L’animale si è avvicinato di notte all’abitazione di un agricoltore a Marzeno anche se il giardino era illuminato. La preoccupazione di Coldiretti
Due oche sono state uccise da un lupo nel cortile dell’abitazione di un agricoltore di Marzeno, frazione alle porte di Faenza. È successo attorno alla mezzanotte tra il 23 e 24 ottobre. Lo rende noto l’associazione Coldiretti. È il terzo episodio di animali domestici attaccati da lupi nel Faentino in una decina di giorni: nel primo caso la vittima era stata un cane e nel secondo invece una ventina di ovini.
Ad accorgersi di quanto stava accadendo è stata la figlia 18enne dell’agricoltore che dalla finestra della propria camera ha sentito le oche starnazzare rumorosamente nel silenzio notturno. Affacciandosi dalla finestra si è accorta che un lupo stringeva un’oca in bocca per poi sparire nel buio. Dopo pochi minuti un nuovo assalto a un’altra oca. Le urla della ragazza hanno spaventato il predatore che ha mollato l’animale ed è fuggito.
«Il numero dei lupi sta aumentando e non c’è più alcuna sicurezza – commenta l’agricoltore Remo Lanzoni –. I cani da guardia dobbiamo tenerli in casa perché altrimenti rischiano di fare una brutta fine, luci e recinzioni non hanno alcun effetto deterrente e i selvatici attaccano anche nei centri abitati».
Preoccupa sempre più la presenza dei lupi sulle prime colline faentine, come testimoniato dagli attacchi che si stanno susseguendo di settimana in settimana ai danni degli allevamenti, ma anche nei confronti di animali da guardia e compagnia: «Dopo l’ennesimo episodio – afferma il direttore di Coldiretti Ravenna, Assuero Zampini – è evidente come la proliferazione del lupo sia in netto aumento con conseguenti attacchi sempre più frequenti, questo sta minando il lavoro di pastori, allevatori, agricoltori, ma anche la sicurezza pubblica. Occorre quindi agire al fine di contenere il sovraffollamento faunistico ormai riscontrato da anni nelle aree di collina, fenomeno che oltre a creare pericolosi squilibri agli ecosistemi locali dirotta i selvatici, lupi e cinghiali in primis, verso zone anche densamente abitate».
Al posto dell’esonerato Antonioli. Il club: «Nuova energia»
Il Ravenna Fc, dopo l’esonero di Mauro Antonioli, comunica ufficialmente di aver affidato la guida tecnica della prima squadra a Marco Marchionni. L’ex calciatore, con un passato di grande esperienza in Serie A (Fiorentina, Parma e Juventus, tra le altre) e a livello internazionale, arriva sulla panchina giallorossa per invertire il trend di questa prima parte di stagione (3 vittorie, 1 pareggio e 3 sconfitte nelle prime 7 giornate del girone D del campionato di serie D, in cui il Ravenna partiva come grande favorita).
Marchionni, che in giallorosso sarà accompagnato dal vice Massimiliano Capriolo e dal collaboratore tecnico Daniel Neri, è reduce da importanti esperienze anche in veste di allenatore. Dopo essere stato il vice di Silvio Baldini alla Carrarese, ha guidato piazze importanti come Foggia e Potenza. Tra le sue esperienze in panchina spicca il campionato di Serie D vinto con il Novara nella stagione 21/22.
La società «è convinta che la sua visione e il suo carisma sapranno trasmettere una nuova energia al gruppo – si legge in una nota inviata alla stampa -, puntando a risultati importanti sia sul campo che nella crescita dei singoli giocatori».
“La stanza indaco” di Costanza Savini sarà proiettato domenica a Roma in occasione del Festival del cinema
Il libro di una scrittrice di Bagnacavallo è diventato un film prodotto da Rai Cinema. Si intitola La stanza indaco, tratto dall’omonimo romanzo scritto da Costanza Savini (nella foto), e sarà proiettato domenica 27 ottobre al Cinema-Teatro Adriano di Roma, nell’ambito della rassegna “Alice nella città”, in occasione del Festival del cinema di Roma.
