lunedì
15 Settembre 2025

Due settimane di riasfaltature: disagi al traffico in via San Gaetanino

Dal 15 aprile, anche in via Faentina

SangaetaninoDa lunedì 15 aprile, a Ravenna, saranno in programma lavori di riasfaltatura in alcuni tratti delle vie San Gaetanino e Faentina, quest’ultima tra l’incrocio con la via Canalazzo e la rotonda Spagna.

I lavori avranno una durata di circa due settimane e non si prevedono chiusure al transito, ma solo restringimenti di carreggiata in corrispondenza dei tratti dove saranno in esecuzione le operazioni di riasfaltura, che potrebbero provocare alcuni disagi alla circolazione, in particolare su via San Gaetanino, che non ha molte alternative e già registra in alcune fasce orarie della giornata lunghe code.

Un questionario anonimo online per valutare i servizi digitali del Comune di Ravenna

L’amministrazione comunale di Ravenna vuole conoscere frequenza e modalità di accesso, quali servizi sono più richiesti e il livello di soddisfazione

keyboardFino al 3 maggio 2024 i cittadini del comune di Ravenna possono partecipare al sondaggio online ideato dal Comune per sondare l’esperienza nella fruizione dei servizi digitali erogati dall’amministrazione comunale. È possibile partecipare compilando un breve questionario a questo link.

La finalità è quella di conoscere la frequenza e le modalità di accesso, quali servizi sono maggiormente utilizzati, il livello di soddisfazione, i punti di forza e i limiti dei servizi offerti e le proposte di miglioramento degli utenti stessi, per arrivare a progettare insieme servizi e politiche di innovazione che rispondano a esigenze concrete e realmente sentite dai cittadini.

Si tratta dunque di un momento di ascolto e condivisione per migliorare l’efficacia e l’efficienza dei servizi, poiché la digitalizzazione degli enti pubblici e l’erogazione di servizi digitali a misura di utente rivestono oggi sempre maggiore importanza, anche alla luce delle misure previste dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) per incentivare e supportare la transizione al digitale di Comuni e pubbliche amministrazioni locali.

Per la realizzazione del questionario, il Comune di Ravenna si avvale della collaborazione di FPA (ForumPA) e della partecipazione a ICity Club – L’osservatorio della trasformazione digitale urbana di Fpa, la community delle città digitali e innovatrici giunta alla terza edizione e quest’anno impegnata a riflettere sulla fase di attuazione delle misure per la digitalizzazione degli enti pubblici prevista dal Pnrr.

 

Il Centro per famiglie organizza incontri gratuiti sulla sessualità in adolescenza

L’iniziativa si chiama “Prove di volo”. Si comincia il 22 aprile a Lugo, poi a Conselice

Disagio Giovanile StudenteSono in partenza in Bassa Romagna una serie di incontri e laboratori di confronto per genitori sul tema dell’affettività e sessualità in adolescenza, promossi dal Centro per le famiglie dell’Unione dei Comuni in collaborazione con il consultorio familiare e la pediatria di comunità dell’Ausl Romagna. Il titolo del progetto è “Prove di volo”. Il primo incontro informativo si terrà lunedì 22 aprile alle 20.30 nella sede del Centro per le famiglie a Lugo, in viale Europa 128.

Si parlerà di sessualità responsabile: prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse, prevenzione delle infezioni da papilloma virus, contraccezione, quali sono e come accedere ai servizi sul territorio. Parteciperanno la responsabile della pediatria di comunità di Ravenna, Lugo e Faenza Anna Maria Magistà, e Sara Zagonari, direttrice dei consultori familiari di Ravenna, Lugo e Faenza.

Sono in seguito programmati tre momenti laboratoriali di confronto tra genitori, che si terranno a Conselice, al centro civico «Gino Pellegrini» in piazza Foresti. Gli appuntamenti, tutti con inizio alle 20.30, saranno nei martedì 7 (identità, corpo e «relazioni-social-in» adolescenza, 14 (parlare di sesso con figli; strumenti e stimoli di comunicazione) e 21 maggio (competenze affettive e sentimentali). Gli appuntamenti saranno condotti dalle ostetriche, dalla psicologa, dalle educatrici del Centro per le famiglie e da Michela Caponera del consultorio giovani.

La progettazione è rivolta prevalentemente alle famiglie, con momenti di confronto e coinvolgimento degli operatori che, a titolo diverso, lavorano e si occupano dei ragazzi. Il progetto mira a sostenere e promuovere il ruolo genitoriale aiutando gli adulti a riconoscere e valorizzare le competenze educative presenti in famiglia e ad acquisire nuove consapevolezze e strumenti utili alla relazione con i ragazzi.

