzo Milzetti ospiterà una mostra curata da Gulli Arte e attiverà aperture straordinarie, infine, al Museo Bendandi la mostra “Un’arte verticale per Bendandi”.

Nel corso della tre giorni, esporranno anche gli studenti di Isca Faenza e quelli del Liceo Torricelli Ballardini, con un omaggio a Bertozzi&Casoni. Non mancheranno i tanti eventi collaterali proposti su libera iniziativa dei privati che apriranno eccezionalmente i loro studi, cortili e case della città al pubblico.

Saldi estivi al via, Corsini: «Una buona occasione per sostenere i nostri negozi»

Gli sconti continueranno fino agli inizi di settembre.
Nell’ultimo anno sono stati investiti 16 milioni sulle imprese di commercio

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Partono dal 6 luglio saldi estivi in Emilia-Romagna: la durata massima degli sconti è di 60 giorni, con scadenza nei primi giorni di settembre 2024. Secondo quanto deliberato dalla Giunta regionale, lo sconto effettuato deve essere espresso in percentuale sul prezzo ordinario di vendita, che deve essere comunque esposto.

«I saldi sono una buona occasione per sostenere i nostri negozi – commenta l’assessore regionale al Commercio, Andrea Corsini – che rendono vitali e dinamiche le nostre città, e la cui presenza è di grande importanza soprattutto per i centri storici dei piccoli paesi.  Quest’anno abbiamo investito, attraverso due bandi, circa 16 milioni di euro per riqualificare le imprese del commercio, di vicinato e ambulante, del pubblico intrattenimento e dei pubblici esercizi di tutta la regione – chiude l’assessore-, attraverso progetti di rigenerazione degli spazi e di ampliamento e utilizzo di nuove tecnologie. L’obiettivo è creare un’economia urbana ancora più forte, dinamica e un settore più moderno e attrattivo, anche dal punto di vista turistico».

Resta il divieto di effettuare vendite promozionali nei 30 giorni che precedono l’avvio delle vendite di fine stagione di capi di abbigliamento, accessori, calzature, biancheria intima, pelletteria, tessuti per abbigliamento e arredamento, in base al comma 2, art. 22, della legge regionale n. 25 del 2017. Inoltre, la merce in saldo dovrà essere esposta in modo inequivocabile e distinto dalle nuove collezioni e dai pezzi in vendita a prezzo pieno. Per i saldi di fine stagione non è previsto l’obbligo di comunicazione in Comune.

Notte Rosa all’insegna del ballo: tra gli eventi dei lidi anche il concerto Baby K

La regina dei tormentoni estivi sarà ospite al Matilda venerdì 5 luglio. Nella stessa data, anche l’esibizione dei Joe di Brutto in piazza Dora Markus. Musica popolare a Cervia e Russi sabato 6 e un flash mob che coinvolge tutta la Riviera

BabyK

Sarà una Notte Rosa nel segno del ballo, come da sottotitolo (“Weekend dance”), dai ritmi folk alla danza sportiva, dal country al liscio, passando per il mondo del clubbing e delle discoteche.

L’appuntamento con la grande festa collettiva lungo tutta la Romagna è dal 5 al 7 luglio, dalla spiaggia alla collina. Tra le novità di questa edizione il flash mob che scatterà alle 18 in punto di sabato 6 luglio: in 10 località, sotto la guida di esperti ballerini, saranno indicati i passi da eseguire per un ballo collettivo. In provincia di Ravenna l’appuntamento è a Cervia in piazzale Evangelisti (sotto la Torre di San Michele) e a Faenza tra piazza Martiri della Libertà e angolo via Marescalchi, sulle note di “Weekend Dance”, appositamente realizzate da Moreno il Biondo con Claudio Cecchetto e la collaborazione di altri dj. Sul sito e sui social della Notte Rosa  è online il video tutorial, con la coreografia curata da Alessia Molinari di Cruisin’Arts.

