mercoledì
23 Luglio 2025

Vacanze all’Italiana tra lidi e “ossessioni”: al Teatro Goldoni debutta “Ombrelloni”

Due repliche in anteprima per il nuovo spettacolo di Accademia Perduta e Studio Doiz 

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Lorenzo Carpinelli

«Gli stabilimenti balneari, soprattutto quelli romagnoli, sono luoghi strani. Come in grandi condomini costruiti sulla sabbia, stagione dopo stagione, si forma attorno a loro una vera e propria comunità di inquilini temporanei. È un microcosmo schizofrenico, intimo e allo stesso tempo esibizionista, che alterna stati di eccitazione febbrile a lunghe paralisi postprandiali. Sono luoghi votati all’ozio e alla perdita di tempo, in cui fermentano, nella breve durata della stagione estiva, tutte le prurigini e le ossessioni che abbiamo coltivato in inverno». Partendo dall’immaginario stabilimento balneare Kursaal, Ombrelloni, il nuovo spettacolo di Accademia Perduta/Romagna Teatri e Studio Doiz, vuole raccontare le illusioni e le ossessioni di un Paese che dà il suo meglio e il suo peggio in vacanza.

Lo spettacolo andrà in scena in anteprima al Ridotto del Teatro Goldoni di Bagnacavallo, sabato 10 e domenica 11 maggio alle ore 21. Il monologo, firmato da Iacopo Gardelli, vedrà in scena Lorenzo Carpinelli.

I biglietti (prenotabili online, telefonicamente allo 0545 64330 o alla biglietteria del Goldoni) avranno un costo di 10 euro (intero) o 5 (ridotto under 29). Diritto di prevendita: 1 euro.

Vandalismo contro le colonie feline al mare, Avs: «Servono più controlli in pineta»

Giorgio (Avs) rilancia la segnalazione di un’associazione animalista

GattUna candidata al consiglio comunale di Ravenna con la lista Avs, Marzia Giorgio, segnala il ritorno di vandalismo a Marina di Ravenna contro le colonie feline adiacenti allo stradello e alla pineta nella zona che va dal bagno Peterpan al bagno la Duna degli Orsi.

Giorgio riprende le segnalazioni, dopo le due denunce fatte la scorsa estate, dell’associazione “Baghera e i randagi della Pineta” che insieme alla signora Cesarina seguono parte di queste colonie: «Ogni estate accade la stessa storia: ragazzi che urinano e defecano sulle casette dei gatti, a volte incuranti davanti alla volontaria che in quel momento sta portando la pappa ai gatti; casette, peraltro gentilmente donate dal Comune di Ravenna, prese a calci; ciotole buttate all’aria, sigarette spente ovunque con il pericolo, nei periodi di siccità anche di incendiare la pineta; cartacce, bicchieri, bottiglie, preservativi buttati ovunque anche in mezzo alle mangiatoie». Le colonie feline di Marina sono regolarmente censite e pertanto tutelate dalla legge quadro 281/91, dalla legge regionale 27/2000 e dal regolamento comunale approvato con delibera n.72253/82 del 2016.

«Chiediamo alle forze dell’ordine, al comune e all’assessore Gallonetto un maggiore impegno e attenzione. Auspichiamo maggiori controlli in particolare nel weekend, per garantire che il divertimento sia rispettoso non solo dei gatti ma in generale della biodiversità della zona della pineta e comunque sicuro per tutti. Come Avs non possiamo che raccogliere e rilanciare le richieste dell’associazione e della signora Cesarina, aggiungendo che il mancato rispetto per gli animali è anche mancato rispetto per le persone che se ne prendono cura, persone che a volte possono avere in queste colonie dei compagni che aiutano, spesso anziani, a lottare contro la solitudine. Rispettare e tutelare la biodiversità in ogni sua accezione dovrebbe essere una priorità e un obiettivo di tutti, soprattutto in territori come il nostro dove ha sempre meno spazi».

550mila euro per il supporto psicologico delle donne vittime di violenza

Il finanziamento copre le spese per percorsi terapeutici, per la mediazione interculturale e per attività psicomotorie per i figli

Violenza Sessuale

Pari opportunità. Donne vittime di violenza, la Regione paga il supporto psicologico per aiutare loro e i loro figli a uscire dal trauma: stanziati 550mila euro. Allegni: “Anche così aiutiamo le vittime di violenza di genere a ricostruire condizioni di benessere e a riconquistare la propria autonomia di vita”

«Un sostegno psicologico per elaborare il trauma e riprendere in mano la propria vita. Vogliamo sostenere in modo concreto le donne e i loro figli E dare risposta a una esigenza emersa sul territorio che punta a intervenire su una delle fragilità più profonde lasciate dalla violenza, il trauma psicologico» così Gessica All’ogni, assessora regionale alle Pari opportunità, Gessica Allegni, commenta la riconferma dei fondi regionali destinati ai comuni che hanno attivi sul loro territorio Centri antiviolenza.

Si tratta di risorse destinate alle donne vittime di violenza e ai loro figli e figlie che potranno così intraprendere percorsi psicoterapeutici con professionisti iscritti all’Ordine degli psicologi dell’Emilia-Romagna. Per i bambini saranno possibili, da quest’anno, anche attività di psicomotricità.

