sabato
19 Luglio 2025

Ecco l’elenco dei velox fissi in provincia di Ravenna, sono quasi 40

In provincia di Ravenna sono presenti quasi 40 postazioni con velox fissi in funzione h24 per il controllo della velocità, in un anno staccano circa 300mila verbali per diversi milioni di euro di incasso per le amministrazioni pubbliche

Nel territorio della provincia di Ravenna sono presenti quasi 40 velox fissi (dove il rilevamento è in entrambe le direzioni ne abbiamo conteggiati due) che in totale staccano circa 300mila multe all’anno. Il dato delle postazioni è aggiornato a oggi, 28 gennaio.

Al momento due non sono operativi dopo che sono stati abbattuti di notte da mani ignote, probabili gesti di emulazione del fenomeno “Fleximan” che sta colpendo nel nord Italia. Le autorità hanno già comunicato che gli apparecchi danneggiati verranno ripristinati.

Gli apparecchi sono gestiti dalle polizie locali: quella provinciale ne controlla 14 e gli altri 21 sono distribuiti tra le polizie locali comunali. Su 18 comuni in provincia, dieci sono quelli senza velox.

Il Codice della Strada prevede, per l’infrazione al limite di velocità, sanzioni differenziate che vanno dai 42 euro per superamento del limite di non oltre 10 chilometri fino agli 845 euro nel caso di superamento di oltre 60 chilometri del limite fissato. In base al tipo di infrazione e alla velocità rilevata, è inoltre prevista la decurtazione da 3 a 10 punti dalla patente oltre alla sua sospensione che, in certi casi, può arrivare a 12 mesi. Le cifre indicate sono il minimo previsto dalle norme per le varie fasce di infrazione.

Dove sono i velox fissi in provincia di Ravenna?

Alfonsine (2 postazioni):

  • nella frazione di Villa Pianta sulla strada statale 16 Adriatica, nel tratto tra il km 124+550 e 124+630 nei pressi dello svincolo per Voltana (sp 39), per entrambe le corsie di marcia.

Bagnacavallo (3):

  • strada provinciale 253 San Vitale nel tratto tra il ponte sul fiume Senio e via Paradosso per entrambe le corsie di marcia;
  • nella frazione di Villa Prati sulla strada provinciale 8 Naviglio, all’altezza del km 16+090, per la corsia di marcia in direzione di Alfonsine.

Castel Bolognese (3):

  • strada provinciale 306 Casolana in direzione Riolo nei pressi dell’incrocio con la strada provinciale Girona Biancanigo;
  • strada provinciale 306 Casolana all’altezza dell’incrocio per Tebano per la corsia di marcia in direzione di Castel Bolognese;
  • nella frazione di Borello sulla strada provinciale 47 nei pressi dell’incrocio con via Rio Sanguinario e via Paoline Lesina per i veicoli in viaggio verso Bagnara (abbattuto).

Cervia (3):

  • nella frazione di Tantlòn sulla strada provinciale 254 Salara, all’altezza del km 20+460, per la corsia di marcia in direzione nord;
  • statale 16 Adriatica nei pressi dell’incrocio con via Di Vittorio, noto anche come incrocio della Madonna del pino, per entrambe le corsie di marcia.

Cotignola (3):

  • strada provinciale 31 Madonna di Genova, all’altezza del km 2+070, in direzione Barbiano-Cotignola;
  • strada provinciale 7 via Corriera a Barbiano in prossimità del civico 32 per entrambi i sensi di marcia.

Faenza (6):

  • viale Assirelli, la circonvallazione di Faenza: sul lato con direzione Forlì poco prima dello svincolo per Santa Lucia (abbattuto), sul lato con direzione Bologna in corrispondenza del cavalcavia di via Ballardini;
  • per entrambe le direzioni di marcia della Ravegnana all’altezza del ponte dell’autostrada;
  • strada provinciale 8 nei pressi di Granarolo all’altezza dell’incrocio con via Monte Sant’Andrea per chi viaggia verso Faenza;
  • strada provinciale 8 nei pressi di Granarolo all’altezza dell’incrocio con via Cabrona per chi viaggia verso Bagnacavallo;

Lugo (7):

