giovedì
11 Settembre 2025

Accreditamento servizi sanitari, i sindacati contro la Regione: «Inaffidabile e subalterna agli interessi dei gestori privati»

In una nota congiunta inviata alla stampa, i tre sindacati Cgil, Cisl e Uil attaccano la giunta regionale per aver sospeso la delibera «che avrebbe dovuto regolare dal 2025 il nuovo sistema di accreditamento con procedure trasparenti e miglioramenti dei servizi per anziani e disabili e per le lavoratrici ed i lavoratori che assicurano le prestazioni, frutto anche di un faticoso percorso di confronto con le organizzazioni sindacali». Una delibera attesa, ma che resterà in stand-by “fino al 31 dicembre 2026, o, comunque, fino all’eventuale nuovo termine disposto da sopravvenute disposizioni normative e atti della competente Amministrazione statale”.

Secondo i sindacati si tratta di «una resa totale a favore dei gestori dei servizi socio-sanitari accreditati e a danno dell’utenza e del personale impegnato nelle Cra, nei servizi di assistenza domiciliare, nei centri diurni e nelle strutture socio sanitarie riabilitative». In pratica – scrivono Cgil, Cisl e UIl – i gestori di questi servizi, dopo oltre dieci anni ininterrotti di rinnovi, «ottengono un’ulteriore proroga dei contratti di servizio, senza una scadenza precisa e senza che venga loro chiesto alcun miglioramento qualitativo, incassando però tutti gli aumenti di rette richiesti, sia a carico dell’utenza sia a carico del Fondo Regionale per la non autosufficienza, incrementato grazie all’aumento dell’addizionale Irpef e all’introduzione dei ticket sui farmaci. Questa scelta avviene dopo approfondimenti giuridici e richieste di chiarimenti al Ministero, giustificando così, sul piano giuridico, una precisa rivendicazione dei gestori, che fanno capo prevalentemente alle centrali cooperative, venendo meno ad ogni impegno assunto nei confronti di Cgil, Cisl e Uil, come ribadito nell’ambito del complesso confronto sul bilancio 2025 della Regione».

Se tutto può restare invariato per almeno due anni – attaccano ancora i sindacati – «allora la Regione deve avere il coraggio anche di farsi carico dell’aumento delle rette già disposto dal 2024 e che, dal 2025 non può più contare nemmeno sulla restituzione a favore dei redditi medio bassi. Nel frattempo però, in assenza di qualsivoglia prospettiva di miglioramento delle condizioni di lavoro per Operatori Socio Sanitari ed infermieri, continuerà la fuga da queste professioni, mettendo di fatto in discussione la tenuta stessa del sistema ed il ruolo di governo pubblico indispensabile a fronte dell’impiego di risorse pubbliche, frutto della fiscalità generale che grava quasi esclusivamente su lavoro dipendente e pensioni. L’assessora Conti smentisce se stessa ad ogni incontro, evidenziando una palese difficoltà ad affrontare una delle sfide più rilevanti di questo tempo, quella dell’invecchiamento e della fragilità, smentendo la storia dell’Emilia Romagna, dove le criticità, che si aggravano giorno dopo giorno, si fronteggiano confrontandosi a viso aperto con le organizzazioni sindacali».

Cgil, Cisl e Uil annunciano infine che «non resteranno inermi di fronte a questa deriva e si batteranno a tutti i livelli ed in tutte le sedi, valutando ogni iniziativa utile a difendere i diritti delle persone anziane e con disabilità e delle lavoratrici e dei lavoratori indispensabili ad assicurare servizi di qualità».

In aula fino a 36 gradi, ma la Regione vuole allungare il calendario scolastico

In Francia, dove le scuole sono aperte fino al 4 luglio, accade che nei giorni scorsi siano state chiuse a migliaia per l’emergenza caldo. In Italia, in scuole non climatizzate, gli studenti frequentano corsi di recupero e svolgono esami alla fine della terza media (fino a giugno) e delle superiori (fino a luglio inoltrato) in condizioni di caldo estremo. In tutto questo, da mesi ormai, a più riprese, scoppia la polemica sulle dichiarazioni di Isabella Conti, neo assessora regionale con delega alla Scuola, che ha lanciato l’idea di rivedere il calendario scolastico prevedendo una sosta invernale di una settimana e allungando l’anno a giugno.