Il finanziamento regionale copre le spese per percorsi psicoterapeutici, per la mediazione interculturale, se ritenuta necessaria al percorso stesso e, come detto, anche per attività di psicomotricità per figli di donne vittime di violenza.

Sono i Comuni, in collaborazione con i centri antiviolenza, a decidere le modalità previste per l’accesso al sostegno: erogando il servizio direttamente o attraverso i centri antiviolenza oppure con un rimborso diretto alle donne per sedute svolte con lo psicoterapeuta di fiducia.

In questo ultimo caso il contributo arriva ad un massimo di 60 euro a seduta e 3mila euro totali nell’arco del 2025.

Dal podcast ai poster in metro a Milano passando per gli spot tv: Cervia si promuove

La fondazione che cura la promozione della località presenta le mosse messe in campo per l’estate 2025

FONDAZIONE CERVIA IN LEDWALL MILANO 07042025 Garibaldi 2Cervia lancia un podcast dedicato alla città come strumento promozionale per la campagna turistica dell’estate 2025. L’uscita è prevista nel mese di maggio, la prima puntata sarà dedicata a Milano Marittima e vedrà la partecipazione di Simona Ventura come testimonial.

È la novità principale della strategia di promozione messa in campo da Cervia In, la fondazione per il turismo che ha avviato le campagna della cosiddetta brand awareness dedicate a Cervia, Milano Marittima, Pinarella e Tagliata. Si intende l’insieme di azioni di marketing e comunicazione pensate per rafforzare l’immagine e i punti di forza di Cervia e delle sue località come mete di viaggio. «Lavoriamo sulla percezione emotiva piuttosto che sulla vendita diretta del soggiorno», si legge nel comunicato stampa.

Nel mese di maggio, la fondazione si è concentrata per avviare nuove attività di impatto:

  • campagne di affissione in città strategiche come Brescia, Bergamo, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Monza, Sondrio e Varese. Cervia sarà inoltre presenti a Imola durante il gran Premio di Formula Uno.
    spot tv trasmessi sulle reti Mediaset, con una geolocalizzazione mirata in Emilia (da Modena a Piacenza).
  • campagne radiofoniche iniziate ancora ad aprile ed alcune tutt’ora in corso su emittenti come Radio Bruno, Radio Pico, Radio Stella, Radio Modena 90, Latte Miele e Radio Reggio.
  • campagne web tramite il Gruppo Gedi e attive in svariati portali come Il Sole 24 Ore, Eurosport e 3B Meteo per esempio, sempre geolocalizzate con particolare focus su Lombardia, Veneto ed Emilia (70% del budget) e sulla Bassa Germania e Austria (30%).

Accanto alle azioni più recenti, la fondazione ha già sviluppato un ricco programma promozionale che ha toccato diversi canali e mercati, con campagne che sono state avviate già a partire da dicembre 2024:

Affissioni

Due importanti campagne sono state realizzate su Milano:

  • Maxi-schermi posizionati in aree di grande passaggio, come per esempio Corso Buenos Aires, Corso Garibaldi oppure il Teatro Piccolo.
  • Affissioni agli ingressi delle principali stazioni della metropolitana.

Spot tv

Programmazione di spot televisivi andati in onda su quattro canali regionali lombardi collegati al gruppo 7 Gold: Antennatre, Bergamo TV, Telelombardia e Top Calcio 24.

Metropolitana Milano Ingressi CerviaFiere

La Fondazione ha partecipato a diverse fiere del turismo, tra cui il Ttg di Rimini e la Bit di Milano, nella nuova sezione Thermalia in partnership con le Terme di Cervia. All’estero le fiere Fespo e Golfmesse di Zurigo, Golf & WellnessReisen di Stoccarda, Paris Golf Show di Parigi, Golftage di Monaco. La Fondazione ha esteso la propria rete di contatti in Polonia, dove ha incontrato numerosi operatori turistici a Breslavia, Varsavia e Cracovia e siglato nuovi accordi con tour operator polacchi. Inoltre, grazie alla collaborazione con partner come Arcadia Viaggi e Way2Italy, la propria presenza è stata ampliata a numerose altre importanti fiere e workshop, come ad esempio la Fitur di Madride la Itb di Berlino. In particolare la partecipazione alla rete B2B realizzata con Arcadia permette agli hotel aderenti la visibilità verso oltre 150 Tour Operator, prevalentemente stranieri, andando al contempo ad aumentare la visibilità anche di Cervia.

Ma l’impegno della Fondazione va oltre il settore turistico tradizionale: un esempio di collaborazione innovativa è rappresentato dagli accordi con FilmMareMonti, una società che supporta le produzioni cinematografiche. Questo accordo ha portato alla partecipazione all’ultima edizione del Black Film Festival di Miami, che, come risultato, porterà alcuni produttori di Netflix e Warner a visitare Cervia proprio nel mese di maggio. Un’opportunità unica che potrebbe portare grande visibilità.

Pubblicazioni cartacee

Sono stati effettuati Investimenti su media tradizionali, specialmente nel settore sportivo e golfistico:

  • Riviste internazionali come Italien Magazin e Discover Golf Albrecht.
  • In Italia, il Corriere dei Territori distribuito in Piemonte e Lombardia insieme a 38 settimanali locali, il National Geographic Traveler, la rivista Calcio d’Inizio distribuita durante le partite del Bologna Calcio e gli inserti dedicati ai tornei giovanili, iniziati con il torneo della Befana di Parma, frutto della partnership con Adriasport.