Savini, 54 anni, vive e lavora a Bologna, ma è originaria di Bagnacavallo. È autrice di oltre 15 libri di narrativa. Insieme a lei, firma La stanza indaco il medico pescarese Gianfranco Di Nino. I due saranno presenti in sala durante la proiezione.
Interamente girato la scorsa primavera in un ospedale cittadino di Bologna, per la regia di Marta Miniucchi e la produzione Genoma Films e realizzato col sostegno, tra gli altri, da Rai Cinema e Emilia Romagna Film Commission, il film La stanza indaco racconta la storia di un’amicizia nata in terapia intensiva tra Romeo, violinista malato terminale, e India. Mentre nel testo di Savini e Di Nino i due sono trentenni, nella riproduzione cinematografica sono ventenni, in quella fase della vita in cui ai sogni vanno sostituendosi i progetti. Un’età interessante, secondo Savini, «perché si conserva un senso di purezza irrinunciabile per la realtà e per il mondo».
Tra i temi del film serpeggia quello del rapporto con la morte e la malattia oncologica, «che ci spiazza quando si tratta di giovanissimi», sottolinea la scrittrice romagnola.
L’esposizione dà inizio a un nuovo progetto artistico diretto da Giovanni Gardini
Inaugura oggi, venerdì 25 ottobre alle ore 18.00, l’esposizione “Dittico” alla niArt gallery in via Anastagi 4a a Ravenna. Si tratta di una mostra che mette in dialogo opere di Luca Freschi e Felice Nittolo. Con questa mostra la niArt gallery si presenta con un nuovo progetto artistico dove, sotto la direzione di Giovanni Gardini, si intende sviluppare uno stretto confronto tra i diversi cicli creativi dell’arte di Felice Nittolo e i protagonisti dell’arte contemporanea di varie generazioni.
Il primo dialogo con l’arte di Felice Nittolo è affidato appunto a Luca Freschi. Attraverso un confronto serrato tra le Coca – Cola degli anni ’90 di Nittolo e i Breviari di Freschi si crea un rapporto intenso di rimandi pop.
Da sinistra, Giovanni Gardini, Felice Nittolo e Luca Freschi
La niArt gallery è uno spazio dedicato all’arte contemporanea con una particolare attenzione alla tecnica del mosaico. La galleria si è sempre caratterizzata per essere un centro di cultura e di riflessione che negli anni ha accolto importanti progetti artistici. Rinnovata nella sua visione e con il coinvolgimento di curatori esterni, la niArt intende offrire una diversa modalità di fruizione delle arti del nostro tempo per valorizzare, entro una cornice istituzionale, la relazione tra territorio e patrimonio culturale.
In occasione della mostra “Dittico”, la niArt si arricchisce di un nuovo segmento permanente che presenta una scelta e significativa panoramica del cinquantennale lavoro di Felice Nittolo e dei linguaggi eterogenei che ha indagato lungo la sua carriera artistica, un’esposizione che mostra come il lavoro di Nittolo vada compreso come una ricerca sempre al servizio di una esplorazione profonda nel mondo del mosaico.
Questi gli orari di apertura della mostra e dell’atelier di Felice Nittolo:
dal 25 al 30 novembre 2024, il venerdì dalle 17 alle 19 e il sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 19 (chiuso venerdì 1 e sabato 2 novembre).
dal 6 dicembre 2024 al 12 gennaio 2025, apertura su appuntamento scrivendo a niartgalleryravenna@gmail.com oppure contattando il numero 338 2791174.
I locali di via Rasponi sono stati venduti, ma le volontarie sono determinate a continuare la loro attività di beneficenza
Alcune volontarie del Punto d’incontro francescano
Il Punto d’incontro francescano di via Felicia Rasponi non ha ancora trovato una nuova sede e lancia un appello a tutta la città per cercare un luogo alternativo. «Siamo determinati a continuare la nostra attività di beneficienza – afferma Arianna Capio, responsabile dello spazio – perciò chiunque abbia a disposizione un locale inutilizzato e desideri aiutarci, può mettersi in contatto con noi».
