lunedì
14 Luglio 2025

Le strade chiuse nel comune di Ravenna: aggiornamento del 18 maggio alle ore 18

Aggiornamento delle 18 di giovedì 18 maggio sulla viabilità nel comune di Ravenna.

Sono chiusi i ponti su via Trieste (zona Pala De André), via Romea (tra le rotonde Grecia e Gran Bretagna e il “ponte nuovo” tra rotonda Gran Bretagna e rotonda Myrdal Alva “delle tartarughe”) e via Stradone (tra via Antica Milizia e la rotonda Germania). Riaperta invece la strada statale 16 a Fosso Ghiaia.

Sono altresì chiuse:

  • via Villanova da sp 45 a via Viazza di Sotto;
  • via Viazza da sp 27 a via Macoda
  • via Minarda (interrotta a ridosso del CER)
  • via Fiora
  • via Pasna (interrotta a ridosso del CER)
  • via Chiusa,
  • via Ravegnana SS 67 dalla SP 3 Gambellara a Durazzano in Provincia di Forlì.
  • via Gambellara SP 3 nel tratto compreso fra i centri abitati di Gambellara e S.P. in Vincoli;
  • via Ponte della Vecchia SP 3;
  • via Roncalceci SP 5 dall’incrocio via Ravegnana SS67 a SP 52 nel centro abitato di Russi;
  • via Cella SP 27 nel tratto tra compreso tra le vie Rustica e Trova;
  • via Taverna SP 40 nel tratto compreso fra il cimitero di S.Pietro in Trento innesto SS 67 a Coccolia;
  • via Budria SP Budria chiusa da Coccolia verso Ducenta con sbarramento incrocio SP 100;
  • via Senna SP 54;
  • via Viazza di Sotto SP 99;
  • via Castello SP 100 nel tratto in prossimità del Canale Emiliano Romagnolo;
  • via Dismano SP 118 nel tratto da SP 42 Petrosa a SP 3 ponte della vecchia.

Tratto allagato ma transitabile SP 118 Umbro Casentinese Romagnola (Dismano) dopo ponte su Bevano per un tratto di 400 mt in direzione Casemurate

Transitabile SP 253 R San Vitale da Ravenna fino a rotatoria Cortina Russi.

Il Comune continua a raccomandare la massima prudenza e invita la cittadinanza a muoversi solo in caso di stretta necessità.

Nei comuni della Romagna Faentina le scuole resteranno chiuse anche lunedì

Castel Bolognese Alluvione 17 Maggio
Castel Bolognese

Nei sei comuni dell’Unione della Romagna Faentina (Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Faenza, Riolo Terme e Solarolo) le scuole di ogni ordine e grado resteranno chiuse fino a lunedì 22 maggio compreso.

Nel resto della provincia al momento le scuole resteranno chiuse comunque fino a sabato compreso.

Aggiornamenti sui canali social dei vari Comuni.

Alluvione, in provincia di Ravenna accertata la morte di cinque persone

Una a Castel Bolognese, due a Sant’Agata sul Santerno e una coppia convivente a Russi

Castel Bolognese 17 Maggio
Castel Bolognese

Dalla prefettura arriva un drammatico bilancio dell’alluvione in provincia di Ravenna.

I morti accertati sono infatti cinque. E un’altra persona risulta dispersa.

Si tratta di un uomo residente a Castel Bolognese, deceduto probabilmente il 17 maggio, che si era chiuso in casa e pare non sia voluto uscire al sopraggiungere delle acque.

A Sant’Agata sul Santerno un altro uomo è stato ritrovato ieri morto all’interno della propria abitazione, mentre la moglie è stata salvata dai vigili del fuoco. Sempre a Sant’Agata, è morta in casa una donna, ancora in via di identificazione.

Oggi, 18 maggio, due persone conviventi sono state ritrovate morte in un’abitazione isolata di Russi, in via Chiesuola, probabilmente schiacciate da un frigorifero che stavano spostando.

Risulta dispersa una persona a Boncellino.

