sabato
26 Luglio 2025

Nel 2023 in provincia nascite quasi dimezzate rispetto a dieci anni prima

I dati provinciali dell’Ausl. Il tasso di natalità ravennate è inferiore alla media regionale, nazionale e europea. Le previsioni Istat: nel 2031 un terzo della popolazione avrà almeno 65 anni, quella under 14 sarà un decimo

Pexels Vidal Balielo Jr 3376801In provincia di Ravenna si può nascere in due ospedali (Ravenna e Faenza, a Lugo non più da marzo 2020) e nel 2023 i parti sono stati in totale 1.763. Il numero è in calo costante negli ultimi dieci anni: rispetto al 2013, quando ci furono 3.116 nascite, il calo è del 43 percento. I numeri sono forniti annualmente dall’Ausl Romagna, tenendo conto delle nascite a prescindere dalla residenza delle famiglie dei neonati.

L’Istat, invece, conteggia i nati vivi residenti nel comune dove si trova l’Anagrafe in cui gli stessi vengono iscritti. In altre parole, se una madre è residente in provincia di Ravenna ma partorisce fuori provincia, non risulta nelle statistiche Ausl ma in quelle Istat. L’ultimo aggiornamento disponibile sul sito dell’istituto di statistica è al 2022 con 2.308 nascite. Erano state 3.148 dieci anni fa. In questo caso il calo è del 26 percento. Secondo i dati Istat, i numeri ravennati attuali sono in linea con i primi anni del terzo millennio. Poi c’è stato un incremento fino ai picchi del 2008 e 2009, con 3.692 e 3.661 parti, per poi discendere nuovamente.

L’Istat calcola il tasso di natalità (il numero di nati vivi ogni mille persone residenti nel territorio di riferimento): nel 2022 in provincia di Ravenna è stato 6,3 quindi più basso della media regionale e nazionale (6,7). Il tasso in Italia è passato da quasi 10 alla fine degli anni 2000, a circa 8 del 2015 ai meno di 7 attuali, quota raggiunta a partire dal 2020, primo anno dell’emergenza Covid. L’Italia è in fondo alla graduatoria dell’Unione europea: nel biennio 2020-2021 per la nostra Penisola il tasso è stato 6,8 e la media Ue è stata 9,1.

Il servizio Statistica della Provincia di Ravenna ha aggiornato le previsioni demografiche da qui al 2031 con una doverosa premessa: i dati, soprattutto nel lungo periodo, vanno trattati con estrema cautela perché le previsioni demografiche diventano  più incerte quanto più ci si allontana dalla base di partenza. Le previsioni sono prodotte da tremila simulazioni per ciascun Comune, più uno scenario mediano che li rappresenta. Quest’ultimo è il solo diffuso da Istat.

Per la provincia di Ravenna si prevede un tasso di natalità costante a 6,4 fino al 2026 e poi in crescita per arrivare a 6,9 nel 2031.

Nell’anno 2021 in provincia di Ravenna la popolazione di 65 anni e più rappresentava il 25,6 percento del totale, quella fino a 14 anni di età il 12,3. Nel 2031 si prevede che siano rispettivamente il 29 percento e il 10,5 sebbene nello scenario mediano si preveda una fecondità in recupero.

Nel complesso si valuta che tra il 2021 e il 2031 la popolazione della provincia di Ravenna possa registrare un leggero calo (-0,4 percento): si prevede una leggera diminuzione della popolazione fino all’anno 2024, seguita da anni di stabilità.

Gli scenari previsti misurano la tendenza a registrare annualmente saldi negativi per il movimento naturale: il numero proiettato di nascite, seppure in aumento, non andrà a compensare i decessi (il tasso di mortalità a livello provinciale passerà al 2031 a 12,4 per mille dal 13,3 del 2021).