L’appello delle volontarie
Per 21 anni il Punto d’incontro francescano, situato a pochi passi dal duomo di Ravenna, si è occupato di iniziative di solidarietà come le vendite di abbigliamento usato per beneficienza e svariate raccolte fondi. Tuttavia lo scorso settembre l’intera area dell’ex convento di via Oberdan, di proprietà dei Cappuccini dell’Emilia-Romagna e comprensiva dei locali del Punto d’incontro, è stata venduta. «Questo significa che, se non troveremo un luogo alternativo, dovremo porre fine alla nostra attività», prosegue Capio. «È stato un fulmine a ciel sereno, ma dopo un primo momento di sconforto, abbiamo deciso all’unanimità di andare avanti. Stiamo cercando una nuova sede adatta ad accogliere tutto il materiale che con cura mettiamo a disposizione dei più bisognosi o che utilizziamo per il nostro Mercatino della solidarietà, in modo da raccogliere fondi per sostenere numerose attività di beneficenza».
«Abbiamo dialogato sia con l’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni che con il Comune di Ravenna, ma entrambi purtroppo ci hanno detto di non avere locali a disposizione per la nostra attività», riferisce Capio. «Abbiamo tentato anche con altre realtà associative del territorio, ma ad oggi non abbiamo trovato nulla e ci resta solo un mese di tempo prima di dover abbandonare il nostro spazio. Siamo determinate a proseguire la nostra attività e ce la stiamo mettendo tutta, perciò chiunque avesse a disposizione un locale, anche privato, da metterci a disposizione, può mettersi in contatto venendoci a trovare in via Rasponi».
«Considerando il notevole volume delle attività del Punto d’incontro, cuore pulsante di un volontariato solidale e prezioso per la comunità ravennate, sia per il contributo materiale al benessere sociale sia per il messaggio di accoglienza e integrazione che trasmette, è indubbio che la sua chiusura possa rappresentare una perdita per la città» conclude Capio.
Gli interni del Punto d’incontro francescano
La storia e le attività del Punto d’incontro francescano
Nei suoi 21 anni di vita, il Punto d’incontro francescano ha complessivamente assistito oltre 7000 famiglie e raccolto donazioni per oltre 400.000 euro. Dello spazio si occupano 25 volontarie. Anche dopo la notizia della vendita dello spazio, il Punto d’incontro ha continuato con le sue attività di beneficienza: «L’ultimo mercatino per la vendita di abiti usati, organizzato lo scorso 17-20 ottobre per liberare i locali, ci ha permesso di raccogliere 3000 euro che, con un ulteriore contributo dei Lions di Ravenna, permetteranno l’acquisto di un cane-guida per non vedenti», informa Capio.
La storia del Punto d’incontro francescano ha origini molto lontane, che si affiancano alla lunga storia della presenza dei frati minori cappuccini a Ravenna, venuti in città nel 1568. Nel convento di via Oberdan si costituì il Terzo Ordine Francescano Secolare, che nel 1938 avviò una serie di attività caritative a beneficio delle missioni dei frati cappuccini in Etiopia, con il Laboratorio Missionario e un mercatino di abiti usati per le persone indigenti della città.
Questo primo nucleo, attivo fino al 2000, ha avuto una significativa trasformazione con l’arrivo di Padre Dino Dozzi, frate, sacerdote e biblista, che voleva far conoscere i valori del francescanesimo. Nel 2003 è nato così il “Punto di incontro Ai Cappuccini”, che ha fatto conoscere alla cittadinanza ravennate una realtà che operava non solo a sostegno di importanti progetti dei missionari cappuccini in Africa e altrove, ma anche per promuovere l’accoglienza e la solidarietà per le persone e le famiglie bisognose della città, oltre a organizzare incontri culturali. Tutto questo impegno ha determinato negli anni una visibilità sempre maggiore del Punto di incontro, che ha guadagnato sempre più la fiducia di cittadini che andavano a portare, comprare e donare.
La chiusura del convento nel 2011 ha segnato una fase di disorientamento, soprattutto per l’allontanamento di Padre Dozzi, ma il gruppo delle volontarie ha superato l’incertezza con la consapevolezza di dover dare continuità a un’attività di valenza umanitaria. Così si è proceduto fino al 2015, quando il Punto di incontro ha di nuovo modificato parzialmente la sua configurazione, attribuendosi un nuovo nome, “Punto di incontro francescano”: pur restando operativi solo un paio di rappresentanti dell’ordine dei francescani e invece un numero sempre più consistente di volontarie laiche, si è voluto mantenere il riferimento francescano, che rimanda ai valori dell’accoglienza, della solidarietà, del dialogo e dell’inclusività.