Un dibattito definito «inaccettabile» dai sindacati e in particolare da Monica Ottaviani, la ravennate alla guida della Flc-Cgil dell’Emilia-Romagna. La sindacalista denuncia il modo semplicistico e strumentale in cui è stato posto il dibattito: «Se si vuole rivedere l’accordo regionale del 2012 che stabiliva un’unica data di inizio e di fine delle lezioni (anche il prossimo anno scolastico partirà il 15 settembre, ndr) per tutta la regione bisogna farlo tenendo in considerazione i tanti fattori che agiscono sulla scuola». Nell’elenco di Ottaviani c’è quel 30 percento di precariato nella scuola emiliano-romagnola che fa sì che spesso le cattedre non vengano effettivamente coperte prima dell’avvio dell’anno; c’è il tema di tutti i lavoratori che forniscono servizi essenziali alla scuola, come le mense, che non si capisce come sarebbero occupati nella settimana invernale di chiusura; c’è quello degli esami di fine ciclo alle medie e alle superiori; e c’è quello che riguarda i problemi dei genitori delle primarie che non sanno a chi affidare i figli nei lunghi mesi estivi. «Credo che le famiglie facciano bene a chiedere risposte su questo tema in termini di costi e servizi, ma è un problema che non si può scaricare sulla scuola, la quale è sottoposta a regole e ordinanze ministeriali e che ha una sua autonomia al centro della quale resta comunque il tema della didattica, le soluzione devono essere trovate altrove».

Ultimo ma non ultimo, anche secondo Ottaviani, il tema della salubrità degli ambienti: «Abbiamo saputo di aule in cui si sono svolti gli esami di Stato dove le temperature arrivavano a 35-36 gradi, sappiamo di scuole materne dove nemmeno in giardino, per via della manutenzione del verde non consona, i bambini possono trovare refrigerio. In realtà, in tante aule questi problemi possono inziare già ad aprile o maggio…».

Lamentando il fatto che l’assessora regionale non ha ancora convocato i sindacati a un tavolo per parlare di scuola, Ottaviani suggerisce un approccio meno semplicistico e che possa anche tenere in conto fattori che possono cambiare in base all’età degli studenti e anche al territorio. «Non escludo che una soluzione potrebbe essere quella di coinvolgere sindaci, presidenti di Provincia e ovviamente le stesse scuole, perché le soluzioni potrebbero non essere le stesse».

Un elemento di cui si dovrebbe tenere conto, ovviamente, è la vivibilità degli ambienti scolastici. In provincia di Ravenna, per esempio, i plessi scolastici gestiti dalla Provincia (ossia le secondarie superiori) sono 15 per cui ogni anno sono previsti circa 3-4 milioni di euro che devono coprire utenze e manutenzione ordinaria, quando le necessità reali anche per quella straordinaria sarebbero di 46 milioni di euro. Questo fa sì che le strutture raffrescate siano pochissime, ossia quelle finanziate dal Pnrr: la nuova ala al Polo di Lugo, le nuove aule della succursale dello Scientifico a Ravenna e i due nuovi laboratori dell’Ips Callegari (ancora da inaugurare quelle ravennati). «Dopo il Covid i costi per la spesa ordinaria sono aumentati, ma non le risorse – dice Luca Cortesi, delegato consigliere all’edilizia scolastica della Provincia –. Abbiamo un patrimonio piuttosto datato che avrebbe bisogno di molti interventi per cui non ci sono le risorse». E sull’ipotesi di allungare il calendario scolastico? «Qualunque decisione dovrà essere presa per motivazioni didattiche, ma dovrà anche tenere conto del patrimonio edilizio in cui hanno sede le scuole nelle varie provincie».