Web e Digital Marketing

La Fondazione ha dedicato soprattutto grande attenzione al marketing digitale. In questo caso la brand awareness è stata abbinata alla vendita di prodotti, sia alloggi che esperienze, promuovendo il nuovo portale di destinazione DiscoverCervia.com andato online lo scorso marzo 2024:

  • Investimenti importanti su Google e Meta (Facebook, Instagram), coinvolgendo anche mercati esteri come Germania, Austria, Polonia e, in via sperimentale, il Regno Unito.
  • Presenza su portali tematici come Albrecht Golf Travel e Nineteen.ch Golf.
  • Promozione all’estero tramite Expedia con quattro campagne distinte, mirate a Germania, Svezia, Svizzera e Stati Uniti (questa ultima avente come target i crocieristi in passaggio da Ravenna).
  • La presenza sulle principali piattaforme di welfare aziendale italiane, grazie alla collaborazione con Tanto Svago e Welfare Group.
  • Attività con influencer, che raccontano la loro esperienza a Cervia e Milano Marittima sui social network.

Aeroporto di Forlì

Altra novità è rappresentata dal lancio del volo estivo Vienna – Forlì per la quale la Fondazione, in collaborazione con la cooperativa taxi di Cervia, ha definito i transfer, e sta promuovendo pacchetti sull’Austria.

Torna il festival dedicato a Grazia Deledda: incontri e letture a Villa Caravella

Nel corso della manifestazione sarà inaugurato il nuovo sistema di illuminazione delle statue sulla rotonda intitolata alla scrittrice

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Torna a Cervia il festival dedicato a Grazia Deledda: in programma il 10 e 11 maggio due giorni di letture e incontri nel giardino di Villa Caravella (dimora della scrittrice) e l’inaugurazione del sistema di illuminazione delle statue di Angelo Bianchini a lei dedicate. Il tema che guiderà questa terza edizione del festival sarà la rilettura dei suoi racconti seguendo le orme dei tanti animali domestici e selvatici che li hanno ispirati. Il programma alterna conversazioni storiche e letterarie con le scrittrici Elisa Mazzoli, Sarah Savioli e Sandra Petrignani, letture a cura di Lelia Serra e Ruggero Sintoni, musica con il duo di chitarre Striago e di fisarmoniche Baguette, oltre a momenti divulgativi e conviviali.
La prima giornata del festival sarà dedicata proprio a Bianchini e al valore delle sue statue di bronzo, apposte al centro della rotonda Deledda, con una conferenza di Giovanni Gardini, direttore del Museo Diocesano di Faenza e del Museo Lercaro di Bologna, e il ricordo del nipote Luca Biancini.

«L’illuminazione della Pescivendola romagnola e della Pastora sarda, inaugurate nel settembre del 1956 a venti anni dalla morte della scrittrice, rappresenta un nuovo passo in avanti nel percorso di recupero della memoria ‘deleddiana’ della città che si aggiunge alla targa storica e alla segnaletica per raggiungere Villa Caravella Marisa Ostolani, presidente dell’Associazione Grazia Deledda, una Nobel a Cervia -. L’anno prossimo saranno 100 anni dal conferimento del Nobel alla scrittrice ed è il momento propizio per fare un nuovo salto di qualità».

In previsione della riqualifica del lungomare cittadino infatti, l’associazione propone di: «Farlo diventare a misura di Nobel non solo di nome, ma anche di fatto, con opere artistiche per omaggiarla ed elementi di arredo urbano che facciano conoscere le parole straordinarie con cui Deledda descrive la sua bella-verde-ventosa Cervia. Dovremmo cogliere questa opportunità per legare in modo indissolubile la nostra memoria a quella dell’unica italiana premio Nobel per la letteratura».

Ad aprire la seconda giornata del festival, domenica 11 maggio, sarà invece una passeggiata pet-friendly, accompagnata da letture dalle novelle di Deledda. Di ‘Voci dalla natura, Animali domestici e selvatici nelle pagine di Grazia Deledda’ parleranno poi le scrittrici Elisa Mazzoli e Sarah Savioli in una conversazione con la studiosa Elena Gagliardi.

«Nelle opere della Deledda la natura diventa protagonista in quanto intrinseca nei personaggi stessi e gli animali sono spesso al centro delle sue riflessioni – sottolinea Gagliardi -. Questo amore per gli animali rivela la grande attenzione che in generale la Deledda riserva alla natura. L’autrice ci invita con i suoi racconti al rispetto per l’ambiente, mostrando una coscienza ecologica assolutamente moderna».

Con Eraldo Baldini e Massimiliano Costa, autori di ‘Romagna selvatica, ieri e oggi’, si cercherà di capire quali erano gli animali che la scrittrice agli inizi del Novecento incontrava nelle sue passeggiate in salina e in pineta e cosa da allora è cambiato nella fauna romagnola.

Con Sandra Petrignani, si indagherà invece su come il rapporto con gli animali, pur complicandocela, cambia sempre in meglio la nostra vita. “Avere un cane è come trovarsi in un costante stato di innamoramento”, sottolinea l’autrice di ‘Autobiografia dei miei cani’, che sarà intervistata dalla capo redattrice Cultura dell’Ansa, Elisabetta Stefanelli.