  • nella frazione di Villa San Martino sulla strada provinciale 21 “Delle Ripe Bagnara” con direzione Villa San Martino;
  • sulla strada provinciale 14 Quarantola, nei pressi dell’incrocio con via Bizzuno, in entrambe le direzioni di marcia;
  • nella frazione di San Bernardino sulla strada provinciale 13 Bastia, al chilometro 9+404 nei pressi dell’incrocio con la provinciale 17, per i mezzi in transito con direzione Sant’Agata sul Santerno;
  • nella frazione di San Bernardino sulla strada provinciale 13 Bastia tra lo svincolo di Santa Maria in Fabriago e quello di San Bernardino, in prossimità dell’intersezione con via Bordocchio per chi viaggia verso Lavezzola;
  • su via Sant’Andrea, nei pressi dell’incrocio con via Tomba, su entrambi i lati.

Ravenna (12):

  • nel centro abitato in via Bellucci all’altezza del supermercato Famila per i veicoli in direzione della città (il viale nel verso opposto prende il nome di via Destra Canale Molinetto);
  • nella frazione di Mezzano su via Reale nei pressi dell’istituto scolastico per entrambe le corsie di marcia;
  • nella frazione di Fosso Ghiaia sulla strada statale 16 Adriatica per la corsia con senso di marcia verso nord;
  • nella località Mirabilandia sulla strada provinciale 101 Standiana per la corsia di marcia verso via Dismano;
  • nella frazione di Coccolia sulla strada statale 67 Ravegnana al km 201+500 prima dell’ingresso nel centro abitato poco prima del Molino Spadoni per i veicoli in viaggio verso Forlì;
  • a Castiglione sulla strada provinciale Bagnolo-Salara (km 15+940) per chi viaggia verso Forlì e Cesena;
  • nella frazione di Osteria sulla provinciale 118 Dismano per la corsia con direzione da Ravenna verso Cesena (abbattuto);
  • nella frazione di Borgo Faina sulla strada provinciale 118 Dismano con direzione di marcia da Cesena verso Ravenna;
  • nella frazione di San Michele sulla statale 253 San Vitale: all’altezza dell’incrocio con via Monaldina per chi viaggia verso Russi e all’altezza dell’incrocio con via Braccesca per chi viaggia verso Fornace Zarattini;
  • nella frazione di Sant’Alberto sulla strada provinciale 24 “Conventello, Argine sinistro Lamone abbandonato, Savarna, Mandriole, Casalborsetti”, al km 11+925 nei pressi dell’incrocio con via Guerrini, per chi viaggia verso la statale Adriatica.

Comuni senza velox:

  • Non sono presenti postazioni fisse in dieci comuni della provincia: Bagnara, Brisighella, Casola Valsenio, Conselice, Fusignano, Massa Lombarda, Riolo, Russi, Sant’Agata, Solarolo.

Un agricoltore alluvionato fa ricorso contro il Comune e chiede 460mila euro

Un imprenditore ritiene che una barriera alzata dai tecnici comunali abbia impedito all’acqua di defluire e prolungato la presenza dell’acqua sui campi

Alluvione
Foto di repertorio

Un imprenditore agricolo di Faenza ha presentato un ricorso al Tar di Bologna contro il Comune e chiede un risarcimento di 460mila euro per danni subiti dalla seconda alluvione di maggio ai suoi campi in via Cimatti, dopo la curva per Santa Lucia e a pochi passi dall’argine del Marzeno. La notizia è riportata dal Corriere Romagna in edicola oggi, 28 gennaio, con un articolo firmato da Michele Donati.

Secondo il quotidiano locale, l’argomento del ricorso sarebbe un’ordinanza del sindaco del 16 maggio scorso. I tecnici comunali avevano realizzato una barriera alta un paio di metri su una porzione privata di terreno a ridosso dell’argine dopo le criticità della prima alluvione. L’ordinanza vietava la distruzione del manufatto e l’accesso ai campi ma l’opera si rivelò poi inutile ma a causa di quella barriera l’acqua fuoriuscita dal fiume stazionò nei suoi terreni, prolungando i tempi del deflusso e di fatto condannando a morte le piante.