I flussi migratori con l’estero, contrassegnati da profonda incertezza, governati da normative suscettibili di modifiche, da fattori socio economici interni/esterni di non facile interpretazione (politiche di integrazione degli immigrati, modulazione del mercato del lavoro, emigrazione di cittadini residenti in Italia), avranno la potenzialità di dare luogo a scenari migratori assai diversificati. Si prevede una graduale diminuzione degli ingressi in provincia di Ravenna. Il saldo migratorio rimarrà comunque ampiamente positivo, anche se dal 2021 in cui si riporta il valore di 6,2 per mille, seguirà una regolare flessione che condurrà l’indicatore a 5,5.

Dopo un calo registrato durante la pandemia di Covid-19, l’aspettativa di vita torna gradualmente, ma molto lentamente ad aumentare. In nessun ambito si ripristinano i livelli di vita media attesa del 2019, sebbene si recuperino buona parte degli anni di vita persi durante i due anni di pandemia. Gli indicatori relativi alla speranza di vita alla nascita, in base alle stime 2022, superiori per Ravenna agli altri contesti (83,4 in provincia di Ravenna, 83,1 in regione Emilia-Romagna, 82,6 a livello nazionale), mostrano valori in generale allineati all’anno precedente in tutti gli ambiti territoriali. (and.a.)

Erbacce sulla terra rossa e abbandono: la triste fine del tennis a Piangipane

I due campi sono stati costruiti negli anni ’80, sono di proprietà del Comune di Ravenna insieme all’adiacente campo da calcio e alla bocciofila: ad agosto 2023 revocata la gestione di tutto alla società di calcio femminile Ravenna Women e affidamento temporaneo alla Coyotes. Ora si attende un nuovo bando

420164454 1944953239234511 606007055915676297 NLe erbacce infestanti hanno ormai preso il posto della terra rossa, il parcheggio per le auto è coperto da uno strato di foglie secche, le recinzioni hanno tratti abbattuti. Sono alcuni dettagli dello stato di abbandono totale in cui si trova l’ex circolo tennis di Piangipane con due campi da gioco in via Maccalone, fuori dal centro abitato della frazione del comune di Ravenna.

«Quella struttura non meritava una fine così, il paese non meritava di vedere andare tutto in malora». Il grido di dolore viene dal 75enne Vanni Cuffiani che quell’impianto sportivo ha contribuito a farlo nascere negli anni ’80 e del circolo è stato presidente dal giorno zero fino a qualche anno fa. «È nato tutto su iniziativa di un gruppo di persone di Piangipane che decise di mettere dei soldi e dell’impegno volontario per tirare su tutto da zero per avere uno spazio per lo sport». Il Comune mise a disposizione il lotto di terreno e un contributo economico: oltre ai campi da tennis ne venne realizzato uno da calcio e una bocciofila con le loro gestioni indipendenti.

Cuffiani è passato a vedere i luoghi che per tanti anni sono stati la sua seconda casa e il senso di tristezza lo ha portato a scattare alcune foto poi pubblicate su Facebook: «Tutti devono essere a conoscenza della triste fine del circolo. Incuria, menefreghismo delle istituzioni, mancanza di impegni da parte dei conduttori. Colpa di qualcuno? Io direi di sì, ma come al solito la colpa è di nessuno».

L’ex presidente ricorda quando il consiglio direttivo del circolo decise di fare un passo indietro: «I costi erano diventati insostenibili, il contributo del Comune per la gestione era sempre più misero e decidemmo di riconsegnare le chiavi all’amministrazione comunale che è proprietaria». Era aprile 2018: l’associazione Tennis Club Piangipane, a cui il Comune aveva dato in concessione il circolo nell’agosto 2017, decise di rinunciare a tutto, senza aspettare la scadenza contrattuale del 2 agosto 2019.

Nel 2019 il Comune assegnò tutta l’area con un bando vinto da Ravenna Women. La società di calcio femminile, in sintonia con Palazzo Merlato, aveva un progetto di totale ristrutturazione con la creazione di una foresteria e spazi di aggregazione per i settori giovanili». Di fatto è rimasto tutto solo sulla carta. Anzi, peggio: l’attività tennistica, che il bando assegnava al gestore unico, non è mai partita ed è iniziato l’abbandono dei campi in terra rossa.