Durante tutto il fine settimana, il giardino dell’ex villino Deledda diventa un luogo di incontri tra la Romagna e la Sardegna, ricreando quel dialogo di intesa alimentato dalla scrittrice nelle quindici estati trascorse a Cervia. Oltre all’esposizione dei quadri di pittori cervesi e a un laboratorio per realizzare animaletti in lana e carta, sarà attivo anche un punto informativo sul benessere degli animali a cura di Arca 2005.

Primo appuntamento della rassegna Romagna in Fiore con i Modena City Ramblers

Il primo dei nove concerti pomeridiani en plein air è in programma per sabato 10 maggio a Castel Raniero

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La rassegna di Romagna in Fiore prenderà il via da sabato 10 maggio, con il concerto dei Modena City Ramblers nel faentino. Si tratta del primo di nove appuntamenti pomeridiani en plein air tra i paesaggi più autentici della Romagna, raggiungibili con percorsi a piedi o in bicicletta.

L’appuntamento è alle 16 a Castel Raniero, nel parco dell’ex colonia, dove i Modena City Ramblers celebreranno gli 80 anni della Liberazione e il ventennale del loro disco d’oro Appunti partigiani, con il loro combat folk, tra contaminazioni rock e punk e amore per il folk irlandese. L’apertura, è affidata al cantautore romagnolo Martino Chieffo, in collaborazione con il Mei.

Il luogo dello spettacolo è raggiungibile da vari parcheggi, con percorsi a piedi da 1 a 3 km. Le informazioni su percorsi, guide e parcheggi sono disponibili sul sito di Trailromagna. Sul posto, anche gli stand gastronomici organizzati da La Musica nelle Aie.

Romagna in fiore continuerà fino al 2 giugno, visitando alcuni dei territori più colpiti dagli eventi alluvionali. Da Traversara a Modigliana, passando per Mercato Saraceno, Borgo Tossignano, Forlì, Castel Bolognese, La Torraccia e Riolo Terme.

Il secondo evento della rassegna è in programma domenica 11 maggio, con Raphael Gualazzi alla Torre di Traversara, frazione di Bagnacavallo. L’ingresso agli spettacoli prevede un biglietto simbolico di 5 euro, omaggio per chi ha subito danni nelle alluvioni.

Nuovo sopralluogo a Marzeno del presidente della Regione: lavori da 1,6 milioni

Concluso il primo dei tre interventi in atto. De Pascale e Rontini incontrano i rappresentanti dei residenti: «In corso opere fondamentali per mettere in sicurezza l’assetto complessivo torrente»

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Continuano i lavori lungo il corso del torrente Marzeno, sia nel tratto a monte, nel forlivese, sia a valle, nel ravennate, tra Brisighella a Faenza. L’omonima frazione di Marzeno è una delle più colpite dalle esondazioni di settembre 2024 e presenta ancora gravi danni a ponti e infrastrutture.

Mercoledì 7 maggio la zona è stata oggetto di un nuovo sopralluogo da parte del presidente della Regione Michele de Pascale e della sottosegretaria con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini. La ricognizione è partita da via del Palazzo, nella parte della frazione in comune di Faenza; a seguire, via Moronico e via Scavignano (parte della frazione in comune di Brisighella). Grazie all’ordinanza 13 tre, verranno ricostruiti alcuni ponti in situazione di criticità, come quello di via Moronico sul Marzeno (con un investimento di 650mila euro). Per Faenza, verranno invece messi a disposizione ulteriori 3 milioni di euro per completare la copertura finanziaria dell’intervento di difesa idraulica dell’area di via Cimatti in corrispondenza della confluenza del torrente Marzeno nel Lamone. L’investimento totale per l’opera è di 7 milioni di euro.

Dei tre cantieri attivati in urgenza dopo gli eventi alluvionali di maggio 2023, per un importo totale di 1,6 milioni di euro, uno è concluso (interventi urgenti per il ripristino officiosità idraulica del Marzeno e dei suoi affluenti nei comuni di Modigliana, Tredozio, Brisighella e Faenza), mentre gli altri due sono in corso. Si tratta di interventi finanziati attraverso le ordinanze 8 e 15 del commissario straordinario per la ricostruzione. Inoltre è in fase di progettazione un nuovo intervento nel bacino del Marzeno, nell’ambito dell’ordinanza 33.

Sono tutt’ora in corso, lungo il tratto del torrente e affluenti, gli interventi finanziati dal Fondo Sviluppo e Coesione 2021/2027 per un importo complessivo di 1,1 milioni di euro, mentre è prevista la progettazione di ulteriori interventi per 500mila euro nel biennio 2026-27.

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«Comprendiamo bene la preoccupazione delle famiglie e delle aziende, che hanno dovuto fronteggiare più esondazioni – hanno sottolineato de Pascale e Rontini-. La situazione in questo tratto è complessa, anche perché l’intero corso d’acqua non è arginato. Siamo qui per verificare l’avanzamento dei lavori già previsti e individuarne insieme di ulteriori. Si sta lavorando lungo tutto il torrente, anche nella parte a monte; un cantiere è stato concluso, altri sono in corso, altri ancora vanno ulteriormente progettati per migliorare l’assetto complessivo del torrente». Con loro durante la visita anche Massimo Isola, sindaco di Faenza, il vicesindaco Andrea Fabbri e l’assessore Massimo Bosi. In rappresentanza di Brisighella, il sindaco Massimiliano Pederzoli, e l’assessore Dario Laghi. Durante la giornata, presidente e sottosegretaria hanno incontrato anche il Comitato alluvionati Marzeno.