Per quanto riguarda gli eventi, i big come tradizione sono tutti nel Riminese, mentre in provincia di Ravenna la festa si sviluppa in particolare nei bagni al mare, che potranno restare aperti fino a tardi. Tra i concerti in zona, è attesissima l’esibizione di venerdì 5 luglio di Baby K  che, ospite al Matilda di Marina di Ravenna, ripercorrerà tutti i suoi successi tra rap, pop e tormentoni estivi. Sempre il 5 luglio, e sempre a Marina di Ravenna (ore 21.30 in piazza Dora Markus) i Joe Dibrutto nel loro show “Discomusical” anni ’70, con vistosi abiti da scena e coreografie. Sabato 6 luglio in piazza a Cervia il “Balamondo… ballando sotto le stelle”: sul palco Paolo Belli Big Band e Mirko Casadei Big Band per una serata all’insega delle contaminazioni musicali. Da segnalare anche l’evento del Ravenna Festival a Russi, sempre sabato 6 luglio, con “La lunga notte del BalFolk”, un gemellaggio danzante tra la collina francese e l’appennino italiano.

Tornano anche i fuochi d’artificio: sarà la mezzanotte di venerdì 5 luglio ad accendersi in contemporanea con il grande spettacolo pirotecnico su tutta la riviera romagnola.

Infine, partecipa anche Mirabilandia (con ingressi speciali dalle 17): sabato 6 luglio al parco un evento firmato da Claudio Cecchetto, fino alle ore 23, con un dj-set in collaborazione con il Samsara di Riccione che vedrà alternarsi in consolle Danilo Saclì, Cristina Oliveira e Fabio Marzo: due squadre di ballerini professionisti si sfideranno guidati da personaggi famosi della tv interpretati dai comici e imitatori Claudio Lauretta e Leonardo Fiaschi.

Controllori di Start Romagna in agitazione: «Più sicurezza per la Notte Rosa»

Tra le richieste rivolte alla Holacheck, azienda che gestisce l’appalto nel settore, l’utilizzo di bodycam e la possibilità di operare in gruppi da quattro

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Da giorni i controllori del trasporto pubblico romagnolo chiedono attenzione e più sicurezza sul lavoro, soprattutto in vista dell’imminente weekend della Notte rosa.

I lavoratori in appalto a Start Romagna (formalmente dipendenti della società Holacheck) indicono lo stato di agitazione chiedono l’attuazione delle necessarie misure di sicurezza sul lavoro, a partire dalla dotazione di bodycam, e di poter operare in gruppi di quattro, per fronteggiare le eventuali aggressioni fisiche e verbali a cui vengono esposti durante il loro impiego.

«Abbiamo chiesto l’intervento delle istituzioni anche per dell’imminente “Notte rosa”.  La riviera sarà presa d’assalto dai turisti, che sicuramente usufruiranno del servizio pubblico per gli spostamenti, determinando un incremento esponenziale rispetto all’esiguo numero di lavoratori addetti al controllo dei titoli di viaggio. L’azienda che gestisce l’appalto, la Holacheck, da sempre ritiene e considera questo tipo di lavoro a basso rischio nonostante la cronaca dica ben altro – comunicano i lavoratori del settore – Ci aspettiamo una urgente convocazione da parte delle istituzioni per ridimensionare il rischio sul lavoro con soluzioni efficace, nel frattempo manterremo lo stato di agitazione».

Una nuova rotonda tra viale Berlinguer e via Sighinolfi, lavori da 800mila euro

Verranno installate isole salvagenti e attraversamenti pedonali all’avanguardia per garantire la sicurezza dei pedoni. La fine dei lavori è prevista per l’inizio del 2025

rotonda Berlinguer

Cominceranno lunedì 8 luglio i lavori per la realizzazione di una nuova rotonda a quattro rami in corrispondenza dell’intersezione tra viale Berlinguer e via Sighinolfi, a Ravenna. Gli interventi avranno un valore di 800mila euro, e fanno parte del piano degli investimenti del 2022-2024. A finanziare il cantiere (la cui chiusura è prevista nei primi mesi del 2025) sarà in parte l’Amministrazione comunale e in parte la regione, con il progetto “Bike to work 2021”.

«L’intervento – afferma l’assessora ai Lavori pubblici Federica Del Conte – si prefigge l’obiettivo di facilitare e velocizzare le immissioni dei veicoli in corrispondenza dell’intersezione, garantendo comunque la massima sicurezza stradale anche nei giorni di maggiore flusso e rendendo più sicuri i percorsi pedonali sia in corrispondenza della nuova rotatoria sia nelle immediate vicinanze».