Smentita invece la morte di un’altra persona che in un primo momento si pensava fosse in un’auto tra Castel Bolognese e Solarolo. Il veicolo in questione, infatti, è stato raggiunto oggi ed è risultato vuoto, con il proprietario riuscito a mettersi in salvo ieri.

Legambiente: «Un disastro annunciato. Basta autostrade, cemento e rigassificatori»

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Legambiente sull’alluvione che ha colpito in questi giorni anche il territorio ravennate.

Maltempo«Eventi come quelli avvenuti negli ultimi giorni stanno diventando sempre più intensi e violenti a causa del riscaldamento globale e l’Italia è uno dei paesi più esposti e vulnerabili.

Dispiace constatare ancora una volta che il disastro a cui abbiamo assistito era ed è annunciato da tempo. L’allarme siccità, la fragilità idraulica a cui si aggiunge lo scellerato consumo di suolo oggi ci mettono davanti al fatto che la nostra Regione continua a perdere tempo senza realizzare le misure necessarie all’adattamento alla crisi climatica».

Nonostante da anni la scienza parli di cambiamento climatico e quali effetti esso avrà sul nostro futuro, qualcuno continua a chiamarlo maltempo o altri addirittura arrivano a paragonarlo ad un evento imprevedibile come un terremoto. Sono invece evidenti le responsabilità sia della classe politica, che a parte gli annunci non ha evidentemente colto il significato di “emergenza climatica” e del carattere estremo degli eventi che essa può produrre (che in futuro potrebbero essere addirittura più intensi di quelli a cui abbiamo assistito), sia del sistema economico che non sta compiendo la transizione ecologica nei tempi indicati dalla scienza, spesso in assenza di indicazioni chiare da parte della politica: questa situazione lascia le persone e le comunità in balìa di fenomeni che invece dovranno essere gestiti in maniera strutturale in futuro, quando potranno diventare anche più frequenti».

Siamo stanchi delle passerelle politiche che, con indosso la giacca della Protezione Civile, ci raccontano che “l’Emilia Romagna è grande, risorgeremo e torneremo come prima” perché è proprio quel come “prima” che ha portato in questi ultimi giorni l’acqua nelle case di tanti nostri concittadini.

La retorica dell’amministrazione, che equipara l’evento alluvionale al terremoto in Emilia, è fuorviante. La città di Bologna e l’area del ravennate ad esempio sono state inserite tra le aree a rischio potenziale significativo (APSFR) nel quadro del secondo ciclo della Direttiva Alluvioni. La modellistica della cartografia elaborata dalla stessa regione permetteva infatti di conoscere l’estensione dell’allagamento per diversi scenari di alluvione, l’altezza che può raggiungere l’acqua fuoriuscita dagli alvei e la superficie marina rispetto al piano campagna.

L’alternarsi di fenomeni di precipitazione intensa e una condizione di siccità persistente in un territorio ampio è la prova che nella nostra regione il cambiamento climatico si fa sentire 365 giorni l’anno. Non si tratta più di calamità da affrontare singolarmente, ma di un quadro complesso per il quale occorre svolgere azioni di controllo e di prevenzione che garantiscano, oltre alla qualità della vita delle persone, anche la protezione degli ecosistemi che sono un tassello fondamentale per mitigare gli effetti di questi eventi estremi.

Per quanto riguarda l’azione della Regione Emilia-Romagna di fronte a un simile scenario, ribadiamo la nostra posizione: è necessario che le azioni dei singoli assessorati della Regione siano coerenti e convergano verso un obiettivo comune, quello della mitigazione e dell’adattamento al cambiamento climatico.

Continuiamo invece ad assistere a scelte illogiche, anacronistiche e contraddittorie, le cui conseguenze ricadranno su tutti, in senso globale e per lungo tempo.  La stessa giunta che ha promosso il Patto per il Lavoro e il Clima, che prometteva una legge regionale per il clima, che ha promesso di coprire il 100% della domanda di energia con fonti rinnovabili al 2035, ha mantenuto in essere e difeso progetti ad alto impatto climalterante come le infrastrutture autostradali ( Passante di Bologna, autostrada Cispadana, Bretella Campogalliano-Sassuolo), ha dato pieno supporto al Rigassificatore di Ravenna, auspicando l’installazione di un secondo impianto, e non ha ancora trovato una soluzione definitiva al problema del consumo di suolo, che in questi ultimi anni si sta concretizzando nell’assalto dei nuovi poli della logistica ai terreni vergini della regione.