Operaio muore in ospedale una settimana dopo l’incidente nel cantiere edile

La vittima è un 48enne caduto da tre metri. La procura indaga per accertare se indossava i sistemi di sicurezza

Russi3Un operaio di 48 anni è morto il 6 maggio all’ospedale di Cesena dove era ricoverato da una settimana dopo essere caduto da un tetto durante un intervento in un cantiere edile per la costruzione di una abitazione a Russi, in largo Cantagalli. L’incidente è avvenuto il 28 aprile, la vittima è Jilali Sejdi, originario del Marocco e residente a Bellaria: è precipitato da circa tre metri e, secondo quanto riportato dai quotidiani locali Il Resto del Carlino e Corriere Romagna da cui si apprende la notizia del decesso, non stava utilizzando sistemi anticaduta, come la linea-vita, e non indossava sistemi di protezione.

La procura di Ravenna ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio colposo. L’ultimo piano del cantiere è stato posto sotto sequestro. Le indagini sono affidate alla Medicina del lavoro e ai carabinieri della stazione di Russi.

Dura la reazione dei sindacati. Cgil, Cisl e Uil hanno espresso cordoglio alla famiglia e chiesto «misure concrete e immediate ad ogni livello» per contrastare gli infortuni sul lavoro. «Appare evidente come alcune misure di sicurezza fossero carenti o insufficienti», si legge nella nota. Le sigle sindacali chiedono inoltre la convocazione urgente del Tavolo territoriale per la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Consumi in provincia sotto la media regionale. Buoni i risultati per le due ruote

L’osservatorio di Findomestic registra un +16,7 percento per il settore moto nel ravennate, che si aggiudica il secondo posto in regione. Calano mobili e elettronica

Claudio Bardazzi Resp Oss.Findomestic
Claudio Bardazzi, responsabile osservatorio Findomestic

A Ravenna, nel 2024, i consumi in beni durevoli passano da 624 a 634 milioni di euro: un 1,6 percento di crescita che si rivela sotto alla media regionale (+4,7 percento) e nazionale (+4,5 percento). La crescita maggiore in percentuale si registra nel settore delle due ruote, con un  e +16,7 percento (pari a 20 milioni di spesa) sul 2023 che costituisce la seconda miglior variazione in Emilia-Romagna e la 19esima tra le 107 province italiane.

Questo quanto emerge dall’osservatorio Findomestic, che vede il volume complessivo degli acquisti in Regione al quarto posto in Italia. La spesa media per famiglia di 3.469 euro del ravennate è in linea con le altre province dell’Emilia-Romagna, seppur con una lieve flessione dell’1 percento. Il comparto della mobilità, quello che guida i consumi, mostra percentuali diverse fra loro a seconda del mezzo: per le auto nuove il giro d’affari è di 160 milioni di euro e cresce lievemente dell’1,8%. Per le auto usate è invece di 194 milioni, con un aumento del 2,9 percento che resta comunque il più contenuto a livello regionale. Oltre al già citato settore motociclistico, buoni rimbalzi anche negli acquisti di elettrodomestici (+6,3 percento, per un totale di 51 milioni), meno nella telefonia (+0,9 percento a 43 milioni).
In controtendenza gli altri beni per la casa: l’elettronica di consumo perde il 2,1 percento (11 milioni), i mobili il 2,2 percento (138 milioni) mentre l’information technology registra la contrazione più alta in regione, meno 5,2 percento (17 milioni).

In generale, l’Emilia-Romagna è al primo posto in Italia per crescita nella spesa di elettrodomestici (+7,5%) ed elettronica di consumo (+0,6%). Bologna, Modena e Reggio Emilia guidano in testa alle graduatorie nazionali in questi due comparti. A Modena la spesa media per famiglia più alta d’Italia nei beni durevoli.

4 a un volume di spesa complessiva di 840 milioni (il terzo in Emilia Romagna), con un +4,8% in più rispetto al 2023 che segna la quinta crescita più consistente della regione. La spesa media per nucleo familiare, come evidenziato dall’Osservatorio Annuale Findomesticsi attesta a 3.573 euro (+4,2%): è la seconda più alta a livello regionale (dietro Modena) e l’11ª fra le province italiane. Le famiglie di Reggio Emilia hanno speso 194 milioni di euro in auto nuove, ma la crescita dello 0,4% è la più bassa della regione. Le preferenze vanno alle auto usate (+12,7%, davanti c’è solo Parma, e un totale di 276 milioni) e ai motocicli (+11,3% a 23 milioni). In positivo sono anche gli acquisti di elettrodomestici (72 milioni), in crescita dell’8%, terza in Emilia-Romagna e in Italia. Bene anche il segmento dell’elettronica di consumo che tocca i 17 milioni in aumento dello 0,8%, terza variazione in Emilia-Romagna e nel Paese. Reggono gli acquisti nella telefonia (+0,4%, 57 milioni), calano di poco quelli in mobili (-0,5%, 176 milioni). Più consistente la contrazione nell’information technology (-3,3%, 23 milioni).