Concessioni balneari, al Papeete va in scena la protesta contro le «proroghe illegittime del Governo»

Mattinata movimentata, quella di ieri, sulla spiaggia del Papeete di Milano Marittima. Grande protagonista Matteo Hallissey, responsabile nazionale di +Europa e Radicali, che ha piantato simbolicamente un ombrellone tra quelli del celebre stabilimento, per protestare contro le deroghe alle concessioni balneari e per l’applicazione della direttiva Bolkestein.

«Siamo al Papeete – ha dichiarato Hallissey in un video postato sui social – per presentare agli attuali gestori dello stabilimento e ai cittadini la nostra diffida al Comune di Cervia per avere una gara aperta e candidarci a gestire noi proprio il Papeete. Visto che il governo difende questa lobby con proroghe illegittime e abbassa ulteriormente i canoni, siamo pronti ad azioni legali. Se entro 30 giorni non riceveremo una risposta alla nostra diffida, promuoveremo un ricorso al Tar».

La mattinata è terminata con l’arrivo dei carabinieri, chiamati dai titolari dello stabilimento a fronte di quella che viene definita come una «invasione», denunciata anche «agli organi giudiziari competenti».

Ruba una bici e un caricatore per smartphone. Poi minaccia i passanti con un coltello

Prima avrebbe rubato una bicicletta per strada, poi un caricatore portatile per smartphone da un negozio di telefonia, prima di puntare un coltello contro i passanti. L’uomo – un 30enne di origini marocchine, irregolare sul territorio nazionale e con precedenti – è stato quindi arrestato dai carabinieri, che ha poi minacciato ripetutamente. Per questo, dovrà rispondere anche di minacce a pubblico ufficiale, oltre a porto abusivo di armi e furto aggravato.

I fatti risalgono a martedì pomeriggio, si sono svolti in centro a Faenza e sono riportati nel dettaglio dai due quotidiani locali in edicola oggi, 10 luglio.

I militari sono riusciti a recuperare la refurtiva e a restituirla ai legittimi proprietari. 

Tagli al teatro, Accademia Perduta ottiene il punteggio più alto tra i Centri di produzione “450”

Dopo le polemiche dei giorni scorsi, con Regione e Comune contro il Governo per i tagli al teatro, tra cui anche importanti realtà ravennati, arriva anche chi esulta per i nuovi punteggi assegnati dalla commissione ministeriale.

È stato infatti riconosciuto ad Accademia Perduta il più alto punteggio nazionale tra i “Centri di Produzione 450” nelle valutazioni della qualità artistica per l’ammissione a contributo dei progetti del triennio 2025-2027 e dell’anno 2025 rilasciate nei giorni scorsi dal Ministero della Cultura. Accademia Perduta si conferma un Centro di eccellenza a livello nazionale e anche regionale, avendo ottenuto uno dei riconoscimenti più alti anche negli esiti del Bando della Regione Emilia-Romagna, per lo stesso triennio, ai sensi della L.R. 13/1999.

«Riconoscimenti – si legge in una nota di Accademia Perduta – che premiano il lavoro pluriennale e ininterrotto della Direzione Artistica su nuove Produzioni, qualità e preparazione del personale artistico scritturato, capacità di qualificare e rinnovare l’offerta artistica nazionale, su una programmazione multidisciplinare con particolare attenzione alla valorizzazione della creatività emergente, sulle azioni di educazione e fidelizzazione del pubblico e sulla capacità di lavorare in sinergie di Rete con soggetti Istituzionali e altre realtà culturali».

«Essere accreditati quale primo Centro di Produzione in Italia e tra i primi nella Regione Emilia-Romagna per qualità artistica – afferma il direttore artistico Claudio Casadio – sono importanti gratificazioni e conferme per il lavoro di ricerca artistica, costante, appassionata e particolarmente indirizzata alle nuove e giovani generazioni, che svolgiamo da tanti anni in Romagna. In questo momento di discussione sulle valutazioni per il Fondo Nazionale dello Spettacolo dal Vivo, io che non sono mai stato ‘attaccato’ a premi o primati, sento il dovere di ringraziare, insieme al condirettore Ruggero Sintoni, tutti gli Amministratori Comunali con i quali lavoriamo per la fiducia che sempre ci dimostrano e i nostri collaboratori per il loro lavoro».