Infatti, a tale scopo, in corrispondenza dell’attraversamento pedonale esistente, all’altezza del civico 14 (di fronte all’Engim), è prevista la realizzazione di un’isola salvagente per i pedoni in attraversamento della carreggiata dotato di sicurled, un sistema in grado di illuminare i pedoni aiutando gli automobilisti a individuarne anche nelle ore notturne.

Nel tratto di viale Berlinguer compreso tra via Marconi e via Fontana, lungo circa 180 metri, è previsto un ulteriore attraversamento pedonale, all’altezza del civico 54, in asse all’aiuola spartitraffico. Anche in questo caso verrà realizzata un’isola salvagente, sempre dotata di sicurled, e sarà chiusa l’uscita dalla sottostrada limitrofa. Infine, l’attraversamento ciclopedonale all’ingresso del piazzale del Commercio su via Berlinguer verrà arretrato, per avere maggiore visibilità delle strisce ciclopedonali.

Ad avviare il cantiere, le lavorazioni dei due semi-anelli, (lato piazza Sighinolfi e lato via Fontana). Si proseguirà poi con il completamento degli altri elementi del progetto, deviando il traffico sui tratti di nuova realizzazione. Questa fase interesserà il disco centrale, le isole spartitraffico, la pubblica illuminazione e il collegamento di tutti i percorsi ciclopedonali alla nuova viabilità. I lavori avverranno comunque a traffico aperto con l’istituzione di puntuali restringimenti di carreggiata. Le modifiche alla viabilità saranno regolamentate e indicate sul posto con idonea segnaletica stradale.

planimetria
La planimetria della nuova rotatoria

L’impianto di illuminazione della rotatoria esterna, con una serie di pali installati lungo il perimetro. L’altezza consentirà una luce omogenea sulla carreggiata stradale. È inoltre prevista la sostituzione dell’impianto pubblico lungo la via Berlinguer.

Altri due giorni di sciopero per il mancato rinnovo dei contratti

I lavoratori si preparano per i cortei del 4 e 5 luglio. Indette anche attività di volantinaggio da parte dei sindacati

Una veduta aerea del bacino San Vitale

Due nuove giornate di sciopero al porto di Ravenna. Viste le proclamazioni di sciopero delle organizzazioni sindacali nazionali, anche le delegazioni Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti Uil di Ravenna indicono due giorni di blocco per i lavoratori portuali, il 4 e 5 luglio.
Nelle stesse giornate sarà organizzato un
 presidio con volantinaggio e corteo: i lavoratori si ritroveranno alle ore 7 nella sede di Sapir, via Antonio Zani 1, e partiranno in corteo alle ore ore 8 dalla Sapir fino alla Docks Cereali e ritorno.

Le proteste nascono dal mancato rinnovo del contratto nazionale, scaduto dal 31 dicembre scorso. Malgrado lo stato di agitazione aperto l’11 marzo e lo sciopero del 3, 4 e 5 aprile scorsi – pur avendo successivamente registrato dei passi in avanti – il negoziato per il rinnovo non ha ancora raggiunto un livello adeguato alle aspettative dei lavoratori.

«C’è l’assoluto bisogno di giungere alpiù presto al rinnovo del Ccnl dei porti, con un accordo che preveda un aumento economico utile al recupero del potere d’acquisto perso dalle lavoratrici e dai lavoratori, oltre che gli ulteriori miglioramenti delle condizioni di lavoro, elevando gli standard di sicurezza e implementando il sistema di welfare già esistente. I lavoratori e le lavoratrici dei porti italiani scioperano per difendere l’unitarietà del loro contratto nazionale messa in pericolo dalle ipotesi di riforma della legge 84/94 e dalle associazioni datoriali dei grandi gruppi armatoriali che, divenuti anche terminalisti, vedono con insofferenza la normativa e il contratto unico che difende il lavoro portuale» comunicano dai sindacati.

Lo sciopero, nel territorio ravennate, avrà la seguente articolazione: astensione completa dal lavoro per tutte le 24 ore per i giorni 4 e 5 luglio per i dipendenti delle imprese ex artt. 16, 17, 18 L. 84/1994, delle Autorità di sistema Portuale, delle ex società di interesse generale che applicano il Ccnl dei lavoratori dei porti e dei lavoratori somministrati nelle aziende coinvolte. Lo sciopero non riguarderà le prestazioni che coinvolgono i diritti delle persone costituzionalmente tutelate, quelli alla vita, alla salute, alla libertà, alla sicurezza, alla libertà di circolazione. Inoltre, i turni con inizio prima delle ore 24 del 3 luglio andranno terminati secondo il normale orario. Lo sciopero terminerà con la ripresa dei turni di lavoro con inizio successivo alle 00 del 6 luglio.