A agosto del 2023 il Comune ha ritirato la concessione a Ravenna Women, in anticipo rispetto alla scadenza naturale della gara, e ha dato le chiavi temporaneamente alla locale polisportiva Coyotes che milita in terza categoria ed era stata estromessa dalla graduatoria iniziale del bando per alcune pendenze con l’Agenzia dell’Entrate. Le foto scattate da Cuffiani ieri, 18 gennaio, parlano chiaro: la parte tennis è sopraffatta da un degrado che mostra i segni di un abbandono totale che va avanti da anni. Entro qualche mese dovrebbe arrivare il nuovo bando per la ricerca di un nuovo gestore, in un momento in cui il movimento tennistico italiano è particolarmente fiorente.

Rimettere in sesto quello spazio non può che essere una priorità per la giunta comunale, alla luce di quanto affermato dal sindaco Michele de Pascale pochi giorni fa quando ha annunciato due interventi per un totale di 900mila euro (80 percento dalla regione) a Sant’Alberto e San Zaccaria: «I nostri centri sportivi sono veri e propri luoghi di aggregazione giovanile, ma anche sociale e soprattutto nel forese sono molto vissuti dall’intera comunità; per questo ci teniamo particolarmente a potenziarli e riqualificarli, per renderli ancora più attrattivi e fruibili dal maggior numero di persone possibile».

Si chiude un’epoca in darsena: «Anni bellissimi che non dimenticheremo»

Inizia lo sgombero dei container al Pop Up. In futuro potrebbe nascere un hotel

Darsena Pop Up

Si chiude un’epoca in Darsena a Ravenna, con i primi container del cosiddetto “Pop Up” che sono stati portati via. Si tratta come noto dell’area affacciata sulla banchina a ridosso della testata del Candiano, che dal 2016 è stata protagonista di un “riuso temporaneo”, trasformandosi in locali polivalenti che hanno rappresentato un luogo di aggregazione per tanti ravennati. Un esperimento terminato però a fine 2023, con la proprietà che ha annunciato trattative in stato avanzato per la nascita di una struttura ricettiva di alto livello.

Lo sgombero dei container è salutato con nostalgia dai protagonisti dell’impresa, tra cui Marco Luongo di Akamì, che ora gestisce invece il bar-ristorante della Rocca Brancaleone. «Un grandissimo grazie a tutti quelli che in questi anni sono passati da Pop Up – scrive sui social -. Anni bellissimi che non dimenticherò mai!». Così come non lo faranno i tanti frequentatori del luogo, come si evince anche dai commenti sui social di queste settimane…

Darsena Pop Up Container

Il sindaco dai protagonisti di “4 Ristoranti”: «Grazie per aver valorizzato Ravenna»

La puntata andrà in replica anche su Tv8 in febbraio

Il sindaco Michele de Pascale questa mattina (19 gennaio) ha fatto visita ai ristoratori di Antica Bottega da Felice, trattoria Al Cerchio, Corte Cabiria e Al Cairoli, protagonisti della puntata condotta da Alessandro Borghese di 4 Ristoranti, dedicata a Ravenna e andata in onda su Sky il 7 gennaio.

«Mi faceva particolarmente piacere – ha commentato il primo cittadino – portare personalmente i miei saluti e fare i miei complimenti ai partecipanti. 4 Ristoranti è una trasmissione molto amata e molto seguita, con un importante successo di pubblico, e rappresenta, anche grazie alle repliche, una straordinaria occasione di promozione e visibilità, non solo per i ristoranti protagonisti, ma per l’intera città. Ringrazio i quattro ristoratori che si sono messi in gioco, dimostrando amore per la propria professione e attenzione per la qualità e la buona cucina e che attraverso il loro lavoro, hanno valorizzato ulteriormente la bellezza della nostra città».

La puntata su Ravenna andrà in replica su Tv8 nel mese di febbraio e può essere vista on demand su Sky e Nowtv.