Tra questi, il sindaco di Faenza (città dove è nata Accademia Perduta) Massimo Isola dichiara: «il Teatro Masini è uno dei poli pulsanti della vita culturale faentina, un simbolo amato e vissuto dalla nostra comunità, che ogni anno partecipa con entusiasmo e attenzione alla stagione teatrale proposta da Accademia Perduta/Romagna Teatri. L’alto riconoscimento ottenuto dal Ministero della Cultura premia una realtà che da anni lavora con rigore, visione e passione, riuscendo a coniugare tradizione e innovazione e a coinvolgere un pubblico ampio e trasversale. Come amministrazione, siamo orgogliosi di ospitare nel nostro teatro, inserito nella rete dei Teatri Storici d’Europa, una progettualità mai banale, che nasce in Romagna ma ha le carte in regola per parlare al Paese intero. Ogni Stagione, al Masini, arriva da Accademia Perduta una proposta artistica di altissimo livello, che porta in scena i grandi nomi della scena nazionale insieme a giovani interpreti e compagnie emergenti. Una qualità che il nostro pubblico riconosce e premia, anche attraverso una partecipazione sempre molto ampia. Accademia Perduta è una realtà che, con radici profonde nel territorio, ha saputo costruire un modello culturale capace di generare valore e bellezza, coinvolgendo città, cittadini e istituzioni in un percorso condiviso di crescita culturale e civile».

«Accademia Perduta/Romagna Teatri si conferma un’eccellenza culturale nel panorama locale e nazionale, come dimostrano gli importanti riconoscimenti ottenuti da parte del Ministero della Cultura e della Regione Emilia-Romagna», commentano il sindaco di Bagnacavallo Matteo Giacomoni e l’assessora alla Cultura Caterina Corzani. «Il Teatro comunale Goldoni rappresenta un presidio culturale strategico per la città e il territorio, e il rapporto con Accademia Perduta si inserisce all’interno di una visione culturale condivisa con l’Amministrazione».

L’opposizione alza la voce: «L’amministrazione non minimizzi il problema della sicurezza»

Dopo una serie di episodi di criminalità a Ravenna, di cui ultimo in ordine di tempo quello del presunto accoltellamento verificatosi martedì 8 luglio in centro città, il centrodestra alza la voce, chiedendo risposte dell’Amministrazione comunale. Morrone (Lega), Ferrero (Fratelli d’Italia), Ancarani (Forza Italia) e Donati (Viva Ravenna) sono concordi sul «non continuare a minimizzare i problemi di sicurezza». In giornata è arrivata anche la risposta del Pd, attraverso il capogruppo in consiglio comunale Luca Cortesi.

Così in una nota, il deputato Jacopo Morrone, segretario Lega Romagna: «L’assessore alla Sicurezza Eugenio Fusignani ci risparmi i fervorini autoassolutori e affronti la realtà. Risse, accoltellamenti, spaccate, spaccio, malamovida non sono casi isolati, estemporanei, ma la punta dell’iceberg di una situazione diffusa di impunità, di mancato controllo del territorio, di disagio urbano, di eccessiva tolleranza e miope permissivismo».