La realtà del Punto d’incontro francescano è ben conosciuta a Ravenna e riceve una notevole quantità di indumenti, calzature, accessori e oggetti di vario genere, che sono sottoposti a un’attenta selezione e destinati alla distribuzione gratuita o al mercatino del riuso e alle due bancarelle-vintage, i cui incassi sono utilizzati per acquisto di beni primari per i bambini o per le varie donazioni.
Solo nel 2023 sono stati organizzati 338 incontri per l’assistenza a 146 famiglie, che si presentano con pass Caritas o lettera dei servizi sociali, in prevalenza di origine straniera, ma anche italiane, in crescita rispetto agli anni precedenti. A ogni incontro si accolgono le persone con la fase di ascolto, che consente di conoscere le problematiche, di dare conforto e suggerimenti. Segue la consegna di sportine con giocattoli per i bambini, sportine con prodotti per l’igiene personale e le pulizie di casa e, per Natale e Pasqua, sportine con viveri.
Tra le donazioni effettuate lo scorso anno, da ricordare un’ampia serie di erogazioni in denaro all’Emporio Caritas per l’acquisto di una cella frigorifera, all’Arcidiocesi di Ravenna per la missioni di Don Stefano Morini, a Padre Francesco per la scuola di Mbachacha. Inoltre il Punto d’incontro francescano ha contribuito alla ricostruzione post terremoto in Turchia, alla ricostruzione post alluvione del convento di San Francesco di Faenza e della Scuola Materna “Madonna della Fiducia” a Fornace Zarattini, al dormitorio comunale “Re dei Girgenti” per l’acquisto di condizionatori, a Linea Rosa, all’Assessorato alle Politiche Sociali per l’iniziativa “Tutti i bambini e le bambine vanno a scuola”, a cui hanno partecipato fisicamente anche alcune volontarie. Complessivamente, il totale delle donazioni in denaro ammonta a oltre 40.000 euro per il solo 2023. Da aggiungere gli aiuti non economici di indumenti, lenzuola, coperte e asciugamani a dormitori, carcere, alluvionati e migranti; libri e giocattoli a scuole e asili.
Gli abusi sarebbero andati avanti per almeno 6 anni
In tribunale a Ravenna è iniziato ieri, 24 ottobre, il processo contro un cittadino ravennate ultraottantenne, accusato di ripetuti abusi nei confronti della nipotina sin da quando aveva 5 anni. La notizia è riportata oggi nelle edizioni locali dei quotidiani Resto del Carlino e Corriere Romagna.
Secondo l’accusa, l’uomo si approfittava della bambina ogni volta che i genitori la lasciavano sola con lui. Le violenze si sarebbero perpetrate per almeno sei anni, soprattutto nei momenti in cui il nonno andava a prendere la nipote dopo le attività sportive e si recava a casa per cambiarle gli abiti.
Il ravennate si è ritrovato ieri davanti al giudici per l’udienza preliminare (gup) e al pubblico ministero di Ravenna per rispondere di violenza sessuale pluriaggravata. La madre della piccola si è costituita parte civile, chiedendo un risarcimento di 200mila euro.
Il cantautore fa tappa a Ravenna col suo tour “Le vie del Rock sono infinite”
Edoardo Bennato, una delle voci rock più riconoscibili e anticonformiste della scena musicale italiana, fa tappa questa sera (25 ottobre) a Ravenna con il suo nuovo spettacolo “Le vie del Rock sono infinite“. La rockstar 78enne si esibirà alle ore 21 al Pala de Andrè, proponendo brani iconici tratti dai suoi celebri album come Burattino senza fili, Sono solo canzonette, Abbi dubbi, Le ragazze fanno grandi sogni, La fantastica storia del Pifferaio magico, fino all’ultimo Non c’è.