Tangenziale Ravenna, lavori fino all’estate sulla carreggiata in direzione Ferrara

Transito consentito in una sola corsia. Chiudono le rampe dello svincolo di via Savini

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A partire dalla prossima settimana sarà avviata la nuova fase dei lavori di ampliamento della strada statale “Adriatica” nel tratto noto come “Tangenziale di Ravenna”. Dopo la riapertura a doppia corsia della carreggiata in direzione Rimini dal km 149,600 al km 150,240, la prossima fase degli interventi riguarderà la carreggiata in direzione Ferrara e prevede la costruzione delle nuove rampe dello svincolo di via Savini e la costruzione della complanare nord che collegherà la nuova sede allargata con i rami di svincolo.  I lavori comprendono anche la realizzazione degli impianti idraulici, della segnaletica, della posa delle nuove barriere di sicurezza oltre all’impianto elettrico che servirà le torri faro dello svincolo.

Per consentire lo svolgimento degli interventi, da lunedì 22 gennaio sarà attivo il restringimento della carreggiata in direzione Ferrara nel tratto tra il km 150,240 e il km 149,400, con transito consentito sulla corsia di sorpasso e contestuale chiusura al traffico delle rampe dello svincolo di via Savini nella medesima direzione.

Il completamento di questa fase è previsto prima della stagione estiva.

L’intervento – che riguarda il primo Stralcio funzionale di 1,45 km, per un importo dei lavori di circa 15 milioni di euro – rientra nel più ampio progetto di riqualificazione della SS 16 “Tangenziale di Ravenna” che prevede l’allargamento della sezione stradale ed installazione dello spartitraffico centrale di nuova generazione tipo Ndba (National Dynamic Barrier Anas).

Ecco le modifiche alla viabilità per i mezzi pesanti (con massa a pieno carico superiore alle cinque tonnellate):
– i veicoli in uscita dalla zona Consar di via Vicoli e diretti verso nord (direzione Ferrara), dovranno percorrere la SS 16 Classicana in direzione sud fino alla rotatoria di via Ravegnana nella quale fare inversione di marcia ed imboccare la giusta direzione;
– i veicoli diretti alla zona Consar provenienti da sud dovranno percorrere la SS 16 Classicana in direzione nord fino allo svicolo a quadrifoglio dell’autostrada A 14 dir e SS 309 dir nel quale fare inversione di marcia ed imboccare la giusta direzione.

Villanova di Bagnacavallo cerca artisti per murales sui muri del paese

L’iniziativa è partita nel 2022 e oggi sono già 30 le opere che colorano le vie della frazione

Villanova di Bagnacavallo cerca nuovi artisti per realizzare murales in paese. Il gruppo di volontari “Gente, che posto!” ha avviato, tramite le pagine social, la ricerca di nuovi artisti, che con i loro murales potranno colorare le vie del paese. Il progetto è iniziato nel 2022 e ad oggi conta oltre 30 murales, che si possono ammirare passeggiando lungo le vie del paese. Fra questi si trovano anche un ritratto dedicato all’attore scomparso Ivano Marescotti, originario di Villanova di Bagnacavallo, ed uno agli Angeli del Fango. Tantissimi sono gli artisti che si sono candidati nelle stagioni precedenti, e gli organizzatori sperano di averne altrettanti in questa nuova edizione.

Alluvione, nel Faentino in 3.700 devono ancora fare domanda di saldo per il Cis

L’Unione invita a fare in fretta: il rischio è quello di dover restituire l’acconto di 3mila euro già ricevuto

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L’alluvione di Faenza

A quasi due mesi dalla scadenza per la rendicontazione dei contributi di immediato sostegno (Cis), l’Unione della Romagna Faentina (che comprende i Comuni di Faenza, Castel Bolognese, Solarolo, Brisighella, Casola Valsenio e Riolo Terme) rende note alcuni dati relativi ai contributi a sostegno delle famiglie colpite dagli eventi alluvionali dello scorso maggio, insieme ad alcuni consigli pratici per la rendicontazione.