Tutti gli appuntamenti sono a partecipazione gratuita con iscrizione obbligatoria; per informazioni e iscrizioni rivolgersi al Centro per le famiglie al 366 6156306 o 0545299397, oppure scrivere a centrofamiglie@unione.labassaromagna.it.

Lo sciopero in piazza a Ravenna – FOTO – Anche per la tragedia di Bargi

Cgil e Uil: «Non si può rimanere indifferenti ai numeri delle morti e degli incidenti sul lavoro»

La giornata di sciopero generale proclamata giovedì 11 aprile da Cgil e Uil è stata caratterizzata dal flash mob organizzato in piazza XX Settembre a Ravenna e da un’alta astensione dal lavoro di lavoratrici e lavoratori. Una piazza gremita ha manifestato in difesa della salute e della sicurezza del lavoro, contro la logica del massimo profitto, contro il lavoro precario e la pratica dei subappalti.

Lo sciopero sarebbe dovuto essere di 4 ore, ma in seguito alla tragedia nella centrale idroelettrica di Suviana, Cgil e Uil Emilia Romagna hanno esteso lo sciopero a tutti i settori economici (pubblici e privati) per l’intero turno di lavoro. Un’ennesima tragedia sul lavoro ha colpito l’Italia.

«Non si può rimanere indifferenti ai numeri delle morti e degli incidenti sul lavoro – spiegano Manuela Trancossi e Carlo Sama, segretari generali rispettivamente di Cgil e Uil della provincia di Ravenna –. Oggi il territorio della provincia di Ravenna ha risposto con una massiccia adesione allo sciopero e con una grande partecipazione al flash mob in piazza XX Settembre. Molte lavoratrici e lavoratori si sono astenuti dal lavoro. L’adesione ha raggiunto percentuali elevatissime in alcune importanti realtà produttive del territorio, tra cui Nespak, Gattelli Costruzioni, Tavola Amica Bassa Romagna, Vulcaflex, Romagna Finishing. Questo significa che le persone chiedono una svolta. Oggi siamo in piazza per un cambiamento e la mobilitazione proseguirà nei prossimi giorni. Cgil e Uil danno appuntamento a sabato 20 aprile per una grande manifestazione a Roma. Da Ravenna, come dal resto di Italia, andremo nella capitale per la salute e sicurezza, il diritto alla cura e la sanità pubblica, la riforma fiscale e la tutela dei salari».

In piazza anche il sindaco Michele de Pascale, che in qualità anche di presidente delle Province italiane aveva partecipato anche alla manifestazione a Bologna. «Non possiamo rimanere indifferenti rispetto alla tragedia accaduta a Bargi – ha commentato -. Ogni vita persa sul luogo di lavoro è un grido che non possiamo e non dobbiamo ignorare.  Bisogna fare di più, tutti insieme, perché la sicurezza sul lavoro non è una scelta, è un dovere a cui dobbiamo adempiere ogni giorno. Nel 1987 a Ravenna la Mecnavi, oggi a Bologna, praticamente ogni giorno in tutta Italia, nessuno deve mai pagare con la propria vita per un giorno di lavoro».

Gli Architetti: «Una torre Hamon va salvata, è una testimonianza storico-culturale»

L’Ordine professionale della provincia di Ravenna chiede di rivedere i piani che coinvolgono Eni e Autorità portuale per l’area ex Sarom e ricorda che il percorso di partecipazione cittadina voluto dal Comune per la darsena chiedeva proprio il recupero delle archeologie industriali

Passato, presente, nessun futuro

L’Ordine degli architetti della provincia di Ravenna entra nel dibattito pubblico locale nato con l’inizio della demolizione delle due torri Hamon nell’area dell’ex raffineria Sarom e chiede di conservarne almeno una – quella più a est non è stata ancora interessata dai lavori – perché «può ancora essere un’emergenza visiva di Ravenna e una testimonianza di valore storico-culturale degli anni dell’industrializzazione e in particolare dello sviluppo dell’industria petrolchimica nel secondo Dopoguerra». Come noto, l’abbattimento partito il 2 aprile è opera di Eni, proprietaria dell’area di 44 ettari che poi verrà ceduta per 6,4 milioni di euro all’Autorità portuale per farne un campo fotovoltaico di 25 ettari e, in un futuro non ancora calendarizzato, la viabilità per un nuovo ponte mobile sul canale Candiano.