«La vertenza per il rinnovo del contratto nazionale e questa importante mobilitazione devono inoltre essere l’occasione nel territorio per discutere come le importante risorse investite nel porto non rimangano a vantaggio di pochi, ma siano occasione di ridistribuzione di risorse nel territorio partendo da un lavoro, in tutte le sue articolazioni, garantito, di qualità, retribuito equamente e svolto nel pieno rispetto di tutte le norme sulla salute e sicurezza sul lavoro» concludono le associazioni.

Torna l’Urban Trail Città d’acque, il percorso all’alba tra natura e città

Due itinerari, uno dedicato ai camminatori e uno per i runner, alla scoperta di alcuni luoghi iconici del ravennate

RAVENNA 30/06/2018. TRAIL ROMAGNA Corsa Sulle Mura Di Ravenna Con Partenza All’ Alba
TRAIL ROMAGNA – Corsa sulle mura di Ravenna con partenza all’ alba

L’Urban Trail Ravenna Città d’acque, uno dei percorsi urbani più longevi d’Italia, torna in città per la sua 12esima edizione domenica 7 luglio.

Come ogni anno, il trail si suddivide in due percorsi (uno da 7,5 chilometri dedicato ai camminatori e uno di 15 riservato alla corsa) con arrivo e partenza allo Chalet dei Giardini Pubblici. Fulcro della manifestazione è l’apertura straordinaria di luoghi fondamentali nella storia delle acque, come il Molino Lovatelli, gli orti Siboni e le antiche Mura. A causa della presenza di un cantiere di riqualificazione, l’Arce della Rocca Brancaleone non potrà essere attraversato, ma il percorso si insinuerà all’interno del parco. 

La partenza è fissata per le 6 e il ritorno allo Chalet per le 8. Qui i partecipanti potranno ristorarsi con l’acqua di Ridracoli distribuita dall’autobotte di Romagna Acque e una ricca colazione mentre i fortunati potranno ritirare gli oltre 100 omaggi estratti a sorte, tra cui un week end nei borghi più belli d’Italia offerto da Millepidi Viaggi. 

Le iscrizioni terminano giovedì 4 luglio a mezzanotte. È possibile registrarsi sul sito di Trail Romagna e sulla piattaforma Endu

Durante la distribuzione dei pettorali di sabato 6 luglio (sempre allo Chalet, dalle 7.30 alle 17.30) sarà possibile firmare la petizione lanciata da Trail Romagna per richiedere l’istallazione di fontanelle nei giardini pubblici come i Giardini Pubblici e il Parco Baronio. Come ogni anno la manifestazione è organizzata da Trail Romagna insieme al Comune di Ravenna e sostenuta dalla Bcc Banca di Credito Cooperativo ravennate forlivese e imolese.

Alla guida ubriaca imbocca la rotatoria contromano e sperona un’auto

La 61enne forlivese pensava di andare al supermercato, ma si trovava sulla via Emilia: secondo i rilievi della polizia aveva un tasso alcolemico pari a oltre quattro volte il consentito

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Lo scontro è avvenuto tra via Emilia Levante e l’ingresso alla circonvallazione lato valle a Faenza. Una 61enne del forlivese, che viaggiava da Forlì verso Bologna al volante di una Ford, ha imboccato contromano la rotatoria scontrandosi frontalmente contro una Peugeot condotta da una 70enne faentina. Nello scontro, fortunatamente, nessuno è stato ferito.

Sul posto è intervenuta una pattuglia della Polizia Locale e gli agenti, sin dal primo momento, si sono resi conto dello stato di alterazione psico-fisica della conducente; l’automobilista infatti era convinta di trovarsi ancora nel territorio di Forlì e di aver imboccato la strada per un supermercato. La prova dell’etilometro ha registrato un valore alcolemico superiore a 2 g/l, quindi oltre quattro volte il tasso consentito. L’automobilista è stata quindi denunciata per guida in stato di ebbrezza con l’aggravante di aver provocato un incidente stradale e immediato ritiro immediato della patente ai fini della revoca.