Più del 61% delle famiglie che avevano fatto domanda per ricevere il Cas (il contributo di autonoma sistemazione) è rientrato nelle proprie abitazioni o ha trovato una sistemazione alternativa definitiva, un dato che segnala un progresso positivo verso la normalità per le famiglie dell’Unione. Ma sono ancora molti i nuclei familiari, principalmente residenti nel comune di Faenza, percettori del Cas. L’Unione ricorda che «qualsiasi cambiamento rispetto a quanto indicato in sede di domanda (ad esempio: il rientro nell’abitazione, il decesso di un membro del nucleo familiare, la nascita di un figlio…), deve essere comunicato entro cinque giorni dal verificarsi dell’evento per garantire la corretta erogazione del contributo».

Per quanto riguarda il contributo di immediato sostegno (Cis), invece, circa il 60% dei cittadini beneficiari del contributo deve ancora rendicontare: un dato che suscita preoccupazione dal momento che si tratta di oltre 3.700 domande di saldo da ricevere entro il 30 marzo. Coloro che non presenteranno il rendiconto entro il 30 marzo dovranno restituire l’acconto di 3.000 euro precedentemente ricevuto dalla Protezione Civile. Per rendicontare correttamente le spese sostenute, è fondamentale allegare alla domanda di saldo soltanto fatture e scontrini “parlanti” ossia contenenti il codice fiscale del beneficiario del contributo o scontrini che attestino l’acquisto di beni con pagamento tracciato, che vanno allegati alla copia dei bonifici o dei Pos. Ipagamenti in contanti non sono accettati, mentre sono ammessi tutti i pagamenti tracciabili (bonifici, bancomat, carta di credito).

Per agevolare i cittadini interessati in questa attività, l’Unione della Romagna Faentina desidera dare alcuni consigli pratici per la rendicontazione del Cis. In primo luogo, non attendere gli ultimi giorni, ma presentare la rendicontazione il prima possibile, specialmente una volta raggiunta la cifra massima ammessa per il contributo (ovvero 5.000 euro). Ulteriori fatture relative a danni strutturali possono essere conservate e rendicontate successivamente nel contesto della ricostruzione, secondo quanto stabilito dall’Ordinanza 14/2023 del Commissario Straordinario (Ordinanza Famiglie). Si specifica inoltre che la rendicontazione è obbligatoria anche per coloro che hanno ricevuto l’acconto (3.000 euro) e non intendono richiedere il saldo, rendicontando in questo caso soltanto le spese sostenute pari o inferiori ai tremila.

Infine, l’Unione ricorda che per concludere la pratica di rendicontazione non è obbligatorio presentarsi allo sportello dedicato dei Comuni, ma si può procedere anche in autonomia secondo due modalità: attraverso il portale online dell’Unione accedendo con SPID/CIE/CNS, o in alternativa inviando il modulo B1 (disponibile sia sul sito dell’Unione sia su quello della Regione Emilia-Romagna) alla Pec pec@cert.romagnafaentina.it, indicando il nominativo del richiedente nell’oggetto.

Informazioni aggiornate e ulteriori informazioni utili per i beneficiari di questi due contributi sono sempre disponibili sul sito dell’Unione, nella sezione “Contributi e Rimborsi”: https://www.romagnafaentina.it/Come-fare-per/Emergenza-alluvione/Contributi-e-rimborsi

Modorati, Benvenuto, Cattaneo: alla Sabe l’arte è “In Suspensus”

Il nuovo percorso espositivo della galleria di via Pascoli mette in dialogo il tema dello “still life” 

Carlo Benvenuto Senza Titolo
Carlo Benvenuto – Senza Titolo

Sabato 20 gennaio (ore 11) si inaugura alla Fondazione Sabe la mostra In suspensus (che sarà aperta fino al 7 aprile), a cura di Angela Madesani. In suspensus allude al senso di sospensione dal tempo, dallo spazio e dalle relazioni quotidiane che trasformano gli oggetti comuni protagonisti delle opere in mostra. Il progetto espositivo ospita le opere di tre artisti, di due diverse generazioni, che si esprimono con differenti linguaggi: Elena Modorati (1969), Carlo Benvenuto (1966) ed Enrico Cattaneo (1933-2019). Il tema dei dialoghi è lo still life nell’accezione propria del termine.