A seguito dell’annuncio dell’abbattimento, dato dal sindaco il 27 marzo, diverse realtà cittadine nell’ambito della cultura e dell’architettura si sono mobilitate a difesa dei manufatti. E gli architetti si rammaricano che la notizia delle intenzioni di demolizione sia emersa solo poco prima che il cantiere fosse avviato: «Così si è impedita una necessaria riflessione pubblica sull’opportunità di agire».

La posizione espressa dall’Ordine a favore della conservazione chiama il Comune al rispetto delle sue stesse iniziative condotte in passato. L’intero comparto della darsena è stato oggetto, negli ultimi decenni, di molte riflessioni e proposte. Queste hanno portato nel 2011 a dare vita al processo partecipato chiamato “La Darsena che vorrei”, condotto dal Comune e dalla cooperativa Villaggio Globale, che coinvolse centinaia di persone. «La gente chiedeva uno sviluppo a vocazione pubblica tramite un sistema integrato e cooperante di luoghi e infrastrutture collegate al resto della città – sottolinea la vicepresidente dell’Ordine, Piera Nobili – per dare un nuovo senso e significato all’acqua, alle banchine, agli edifici di archeologia industriale e alle nuove attività lavorative e residenziali. Le indicazioni e gli interventi proposti dai partecipanti guardavano oltre al consueto concetto di città/territorio da consumare, ovvero oltre a uno spazio frazionato e semplicemente reso decoroso grazie ad alberature, fioriture e arredi».

Da quel percorso di partecipazione uscì la volontà di un recupero delle archeologie industriali, fra cui le torri Hamon e tutti quegli edifici che sono simbolo di una Ravenna che si industrializzò a partire dagli anni Cinquanta: «In quella occasione si avanzarono ipotesi di riutilizzo di tali strutture che il piano urbanistico generale (Pug) giacente da quasi due anni negli uffici comunali, ha prospettato di recuperare. Tant’è che l’Ordine, pur presentando nel 2022 diverse osservazioni al Pug, non è intervenuto su questo fronte in quanto ne condivideva appieno la prospettiva indicata».

Ecco perché, insieme alla salvaguardia di una torre, l’Ordine chiede che sia rivisto il progetto del parco solare per valutare possibili usi pubblici e privati ed evitare lo scenario di una manufatto lasciato isolato e inaccessibile al centro di una distesa di pannelli fotovoltaici. L’obiettivo verso cui tendere, se si volesse rispettare l’opionione della collettività emerso con il processo partecipativo, sarebbe quello di creare un sito che funzioni per l’intera comunità e al tempo stesso le consenta di essere viva: «Un progetto di rigenerazione urbana e sociale da leggere in modo unitario e che, necessariamente, deve avere una regia importante e capace di pilotare scelte politiche lungimiranti, così come è già accaduto in molte città europee».

Infine gli Architetti ricordano che anche la Soprintendenza per i beni culturali e paesaggistici nel 2013 assunse una posizione a favore della salvaguardia delle torri, sottolineandone la tipicità dello “skyline” e il “valore plastico” al punto da ritenerle adatte a diventare teatro di eventi artistici in connessione con il previsto Parco delle Arti. Da allora però la Soprintendeza non ha apposto vincoli di conservazione ai manufatti e non è stato possibile avere una dichiarazione dalla responsabile dell’ufficio Federica Gonzato.

Mannocchi: «Il giornalista neutrale non esiste, conta il rigore nelle verifiche»

Il 12 aprile a Lugo un incontro pubblico con la giornalista e inviata di guerra appena rientrata da Gaza che a breve partirà per l’Ucraina dove è già stata nel 2023. Lo stile dei reportage: «La parola “presunto” è molto importante. Nei conflitti recenti tanti si sentono titolati a dare opinioni»

Francesca MannocchiDa poche settimane è rientrata dalla Palestina, dove era stata diverse volte nei mesi precedenti; a fine aprile ha in programma di partire per l’Ucraina dove era stata la scorsa estate. Francesca Mannocchi racconta gli scenari di guerra più recenti da inviata per la trasmissione tv Piazzapulita e il quotidiano La Stampa e domani, 12 aprile, sarà a Lugo a un incontro pubblico organizzato dal Comune e rivista Pandora (qui maggiori info sulla due giorni).