Sul palco il pubblico ritroverà i temi che hanno sempre contraddistinto la sua musica, dalle contraddizioni sociali all’universo femminile, fino alla riflessione sul mondo che ci circonda. Il tutto condito dalla sua ironia pungente, sempre attuale e provocatoria.
Ad accompagnare Bennato ci sarà la Be Band, una formazione storica composta da Giuseppe Scarpato (chitarre), Raffaele Lopez (tastiere), Gennaro Porcelli (chitarre), Arduino Lopez (basso) e Roberto Perrone (batteria).
Le condoglianze del Comune alla famiglia di Lorenzo Cubello
Viveva a Russi una delle due vittime dell’infortunio mortale avvenuto alla Toyota Material Handling di Bologna. Si tratta di Lorenzo Cubello, 37 anni. Tra poche settimane sarebbe diventato padre per la seconda volta.
«Apprendiamo con immenso dolore della scomparsa di Lorenzo – commenta il Comune di Russi in un post pubblicato sui social -. È una strage inaccettabile e senza fine,un bollettino di guerra sul lavoro con una drammatica media; nei soli primi sette mesi del 2024 hanno perso la vita 577 lavoratori. Alla compagna di Lorenzo e alla sua famiglia vanno le più sentite e sincere condoglianze della nostra città che si stringe a loro in questo immenso dolore».
L’altra vittima dell’infortunio mortale è Fabio Tosi, 34enne bolognese. I due sono stati travolti dal cedimento di un capannone causato da una forte esplosione. Altre 11 persone sono rimaste ferite.
Aziende e famiglie dei sei comuni alluvionati hanno presentato 488 domande di richiesta danni tramite la piattaforma Sfinge. Il 28 ottobre a Lugo un incontro pubblico con la struttura commissariale e i cittadini
Le domande di rimborso danni per l’alluvione di maggio 2023 presentate da famiglie e aziende della Romagna faentina al 15 ottobre erano 488 per un contributo totale richiesto di circa 36 milioni di euro. La struttura commissariale ha erogato al momento quasi 8 milioni.
I dati, relativi alle domande presentate attraverso la piattaforma online Sfinge, sono stati illustrati pubblicamente dai tecnici dell’Unione dei Comuni della Romagna faentina (Brisighella, Casola, Castel Bolognese, Faenza, Riolo, Solarolo) nel pomeriggio del 22 ottobre al cinema Sarti di Faenza in occasione d un incontro tra la cittadinanza e la struttura commissariale. In sala circa duecento persone e 150 collegate online.
Per quanto riguarda i privati, all’ufficio emergenza, sono arrivate 348 domande così suddivise: Brisighella (25), Casola Valsenio (5), Castel Bolognese (35) Faenza (239), Riolo Terme (7) e Solarolo (37); a fronte di un contributo richiesto per le 348 istante presentata dai privati, pari a quasi 17milioni, la struttura commissariale ha erogato 5,2 milioni di euro. Delle 348 domande presentate dai privati nell’Unione faentina, per incompletezza di documenti sono state richieste integrazioni per 72 istanze.
Per quanto riguarda le aziende, 140 le domande presentate attraverso la Piattaforma Sfinge; Brisighella (26), Casola Valsenio (11), Castel Bolognese (15), Faenza (67), Riolo Terme (10) e Solarolo (9); a fronte di un contributo per risarcimento danni richiesto pari a 18,8 milioni di euro, quello erogato è stato di 2,6 milioni di euro.
Il colonnello Carlo Latorre, della struttura commissariale, ha esposto le novità legate alle ordinanze in via di pubblicazione relative alla delocalizzazione e al Credito di imposta. La discussione in aula ha anche riguardato la richiesta di chiarimenti in ordine all’approvazione del ‘Piano speciale definitivo’ e della conseguente realizzazione delle opere di protezione e di messa in sicurezza di sponde e corsi d’acqua.
L’incontro, ancora una volta, ha però evidenziato alcune farraginosità sull’intero sistema dei rimborsi che possono essere individuate nella lungaggine delle procedure e nella difficoltà a reperire periti certificatori. Si evidenzia poi anche un generale senso di sfiducia che ha portato a depositare un numero di pratiche ben al di sotto delle aspettative, anche se rispetto al dato generale, il numero di domande dell’Unione rappresenta più di un quarto di quelle di tutta l’Emilia-Romagna.