In mostra, il concetto della scultura da un punto di vista prettamente installativo viene posto in relazione con opere fotografiche. Il lavoro di Modorati attiva uno spostamento nella relazione fra oggetto preesistente, trovato, ed elemento prodotto. Di Carlo Benvenuto sono in mostra tre fotografie e tre sculture, mentre Di Enrico Cattaneo sono in mostra alcuni lavori della serie Morandiane, lavorate dall’artista in fase di stampa con un evidente richiamo compositivo e poetico al pittore bolognese Giorgio Morandi.

Angela Madesani, storica dell’arte e curatrice indipendente, è autrice di numerosi saggi e volumi monografici relativi all’arte contemporanea e alla fotografia. Ha curato numerose mostre presso istituzioni pubbliche e private italiane e straniere. Insegna Storia della Fotografia presso l’Istituto Europeo di Design di Milano e Storia del Costume e della Moda all’Istituto Secoli di Milano.

Ingresso libero – Orari di visita: da giovedì a domenica, dalle 16 alle 19.

L’Ecomuseo apre le prenotazioni per la mostra-mercato di antiquariato e artigianato

Appuntamento con Rabòj ad aprile e maggio

L’Ecomuseo delle Erbe palustri di Villanova di Bagnacavallo organizza la nuova edizione di Rabòj, la mostra mercato di antiquariato, modernariato, collezionismo, arte, natura. L’appuntamento è per il 7 aprile e il 5 maggio e sono già aperte le prenotazioni dei posti per gli espositori: info.raboj@gmail.com oppure 0544280920

Niballo, il dibattito: «Bruciare una “simbolica persona nera” porta discriminazioni»

Il collettivo Spazi Mirabal ha protestato contro il rogo della Nott de Bisò ma precisa che l’iniziativa vuole essere uno stimolo per avviare un dibattito che tenga conto delle tante sensibilità nella comunità faentina

324334262 876420880170771 2188194690110848707 N«Pratiche come quella del rogo di una “simbolica persona nera”, nascoste sotto la maschera della “tradizione”, portano all’idea che va bene far subire a una popolazione un’oppressione. Questa idea la interiorizziamo perché ci viene instillata soprattutto grazie a narrazioni e simbologie, portando quindi ad un’azione discriminatoria che diventa poi inconsapevole». Il collettivo Spazi Mirabal risponde alle critiche ricevute in seguito alla manifestazione di protesta del 5 gennaio in piazza del Popolo a Faenza, durante la Nott de Bisò, per chiedere di rivedere le fattezze del fantoccio (il Niballo) che viene bruciato nell’evento conclusivo del palio.

«La protesta non è rivolta alla Nott de Bisò in sé, né all’ambiente dei rioni che accolgono senza la minima discriminazione persone di ogni origine. E nemmeno abbiamo chiesto di cancellare la Nott de Bisò, anche se reitera una narrazione storica patriarcale, che crea sofferenza per animali, che ignora questioni relative all’inclusività e alla sostenibilità ambientale. Ci limitiamo a chiedere uno spazio collettivo di trasformazione, dal momento che soggettività diverse partecipano alla comunità e che da anni l’evento del rogo di un “saraceno nero come simbolo di avversità” suscita disagio e critiche da più parti. Questa ci sembra l’occasione per iniziare un processo di confronto e trasformazione collettiva; non abbiamo chiesto che scomparisse da un giorno all’altro il Niballo, né che lo si nascondesse sotto uno strato di vernice diversa, cosa che farebbe invece la cancel culture».

La maggior parte delle voci contrarie alla manifestazione ha affermato che “si deve continuare a fare così perché si è sempre fatto così”. Il comunicato di Mirabal replica dicendo che «la storia non è un monolite e oggi più che mai abbiamo la possibilità e il dovere di scoprire ciò che non ci è stato raccontato». Il collettivo ricorda una circostanza particolare citando l’introduzione al libro “Niballo. Il palio di Faenza” di Primo Solaroli (1970): «Al sorgere improvviso della manifestazione del Palio, a metà del secolo scorso, anche “la maggioranza dei faentini […] andò mormorando che: is l’era invantë”».