Il titolo dell’incontro di Lugo è “La guerra infinita: il mondo tra vecchi e nuovi conflitti”. In cosa si differenziano le guerre esplose più di recente rispetto a quelle precedenti?
«Il primo aspetto che mi sembra significativo è la differenza di coinvolgimento e interesse dell’opinione pubblica. Prendo come esempio di riferimento lo scenario abbastanza recente di Sirte, Mosul e Raqqa. Nei mesi antecedenti alla liberazione delle tre capitali dell’Isis ci sono stati dei bombardamenti condotti dalla coalizione internazionale, su siti dove si presumeva la presenza di miliziani islamici, che hanno causato migliaia di vittime civili e si sono consumati crimini documentati analoghi a quelli in Ucraina ma la reazione dell’opinione pubblica è stata assai più timida e nessuno in Europa ha espresso indignazione».

Come si può spiegare?
«In due modi. Prima di tutto una somiglianza e una vicinanza: la guerra in Ucraina ha bussato alle porte dell’Europa occidentale e gli ucraini sono più simili a noi per stile di vita e abitudini. E in secondo luogo sta proseguendo un cambiamento in atto da qualche anno negli spazi mediatici: chiunque si è sentito titolato a dire la propria su un conflitto abbastanza complesso e questo ha generato spesso confusione ma anche semplicemente rumore di fondo nel migliore dei casi».

Dobbiamo considerarla una conseguenza inevitabile della maggiore accessibilità agli spazi di diffusione dei contenuti o c’è una scelta deliberata?
«Non credo sia qualcosa di voluto ma piuttosto una mala o superficiale gestione di strumenti che possono essere sia utilissimi e sia dannosissimi. Posso dire che già dalle guerre in Siria del 2017 per noi cronisti c’è una maggiore disponibilità di informazioni recuperabili tramite Twitter o Telegram, ma l’altra faccia della medaglia è il proliferare di chi si sente titolato a commentare e complottare in una contemporaneità in cui i giovani sono carenti di informazioni storiche e vengono sommersi da teorie non verificate».

La facilità di accesso a spazi di comunicazione con platee molto ampie consente anche a istituzioni e politici di scavalcare la mediazione dei giornali. Il lettore o spettatore può avere la tentazione di considerare superfluo il ruolo dei media e attingere direttamente alla fonte? 
«Può succedere. Per questo è quanto mai necessario che il nostro mestiere recuperi rigore e credibilità per sostanziare la differenza tra chi è sul posto, vede e interpreta i fatti perché ha studiato e si è posto dubbi sul racconto ufficiale delle parti. Ogni giorno dobbiamo ricordarci la funzione del nostro lavoro: informare dopo aver approfondito e verificato, raccogliere storie da luoghi dove i lettori non hanno accesso».

La grande quantità di informazioni recuperabili da molti canali e la facilità tecnologica delle comunicazioni fanno sì che un redattore alla scrivania possa sostituire un inviato sul campo che rischia di avere una visione parziale?
«La complessità di un luogo che si percepisce muovendosi sul posto non sarà mai recuperabile in altro modo, nessuna intervista telefonica può sostituire una intervista di persona: il racconto dei soldati, la percezione delle distanze, i ritorni negli stessi luoghi a distanza di tempo per vedere quanto e come sono cambiate la tattica e la strategia…».

Per muoversi sul campo l’inviato si avvale di collaboratori locali, spesso giornalisti, che in gergo si chiamano fixer. Quanto contano nel risultato finale?
«Incidono tantissimo e infatti dovremmo avere tutti più cura nel citarli perché dalla qualità del rapporto di fiducia con i colleghi sul campo dipende molto la qualità del nostro lavoro finale. Quando c’è di mezzo una differenza linguistica, è fondamentale che il modo in cui la domanda viene posta sia lo stesso in cui la porremmo noi. Per questo capita che in alcuni scenari si abbia a che fare per anni con lo stesso fixer e nascano amicizie e rapporti sinceri. In altri casi invece l’urgenza della partenza, come successe per l’Ucraina, costringe a fare le cose più in fretta. Ma alla fine ci si sceglie a vicenda».

La neutralità è un obiettivo cui tendere per il giornalismo?
«Un giornalista, così come qualunque individuo, non può essere neutrale rispetto a un evento, sarebbe quasi presuntuoso. Però il giornalista può e deve essere rigoroso e credibile: non significa non avere opinioni su quello che vedi, ma significa riportare il contraddittorio ed esprimere dubbi quando è impossibile verificare le informazioni. Chi legge un articolo non deve avere dubbi che tutto sia stato verificato, sia se la pensa come l’autore e sia se la pensa diversamente».