Per Alberto Ferrero, consigliere regionale e Coordinatore provinciale Fratelli d’Italia «tutti questi avvenimenti sono la palese dimostrazione che la nostra città non è più da tempo un’isola felice, ammesso che lo sia mai stata e, derubricare a percezione fenomeni reali e soprattutto accusare chi solleva queste tematiche, di continuare a fare campagna elettorale, è sbagliato e non rende un gran servizio a chi, tutti i giorni, si batte per una città più sicura. Oggi, a seguito di questo ennesimo episodio avvenuto in pieno centro cittadino, mi auguro che si vogliano realmente prendere dei provvedimenti e non continuare a minimizzare. È infatti opportuno richiedere la riunione del tavolo provinciale per l’ordine e la sicurezza e chiedere interventi coordinati fra tutte le forze dell’ordine compresa la polizia municipale. Per quanto ci riguarda, come Fratelli d’Italia, ci attiveremo sia a livello comunale che regionale per sollecitare l’amministrazione a rivedere il piano della sicurezza, integrandolo anche con nuovi strumenti, per i quali la regione aveva anche stanziato dei fondi tramite bandi, quali gli street tutor».

Alberto Ancarani di Forza Italia si espone paragonando i discorsi di Barattoni in consiglio comunale all’orchestra del Titanic: «Mentre le minoranze presenti in aula dicevano al Sindaco quanto fosse lunare che il tema della sicurezza venisse mischiato ad altri, con un’attenzione maniacale a non usare mai parole che potessero assomigliare a “repressione dei fenomeni”, “rapporto fra sicurezza e immigrazione”, “aumento delle pattuglie della Polizia Locale”, un po’ come l’orchestrina del Titanic, la maggioranza continuava a parlare di insicurezza percepita, di strumentalizzazione dei fenomeni, di integrazione e di “bontà” il tutto mentre il transatlantico metaforico affondava nell’oceano Atlantico, così come la lama dei coltelli nelle carni di qualche tunisino che doveva regolare qualche conto. Il tema è iniziare a chiamare le cose col loro nome, a non negare l’evidenza, a non fischiettare fingendo che vada tutto bene, insomma a non fare l’orchestrina sul Titanic mentre il transatlantico affonda. Perché questo, dopo le dichiarazioni del Sindaco ieri, e quelle del vicesindaco, ancora più allucinanti di qualche giorni fa, è il primo problema: la negazione della realtà è uno dei motivi più forti di disaffezione al voto».

Attraverso un’interrogazione consiliare, il capogruppo di Viva Ravenna Filippo Donati richiede se il sindaco e l’assessore competente «ritengano corretto e rispettoso nei confronti della cittadinanza minimizzare il problema della sicurezza, bollando come “strumentali” le legittime preoccupazioni e denunce di chi vive il territorio; se non ritengano che la percezione di insicurezza, ormai largamente diffusa in città, sia essa stessa un segnale allarmante, che meriterebbe attenzione e risposte puntuali, anziché essere liquidata come frutto di “campagne elettorali permanenti”; quali dati oggettivi e aggiornati abbia a disposizione l’Amministrazione per dimostrare che la situazione della sicurezza a Ravenna sia realmente sotto controllo, e se tali dati possano essere messi a confronto con quelli degli anni passati, per valutare con onestà intellettuale le reali tendenze del fenomeno; se non ritengano che serva un cambio di passo nelle politiche di sicurezza urbana, potenziando il presidio del territorio, ascoltando concretamente i cittadini e coinvolgendo maggiormente le forze sociali e le associazioni, piuttosto che limitarsi a rivendicare il buon funzionamento delle istituzioni preposte; se l’Amministrazione intenda finalmente mettere in campo azioni straordinarie e concrete per rispondere al crescente disagio della cittadinanza, evitando ulteriori dichiarazioni che rischiano di risultare offensive e fuori dalla realtà»

Non si è fatta attendere la risposta del Pd, attraverso il capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale Luca Cortesi: «È scorretto attribuire al Comune tutte le responsabilità in materia di sicurezza, come fa l’opposizione. I problemi legati alla carenza di organico delle forze dell’ordine e alla reiterazione dei reati da parte di soggetti già noti alle autorità competenti non dipendono dall’amministrazione locale. Continuare a ignorare questo dato di realtà è un atteggiamento politicamente miope e intellettualmente disonesto».