Il dibattito nato dopo la manifestazione in piazza sembra mostrare confusione tra i sostenitori dello status quo: «Molti non sanno di preciso chi sia il Niballo, quando sia vissuto, perché venga rappresentato scuro, mentre non si sa di che colore fosse la sua pelle, e soprattutto quale possa essere l’effetto di una tale rappresentazione, non contestualizzata, agli occhi di una comunità fatta anche di persone nere, arabe, migranti o cittadini che vivono quotidianamente sulla propria pelle discriminazioni razziste, anche in questa città».

Il collettivo auspica che, in questo critico momento storico, l’amministrazione comunale, i Rioni, il nascente Comitato Palio Giovani e le associazioni prestino attenzione a temi antifascisti e anticoloniali e diano spazio a processi di apprendimento e trasformazione collettiva dal basso.

Bidello 32enne arrestato all’uscita da scuola: cocaina e un bilancino nel marsupio

Altra droga a casa, ma non risulta che spacciasse nell’istituto. L’uomo ha detto che è dipendente da stupefacenti da circa un anno

Un bidello di 32 anni in servizio in una scuola del forese del comune di Ravenna, composta da elementari e medie, è stato arrestato dalla polizia con l’accusa di detenzione di droga ai fini dello spaccio. Il 17 gennaio all’uscita da scuola è stato fermato dalla squadra mobile che lo stava seguendo da qualche tempo. Nel marsupio 2,5 grammi di cocaina in un involucro in cellophane, 5,5 grammi di sostanza da taglio e un bilancino elettronico. In un armadio nel soggiorno di casa sono sbucati due pezzi di hashish del peso complessivo di 34,8 grammi e un altro bilancino. Niente in auto o nell’armadietto personale a scuola. Secondo le informazioni raccolte dagli investigatori non risultano elementi che facciano pensare che il 32enne spacciasse nell’istituto.

Nel processo per direttissima è stato convalidato l’arresto e il bidello ha riferito di essere dipendente da stupefacenti da circa un anno. In quanto alla sostanza da taglio (bicarbonato), e dunque utile al possibile confezionamento delle dosi, il 32enne ha precisato di utilizzarla come base per fumare la cocaina: il bilancino gli servirebbe proprio per dosarla. Il giudice ha disposto l’obbligo di firma quotidiano, concedendo i termini a difesa.

La notizia è riportata dai quotidiani locali in edicola oggi, 19 gennaio: Resto del Carlino e Corriere Romagna.

L’assessora Gasparri diventa anche la nuova vicesindaca di Conselice

La nomina dopo le dimissioni di Fabbri

Raffaella Gasparri

Raffella Gasparri è la nuova vicesindaca del Comune di Conselice. L’incarico è stato affidato giovedì 18 gennaio dalla sindaca Paola Pula.

Già membra della giunta, Gasparri manterrà le attuali deleghe (Politiche socio-sanitarie e welfare, Politiche abitative, Associazionismo e volontariato, Servizi al cittadino, Gemellaggi e scambi culturali, Cultura, Partecipazione e comunicazione), mentre restano alla sindaca le deleghe lasciate dal vicesindaco uscente Fabbri (Urbanistica, Edilizia privata, Lavori pubblici e patrimonio, Polizia locale, Legalità e sicurezza), dimessosi nei giorni scorsi, accusando di non sentire più la fiducia da parte della giunta.

«L’esperienza che Raffaella ha maturato in giunta in questi anni le consentirà sicuramente di svolgere al meglio l’incarico da vicesindaca in questi ultimi mesi di mandato – è il commento della sindaca Paola Pula -. Visto l’orizzonte temporale limitato abbiamo scelto di mantenere l’attuale squadra, che può contare sull’affiatamento necessario per mantenere la dovuta operatività».

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