Il racconto dei fatti si basa sulle parole, la loro scelta è cruciale nel messaggio che si trasmette. Si è data delle regole?
«Il nostro vocabolario è ricco di parole non giudicanti e neutre per definire la realtà. Faccio un esempio. È evidente che scrivere “uccisi due terroristi” non è corretto se non si ha la certezza che quelle due persone siano effettivamente coinvolte in attività terroristiche. Ci sono due possibilità: si scrive presunti terroristi oppure si scrive che sono state uccise due persone e uno Stato ritiene fossero miliziani mentre chi controlla il territorio lo nega. Dovremmo fare ricorso più spesso a due formuline che sono consuetudine nella stampa anglosassone: la parola “presunto” e la dicitura “non è stato possibile verificare l’informazione in maniera indipendente”».

Che scelta ha fatto a proposito del dibattito sull’uso o meno del termine genocidio per i fatti di Gaza?
«Siccome abbiamo a cuore il valore del diritto internazionale siamo in attesa che una istituzione terza si pronunci. Questo non toglie che si possa parlare di presunte intenzioni genocidiarie o di stragi. Però sarebbe opportuno usare le parole giuste. Faccio un esempio da un contesto dove ho lavorato molto: ho sempre trovato urticante e fastidioso l’uso di lager per le strutture in Libia. Se si parla di centri di detenzione arbitraria di migranti rende già bene l’idea di cosa siano e quanto siano ingiuste le condizioni, senza bisogno di scomodare la peggiore stagione del Novecento. Perché il rischio è che poi si perda di vista che si tratta di prigioni gestite da mafie finanziate anche da noi»

Quanto va considerata coinvolta l’Italia nei conflitti più recenti?
«Siamo parte della Nato e dobbiamo ricordarci che ci siamo scelti degli alleati, questo incide. Per questo penso sia un momento prolifico per fare ragionamenti troppo a lungo trascurati: la difesa unica europea, politiche migratorie davvero comunitarie, l’unione degli sforzi di intelligence».

Essere donna complica il lavoro quando ci si trova in contesti dove la figura femminile gode di minore considerazione?
«Tendo a tenermi lontana dalle questioni di genere su questi temi. Personalmente solo una volta mi è capitato qualcosa di simile con una milizia salafita che non voleva donne al fronte. Piuttosto credo che una donna abbia un privilegio nei Paesi islamici perché si può arrivare al fronte ma anche nell’intimità di una casa dove invece un uomo non potrebbe andare».

Francesca Mannocchi è nata a Roma nel 1981. Giornalista, saggista e documentarista. Collabora da anni con testate nazionali e internazionali e con diverse televisioni. Si occupa principalmente di migrazioni, guerre e Medio Oriente e ha realizzato reportage da Iraq, Libia, Libano, Siria, Tunisia, Egitto, Afghanistan e Ucraina. Ha diretto, con il fotografo Alessio Romenzi, il documentario “Isis, Tomorrow” presentato alla 75esima Mostra internazionale del Cinema di Venezia. Tra le sue pubblicazioni: “Lo sguardo oltre il confine. Dall’Ucraina all’Afghanistan, i conflitti di oggi raccontati ai ragazzi”, “Bianco è il colore del danno”, “Libia” (con illustrazioni del fumettista ravennate Gianluca Costantini) e “Io Khaled vendo uomini e sono innocente”.

Un gruppo di volontari accudirà i volatili del parco Teodorico

Il Comune accetta la proposta di collaborazione dell’Oipa e pagherà solo il mangime (circa 50 euro al mese). Per i visitatori è vietato dare cibo a oche, anatre, germani e gallinelle

Ravenna Parco Teodorico Ph.condifesa RavennaI volatili che stazionano nei pressi degli specchi d’acqua del parco pubblico Teodorico a Ravenna sarà nutriti e accuditi a titolo gratuito da un gruppo di volontari dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa). Il Comune ha infatti accolto la proposta del patto di collaborazione presentata dall’Oipa. Si tratta di una iniziativa sperimentale con lo scopo disincentivare l’alimentazione incontrollata da parte dei fruitori del parco, contenere al minimo il numero degli animali presenti, disincentivare l’abbandono degli animali, contrastare la presenza di colombe, nutrie e altri animali sottoposti a piani di controllo. Gli uffici comunali stanno collaborando con l’Ausl per ottenere l’autorizzazione.

L’accordo fra Comune e Oipa è stato reso noto oggi, 11 aprile, da Alvaro Ancisi, il consigliere comunale di opposizione che il 25 febbraio scorso aveva presentato un’interrogazione al sindaco caldeggiando l’accoglimento del patto di collaborazione e il 9 aprile ha ricevuto la risposta favorevole dell’assessora Federica Moschini con delega agli Animali.