Come sottolineato dal Pd, l’amministrazione comunale può e deve investire in prevenzione, ma non può sostituirsi allo Stato e alle forze dell’ordine: «Il nostro approccio – conclude Cortesi – non si limita alla sola repressione. La sicurezza si costruisce anche attraverso la coesione sociale, la partecipazione civica e la rigenerazione degli spazi pubblici. È su questa linea che continueremo a lavorare, investendo nella prevenzione, nel presidio del territorio e nella qualità della vita nei quartieri e nelle frazioni».

Inaugurato il Moog in via Corrado Ricci: tanti eventi e aperture anticipate

Il Moog è tornato. A quasi due anni dalla chiusura, riapre uno dei locali più amati del centro di Ravenna. Non più in vicolo Padenna, ma in via Corrado Ricci. Il portone del civico 8 al lato della piadineria si apre in un cortile con sedute, luci, piante e fotografie, che si aggiunge a una parte al chiuso, 110 metri quadrati in tutto.

«Si tratta di uno spazio molto intimo – commenta Luciano Leonardo, uno dei due proprietari insieme ad Alessandro Brischia -. Abbiamo girato molto per trovare il luogo ideale per riaprire, ma solo questo in via Corrado Ricci ci ha dato lo spunto giusto».

Tante persone hanno accolto la riapertura, così come tante ne avevano salutato la chiusura nel novembre 2023: «Una delle ragioni per cui abbiamo riaperto è l’affetto della clientela – ricorda “Lucio” -: il giorno della chiusura di due anni fa eravamo stati salutati da circa 500 persone.  Questa immagine ci ha dato la forza e la voglia di ripartire. In questi mesi, in molti ci hanno chiesto di riaprire e finalmente eccoci qua».

Gli eventi culturali (come la mostra fotografica che ha accolto l’apertura dal titolo “Shanghai 2015 – Ritratti con sigaretta” di Andrea Fiumana) faranno parte della filosofia del Moog, ma ci sarà qualche cambiamento: «Musica dal vivo, arte, talk, laboratori per bambini ed eventi curati da Ivano Mazzani saranno sempre la nostra prerogativa. Diversamente al passato, punteremo su aperture anticipate all’ora di aperitivo per poi chiudere prima alla sera».

L’ordine pubblico non è un problema per Luciano: «Nei locali situati nel centro storico delle città di tutto il mondo bisogna considerare il vicinato. Rispetto al locale in cui eravamo in affitto precedentemente qui i vicini sono leggermente più distanti, ma manterremo sempre un rapporto molto diplomatico nel rispetto di tutti».

I due titolari del Moog, che proseguiranno i rispettivi lavori parallelamente all’attività, saranno affiancati da due o tre dipendenti.

Un “pieghevole” per raccontare le bellezze della ciclovia sul Canale Naviglio Zanelli

È stato presentato oggi il pieghevole informativo dedicato al percorso ciclo-naturalistico del Canale Naviglio Zanelli, un itinerario che collega Faenza alla Riviera Romagnola e che regala un’opportunità unica per esplorare le bellezze naturali e culturali della Romagna.
La pubblicazione, disponibile sia in formato digitale che cartaceo, è arricchita da box testuali e fotografici per illustrare agli appassionati delle due ruote le eccellenze storico-artistiche e ambientali del tragitto. Inoltre, sono presenti QR Code che permettono di geolocalizzare i punti di interesse tramite coordinate GPS.

Questa iniziativa rappresenta un ulteriore passo nella valorizzazione del Canale Naviglio Zanelli come infrastruttura “verde e blu”: un corridoio ecologico per il quale la Giunta dell’Unione della Romagna Faentina ha approvato nel dicembre 2024 il progetto di fattibilità tecnico-economica, finanziato anche dal Programma Regionale FESR 2021-2027. L’intervento prevede la realizzazione di nuovi tratti ciclo-pedonali, aree di sosta attrezzate e l’installazione di segnaletica informativa. È da poco partita la gara per l’affidamento dei lavori per le parti ancora non completate della ciclovia, con scadenza prevista entro la fine di luglio. L’apertura del cantiere è prevista per l’autunno 2025, con conclusione degli interventi entro dicembre 2026. Va sottolineato che, pur in attesa della realizzazione delle opere previste dal progetto, la ciclovia è già in gran parte fruibile.