Le arti marziali per salvarsi dal regime talebano: «Lotto per i diritti delle donne»

Mahdia Sharifi, 20 anni: la fuga da Herat e l’ingresso nel programma olimpico per rifugiati. La sua storia anche al Ravenna Festival: «Sono scappata con un aereo senza riuscire a salutare i miei genitori»

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Una vita passata a lottare, dentro e fuori dalla palestra. Nel 2015, quando aveva undici anni, Mahdia Shari scopre la passione per il taekwondo sbirciando un gruppo di donne che si allenavano nella sua Herat, in Afghanistan. Inizia a praticare le arti marziali senza il consenso del padre e a quindici anni ottiene un posto in nazionale. A 17 è costretta ad abbandonare il Paese per scappare dagli orrori del regime talebano. Oggi Sharifi ha 20 anni, vive a Roma e fa parte del programma olimpico per rifugiati di Unhcr Italia.

Alla mancata qualificazione per Parigi 2024 risponde allenandosi più duramente e affiancando alla carriera sportiva gli studi universitari e le attività di volontariato per le associazioni umanitarie: «Vorrei dar voce a tutte le donne afghane dimenticate. Soffrono ogni giorno, private di qualsiasi diritto».

I filmati degli allenamenti di Sharifi fanno parte dello spettacolo Non dirmi che hai paura in scena al teatro Alighieri l’8 luglio: attraverso la storia della velocista somala Samia Yusuf Omar, la regista Laura Ruocco vuole raccontare il dramma dei migranti, l’amore sconfinato per lo sport e il desiderio di emancipazione femminile (ne parliamo qui).

Sharifi, da dove nasce la passione per il taekwondo?
«Dalla curiosità. Avevo undici anni e tra compagne di classe capitava di parlare di sport. Qualcuna aveva già provato, e anche a me sarebbe piaciuto, ma le palestre per donne non erano tante in città. Ne trovai una però, sostenuta dagli americani, che organizzava corsi di taekwondo. Mi fermai ad osservare gli allenamenti e ne rimasi incantata: c’erano tante ragazze riunite a fare sport, e i loro gesti, i loro movimenti mentre praticavano le arti marziali emanavano una forza e una potenza che non dimenticherò mai. Erano  ere, forti e bellissime e ho capito subito che volevo farne parte anche io».

È stato difficile affermarsi nelle arti marziali in quanto donna afghana?
«Inizialmente sì. Chiesi a mio padre il permesso di frequentare la palestra, ma mi venne negato. È un uomo gentile, consapevole dei benefici fisici e mentali dello sport. Al tempo stesso però, era preoccupato per me: il taekwondo è considerato un esercizio tipicamente maschile, e la mia famiglia fa parte degli Hazara, una minoranza etnica storicamente ghettizzata e perseguitata. Aveva paura di vedermi discriminata, mi diceva di pensare alla lingua e alla scuola, perché con quelle avrei potuto costruirmi una carriera. I miei fratelli e mia madre, invece, sono stati subito dalla mia parte, così mi iscrissi senza la sua approvazione. Mi sono allenata per un anno intero, partecipando alle competizioni e iniziando a collezionare medaglie. Dopo aver vinto i campionati regionali, ho deciso di raccontare a mio padre dei miei allenamenti e, anche se all’inizio temevo che mi impedisse di continuare, è stato molto felice per me. Nel 2019 facevo parte della nazionale afghana. Nello stesso anno, ho vinto l’oro ai campionati universitari in Corea del Sud».