Riapre il Moog Slow Bar, in una nuova sede in via Corrado Ricci

L’obiettivo è inaugurare entro la fine di giugno

Moog

Era una notizia attesa da tanti frequentatori del locale chiuso nel novembre del 2023 in vicolo Padenna: il Moog Slow Bar riapre in una nuova sede, sempre in centro a Ravenna.

La notizia è riportata dal Carlino Ravenna in edicola oggi, 8 maggio, in cui i titolari raccontano il nuovo progetto, che sarà simile a quello del vecchio Moog (quindi con iniziative culturali e musicali). Il locale nascerà in un luogo ancora “inesplorato”, una corte interna in via Corrado Ricci, al civico 8, con ingresso dal portone di fianco alla piadineria “L’ingrediente segreto”.

I lavori sono in corso e l’obiettivo è riuscire a inaugurare entro la fine di giugno.

Faenza ai quarti di finale play-off del campionato nazionale di serie B

Contro la favorita Roseto. Eliminata invece l’Orasì Ravenna

Basket Ravenna
Tifosi e giocatori del Ravenna durante l’ultima partita della stagione a Jesi

Faenza entra nel tabellone dei play-off del campionato nazionale di serie B di basket, mentre per Ravenna la stagione è finita. È questo il verdetto dell’ultimo turno dei play-in, sorta di spareggio per accedere appunto ai quarti di finale dei play-off promozione (che mettono in palio 3 posti in A2).

Sono 16 le squadre ancora in gioco, suddivise in due tabelloni distinti che partono dai quarti di finale, da disputare al meglio delle cinque partite, in programma da domenica 11 fino eventualmente a mercoledì 21 maggio.

Faenza dopo la vittoria di ieri sera (7 maggio) contro Casale Monferrato (82-66) disputerà il proprio quarto di finale contro Roseto, che ha vinto il proprio girone e che quindi partirà con il vantaggio (oltre che del pronostico) del fattore campo.

La corsa di Ravenna (che a differenza di Faenza, sempre in zona playoff durante la stagione regolare, si è regalato i play-in con l’obiettivo salvezza in tasca solo da poche settimane) termina invece a Jesi (71-60 per i marchigiani nella gara secca di mercoledì sera, sempre valida come ultimo turno dei play-in).

Rasha Nahas e Nada Elia. Atti di resistenza di due donne palestinesi

Alla vigilia della mobilitazione social del 9 maggio “L’ultimo giorno di Gaza – L’Europa contro il genocidio”, riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento dell’attivista Marina Mannucci, scritto all’indomani del concerto ravennate di Rasha Nahas, per tenere alta l’attenzione sulla Palestina.

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Il 24 aprile, al Teatro Rasi di Ravenna, il concerto di Rasha Nahas ha aperto la prima rassegna realizzata in Italia dedicata alla diaspora palestinese; i successivi concerti in programma di Kamilya Jubran, 47Soul e Bashar Murad si terranno rispettivamente il 23-24-25 maggio al Teatro Alighieri di Ravenna; eventi promossi dal Festival delle Culture in collaborazione con Ravenna Festival.

Accompagnata sul palco da Jelmer De Haan al basso e Altair Chague alla batteria, Rasha Nahas, per mezzo della forza della sua musica, delle parole scelte, delle lingue utilizzate, come anche del suo linguaggio – un misto di storia, arte e poesia – ha suscitato l’interesse, il coinvolgimento emotivo e l’apprezzamento di un pubblico composto soprattutto da ragazze e ragazzi che avevano gremito il teatro. Lo stile musicale di quest’artista intreccia influenze musicali tradizionali e popolari dei villaggi palestinesi di Tarshiha nell’Alta Galilea e di Haifa, dove è nata e cresciuta, con la cruda intensità del rock elettrico di Berlino, dove la compositrice, cantante, cantautrice e strumentista attualmente vive. Rasha suona e scrive canzoni fin da bambina. Crescendo, studia chitarra classica e produce canzoni e le esegue dal vivo; si esibisce nei locali pubblici di Haifa con musicisti e gruppi, diventando una figura di spicco della scena musicale underground palestinese. Nel 2016 esce il suo primo Ep in lingua inglese Am I, prodotto tra Haifa e Bristol nel Regno Unito. All’età di ventuno anni l’artista si trasferisce a Berlino dove nel 2021 debutta con l’album rock teatrale-poetico in lingua inglese, acclamato dalla critica, Deserted, prodotto dall’etichetta Rmad Records; nei brani, vi è il racconto del suo “viaggio Haifa-Berlino”. Nel 2023 Rasha pubblica Amrat (A volte in arabo), dell’etichetta indipendente britannica Cooking Vinyl, lavoro che segna il suo approccio con testi in lingua araba, in cui esplora temi del dualismo urbano e rurale: «C’è una ragazza libera che balla a piedi nudi su una montagna. Nei suoi occhi si vede il riflesso del mare». L’album, registrato sulle alture occupate del Golan, vanta il contributo di musicisti di spicco della scena musicale indo-palestinese. Rasha ha una vasta esperienza come compositrice e autrice anche per il cinema e il teatro; tra i suoi lavori la creazione di pezzi originali per la scena artistica berlinese e il Thalia Theater di Amburgo. Nel 2024 Rasha interpreta un ruolo speciale nella seconda stagione della sitcom televisiva britannica We are Lady Parts, scritta e diretta da Nida Manzoor; la serie segue un gruppo punk rock britannico composto interamente da donne musulmane. Rasha è tra le prime donne a essere selezionata a ricevere un compenso dalla Bertha Foundation Artivism Awards, un programma che offre finanziamenti ad artisti/e attivisti/e, collettivi artistici e organizzazioni per utilizzare l’arte come un appello all’azione, nonviolento, per suscitare un cambiamento misurabile in una comunità. In un’intervista del 2023 in cui la giornalista di 972 Magazine, Vera Sajrawi, chiede a Rasha cosa significhi per lei essere un’artista indipendente, donna, araba, palestinese, lei risponde che «A volte significa tutto e a volte non significa niente» e che il suo rapporto con la sua identità cambia quando è nella diaspora rispetto a quando è in Palestina. «Quando torno a casa, faccio parte di una comunità: le persone mi assomigliano, si vestono come me, e c’è un discorso in cui le idee vengono condivise. Ma quando sono in Europa, sento di funzionare in un diverso ruolo – come i miei capelli neri e ricci hanno un posto diverso qui, e il mio corpo come persona di colore, un’artista donna, svolge una funzione diversa quando sono fuori dal mio ambiente».