Un incontro analogo a quello andato in scena a Faenza si terrà anche con la popolazione della Bassa Romagna lunedì 28 ottobre dalle 17 alle 19 al Salone estense della Rocca di Lugo, in piazza Martiri 1. La struttura commissariale, Invitalia e L’agenzia regionale per la ricostruzione incontreranno i cittadini per facilitare la presentazione delle domande di rimborso sulla piattaforma Sfinge. L’incontro sarà anche occasione per ascoltare i bisogni del territorio, comprendere le difficoltà incontrate nella predisposizione e inoltro delle domande e affrontare le tematiche legate al contributo per i beni mobili. Il colonnello Carlo La Torre, relatore dell’incontro, esporrà inoltre le novità riguardanti le ordinanze di prossima pubblicazione in tema di delocalizzazione e credito di imposta.
I posti per partecipare sono limitati e riservati a cittadini, tecnici e imprese coinvolti nelle procedure di rimborso per le alluvioni del 2023 (nello specifico per le ordinanze 11/2023 e 14/2023). La prenotazione è obbligatoria a questo link.I partecipanti sono invitati a presentarsi 16.30 per la registrazione. L’incontro potrà essere seguito anche in diretta streaming sul sito www.labassaromagna.it.
Torna la ciclostorica “La Divina” con eventi tra il 25 e il 27 ottobre. Momento clou la domenica con la pedalata di 70 km
Le biciclette d’epoca, costruite prima del 1987, saranno protagoniste della nuova edizione della ciclostorica “La Divina”, evento non agonistico e tappa conclusiva del Giro d’Italia d’epoca, organizzata dalla Fiab Ravenna nel weekend 25-27 ottobre tra Cervia e Ravenna.
Primo appuntamento in calendario in centro a Ravenna venerdì 25, in occasione di Giovinbacco, la fiera dedicata al vino delle cantine romagnole. Alle 19.30 in piazza del Popolo i ciclisti del gruppo “La Divina” saranno i protagonisti della presentazione della ciclostorica, sfilando poi con le loro bici d’epoca tra i vari stand.
Sabato 26 si va a Cervia, dove in piazza Maffei, all’ombra della Torre di San Michele, gli stand della ciclostorica – tra abbigliamento ciclistico vintage, bici e accessori d’epoca – apriranno alle 10, mentre alle 11 alla Torre San Michele ci sarà la presentazione de “La Divina”. Seguirà l’incontro “Romagna e bici, amore a prima vista” in cui si parlerà della teoria semiseria sui natali della bicicletta, sottolineando l’importanza della Romagna nello sviluppo della bici e del ciclismo. Nel pomeriggio, alle 14.30, partirà la pedalata “Pirata si nasce”, escursione slow sui pedali di 25 km, con bici e abbigliamento vintage, che porterà i partecipanti a Cesenatico per rendere omaggio a Marco Pantani.
Il clou domenica 27, sempre da piazza Maffei a Cervia. Alle 9 ci sarà lo schieramento dei partecipanti alle due pedalate previste: un percorso corto di poco più di 35 km e uno lungo di circa 70 km in cui si salirà fino a Bertinoro. I primi a partire, alle 9.30 dopo la presentazione delle bici più ‘storiche’ (annunciati ‘esemplari’ di fine ‘800 e inizio del ‘900) e l’esecuzione dell’Inno di Mameli, saranno gli iscritti al lungo, provenienti da tutta Italia.
Lasciata Cervia, passeranno dalle Saline, per dirigersi a Villa Inferno, Martorano (qui ci sarà un primo ristoro), Cesena, Settecrociari, Bertinoro (ristoro in piazza), Forlimpopoli (caffè al Brn Village), Santa Maria Nuova, Mensa, Pisignano e ritorno a Cervia a partire dalle 14. Il percorso corto, invece, prevede una pedalata nella pineta di Classe fino al parco Primo Maggio, la visita al Villaggio delle Cicogne e il ritorno a Cervia sempre all’interno della pineta. Poco dopo le 15 si svolgeranno le premiazioni riguardanti sia le bici e gli abbigliamenti più eleganti che i gruppi più numerosi. Prevista anche l’assegnazione della Maglia Rosa a conclusione del Giro d’Italia d’epoca e del prestigioso ‘Dante oro’, opera in mosaico.