La fauna attorno ai laghetti è piuttosto variegata e un po’ malandata con qualche esemplare zoppo o cieco: una cinquantina di germani, alcune anatre abbandonate da ignoti, due oche e diverse gallinelle d’acqua. Nel giro di un mese sono stata rinvenute tre carcasse di anatre di cui non è stata accertata la causa di morte, una asportata, le altre lasciate a decomporsi in acqua.

I volontari Oipa, riconoscibili tramite badge e pettorina, andranno a somministrare il cibo ai volatili in vaschette non raggiungibili dai piccioni. Oipa provvederà all’acquisto dei mangimi più appropriati, impegnandosi anche a tenere pulite le zone dove si deciderà di mettere a disposizione il cibo. Il Comune si occuperebbe solo del pagamento delle granaglie (circa 50 euro al mese). Verrà identificato un luogo dove custodire le granaglie, al sicuro anche da possibili predatori, come topi o nutrie.

Va ricordato che per i visitatori del parco resta in vigore il divieto di offrire cibo agli animali, come segnalato dai cartelli. «A seguito di recenti controlli effettuati anche per il decesso di alcuni di loro – spiega l’assessora – è stato riscontrato che si nutrivano di alimenti che non erano idonei e compatibili con l’alimentazione delle rispettive specie».

Arrigo Sacchi: «L’Inter vince facendo i debiti: sta barando»

L’ex allenatore di Fusignano: «C’è una tendenza ad arrivare all’obiettivo da furbi»

Arrigo Sacchi FG«Vincere facendo i debiti significa barare. L’Inter sta barando? Sì».

L’ex ct azzurro Arrigo Sacchi non usa mezzi termini guardando alla situazione del campionato di Serie A e di quella debitoria della capolista: Sacchi, come riporta il Corriere Adriatico, ne ha parlato all’Hotel Federico II a Jesi, in occasione della presentazione del suo libro Il realista visionario, il terzo scritto dal tecnico di Fusignano.

«C’è una tendenza ad arrivare all’obiettivo da furbi – sottolinea Sacchi -. Bisogna uscire da questa situazione, altrimenti resteremo sempre in questo stato di crisi».

Nell’evento organizzato in collaborazione con i Milan Club di Jesi e Castelfidardo (condotto da Luigi Brecciaroli di Radio Arancia), insieme al direttore del Corriere Adriatico Giancarlo Laurenzi e a Carlo Ciccioli in rappresentanza della Regione Marche, si è parlato anche dell’evoluzione del calcio italiano. «Oggi si punta tutto sulla tattica – ha spiegato l’ex allenatore dell’Italia -, si aspetta solo l’errore dell’avversario. I padri fondatori inventarono il calcio come sport offensivo e di squadra, in Italia lo abbiamo trasformato in individuale e difensivo. Siamo al paradosso».

Quanto agli allenatori (quello bravo «dona un gioco, aiuta i giocatori a diventare più bravi. Un regista aggiunto» dice) arriva l’elogio all’attuale ct azzurro: «Spalletti è come me, può fare bene. Mi rivedo tanto in lui, ma non è il solo. Apprezzo Sarri, Gasperini, Italiano e Pioli. Inzaghi sta per vincere lo scudetto, si è evoluto. Ma in Champions contro l’Atletico Madrid ha sbagliato. Le formazioni spagnole vanno aggredite, la sua Inter si è difesa troppo. Ma crescerà, ha intrapreso la strada giusta». (Ansa.it)

Migranti, concluse le operazioni di sbarco e le visite sanitare – FOTO

Delle 202 persone provenienti principalmente da Bangladesh e Siria, 17 resteranno a Ravenna, mentre le restanti saranno trasferite nelle province della regione

 Sbarco Life Support

Sono terminate nella tarda mattinata di mercoledì 10 aprile le operazioni di sbarco delle 202 persone a bordo della nave Life Support di Emergency, attraccata alla banchina della Fabbrica Vecchia di Marina di Ravenna. Alle 18.20 al Circolo Canottieri si sono invece concluse le visite sanitarie, l’identificazione e il fotosegnalamento.

Sono stati registrati a bordo 169 uomini, 15 donne e 18 minori, la maggior parte dei quali provenienti dal Bangladesh (90 persone) e dalla Siria (76), ma anche si contano 20 migranti dal Pakistan, 4 da Egitto ed Eritrea, e singoli dal Ghana, dalla Palestina e dall’Algeria.