Nada Elia
Articolo Mannucci Nada Elia Copertina Libro«“La Palestina è una questione femminista”, scrive Nada Elia all’inizio del terzo capitolo di questo libro. In buona parte, come l’autrice approfondisce, è una questione femminista perché le donne sono state particolarmente penalizzate dall’occupazione israeliana. Uccise, stuprate, obbligate a partorire sotto il controllo medico israeliano, denutrite, costrette a vedere i propri figli e figlie morire sotto le bombe, nelle camere di tortura, o negli ospedali, le donne palestinesi hanno costituito fin dalla Nakba del 1948 un bersaglio chiave di Israele». Questa citazione è tratta dalla prefazione di Francesca Coin e Sara R. Farris alla traduzione italiana del libro di Nada Elia, Greater that the sum of our parts. Feminism. Inter/Nationalism, and Palestine (London, Pluto Press, 2023), scrittrice palestinese della diaspora, attivista del Palestinian Feminist Collective e docente di Global and Gender studies alla Western Washington University, che ha scelto, come titolo, proprio l’affermazione: La Palestina è una questione femminista.

Prendendo spunto dal fenomeno noto in inglese con l’acronimo Fep (Feminist Except for Palestine) relativo a eventi che risalgono agli anni Sessanta, quando diverse femministe arabe vennero abbandonate da gruppi di femministe americane per il loro sostegno alla causa della liberazione palestinese, Elia sostiene che il cosiddetto femminismo del Nord del mondo spesso, ancora, si rifiuta di prendere atto delle condizioni delle donne palestinesi, come dimostra la loro continua esclusione dai dibattiti nazionali e globali sui problemi delle donne. Le donne progressiste non bianche e indigene, insieme alle donne bianche antimperialiste e antirazziste, oggi però, sono fermamente antisioniste e sostengono che ideologie che si basano su supremazia e discriminazione sono inconciliabili con il femminismo e non possono che essere riconosciute come supremazie di genere (se ne parla a pagina 116 del libro). L’autrice sostiene, infatti, che il progetto sionista sia coloniale e per questa ragione assoggetti le donne in quanto portatrici delle tradizioni del passato e della riproduzione biologica legata al futuro del popolo colonizzato.