Dal 30 ottobre ogni mercoledì due ore di formazione a San Pietro in Vincoli riservate a 12 ragazzi e ragazze tra 14 e 20 anni: in cattedra ci sarà il duo Amhardcore che ha creato Nott Longa. Iniziativa di Rete Almagià
Come nasce un videogioco e come crearne uno? La figura del game designer sarà al centro di una serie di sei incontri gratuiti curati da Rete Almagià di Ravenna e guidati dal duo Amhardcore, alias Luisa Maria Mengolini e Michele Malpezzi, all’ufficio Decentrato di via Pistocchi 41 a San Pietro in Vincoli dalle 16 alle 18 tutti i mercoledì dal 30 ottobre al 18 dicembre (Informazioni e iscrizioni entro il 29 ottobre al 3391583071 oppure a presidente@retealmagia.org). Rete Almagià è nata nel 2004 dall’unione di un gruppo di associazioni culturali di Ravenna attive nello scouting, nella ricerca e nella sperimentazione artistica rivolte in particolare ai più giovani. Rete Almagià prosegue le sperimentazioni per promuovere, valorizzare e includere la creatività, la curiosità e il talento di giovani e giovanissimi del territorio.
Dopo la fortunata esperienza del corso 2023 di game design, ritorna anche quest’anno il workshop dedicato al game design, per chi non è riuscito a frequentarlo o per chi vuole approfondire i temi già incontrati negli incontri precedenti. Gli obiettivi del laboratorio, riservato a un massimo di dodici ragazze e ragazzi dai 14 ai 20 anni e in partenza il 30 ottobre, sono lo sviluppo di competenze creative, relazionali e di problem solving per l’ideazione di un progetto videoludico. Fondamentali sono anche l’analisi e gli esercizi di pensiero critico per instaurare una relazione attiva invece che passiva con il videogioco e, infine, l’ introduzione al pensiero computazionale e alla programmazione in Construct.
A condurre il corso sono i giovani creativi Luisa Maria Mengolini e Michele Malpezzi, noti come Amhardcore, il duo creatore di Nott Longa, l’indiegame in vendita su Steam e Play Store e nato all’interno del percorso relativo alle Industrie Culturali e Creative Almagià Creative Hub, premiato al bando nazionale Anci Sinergie 2021. Il corso tocca le fasi del processo di sviluppo di un videogioco, dal momento della progettazione e ideazione, al disegno di grafiche in pixel art, fino alla programmazione con il software Construct.
I partecipanti e le partecipanti sono coinvolti in un processo logico-creativo per imparare a organizzare le loro idee, avvicinarsi a nuove tecniche digitali fino a raggiungere l’obiettivo finale: progettare un prototipo di videogioco. Partendo dallo storytelling e dai fondamenti di game design, ideando una storia o un meccanismo di gioco e ragionando criticamente su giochi esistenti, si sviluppa un percorso formativo ad ampio spettro, con momenti sia in collaborazione sia in autonomia, sempre coltivando una condivisione di conoscenze e un mutuo scambio di idee. Il percorso si accorda alle capacità, e agli interessi di ogni partecipante, attraverso una metodologia one to one, cooperativa e non giudicante.
Ingresso gratuito il 26 e 27 ottobre all’ex convento di San Francesco per una mostra di creazioni e mercatino di manga e videogame
I famosi mattoncini Lego tornano a Bagnacavallo con un weekend aperto a tutti: una mostra di opere realizzate e iniziative di intrattenimento per tutti. Sabato 26 ottobre dalle 14 alle 20 e domenica 27 ottobre dalle 10 alle 19 all’ex convento di San Francesco in via Cadorna 10 si terra l’evento “Mattoncini al convento” (ingresso gratuito). Ci saranno stand di illustratori e collezionisti e vendita di fumetti, manga e videogiochi. Sarà possibile inoltre costruire mosaici con i mattoncini. Organizzano Circolo 22 e Albergo Antico Convento San Francesco con il patrocinio del Comune.