Il percorso prende il via da Faenza, dallo storico giardino di Villa Orestina (porta d’accesso al Parco Regionale della Vena del Gesso). Si prosegue verso l’oasi verde del Parco della Rocca, attraversando, poi, l’attuale piazzale Sercognani, un tempo darsena del canale.
Il cammino continua verso Granarolo Faentino, che accoglie i visitatori con il suo Museo Diffuso dedicato agli antichi mestieri. Scendendo in pianura, si raggiunge Cotignola, con il Parco Pertini – area dedicata alla natura, allo sport e al gioco – e il Museo Civico Luigi Varoli, che celebra l’artista locale con una ricca collezione.
L’itinerario prosegue a Bagnacavallo, dove si possono visitare il Podere Pantaleone, prezioso bosco igrofilo riconosciuto come Area di Riequilibrio Ecologico, e il Museo Civico delle Cappuccine. Poco distante, a Villanova di Bagnacavallo, si trova l’Ecomuseo delle Erbe Palustri, mentre ad Alfonsine si incontra la Riserva Naturale Stazione Ex Fornace Violani, rifugio di biodiversità e habitat di numerose specie. Il viaggio si conclude nel Parco Interregionale del Delta del Po Emilia-Romagna, una delle zone umide più importanti d’Europa.

«Il progetto della ciclovia del Canale Naviglio Zanelli ha già mostrato un impatto positivo – raccontano i promotori – numerose iniziative in questi mesi hanno accresciuto la consapevolezza dei partecipanti e stimolato l’interesse degli operatori locali verso un turismo sostenibile e a basso impatto, fondato sulla mobilità dolce». Il recupero del patrimonio storico-industriale, come ex linee ferroviarie o canali commerciali, si sta rivelando in tutta Europa una risorsa preziosa per il turismo sostenibile: Il progetto del Canale Naviglio Zanelli si inserisce pienamente in questa visione, trasformandosi da infrastruttura commerciale a corridoio ecologico e cicloturistico. Questa evoluzione offre vantaggi economici rilevanti per il territorio: aumento dell’attrattività turistica (il cicloturismo in Italia genera oltre 5,5 miliardi di euro), promozione di un turismo sostenibile e destagionalizzato, valorizzazione di aree meno note, nuove opportunità per le attività locali.

La pubblicazione sarà distribuita negli uffici turistici dei Comuni interessati, i Centri Visita dei Parchi, i Ceas locali, le sedi delle Pro Loco, i musei coinvolti e le biblioteche dell’Unione della Romagna Faentina.

Una mostra diffusa per omaggiare i poeti del Borgo attraverso i volti degli abitanti attuali

Giampiero Corelli racconta la sua Sant’Alberto con una mostra diffusa e a cielo aperto visitabile fino a ottobre. Ha inaugurato ieri “Sant’Alberto: il paese dei poeti”, alla presenza di cittadini, autorità e ospiti d’eccezione, tra cui i “modelli” della casa residenza anziani e l’arrivo a sorpresa del maestro Riccardo Muti e Cristina Mazzavillani.

Il maestro Muti si è detto «entusiasta di queste fotografie, perché esprimono arte, sentimento e spiritualità», mentre Mazzavillani ha sottolineato: «Questo è un luogo della memoria e quindi mettere la memoria nella memoria è straordinario».

Nei 19 scatti disposti sotto forma di gigantografie lungo via Olindo Guerrini, via Bartolo Nigrisioli fino ad oltre il traghetto sul Reno, Corelli reinterpreta i grandi poeti che hanno amato, vissuto o attraversato il borgo con i volti e i corpi delle persone che oggi lo vivono – dagli anziani della casa residenza Don Zalambani alle nuove generazioni di bambini santalbertesi.