Al termine delle procedure di identificazione e segnalamento e dei controlli medici 17 migranti sono rimasti in provincia Ravenna, mentre i restanti sono stati trasferiti nelle varie province dell’Emilia Romagna: 45 (di cui 6 minori non accompagnati) andranno a Bologna, 41 a Reggio Emilia, 31 a Modena, 20 a Forlì-Cesena, 15 a Rimini, 14 a Parma, 11 a Ferrara e 8 a Piacenza.

Si tratta del decimo sbarco al porto di Ravenna da dicembre 2022, il secondo per numero di persone a bordo nave, dopo quello avvenuto il 3 gennaio scorso della Geo Barents con 336 migranti. In totale sono giunte al porto di Ravenna 1141 persone.

Il nuovo skate park “Sombrero” inaugura dopo una ristrutturazione da 355 mila euro

Il parco della ciclabile di via Isonzo sarà animato da due giorni di gare, incontri con esperti del settore, musica e food truck

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Il nuovo skatepark “Sombrero” nel parco della ciclabile di via Isonzo sarà ufficialmente inaugurato il 13 e 14 aprile. Da circa vent’anni l’area (situata in una posizione strategica tra Cervia e Milano Marittima e protetta perché non accessibile alle auto) è stata utilizzata per la disciplina sportiva dello skate. La recente riqualificazione della struttura ha richiesto un totale di 355 mila euro, di cui 107 mila finanziati dalla Regione Emilia-Romagna con la legge n. 24/2003 e gli altri 248 mila dal Comune di Cervia.

Lo skate park è stato ristrutturato grazie a un piano complessivo di rivalorizzazione dell’area, denominato “In-Ludere – Quando il gioco si fa spazio”, che comprende anche l’installazione di un sistema di videosorveglianza e il potenziamento dell’illuminazione circostante. Dopo un confronto con le realtà sportive e associative, si è deciso di implementare ulteriormente il progetto, ampliando la piastra esistente (di circa 600mq) fino agli 800mq necessari all’omologazione per gare ed eventi di livello nazionale (omologazione Fisr – Federazione Italiana Sport Rotellistici).

Durante le due giornate di inaugurazione il parco sarà animato da gare, incontri, concerti e dj set.
Il primo giorno, dopo il taglio del nastro la struttura inaugurerà con la “gara junior”, mentre domenica si lascerà spazio alle vecchie glorie dello skate italiano e a una competizione dedicata ai “best-trick”. Il parco antistante sarà trasformato in un palcoscenico dove si alteranno band, dj e speaker che intervisteranno skaters e amici, offrendo agli appassionati uno sguardo privilegiato nel mondo dell’arte su quattro ruote e delle sua storia italiana.

Gli eventi saranno accompagnati dalla presenza di food truck con cibo e bevande e da un’esposizione di skate-art.

Il funzionamento dell’impianto è in carico in via transitoria e sperimentale, in attesa di decidere a chi sarà affidata la gestione della struttura, mediante procedura di selezi.one pubblica, al raggruppamento di associazioni composto dalla polisportiva Saline Romagna Women (capofila), dall’associazione ZiriaLab, dall’associazione Consorzio Cervia Centro e dalla cooperativa Atlantide (partners di progetto).

Le assessore allo sport Michela Brunelli, alle politiche giovanili Bianca Maria Manzi e ai lavori pubblici Enrico Mazzolani hanno dichiarato: «L’amministrazione comunale, grazie anche ai finanziamenti della Regione, è riuscita a riqualificare un impianto sportivo e un’area che da tempo necessitava di una risistemazione complessiva. Il nuovo skatepark Sombrero ora si propone come punto d’incontro e luogo di aggregazione e di socializzazione. Si è giunti a compimento di un percorso sentito da tanti cittadini e dalle forze politiche, coinvolgendo tutte le realtà interessate, con le quali è stato aperto un confronto costruttivo e proficuo».

Torna nel cuore della città la fiera dedicata alle eccellenze gastronomiche

Piazza del Popolo e Piazza Kennedy ospiteranno gli stand di “Bell’Italia” e “Bella Romagna”, per quattro giorni all’insegna del gusto e della tradizione culinaria

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Torna nel cuore di Ravenna la mostra-mercato dedicata alle eccellenze gastronomiche locali e nazionali. Dall’11 al 14 aprile Piazza del Popolo ospiterà i banchi di “Bell’Italia”, con le loro specialità culinarie provenienti da tutto il Paese. In Piazza Kennedy si troveranno invece gli stand di quattro ristoranti del territorio e il food truck con una proposta centrata sulle specialità regionali.