Articolo Mannucci Nada EliaLa questione palestinese è, indubbiamente, una questione coloniale e, in quanto tale, bisogna studiarla a partire dalla cultura razzista che attribuisce al colono una presunta supremazia e alla popolazione occupata una presunta inferiorità; una logica di disumanizzazione per sostituire un popolo con un altro. Il documentario No Other Land, premiato al Festival Internazionale del Cinema di Berlino e come migliore documentario agli Oscar 2025, diretto, prodotto, scritto e montato dal collettivo palestinese-israeliano formato da Basel Adra, Yuval Abraham, Hamdan Ballah e Rachel Szor, ben lo dimostra. Quando nel gennaio del 2023 esce l’edizione inglese del suo libro, Nada Elia non poteva sapere quanto sarebbe successo nel giro di pochi mesi; la sua intenzione è mostrare «il volto cattivo di Israele come stato coloniale d’insediamento e del sionismo come ideologia razzista» (ne scrive a pagina 17) e dare rilievo all’attivismo delle donne, delle persone queer, delle/dei giovani palestinesi e anche all’attivismo della diaspora che, ovunque nel mondo, si interseca con altre lotte che si rispecchiano in sfaccettature anche della lotta palestinese. L’autrice sostiene che la Palestina è una questione anticarceraria, anticoloniale, antirazzista, ecologista, femminista e, grazie anche all’approfondimento delle differenze e delle somiglianze tra sistema israeliano e sudafricano, trae spunti utili per auspicare equi riconoscimenti al popolo palestinese. Il suo interesse si focalizza sulla componente di genere del colonialismo d’insediamento e del razzismo; l’apartheid in quanto sistema di razzismo legalizzato è l’esito del colonialismo in quanto manifestazione imperialista. La «Palestina – scrive Elia – è un paese colonizzato il cui popolo indigeno è stato spossessato e privato dei diritti, mentre i coloni, protetti dall’esercito, dalle forze di polizia e dal sistema legale di uno stato coloniale, hanno preso il sopravvento e continuano a sottrarre terre, case, villaggi e risorse naturali palestinesi» (citazione da pagina 27). La Nakba (catastrofe) è ancora in corso. Colonialismo d’insediamento, violenza di stato e femminicidi sono riconducibili a un unico disegno: questa la tesi sostenuta nel libro a motivazione del perché la lotta palestinese debba essere intesa anche come lotta femminista e abolizionista intersezionale. Nel libro vengono evidenziate le azioni delle donne palestinesi nel contrastare il colonialismo dai giorni del mandato britannico a oggi, anche se il lungimirante attivismo dal basso delle donne «è stato marginalizzato in seguito agli accordi di Oslo del 1993, che hanno facilitato il ritorno al potere di politici palestinesi maschi che chiaramente mancavano dell’immaginazione trasformativa necessaria per farci uscire dal pantano del “processo di pace”» (citazione da pagina 33). Elia sostiene la tesi della necessità di guardare oltre l’invenzione coloniale delle dicotomie, che sia la soluzione dei due stati, di madrepatria e diaspora, di ebrei e arabi: «[…] dopo decenni di tentativi da parte di governi e politici di istituire uno “stato” palestinese indipendente, gli intellettuali e gli attivisti palestinesi guardano oltre la soluzione di due stati, esplorando la nazionalità in un’ottica decoloniale piuttosto che di costruzione statuale. È questa la visione trasformativa, abbracciata dalle attiviste femministe palestinesi, che accompagna le loro invocazioni abolizioniste» (pagina 37).

Nel primo capitolo, in cui sono approfondite la questione del colonialismo d’insediamento e la resistenza indigena, vengono riportate citazioni di diversi pensatori sionisti, tra cui Benny Morris (docente di Storia al Dipartimento di Studi Medio-orientali della Università Ben Gurion del Negev a Be’er Sheva, Israele), autore di diversi libri sulla fondazione di Israele e di ricerche approfondite negli archivi dell’esercito israeliano, che non nega l’espulsione del popolo palestinese e, in un’intervista concessa al quotidiano israeliano indipendente Haaretz, afferma: «Non sarebbe nato uno stato ebraico senza lo sradicamento di settecentomila palestinesi. Era quindi necessario sradicarli. Non c’era altra scelta che espellere quella gente. Era necessario ripulire l’entroterra, ripulire le zone di confine e ripulire le strade principali. Era necessario ripulire i villaggi da cui si sparava sui nostri convogli e sui nostri insediamenti». Scrive ancora Elia: «Morris ritiene che l’espulsione di oltre settecentomila palestinesi sia stata insufficiente e che David Ben-Gurion, comandante delle milizie sioniste nel 1948, avrebbe dovuto espellere ogni singolo palestinese»; affermazione supportata dal seguito dell’intervista rilasciata a Haaretz dallo storico: «Una volta cominciata l’espulsione, forse avrebbe dovuto finire il lavoro. So che questo stupisce gli arabi, i liberali e la gente politicamente corretta. Ma la mia sensazione è che questo luogo sarebbe più tranquillo e conoscerebbe meno sofferenze se la questione fosse stata risolta una volta per tutte. Se Ben-Gurion avesse portato a termine una grande espulsione e ripulito l’intero paese, l’intera Terra di Israele, fino al fiume Giordano. Un giorno potremmo scoprire che è stato il suo errore fatale. Se avesse portato a termine un’espulsione totale, piuttosto che parziale, avrebbe stabilizzato lo Stato di Israele per generazioni». Per Elia, come del resto per i palestinesi tutti, rimane un imperativo mettere in discussione la retorica sionista in Occidente ed anche il genderwashing operato dal colonialismo d’insediamento che mette in risalto la cultura apparentemente aperta e le libertà sessuali di Israele, come è altrettanto fondamentale presentare la causa palestinese come una causa decoloniale, come un impulso irreprimibile verso la liberazione e la giustizia. Si tratta di una resistenza all’imperialismo, al colonialismo e all’oppressione, non di “terrorismo”, né di odio antiebraico.

In una Nota terminologica l’autrice puntualizza: «In tutto il libro, con Palestina mi riferisco all’intero paese, dal fiume Giordano al mar Mediterraneo. La nazione esiste da migliaia di anni e continua a esistere ancor oggi. Il fatto che Israele occupi attualmente quella terra cambia lo status politico della Palestina, ma non ne preclude l’esistenza. Inoltre, la crescente presa d’atto che non ci sanno mai due stati tra il fiume e il mare, che l’unità del popolo palestinese non può essere negata nonostante la frammentazione politica e geografica e che una visione del mondo decoloniale capace di andare oltre il concetto di stato-nazione è una precondizione necessaria per l’autodeterminazione, conferma che la Palestina non può essere divisa» (alle pagine 39-40 del libro).

Marina Mannucci

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