Sono passati 8 anni dall’Accordo di Parigi che fissava come obiettivo l’incremento massimo di 1.5°C delle temperature globali rispetto alle temperature preindustriali.  Oggi l’IPCC avverte che ci sono 2 probabilità su 3 di superare questa soglia entro il 2027, con la quasi certezza che le prossime cinque estati saranno le più calde mai registrate nella storia dell’umanità. In questo contesto, ogni ettaro di terreno cementificato, ogni milione speso in opere ad impatto climatico negativo, ogni ritardo nella realizzazione degli impianti di fonti rinnovabili produce conseguenze sulla qualità della vita e la salute delle persone. Sempre la scienza ha individuato le soluzioni da adottare: ridurre le emissioni climalteranti da tutti i settori, a partire da quello energetico, e promuovere il processo di adattamento per far fronte al nuovo clima che è già cambiato. Tutto questo va fatto adesso, senza ritardi e senza contraddizioni».

Allagamenti alle porte di Ravenna: a Fornace Zarattini scatta l’evacuazione – FOTO

A Fornace Zarattini si registrano diversi allagamenti, con l’acqua che fuoriesce anche dai tombini.

Pattuglie della polizia locale continuano a passare tra le abitazioni per invitare i residenti che ancora non l’avessero fatto ad andarsene, come da ordinanza del Comune che ne ha disposto l’evacuazione.

Si tratta degli allagamenti più vicini alla città di Ravenna registrati, con il capoluogo che è tra le poche località della provincia a essere rimasto finora all’asciutto o quasi.

Il meteorologo: «Siccità e piogge estreme: è l’effetto dei cambiamenti climatici»

Randi: «Abbiamo fatto poco per mitigarne gli effetti». I dati dell’alluvione: nell’ultimo secolo mai registrato niente di simile

Faenza Sommersa
Faenza sommersa

Gli accumuli di pioggia sulla pianura ravennate nei primi 17 giorni di maggio hanno superato i 200 millimetri (in alcuni punti del Faentino si è arrivati anche a 300), che equivalgono al quadruplo della media dell’intero mese di maggio nell’ultimo trentennio. In alcune zone a duecento metri di altitudine sull’appennino ravennate il dato di accumulo finora è di 450-500 mm, equivalente a circa la metà delle precipitazioni di un intero anno.

Negli archivi dell’ultimo secolo non c’è traccia di due eventi come quelli avvenuti l’1-3 e il 15-17 maggio altrettanto ravvicinati.

I dati forniti dal bagnacavallese Pierluigi Randi, meteorologo professionista e presidente dell’Ampro (Associazione meteo professionisti), fotografano la portata di cosa ha vissuto la Romagna: «Con questi numeri era quasi inevitabile che ci fossero conseguenze per il territorio».

La problematica vissuta, come noto, è stata dettata dai fiumi che hanno raccolto piene massicce e danneggiato argini: «Ha piovuto molto in collina e questo ha spinto a valle grandi quantità di acqua. Se avesse piovuto così tanto solo in pianura non ci sarebbero stati gli stessi danni».

Se si risale al 1939 si trova un maggio molto piovoso che causò una grave alluvione in Romagna anche se le abbondanti precipitazioni furono distribuite in 14-15 giorni, mentre questa volta si sono concentrate in sessanta ore complessive (36 all’inizio di maggio e 24 nei giorni scorsi). «Abbiamo appena vissuto due eventi ravvicinati senza dubbio estremi – osserva Randi –, che arrivano dopo un altro evento altrettanto estremo ma in senso opposto: quasi un biennio di siccità. I modelli di clima ci dicono che questa alternanza da un estremo all’altro sarà sempre più frequente per i cambiamenti climatici. Non possiamo più evitare che questo accada, possiamo solo fare mitigazione e adattamento. Su questo aspetto si è fatto ancora poco».