In Piazza del Popolo sarà possibile acquistare e degustare le specialità italiane (dalla Sicilia al Trentino) dalle 9 alle 20, mentre gli stand ristorante di Piazza Kennedy saranno aperti dalle 18 alle 22 il giovedì e dalle 11 alle 22 il venerdì, sabato e domenica (con breve pausa pomeridiana). Il menù vedrà come protagonista la pasta ripiena, in tutti i suoi formati: e cappelletti, ravioli, tortellie dolci. I quattro ristoranti coinvolti in questa edizione sono: la Cucina del Condominio; il Mercato Coperto Ravenna/Casa Spadoni; il Radicchio Rosso; l’Ustarèia, a cui si affianca il Food Truck Gusto Parma, inaugurando una sorta di gemellaggio con altre località che offre la possibilità di provare altre specialità regionali, come ad esempio gli anolini in brodo.

Oltre all’offerta gastronomica, sabato e domenica mattina saranno organizzati in Piazza Kennedy laboratori di pasta fresca, piadina e stampe romagnole per bambini dal titolo “Bela Rumagna Kids e ch’i burdell”. Negli stessi spazi è stato allestita una struttura coperta dove si terranno incontri, show cooking e degustazioni.

Si parte con la presentazione di una ricerca dal titolo “I pubblici esercizi verso la sostenibilità e il risparmio energetico”, e si prosegue nei giorni successivi con gli appuntamenti dedicati al food, come la degustazione di formaggio in abbinamento a miele, vini, birre e confetture di Bell’Italia promossa da Parmigiano Reggiano, il confronto tra il cappelletto romagnolo e l’anolino di Parma, l’assaggio dei salumi di Officine Gastronomiche Spadoni e il gelato al Parmigiano Reggiano di Sbrino. L’osteria della Zabariona interverrà con un incontro sulle erbe spontanee di primavera, storiche protagoniste delle tavole romagnole, con la degustazione di preparazioni a tema proprio nella stagione degli asparagi selvatici, degli stridoli e dei rosolacci.

Dal 25 aprile si paga il parcheggio sui lidi. A Marina di Ravenna più strisce blu

La delibera del Comune in vista della stagione estiva. Confermata la gratuità del Navetto Mare

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Anche per la stagione balneare 2024 è confermata la gratuità del Navetto Mare, il cui calendario è in via di definizione, e dei parcheggi scambiatori a servizio di Marina di Ravenna e Punta Marina.

Confermate anche, per quanto riguarda la sosta sui lungomari dei lidi – Marina di Ravenna, Punta Marina Terme, Lido di Dante, Marina Romea, Lido Adriano, Lido di Classe e Lido di Savio – le tariffe già sperimentate lo scorso anno: 1 euro all’ora, con possibilità di forfait valido 9 ore al costo di 6 euro oppure di forfait giornaliero di 10 euro, nella fascia oraria dalle 9 al termine della sosta a pagamento.

Per tutti i posti auto regolati con parcometro, da giovedì 25 aprile a domenica 15 settembre i parcometri saranno attivi tutti i sabati (dalle 9 alle 2) e le domeniche (dalle 9 alle 22, tranne domenica 4 e domenica 11 agosto, quando saranno attivi dalle 9 alle 2). Dal 7 giugno alla fine di agosto anche i venerdì (dalle 9 alle 2). A questi si aggiungeranno il 25 aprile e il 1° maggio (dalle 9 alle 22) e il periodo dal 4 al 15 agosto (dalle 9 alle 2).

L’apposita delibera è stata approvata ieri, martedì 9 aprile, dalla giunta e nei prossimi giorni sarà emanata anche la relativa ordinanza.

«Con questa delibera – affermano gli assessori alla Mobilità Gianandrea Baroncini e al Turismo Giacomo Costantini – ampliamo anche l’offerta di sosta a pagamento a Marina di Ravenna, al termine di un percorso in cui ci siamo confrontati con la località sulle azioni complessive da mettere in campo, oltreché sulla mobilità del lungomare legata all’attivazione della corsia preferenziale nei giorni festivi e prefestivi. Con questa delibera andiamo a recepire gli stimoli venuti da più parti per prevedere l’inserimento dei parcheggi a pagamento anche in viale Lungomare, via Ciro Menotti, nel primo tratto adiacente di viale Zara (fino a via Mameli), tra piazzale della Marina e via Marinara, tra via Lungomare e via De Revel. Un’azione che servirà a garantire una maggior rotazione a favore del turismo, del commercio, della ristorazione anche in paese o a risolvere situazioni in cui senza stalli segnalati a terra si genera una sosta molto disordinata o addirittura si incentiva quella impropria. Ovviamente tutti questi parcheggi blu seguiranno lo schema generale sia come calendario che come tariffa».

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