Operazione antidroga: due arrestati e sequestrati di 20 kg di hashish e 40mila euro

A San Bartolo l’epilogo di un’indagine condotta dai carabinieri che sono entrati in azione dopo l’incontro fra due uomini nell’abitazione di uno di loro

Carabinieri Notte SpaccataUn’operazione antidroga condotta dai carabinieri di Ravenna si è conclusa nella serata di venerdì, 26 gennaio, con due arresti e il sequestro di 20 kg di hashish e circa 40mila euro in contanti. L’epilogo è avvenuto a San Bartolo, frazione alle porte della città, dove due uomini si sono incontrati per lo scambio della droga. Uno dei due è andato a casa dell’altro e in seguito sono entrati in azione i militari che hanno dovuto ingaggiare un inseguimento in auto per bloccare il tentativo di fuga. In manette Francesco Panzavolta, 46enne, e Daniele Castellani, 52. Nella mattinata di domani, 29 gennaio, si terrà l’udienza di convalida. La notizia è riportata da Corriere Romagna e Resto del Carlino.

Limite a 30 orari, gli ambientalisti: «Servono disincentivi all’uso dell’auto»

L’intervento del comitato ravennate di “Per il clima – Fuori dal fossile” nel dibattito del momento: «Servirebbe un trasporto pubblico più capillare e integrato»

Zone 30 In La Malagueta (Málaga, Spain) 02«Abbiamo la sensazione che la scelta di “città30” da parte del Comune di Bologna, sia un po’ il “contentino” alla parte più sensibile della popolazione nei temi ecologici, per far ingoiare l’altra scelta, questa sì scellerata e devastante, cioè la costruzione del “Passante di mezzo”, un’opera autostradale che passerà praticamente in mezzo alla città e farà aumentare il traffico di venticinquemila auto al giorno, con tutte le dimostrate conseguenze sulla qualità dell’aria, gli innumerevoli abbattimenti di alberi, il consumo ulteriore di suolo e la salute delle persone». A dichiararlo è il comitato ravennate di “Per il clima – Fuori dal fossile”, a cui abbiamo chiesto un commento sul tema, e che allo stesso tempo attacca il sindaco Michele de Pascale per avere di fatto già chiuso il discorso, dichiarando che la città non seguirà l’esempio di Bologna.

«D’altronde già oggi a Ravenna troppo spesso lo stesso limite dei 50 km/h non viene rispettato – continua la nota degli ambientalisti -, anche in zone altamente a rischio. Quindi la posizione del sindaco ci amareggia, anche se non ci sorprende affatto. Avremmo apprezzato molto di più se avesse manifestato l’intenzione di aprire una vera e approfondita discussione con la cittadinanza per costruire in maniera partecipata un vero piano di riconversione della mobilità nel suo complesso, inclusa un’azione educativa capillare e permanente». Sulla stessa linea anche l’associazione Ravenna in Comune, che chiede di aprire un dibattito partecipato in città.

«Ravenna – continua poi il coordinamento ravennate di “Fuori dal fossile” – avrebbe bisogno innanzi tutto di un trasporto pubblico molto, ma molto più efficiente, capillare e integrato, avrebbe bisogno di creare disincentivi all’uso dell’auto privata parallelamente ad incentivi a lasciarla in garage, optando per altre soluzioni (compresa la mobilità ciclistica, che da noi avrebbe il vantaggio di possedere già una certa tradizione). In ogni caso, per chi vede nella progressiva e massiccia riduzione dell’utilizzo delle fonti fossili la via maestra per contrastare non solo il cambiamento climatico in sé, ma anche tutto l’inquinamento di prossimità e le sue conseguenze sociali, incluso l’impatto sanitario e l’incidentalità stradale, il tema della profonda trasformazione del trasporto è un settore dove non è possibile lasciare tutto come sta. E anche l’ipotesi di “città 30”, in questo senso, può avere un suo ruolo, quanto meno non va liquidata come invece si tende a fare».

La sezione ravennate della Fiab, la Federazione italiana ambiente e bicicletta, è sostenitrice del progetto “Città 30” appena avviato a Bologna: «Si tratta di un modello sempre più comune tra le città europee grandi e medie, dalla Germania alla Spagna. Anche Olbia, città amministrata da un sindaco di colore politico opposto a quello di Bologna, è città 30 già da giugno 2021. Nelle città si concentrano il 73% degli incidenti e il 44% delle vittime (contro il 32% in Europa). Chi dice che c’è poca differenza tra un impatto a 50 o 30 all’ora non sa (o non vuol sapere) che la mortalità in caso di incidente passa da oltre il 50% nel primo caso a meno del 10% nel secondo. L’introduzione delle Città 30 dimezza il numero dei morti stradali (da uno studio condotto a Londra 1986-2006). In Italia ciò equivale a risparmiare 5 miliardi di euro annui di danno sociale».