Potrebbe venire spontaneo pensare che almeno queste piogge abbiano saziato la sete della terra, messo una pezza al problema siccità. E invece no: «Sembra un paradosso, ma precipitazioni così intense in finestre di tempo così ridotte hanno una notevole perdita percentuale per dilavamento: agiscono solo negli strati superficiali del terreno e faticano a penetrare in profondità. Se gli stessi 300-400 mm di pioggia fossero arrivati distribuiti in tre mesi allora sì che avremmo una riduzione della siccità. Ora possono bastare un paio di mesi con poca pioggia e torneremo a fare i conti con lo stesso fenomeno».

Le due ondate di maltempo di questo mese hanno una genesi simile: «La depressione sviluppata sul Tirreno meridionale è stata ostacolata da due alte pressioni a Ovest e Est: così è rimasta intrappolata e si è mossa lentamente, in parte è ancora lì, sul versante emiliano-romagnolo. Si tratta di una perturbazione alimentata da un afflusso di aria estremamente umida da sud est, prelevata da Jonio e Nord Africa, e da una massa d’aria calda e molto umida che entra in Emilia con correnti da est».

La perturbazione si muove molto lentamente ma sta dissipando la propria energia. Le previsioni dicono che il peggio è alle spalle: «Ma non ci aspettano giornate di bel tempo come ci servirebbe per consentire i lavori di ripristino. Purtroppo abbiamo di fronte una situazione instabile. Da venerdì 19 maggio un nuova perturbazione interesserà il nordovest e potremmo avere qualche pioggia di breve intensità in Romagna. Saranno eventi tipici della primavera che in altri scenari sarebbero passati inosservati, ma ora arrivano su un territorio gravemente ferito e quindi maggiormente danneggiabile. Nella settimana dal 22 maggio invece le cose potrebbero migliorare sensibilmente».

Allerta meteo rossa anche venerdì in tutta la provincia. Ma piene «in decrescita»…

Lugo allagata, foto di Robert Gavrelescu
Una veduta di Lugo dall’alto (foto di Robert Gavrelescu)

Dalla mezzanotte di oggi, giovedì 18 maggio, alla mezzanotte di domani, venerdì 19, sarà attiva nel territorio della provincia di Ravenna l’allerta meteo numero 64 emessa dall’Agenzia regionale di protezione civile e da Arpae Emilia-Romagna.

L’allerta è rossa per criticità idraulica e arancione per criticità idrogeologica, o viceversa, a seconda dei comuni (si può consultare nel dettaglio a questo link).

Fino alla mezzanotte di oggi, giovedì 18 maggio, resta in vigore l’allerta numero 63, rossa per criticità idraulica e idrogeologica, gialla per criticità costiera.

Per la giornata di venerdì 19 maggio si prevede la propagazione delle piene già in atto nei tratti vallivi di tutti i corsi d’acqua del settore centro-orientale della regione, con occupazione delle golene e interessamento degli argini, in progressiva decrescita.

«Permangono sul nostro territorio condizioni di particolare gravità – dichiara il sindaco Michele de Pascale – e ricordo l’assoluta necessità di rispettare gli ordini di evacuazione diramati fino ad ora ed eventualmente quelli che seguiranno. L’appello è sempre quello di prestare la massima attenzione e di evitare il più possibile gli spostamenti, di stare lontani dagli argini dei fiumi e dalle zone allagabili, di non accedere ai capanni e ai sottopassi se allagati; in caso di allagamenti non accedere a locali interrati e recarsi ai piani più alti. Segnalo, ancora una volta, che il Comune di Ravenna si è dotato di un servizio di Alert System attraverso il quale vengono inviate comunicazioni ai numeri fissi e ai cellulari in caso di necessità. I possessori di telefoni cellulari possono registrarsi, attraverso il link https://registrazione.alertsystem.it/ravenna».