E poi la fuga.
«Ero in palestra quando ho ricevuto una telefonata di mia sorella. Mi diceva di lasciare Herat e di raggiungerla a Kabul, dove viveva. I talebani stavano prendendo la nostra città natale, ma la capitale sembrava essere al sicuro. Tornai a casa, presi con me un’altra delle mie sorelle e volammo a Kabul. I nostri genitori erano al lavoro e non abbiamo potuto salutarli, ma non ci importava. Avevamo paura dei talebani, della violenza che sono soliti usare contro le donne e dei matrimoni forzati che impongono alle ragazze più giovani. Eravamo convinte di dover attendere solo qualche giorno nella capitale mentre i militari ripristinavano l’ordine. Una settimana dopo invece, Kabul è caduta. Nessuno avrebbe mai pensato che sarebbe stato tanto semplice per loro prendere il controllo. Siamo rimaste chiuse in casa per una settimana. Poi la telefonata dell’ambasciata turca: mia sorella collaborava con loro e insieme alla diplomazia italiana sono riusciti ad inserirci in un programma di espatrio per rifugiati. Erano le 10 di sera, a mezzanotte avevamo preso una decisione univoca. Eravamo pronte a lasciarci ogni cosa alle spalle, la nostra casa, i nostri genitori e la nostra sorella più piccola, rimasti a Herat, pur di salvarci la vita. Alle 6 eravamo in aeroporto, e dopo un giorno d’attesa sono comparsi tre voli disponibili: le mete erano Italia, Belgio o Stati Uniti. Siamo semplicemente salite sul primo in partenza, atterrando a Roma. Era il 22 agosto 2021».

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In Italia l’opportunità di ripartire da zero. Che ruolo ha avuto lo sport in questo nuovo inizio?
«È stato fondamentale. Quando parti lasci indietro tutto: averi, casa, famiglia, amici. Salvi solo te stesso, e nel mio caso, lo sport. Il nostro centro di prima accoglienza si trovava a Genova, lì è stato facile trovare una palestra e continuare con le arti marziali. Il mio allenatore mi ha messa in contatto con l’associazione nazionale di taekwondo. Mi hanno ospitata per dieci giorni a Roma, dandomi la possibilità di allenarmi insieme alla nazionale. Ho deciso di chiedere nuova accoglienza a Roma, per restare il più vicino possibile all’associazione e dall’aprile del 2023 faccio parte del programma olimpico per rifugiati. È un progetto importantissimo, nato dalla collaborazione tra Unhcr e il comitato olimpico per aiutare gli atleti espatriati a continuare i loro allenamenti».

Oggi cosa c’è nella sua vita oltre agli allenamenti?
«Il taekwondo resta al centro del mio mondo, la mancata quali cazione per Parigi 2024 fa male, ma combatterò più duramente in futuro. Agli allenamenti ho affiancato lo studio, iscrivendomi al corso di laurea in Relazioni internazionali, e il volontariato per alcune associazioni umanitarie. Il mio obiettivo non guarda più solo al successo sportivo, oggi vorrei sensibilizzare la popolazione sulle condizioni delle donne in Paesi come l’Afghanistan. Sono passati tre anni da quando me ne sono andata, e in questo tempo io ho avuto la possibilità di ricominciare, mentre le donne rimaste hanno continuato a perdere diritti giorno dopo giorno: la mia sorellina non ha potuto finire le scuole, da anni non le è più permesso toccare un libro. Mio padre, che aveva un’azienda di trasporti, è stato costretto a chiudere l’attività a causa della minoranza etnica a cui apparteniamo. Le mie compagne di allenamento non hanno più una palestra. Qualcuna è riuscita a scappare in Pakistan o in Iran, ma quelle che sono rimaste ora non hanno più nulla. Dopo una vita di sacrifici hanno visto tutti i loro diritti strappati via: lavoro, sport, studio, sanità, libertà sono ormai ricordi lontani».

Lite per un sorpasso, investe un tassista: denunciato

Prognosi di 15 giorni per un 27enne “caricato” sul cofano da un 45enne, davanti a un’autoscuola

Polizia Locale

Una lite in strada, per un sorpasso azzardato. Sarebbe questo il motivo che ha spinto poi un 45enne ravennate a investire un tassista, sceso dall’auto per protestare, caricandolo sul cofano, per poi fuggire.

L’episodio è raccontato con ulteriori dettagli sul Corriere Romagna in edicola oggi, 3 luglio, e sarebbe avvenuto lunedì poco prima delle 17.30 davanti a un’autoscuola in via Cesarea, a Ravenna.

Il tassista investito, un 27enne di origini tunisine, inizialmente se ne sarebbe andato, nonostante le ferite. Sono stati gli agenti della polizia locale ad andare a cercarlo a casa, accompagnandolo poi in ospedale, da dove è uscito con una prognosi di 15 giorni.

L’investitore, invece, dopo essere scappato, ci avrebbe ripensato, tornando indietro per scusarsi. L’uomo è stato comunque denunciato.

Riviste Reclam

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