Controlli in zona stazione: la polizia chiude un bar e arresta uno spacciatore

Un provvedimento di chiusura per 15 giorni di un bar perché frequentato abitualmente da clienti con precedenti, un arresto e una denuncia per spaccio di droga e il sequestro di 130 grammi di hashish. È il bilancio dell’attività della polizia nella zona stazione a Ravenna nel corso degli ultimi giorni.

Proseguono infatti i servizi straordinari di vigilanza e controllo predisposti dal questore Lucio Pennella nel quartiere che comprende viale Farini e giardini Speyer con equipaggi delle Volanti, pattuglie del reparto prevenzione crimine di Bologna e la squadra mobile.

La squadra mobile ha arrestato un uomo che aveva ceduto droga a un cliente. Le Volanti hanno individuato e denunciato un’altra persona per detenzione di droga a fini di spaccio. In totale sequestrati 130 grammi di hashish.

I controlli al bar Pachamama Cafè di viale Alberoni, nei pressi del passaggio a livello, hanno riscontrato la costante e assidua presenza di avventori con numerosi precedenti di polizia e penali per reati contro la persona, il patrimonio, per sostanze stupefacenti e ubriachezza molesta. Secondo la questura questo costituiva un motivo di allarme sociale e così è stata disposta la chiusura dell’esercizio per 15 giorni a partire da oggi, 26 gennaio.

La protezione civile ha un furgone nuovo grazie all’aiuto delle profumerie Sabbioni

L’azienda ha contribuito con 30mila euro all’acquisto di un veicolo, come aiuto a chi si è impegnato nell’emergenza dell’alluvione

422885765 1100383087821685 4064342194393217639 NLa nota catena di profumerie Sabbioni ha fatto una donazione da 30mila euro a favore dell’associazione di protezione civile Mistral di Ravenna, come gesto di sostegno per l’attività svolta durante l’alluvione di maggio, per contribuire all’acquisto di un furgone insieme all’azienda Benelli. La consegna del mezzo è avvenuta stamani, 27 gennaio, nello stabilimento di Sabbioni a Fornace Zarattini alla presenza del sindaco Michele de Pascale e del prefetto Castrese De Rosa.

L’azienda Sabbioni è nata 71 anni fa e oggi conta 21 punti vendita nel territorio, a testimonianza di un radicamento consolidato: la donazione vuole essere proprio un sostegno al territorio colpito dal disastro alluvionale, tenendo conto anche della sorte che ha risparmiato lo stabilimento di via Monsignor Fabbri.

Il prefetto ha colto l’occasione per esprimere apprezzamento a donatori e volontari: «Un connubio imprescindibile per fronteggiare con mezzi moderni le tante emergenze. Bravi e grazie per il loro sostegno al direttore generale Maurizio, ai giovani imprenditori Matteo e Giulia che fanno di questa azienda romagnola una bella realtà del territorio nel settore della profumeria».

 

Causò un incidente con una inversione a U e fuggì, pirata rintracciato e multato

La polizia locale ha usato le telecamere della zona nei dintorni dello svincolo tra viale Assirelli e via Volta e ha individuato il conducente della Citroen Picasso

AutoSinistro14.1.024La polizia locale di Faenza è riuscita a individuare l’autovettura che il 14 gennaio ha causato un incidente sulla circonvallazione della città e poi si è data alla fuga. Il conducente è stato sanzionato per alcune centinaia di euro per l’inversione, il superamento della doppia linea continua e l’omesso scambio di generalità. Sono stati decurtati anche 6 punti dalla patente e la segnalazione verrà trasmessa alla procura.

L’episodio era avvenuto domenica 14 gennaio, verso le 13. Una Mercedes guidata da un 38enne di Lugo procedeva sulla circonvallazione via Assirelli con direzione di marcia Forlì-Bologna quando, all’altezza dello svincolo su via Volta, la sua traiettoria veniva tagliata bruscamente, da sinistra verso destra, da un’autovettura.

Il conducente del Mercedes, per evitare il violento impatto, sterzava repentinamente alla sua destra urtando  contro il cordolo presente e riportando alcune migliaia di euro di danni al mezzo.  Al fatto assisteva un amico del conducente lughese, che seguiva con la stessa direzione di marcia, ma nessuno dei due riusciva ad identificare la marca del mezzo e né tanto meno ad annotare il numero di targa. L’uomo aveva poi lanciato appelli attraverso le pagine social senza però avere alcun tipo di riscontro sull’autore dell’inversione.

Nonostante i pochissimi elementi in mano, anche grazie ai filmati di videosorveglianza e ai varchi elettronici di lettura targhe dislocati sul territorio, l’auto è stata rintracciata dal personale del Nucleo Infortunistica Stradale. Una Citroen C3 Picasso condotta da un 45enne faentino il quale, con opposto senso di marcia, che aveva attraversato trasversalmente la carreggiata, oltrepassando la doppia linea continua presente ed effettuando una brusca inversione di marcia per svoltare su via Volta.

Davano farmaci senza un’infermiera: nei guai padre e figlia gestori di un ospizio

I due avevano comunicato al Comune l’assunzione di una coordinatrice e infermiera ma non era presente al momento delle ispezioni

Foto 2Una comunità alloggio per anziani nel comune di Ravenna faceva svolgere l’attività infermieristica al suo interno – con la preparazione e la somministrazione dei farmaci per gli ospiti – a una lavoratrice che non aveva l’abilitazione da infermiera rilasciata dallo Stato sebbene avesse comunicato il contrario al Comune per ottenere l’aggiornamento dell’autorizzazione all’attività. È la contestazione mossa dalla polizia locale al termine di un’attività di indagine cominciata all’inizio del 2023.

Sotto la direzione della procura della Repubblica, la polizia locale ha svolto accertamenti sull’ospizio privato i cui gestori – un 64enne originario della provincia di Foggia, amministratore di fatto e la figlia 23enne, legale rappresentante – sono ritenuti corresponsabili dell’esercizio abusivo dell’attività infermieristica, fatta svolgere ad una loro dipendente (una signora di 57 anni), priva della speciale abilitazione.

Dalle verifiche è inoltre emersa la presunta falsità di una comunicazione certificata avanzata nel 2020, diretta al Comune di Ravenna e volta ad ottenere l’aggiornamento dell’autorizzazione al funzionamento della comunità, nel contesto della quale si dichiarava di aver assunto una nuova coordinatrice nonché infermiera, risultata invece assente all’atto delle ispezioni.

 

Il Psi incontra Zannoni (Pd): si va verso il sostegno nella corsa a sindaca

I socialisti e la candidata dem sono allineati per evitare che il governo locale passi al centrodestra

Incontro PSI ZannoniLa candidata sindaca scelta dal Pd per Lugo, Elena Zannoni, ha incontrato i vertici locali del Psi e sembra delinearsi una strada che porterà a un’alleanza. «Apprezzando l’attenzione dimostrata da Zannoni – sono le parole prese da un comunicato dei socialisti – siamo disponibili a partecipare ai prossimi incontri con spirito propositivo e costruttivo».

L’incontro è avvenuto ieri, 26 gennaio. Per il Psi di Lugo c’erano Filippo Barbieri, Danilo Olivieri e Pierdomenico Lonzi, segretario provinciale: «L’invito partito da Zannoni, ad oggi esponente della formazione politica più rilevante nel panorama politico locale, è stato favorevolmente accolto per verificare le intenzioni e i progetti».

Secondo il Psi c’è una comune volontà di evitare che la prossima amministrazione comunale possa essere guidata da esponenti del centrodestra: «D’altro canto noi socialisti abbiamo anche evidenziato come, nella passata legislatura, non siano mancati elementi di scarsa condivisione con la giunta locale. La candidata ha mostrato la sua volontà nel ricomporre, con le formazioni politiche che la sosterranno, un rapporto di leale collaborazione attraverso la definizione di un programma di legislatura formulato e condiviso».

Picchia la moglie e poi si fa male da solo per incolpare la donna: 46enne arrestato

I carabinieri hanno ricostruito i sei mesi di violenze di un uomo che era arrivato a mettere un Gps sull’auto della compagna e la minacciava di morte se lei lo avesse lasciato

Auto+ccDopo aver picchiato la moglie si è colpito più volte con una lampada di vetro per dichiarare di essere stato aggredito dalla donna nel tentativo di alleggerire la sua posizione agli occhi degli inquirenti. È un episodio ricostruito dai carabinieri nei sei mesi di indagini su un 46enne italiano residente a Russi che ora è stato arrestato, su ordinanza di custodia cautelare in carcere, per maltrattamenti in famiglia, minacce e lesioni personali. Le indagini sono state complesse per il timore della donna nel raccontare tutti gli episodi subiti.

A partire dallo scorso giugno l’uomo ha cominciato ad aggredire verbalmente e fisicamente la compagna arrivando fino a picchiarla davanti alle figlie minorenni, con minacce di morte nel caso lei lo avesse lasciato e un costante monitoraggio degli spostamenti della donna tramite l’installazione di un Gps all’interno della sua vettura.

«Visitare Auschwitz è vitale per dare forma a storie e numeri dell’olocausto»

Una classe quinta del liceo Alighieri di Ravenna è stata invitata dal ministero dell’Istruzione per un viaggio nei luoghi della Shoah. La testimonianza di uno studente: «Una domanda resta senza risposta: perché?»

Pubblichiamo la testimonianza di uno studente del liceo Dante Alighieri di Ravenna che ha partecipato all’edizione 2024 del “Viaggio della Memoria” e che ha fatto parte anche della delegazione di ragazzi e ragazze che ieri, 26 gennaio, sono stati accolti al Quirinale dal presidente della Repubblica.

Ernesto Moia Studente Tg2Lo chiamano il viaggio della memoria e di sicuro per tutti noi che abbiamo partecipato resterà un ricordo indelebile. Tra il 21 e il 22 gennaio la nostra classe, la 5AES del liceo economico-sociale dell’istituto Dante Alighieri di Ravenna, è stata in visita a Cracovia e ai campi di lavoro e sterminio Auschwitz-Birkenau.

Siamo stati invitati dal ministero dell’Istruzione a partecipare all’iniziativa dopo essere stati selezionati, insieme ad altre quattro classi in Italia, per un concorso che prevedeva la realizzazione di un video da cinque minuti sulla Shoah e sulla memoria dell’olocausto (è visibile in fondo alla pagina). Ad accompagnarci le professoresse Enrica Brina (a cui dobbiamo la partecipazione) e Antonella Battaglia. Il viaggio è stato inoltre seguito da diversi telegiornali come Tg1, Tg2, Sky e Rainews. Alla sinagoga a Cracovia e ad Auschwitz era con noi anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.

Il viaggio è iniziato con Cracovia, la passeggiata guidata attraverso stare miasto (la città vecchia), la visita delle sue piazze più celebri e le (parecchie) chiese di varie epoche, cattoliche e protestanti. Una città che mi ha ricordato Praga come struttura, colorata, con i tram e molto verde, ma meno americana, senza Kfc, Starbucks o Nike in piazza centrale. Poi il ghetto ebraico, grande quasi quanto il centro. Siamo partiti dalla piazza delle 70 sedie, a rappresentare gli eroi del ghetto, con storie di oppressione, deportazione e morte.

Un dato mi ha affascinato molto, tra quelli enunciati dal professor Andrea Bienati, nostra guida per tutto il viaggio: nel ghetto si pubblicavano 35 quotidiani. Il giornalismo come resistenza. Attraverso il percorso che ha toccato tutti i punti più importanti ho avuto modo di poter seriamente capire cosa avevo letto nei libri o visto nei film, e secondo me è questo lo scopo principale del viaggio, completare la memoria, solidificarla e far sì che rimanga.

Il mattino seguente, 22 gennaio, siamo partiti presto, direzione Oswiecim, il nome polacco della cittadina che, nei suoi pressi, ha ospitato la costruzione del campo di lavoro e sterminio Auschwitz-Birkenau.

La visita comincia a Birkenau, si entra passando sotto la celebre torretta di controllo dove arrivavano i binari con i treni che trainavano carri bestiame. Il campo è grande quasi due km quadrati e la struttura è semplicemente perfetta, di un’efficienza terrificante, i binari che arrivano nel mezzo del campo e i detenuti che scendono e si dirigono verso la selva di baracche. Si capisce perfettamente come sia stato possibile costruirne così tanti e in così poco tempo, di campi, che si compongono di decine e decine, se non centinaia, di piccoli edici di mattone cotto con impalcature di legno al loro interno; i forni e le camere a Zyklon B erano strutture prefabbricate da aziende esterne a cui il Reich appaltava i contratti edili. Non ci sono impianti elettrici, idrici o per il metano.

La sensazione non appena si varca quel cancello è indescrivibile. Disorientamento, angoscia, rimpicciolimento, agorafobia sono alcune parole che mi aiutano ad inquadrare vagamente ciò che si prova. In un istante anni di numeri e dati imparati a memoria, a volte senza nemmeno distinguere il campo di lavoro da quello di sterminio: ad Auschwitz sono morte più di un milione di persone, Auschwitz è grande 1,7 km quadrati, Auschwitz è arrivato ad avere contemporaneamente centomila deportati. Numeri che ti travolgono e così capisci realmente di cosa si sta parlando, di quali dimensioni si sta parlando, ed è semplicemente straziante.

Durante la visita faceva un gran freddo, la neve e il ghiaccio sotto i piedi scricchiolavano sonoramente e il vento era molto pesante. Noi eravamo vestiti con pesanti giubbotti, abbigliamento termico e scarpe in Goretex, ma cosa doveva aver provato chi quel campo lo percorreva con addosso vesti stracciate e scarpe forate.

La visita è proseguita dopo pranzo ad Auschwitz, il campo di lavoro e concentramento. Le dimensioni erano ridotte e le strutture e i dormitori più complessi delle baracche di Birkenau, la celebre insegna Arbeit macht frei ormai non necessita più di traduzioni o spiegazioni.

Lo shock qui è all’interno. Entrando nei dormitori quantità immense di scarpe, pentole, valigie, protesi, capelli, nell’ordine delle tonnellate. Sono stati anche riprodotti alcuni disegni dei bambini deportati sui muri, un treno, una pentola come forziere del tesoro, un campo di margherite, una serie di graziose casette disposte in file ordinate con a fianco dei binari.

Mentirei se dicessi che non ero molto provato alla fine. Ma mentirei anche se dicessi che non è, soprattutto per la mia generazione e per il momento storico che stiamo vivendo con guerre che si consumano una dopo l’altra, vitale vedere questi posti, vedere cosa è stato, dare forma alle storie e ai numeri che si sono sentiti raccontare. Una sola domanda rimane senza risposta dopo questo viaggio: perché?

Ernesto Moia, studente del liceo Alighieri di Ravenna

Abbattuto un altro velox in provincia di Ravenna, questa volta a Castel Bolognese

Tagliato il palo della telecamera sulla provinciale 47 a Borello. Il sindaco: «Sarà ripristinato al più presto»

421746985 707433284850540 8535325173138572945 NUn altro velox fisso è stato abbattuto in provincia di Ravenna. Nella notte tra il 26 e il 27 gennaio è stato tagliato il palo che sorregge l’apparecchio a Borello, frazione del comune di Castel Bolognese, sulla provinciale 47 nei pressi dell’incrocio con via Rio Sanguinario e via Paoline Lesina. La notte precedente era toccato al velox sulla provinciale 118 Dismano nella frazione di Osteria nel comune di Ravenna. In entrambi i casi la stessa tecnica: un taglio netto alla base del palo, quasi certamente con un flessibile, e velox ko steso a terra.

Sembra quindi moltiplicarsi l’emulazione di Fleximan, il nome che i media hanno utilizzato per individuare il presunto autore di questi gesti che nel nord Italia si stanno ripetendo già da diverse settimane. In Veneto in otto mesi sono stati distrutti 15 dispositivi. Ci sono stati casi anche in Lombardia e Puglia. In Piemonte una persona è stata identificata e denunciata perché ritenuta responsabile di due abbattimenti.

Il sindaco di Castel Bolognese, Luca Della Godenza, ha fatto sapere di aver presentato denuncia e di condannare il gesto: «Il posizionamento del velox sulla via Borello è necessario al raggiungimento dell’obiettivo di rispetto dei limiti di velocità quindi di sicurezza stradale, pertanto sarà ripristinato al più presto». Stessa cosa verrà fatta a Osteria. Anche il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, aveva criticato l’azione dell’ignoto.

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