«Questa mostra è partita da una visione: quella di mio babbo immerso nel paesaggio della valle con in mano un mazzo di papaveri in mano e due petali che gli coprivano gli occhi – ricorda Corelli -. La foto è nata spontaneamente, come una visione onirica, e da lì sono iniziate tutte altre».

Il progetto, patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna, dal Comune di Ravenna e dal Parco del Delta del Po, breve anche la programmazione di eventi collaterali durante l’estate.

L’assemblea legislativa vota all’unanimità per la salvaguardia dei capanni da pesca

«I capanni da pesca della regione costituiscono da sempre un viaggio nel tempo, una sorta di ecomuseo all’aperto per conoscere come si viveva nelle zone umide del nostro territorio» è sulla base di queste riflessioni che i consiglieri regionali Eleonora Proni (Partito democratico) e Tommaso Fiazza (Lega) hanno presentato un documento a tutela degli storici presidi di pesca. L’atto è stato sottoscritto anche da Vincenzo Paldino dei Civici con de Pascale e da Lorenzo Casadei del Movimento 5 Stelle, oltre a Paolo Calvano e Niccolò Bosi del Partito democratico, ed è stato approvato all’unanimità dall’ultima assemblea legislativa.

I capanni (detti anche padelloni o bilancioni) fanno parte del panorama romagnolo dal XV secolo, e si sono evoluti negli anni da luoghi di sussistenza a simboli di socialità e turismo legati alla cultura dell’acqua. In regione se ne contano 770, 500 dei quali solo nel ravennate, e molti necessitano di interventi urgenti di riqualifica «lavori che andranno svolti prestando attenzione alla sostenibilità ambientale. È evidente la necessità di una regolamentazione uniforme che consenta di coniugare la tutela di questo patrimonio con le esigenze urbanistiche e di sicurezza idraulica, soprattutto a seguito degli eventi alluvionali degli scorsi anni» come sottolinea Proni. L’idea poi è quella di inglobarli nel sistema turistico regionale. «I comuni territorialmente interessati hanno elaborato appositi piani urbanistici di settore al fine di valorizzare queste strutture – specifica Fiazza – I capannisti, con le loro forme associative, si sono resi partecipi di collaborazioni a fini ambientali e turistici con le amministrazioni pubbliche».

Il testo impegna quindi la Giunta a trovare una soluzione equilibrata per mantenere la fruibilità dei capanni nel rispetto della disciplina urbanistica edilizia e di settore, in modo da trasformarli in un volano per la valorizzazione di un territorio naturale, caratterizzato da grande biodiversità e storicità. «I capanni da pesca non sono un problema da eliminare, ma una risorsa da salvaguardare. Sono paesaggio, memoria, cultura popolare: meritano attenzione, rispetto e una prospettiva concreta di futuro», conclude Proni.

La pallacanestro arriva in piazza: tre serate tra sport, musica e street food

Da domani, giovedì 10, fino a sabato 12 luglio, in piazza Kennedy, arriva Ravenna Slam Nights, un torneo di pallacanestro 4 contro 4 accompagnato da musica e street food  che accenderà per tre serate, dalle 17 all’1 di notte, una delle principali piazze cittadine.

L’evento nasce dall’idea di tre giovani appassionati di palla a spicchi, Emmanuele Scaccabarozzi, Federico Secchiari e Pietro Baravelli ed è realizzato in collaborazione con Basket Ravenna “Piero Manetti”, Junior Basket Ravenna e il Comune di Ravenna.

Per l’occasione verrà allestito un campo ad hoc in piazza Kennedy, che si riempirà di giocatori e appassionati, con l’occasione di promuovere il movimento cestistico.
Si comincia domani giovedì 10 luglio, a partire dalle 17, con le partite dei gironi eliminatori, che proseguiranno anche venerdì. Sabato 12 si terranno le fasi finali. Tutte le sere street food e dj-set al termine delle partite.

Le iscrizioni ancora aperte: 30 euro a persona (compresi di divisa ufficiale, una consumazione e assicurazione sportiva), squadre da 4-6 giocatori. Primo premio: 1.000 euro.

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