L’alluvione di Lugo, dall’alto – FOTO – VIDEO

Pubblichiamo qui sopra una serie di impressionanti scatti aerei che documentano l’allagamento di Lugo (le foto sono di Robert Gavrelescu e risalgono alla tarda mattinata di oggi, giovedì 18 maggio).

L’acqua è entrata in città (la terza della provincia per numero di abitanti, oltre 30mila) nella mattinata di oggi.

Altre evacuazioni nel comune di Ravenna, da Longana a Coccolia

Coccolia
Coccolia

In considerazione dell’innalzamento dei livelli idrici dei canali consortili, il Comune di Ravenna ha disposto l’evacuazione anche dell’area che ha come confini a nord ovest il fiume Montone, il fiume Ronco e il confine comunale con Forlì.

Sono quindi coinvolti dall’evacuazione gli abitati e le case sparse di San Pietro in Trento, Pilastro, Ragone, Roncalceci, Longana, Ghibullo, Filetto e Coccolia.

Il Comune ricorda che è obbligatorio lasciare l’abitazione, fino a cessata esigenza.

Per chi non dispone di luoghi dove ripararsi, è stato istituito come punto di accoglienza, presidiato da apposito personale e attrezzato per offrire vitto e alloggio: la scuola Campagnoni di San Pietro in Campiano, in viale 2 Giugno 1946.

Ravenna, scuole chiuse venerdì e sabato

Dopo l’annuncio del Comune di Cervia e di quello di Alfonsine, arriva anche l’ordinanza del Comune capoluogo, quello di Ravenna: le scuole di ogni ordine e grado saranno chiusa sia venerdì 19 che sabato 20 maggio. Ed è presumibile che lo stesso provvedimento verrà esteso in queste ore in tutta la provincia, considerando che si tratta di comuni per la maggior parte allagati.

L’ordinanza prevede anche la chiusura dei centri di istruzione e formazione professionale, dei centri di aggregazione giovanile, dei centri diurni per anziani e disabili e dei centri socio-occupazionali.

Confermata anche la chiusura dei cimiteri e la sospensione dei mercati ambulanti.

Tre elicotteri dell’aeronautica militare in azione, soccorse 200 persone

I velivoli dell’83esimo gruppo Sar sono di stanza all’aeroporto di Pisignano di Cervia e hanno recuperato persone altrimenti non raggiungibili via terra

Elicottero 15° Stormo Cervia

Secondo un aggiornamento delle 20 di ieri, mercoledì 17 maggio, per tutta la notte sono stati in azione tre elicotteri del 15esimo Stormo di Cervia su richiesta della protezione civile regionale e della prefettura di Forlì/Cesena. Soccorse oltre 200 persone.

Elicottero Aeronautica MilitareGli equipaggi del 15esimo Stormo dell’aeronautica militare, reparto specializzato nell’attività di ricerca e soccorso aereo, sono impegnati dal tardo pomeriggio di martedì 16 maggio nelle attività di soccorso delle popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dalla forte ondata di maltempo.

I tre elicotteri HH-139B dell’83esimo gruppo Sar (Search and Rescue – Ricerca e Soccorso) hanno messo in salvo i cittadini rimasti isolati nella propria abitazione in una zona non raggiungibile via terra.

Evacuazioni a San Michele e Fornace Zarattini. Punto di accoglienza all’Itis

La nuova disposizione del Comune di Ravenna

Fornace Zarattini 18 MaggioDisposta dal Comune di Ravenna, in considerazione dell’innalzamento dei livelli idrici dei canali consortili, l’evacuazione dell’area che ha come confini l’autostrada A14 dir, la strada statale 16, il fiume Montone e il confine comunale con Russi.

Sono quindi interessati gli abitati di San Michele, Fornace Zarattini, Villanova di Ravenna e le relative case sparse.

Il Comune ricorda che è obbligatorio lasciare l’abitazione, fino a cessata esigenza.

Per chi non dispone di luoghi dove ripararsi, è stato istituito come punto di accoglienza, presidiato da apposito personale e attrezzato per offrire vitto e alloggio, l’istituto tecnico industriale statale Nullo Baldini di Ravenna, in via Marconi 2 con ingresso in via Cassino.

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi