domenica
21 Dicembre 2025

Castel Bolognese dà il benvenuto a due nuove giovani dottoresse

Il sindaco Luca Della Godenza, la vicesindaca Iris Gavagni Trombetta e la direttrice del Distretto di Faenza, Donatina Cilla, hanno incontrato i medici di medicina generale di Castel Bolognese. Un confronto utile, che ha permesso di fare il punto sulla situazione dell’assistenza primaria in città, dopo i pensionamenti che a fine giugno 2025 avevano creato una fase di criticità.

Grazie al lavoro svolto in questi mesi dall’Ausl Romagna, in stretta collaborazione con il Distretto Sanitario di Faenza e il Comune di Castel Bolognese, la situazione è oggi in netta ripresa e l’organico si sta completando con l’arrivo di professionisti giovani. In base ai nuovi Accordi Collettivi Nazionali (entrati in vigore nel 2024), erano stati pubblicati 4 posti per i territori di Castel Bolognese e Riolo Terme. A Riolo Terme è stato assegnato un medico titolare mentre a Castel Bolognese sono stati coperti 2 dei 3 posti disponibili: la dottoressa Viola Laghi, in servizio dal 28 luglio, e la dottoressa Maria Chiara Cantarini, entrata in servizio il 1° settembre. Inoltre, un terzo medico, il dottor Sergio Maria Corazza, ha accettato un incarico provvisorio ed è attivo da luglio alla Casa della Comunità. Dal 1° ottobre è inoltre andata in pensione la dottoressa Giuliana Tarozzi.

Resta una fase di transizione: la medicina di gruppo continua ad assicurare la ripetizione delle ricette croniche e il nuovo Cau – Centro di Assistenza Urgenza, aperto tutti i giorni per 6 ore, garantisce una prima risposta ai bisogni di minore gravità.

In totale, quindi, il nucleo dei medici di medicina generale di Castel Bolognese è oggi composto da 6 professionisti: Carapia, Cantarini, Cocomazzi, Asirelli, Corazza e Laghi, che operano all’interno della Casa della Comunità. «L’arrivo di giovani medici è una buona notizia per Castel Bolognese – commentano il sindaco Della Godenza e la vicesindaca Iris Gavagni Trombetta – perché significa avere professionisti motivati, capaci di guardare al futuro e di costruire un rapporto solido con la comunità. Ringraziamo tutti i medici, nuovi e storici, per la disponibilità e l’impegno: solo insieme possiamo assicurare qualità e continuità nell’assistenza ai cittadini».

Il porto di Ravenna cresce: a fine settembre stimato un aumento del 7 percento dei traffici

Il porto di Ravenna nei primi otto mesi del 2025 ha movimentato complessivamente 17.911.669 tonnellate, in aumento del 6% (oltre 1 milione di tonnellate in più) rispetto allo stesso periodo del 2024.

Gli sbarchi sono stati pari a 15.692.541 tonnellate e gli imbarchi 2.219.128 tonnellate (rispettivamente, +7,3% e -2,4% in confronto ai primi 8 mesi del 2024).

Il numero di toccate delle navi è stato pari a 1.728, in aumento dell’1,2% (21 toccate in più).

Analizzando le merci per condizionamento, nei primi 8 mesi del 2025 si evince che le merci secche (rinfuse solide, merci varie e unitizzate), con una movimentazione pari a 14.176.239 tonnellate, sono aumentate del 3,5% (478 mila tonnellate in più) rispetto allo stesso periodo del 2024. Nell’ambito delle stesse, le merci unitizzate in container, con 1.588.724 tonnellate, sono cresciute del 4,3%; negativo, invece, il risultato per le merci su rotabili (1.095.100 tonnellate), in calo del 7,5%. I prodotti liquidi, con una movimentazione di 3.735.430 tonnellate, sono aumentati del 16,9%.

Il comparto agroalimentare (derrate alimentari e prodotti agricoli), con 3.833.700 tonnellate di merce, ha registrato nel periodo gennaio-agosto 2025 una crescita pari al 18,5% (600 mila tonnellate in più) rispetto allo stesso periodo del 2024.

I materiali da costruzione hanno registrato una movimentazione complessiva di 3.086.975 tonnellate, in rialzo dell’8,9% (oltre 253 mila tonnellate in più rispetto al 2024), in particolare, sono in crescita le materie prime per la produzione di ceramiche del distretto di Sassuolo, con 2.789.828 tonnellate movimentate (+10,2%, per oltre 258 mila tonnellate in più).

Per i prodotti metallurgici, sono state movimentate 3.859.490 tonnellate in calo del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2024 (quasi 240 mila tonnellate in meno).

Per quanto riguarda i prodotti petroliferi, sono state movimentate 2.478.437 tonnellate (+29,7%), grazie soprattutto alle navi dirette al rigassificatore; negativi, invece, i prodotti chimici (-18,6%), con 599.676 tonnellate e i concimi, pari a 1.128.556 tonnellate (-1,9% rispetto al 2024, con quasi 22 mila tonnellate in meno).

I contenitori, con 143.980 Teus, sono incrementati del 4,5% rispetto al 2024 (6.244 in più). Il numero di toccate delle navi portacontainer è pari a 302, 1 toccata in meno rispetto al 2024

In calo il risultato complessivo per trailer e rotabili, in diminuzione del 15,7% per numero di pezzi movimentati (53.701 pezzi, 10.018 in meno rispetto al 2024) e del 7,5% in termini di merce (1.095.100 tonnellate).

Andamento negativo per i trailer della linea Ravenna – Brindisi – Catania nei primi 8 mesi del 2025, dove i pezzi movimentati, pari a 44.878, sono calati del 2,2% rispetto al 2024 (1.013 pezzi in meno), mentre risultano in forte diminuzione le automotive.

Al Terminal Crociere di Ravenna si sono registrati 58 scali di navi da crociera (contro i 55 scali dello stesso periodo del 2024), per un totale di 187.349 passeggeri (-3,4%), di cui 160.891 in “home port”.

Dai primi dati rilevati, per il mese di settembre 2025 si stima una movimentazione complessiva pari a oltre 2,2 milioni di tonnellate, in crescita (+14,2%) rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

Positiva anche la stima dei nove mesi 2025 che dovrebbe raggiungere una movimentazione complessiva di oltre 20,2 milioni di tonnellate, in aumento di circa il 6,9% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Colpo notturno nella sede Sda alle Bassette: ladri in fuga con la cassaforte e oltre 10mila euro

Nella notte tra giovedì e venerdì alcuni malviventi sono riusciti a entrare nella sede della Sda di Ravenna – in zona Bassette – e a portare via la cassaforte. All’interno, un bottino di almeno 10mila euro.

Sul posto gli agenti della polizia, che stanno indagando sul caso con l’aiuto anche delle immagini della videosorveglianza.

Poco più di un anno fa – sottolinea il Carlino Ravenna in edicola oggi (4 ottobre) – venne messo a segno un colpo molto simile sempre nella sede ravennate della nota azienda che fornisce servizi di corriere espresso.

Facce, bandiere, striscioni: le fotografie della fiaccolata e dello sciopero per Gaza

Sono state più di 10mila le persone che tra la serata di giovedì 2 e la mattinata di venerdì 3 ottobre hanno sfilato per le vie di Ravenna in sostegno al popolo palestinese e alla missione della Global Sumud Flotilla. Ecco due fotogallery di Massimo Argnani.

Giovedì sera si è tenuta la fiaccolata dalla piazza all’ospedale, nell’ambito della campagna “Sanitari per Gaza”, con oltre 3mila partecipanti (gallery qui sopra); il giorno dopo il corteo dello sciopero per Gaza, con una marea di gente che si è mossa sempre dalla piazza ma fino alla darsena di città, con tanto di blocchi al traffico (gallery qui sotto).

Rinviato a giudizio per violenza sessuale e maltrattamenti, si dimette il neo co-direttore artistico del Ravenna Festival

Michele Marco Rossi si dimette da co-direttore artistico del Ravenna Festival, a poche settimane dalla nomina ufficiale, dopo la notizia del rinvio a giudizio per violenza sessuale e maltrattamenti. Il Cda della fondazione pubblica Ravenna Manifestazioni – che organizza il Festival – comunica alla stampa di non essere stata al corrente del procedimento penale in corso e di accettare le dimissioni. Una decisione, quella di Rossi, presa «per consentire il più sereno proseguimento della programmazione artistica» e che la fondazione descrive come «un gesto di responsabilità che Il Festival apprezza nella consapevolezza che un rinvio a giudizio non equivale ad una sentenza».

«Con queste poche righe – scrive Michele Marco Rossi – voglio innanzitutto ribadire la mia innocenza. Il rinvio a giudizio non è in alcun modo una condanna, nonostante purtroppo da alcune persone venga strumentalmente utilizzato e veicolato. È in ogni caso l’inizio di un periodo lungo pieno di dolore e difficoltà. Questa consapevolezza, unita al rispetto e all’amore profondo che ho per il Festival, mi induce a dare le mie dimissioni dal ruolo di co-direttore artistico. Capisco bene che le necessità di un ruolo simile possano apparire non compatibili con la situazione personale che mio malgrado dovrò affrontare, e in questo senso non ritengo opportuno rischiare di arrecare un danno al Festival che mi ha concesso fiducia e stima. Combatterò questa battaglia dolorosa per affermare la mia innocenza, una battaglia che mi è stata imposta attraverso false accuse. E nel frattempo al Festival auguro il meglio nel suo percorso di bellezza e di pace».

«La Fondazione – sottolinea il presidente Alessandro Barattoni, sindaco di Ravenna – accoglie le dimissioni di Michele Marco Rossi: nelle ultime ore la notizia del suo rinvio a giudizio aveva rivelato accuse a suo carico di cui alcun membro del Cda era a conoscenza. Ribadendo l’assoluta estraneità della Fondazione a questa vicenda, precisiamo che la programmazione di Ravenna Festival, attraverso la lente straordinaria dei linguaggi artistici, ha da sempre abbracciato e condiviso i più alti valori etici e morali, e continuerà a perseguire questo indirizzo con la direzione artistica di Angelo Nicastro e Anna Leonardi».

Riccardo Cocciante visita i musei Byron e del Risorgimento

Il noto compositore Riccardo Cocciante ha visitato i musei Byron e del Risorgimento a Ravenna oggi pomeriggio, 3 ottobre. Il 79enne cantautore, in città in occasione del festival del videoclip Imaginaction, è entrato al museo di via Cavour attorno alle 17, accompagnato dalla moglie Catherine Boutet. Ad attenderlo all’ingresso c’erano la presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Mirella Falconi Mazzotti, e la direttrice dei musei, Alberta Fabbri.

Dalla Fondazione fanno sapere che «Cocciante si è intrattenuto a lungo in particolare al Museo Byron, complimentandosi più volte per la ricchezza di contenuti e di documenti e per la modernità della fruizione immersiva e digitale». Il maestro ha provato anche tutte le interattività.

Alla fine della visita Cocciante ha firmato il registro delle presenze che annovera già quelle di Capi di Stato come i Reali d’Inghilterra Carlo e Camilla e come i Reggenti di San Marino Italo Righi e Denise Bronzetti, di eminenti figure istituzionali come il Vice Presidente della Commissione Europea Raffaele Fitto ed il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana Antonio Tajani. L’ultima firma prima di quella di Cocciante è quella di Lord Byron, il pronipote del poeta, che domenica era in visita ai Musei con la moglie Lady Byron.

Trovato con 32 piante di marijuana e poi con 650 grammi di droga: arrestato due volte

I carabinieri di Mezzano hanno arrestato ieri, 2 ottobre, un 40enne per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. L’uomo era stato arrestato pochi giorni prima per aver coltivato 32 piante di marijuana.

Dopo quell’arresto, i militari avevano continuato a tenerlo sotto osservazione perché sospettavano che non avesse interrotto la sua attività illecita. Intuizione che ha avuto le sue conferme: la perquisizione della sua abitazione ha portato a rinvenire 650 grammi di marijuana e una macchina per il sottovuoto, solitamente utilizzata per il confezionamento delle dosi di stupefacente.

Il 40enne è stato quindi nuovamente arrestato e questa mattina è comparso in tribunale di Ravenna: dopo aver convalidato l’arresto, il giudice ha disposto nei suoi confronti la misura cautelare dell’obbligo di dimora con permanenza domiciliare.

Co-direttore Ravenna Festival a giudizio, Ancisi (Lpr): «Cosa intende fare il Comune?»

Il consigliere comunale di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, interroga il sindaco di Ravenna per sapere se il co-direttore artistico del Ravenna Festival, prima di essere incaricato a fine settembre, ha consegnato una dichiarazione che attesti l’assenza o la presenza di procedimenti penali a suo carico. La richiesta di Ancisi arriva all’indomani della notizia del rinvio a giudizio del 36enne Michele Marco Rossi per violenza sessuale.

«In assenza di tale dichiarazione o di dichiarazione mendaci – continua la nota di Ancisi inviata alla stampa –, il sindaco intende procedere nei suoi confronti sotto i profili delle conseguenze penali e del mantenimento o perdita del suo posto di lavoro?».

Il consigliere comunale di opposizione ricorda che «al momento dell’assunzione dei dirigenti pubblici, la legge, escludendo che debbano esibire il certificato dei carichi pendenti, impone loro di produrre una dichiarazione sostitutiva che attesti l’assenza o la presenza di procedimenti penali in corso. Chi rilascia autodichiarazioni mendaci è punito ai sensi del Codice penale per falsità ideologica in atto pubblico».

Rossi è stato incaricato dalla Fondazione Ravenna Manifestazioni che organizza la storica kermesse ed è riconosciuta come soggetto di diritto pubblico «in quanto influenzata da enti pubblici partecipanti, come dimostra, tra l’altro, che il sindaco di Ravenna è presidente di diritto del suo consiglio di amministrazione, mentre tra i suoi soci figurano i Comuni di Ravenna e Cervia, nonché la Provincia e la Camera di Commercio di Ravenna».

 

 

Ancarani (Forza Italia): «Chi ha fatto i blocchi stradali al corteo pro Gaza va denunciato»

Il consigliere comunale di Forza Italia a Ravenna, Alberto Ancarani, auspica che le forze dell’ordine abbiano identificato le persone che hanno partecipato ai blocchi stradali in occasione del corteo per la Palestina che si è svolto in città stamani, 3 ottobre, e siano denunciate.

«Siamo di fronte a un comportamento che non è soltanto incivile – afferma il forzista –, ma che la recente legge introdotta dal Governo qualifica come reato. Si tratta di atti che nulla hanno a che fare col diritto di manifestare, ma che rappresentano piuttosto un abuso che danneggia tutti e mina la sicurezza e l’ordine pubblico. Con l’espediente della solidarietà su Gaza, partecipando ad uno sciopero illegittimo, un gruppo di manifestanti, senza alcuna autorizzazione, ha bloccato la circolazione di Ravenna, impedendo a cittadini, lavoratori, mezzi pubblici e privati di muoversi liberamente».

Ancarani, a nome di Forza Italia, ribadisce che la libertà di manifestare va sempre garantita, ma nel rispetto delle regole e degli altri cittadini: «Ravenna non può essere una zona franca, ostaggio di iniziative illegali basate su una sorta di esibizionismo etico in base al quale chi manifesta è una brava persona e può impedire la vita degli altri mentre chi non manifesta è un insensibile cinico che merita di subire le angherie causate da una minoranza che sebbene rumorosa e organizzata è semplicemente una minoranza».

Oltre 7mila persone in corteo per dire basta al genocidio: traffico in tilt per i blocchi stradali

Ravenna torna in strada contro il genocidio in Palestina e al fianco della Global Sumud Flotilla. L’avevano promesso da Usb (Unione sindacati base) durante lo sciopero generale del 22 settembre: «Se toccheranno la Flotilla siamo pronti a bloccare di nuovo tutto». E così, dopo la partecipata fiaccolata di ieri sera (2 ottobre), oggi un nuovo corteo per le vie della città in occasione dello sciopero generale proclamato da Cgil oltre che Usb: oltre settemila cittadini, secondo fonti qualificate, si sono dati appuntamento in piazza del Popolo alle 9. Alle 9.30 il fiume umano è sceso lungo via Diaz diretto alla darsena di città, inneggiando alla libertà della Palestina tra cori e striscioni (qui il video-resoconto della mattinata).

Tanti gli studenti in marcia ma c’è anche chi, con i capelli bianchi, indossa una bandana rossa con scritto “partigiani sempre”. Lungo via Rocca Brancaleone sono in tanti a sostenere il corteo da finestre, balconi, o dalle stesse mura della Rocca, dove alcuni attivisti si sono arrampicati indossando la bandiera palestinese.

Sul ponte di Teodorico, che scavalca la ferrovia, una sosta autorizzata ma prolungata, che ha lasciato spazio ai primi interventi: «Abbiamo quasi raddoppiato in numeri – incitano i rappresentanti di Osa (Opposizione Studentesca d’Alternativa) -. Questa è la dimostrazione che quando vogliamo abbiamo la forza per cambiare la realtà. Abbiamo fatto vedere quanto Ravenna è forte e schierata». Al megafono, l’ex candidata sindaca Marisa Iannucci prosegue: «Ragazzi, avete studiato il nazismo a scuola: a volte ci capita di chiederci cosa avremmo fatto noi durante il nazismo, e allora chiediamoci cosa fare ora, durante il sionismo?».

La fine del corteo era prevista nel piazzale della darsena di città in testa al Candiano, nei pressi del Moro di Venezia, dove i rappresentanti di Filt-Cgil hanno messo in risalto il ruolo del porto: «Il porto di Ravenna deve essere un luogo di accoglienza e rifugio. Non è il posto giusto per far transitare armi. L’obiettivo finale è l’embargo totale verso Israele».

Mentre erano in corso gli interventi promossi da Cgil, poco prima delle 12, una grande parte di manifestanti si è riversata su via Darsena, guidata dalle associazioni sindacali Usb e Sgb. Cgil, invece, si dissocia dall’episodio. Dopo aver superato il cordone delle forze dell’ordine il nuovo corteo non autorizzato ha proseguito verso il passaggio a livello di via Candiano dove è stato fermato dalle sbarre ferroviarie. Al grido di “Bella Ciao” i manifestanti hanno fatto quindi dietro-front su via Trieste, bloccando il traffico per diverse decine di minuti e lasciando in coda lungo via Darsena e via Trieste decine di veicoli.

Infine, intorno alle 13, mentre il presidio principale si scioglieva tra Darsena e via Trieste, una piccola parte dei manifestanti (circa 150) si è diretta lungo via Cavalcoli verso il ponte mobile, per ripetere il sit-in avvenuto anche durante le scorse proteste. Dopo un breve scambio con le forze dell’ordine, gli ultimi manifestanti si sono seduti sul ponte, e tra cori e bandiere c’è stato il tempo per un ultimo appello: «Oggi alle 18 al porto di Ravenna arriverà una nave della Zim – avverte un’attivista –. Probabilmente caricherà armi che non ha potuto imbarcare a Venezia a causa dei blocchi. Noi saremo lì per un boicottaggio».

La Pigna deposita la petizione di oltre 1.800 firme: chiesto l’arrivo dell’esercito a Ravenna

È stata ufficialmente depositata la petizione promossa da Veronica Verlicchi, capogruppo della lista civia La Pigna in consiglio comunale, per chiedere l’attivazione del progetto “Strade Sicure” a Ravenna. La raccolta firme, avviata il 10 luglio e conclusa a metà settembre, ha ottenuto l’adesione di 1.820 cittadini. L’obiettivo della lista di opposizione è portare in città un presidio dell’esercito a supporto delle forze dell’ordine, in risposta a un quadro della sicurezza urbana giudicato preoccupante. «Non chiediamo di militarizzare Ravenna, ma semplicemente di attivare un presidio a supporto della sicurezza – afferma Verlicchi in conferenza stampa -. Esistono già precedenti in molte città italiane. Le condizioni per farlo ci sono tutte, manca solo la volontà politica».

Verlicchi ha sottolineato che la situazione sul territorio non sarebbe affatto tranquilla: «Gli episodi di violenza e degrado continuano a verificarsi e, anche se non sempre raggiungono l’attenzione dei media, restano una realtà vissuta quotidianamente da molti cittadini». Particolare attenzione è dedicata alla zona dell’Isola di San Giovanni (giardini Speyer e dintorni). Proprio lì, secondo i piani comunali, dovrà sorgere il nuovo studentato universitario: «I cittadini hanno il diritto di sapere che gli studenti saranno collocati in una zona sicura. Anche per questo chiediamo un presidio visibile e stabile sul territorio».

Il primo firmatario della petizione è Francesco Patrizi, con un passato in Lista per Ravenna e poi nella stessa Pigna, il cui figlio come noto è stato accoltellato la scorsa estate, con polemiche conseguenti con tanto di un’iniziativa per la sicurezza agli Speyer: «Mio figlio ha rischiato la vita – ha raccontato Patrizi in conferenza – e purtroppo la nostra famiglia è diventata simbolo di ciò che può accadere oggi a Ravenna. Non vogliamo che altri vivano ciò che abbiamo vissuto noi. Lo Stato deve garantire sicurezza se pretende legalità dai cittadini. L’immigrazione fuori controllo e la mancanza di un presidio militare creano un clima pericoloso. Chiediamo una presenza dell’esercito, che abbia un effetto deterrente e di prevenzione verso i crimini».

Verlicchi ha ricordato come la questione sicurezza sia al centro dell’attività politica de La Pigna da anni e punta il dito contro l’amministrazione Barattoni: «Sono dieci anni che proponiamo pacchetti per la sicurezza urbana, ma la nostra voce è rimasta spesso inascoltata. Dispiace notare che tuttora manifestazioni pacifiche a sostegno della legalità e delle forze dell’ordine non ricevano nemmeno una parola di rispetto da parte del sindaco, mentre altre proteste, anche ideologiche, ottengono ampio sostegno istituzionale».

Martedì prossimo il Consiglio comunale di Ravenna sarà chiamato a votare su una mozione riguardante la gestione degli sbarchi nel porto cittadino. Veronica Verlicchi ha anticipato che, sul tema, potrebbe esserci un’apertura da parte della maggioranza: «Se si trova una quadra – ha dichiarato – è possibile un voto coerente anche da parte del centrosinistra. Sono necessarie limitazioni per non far sì che Ravenna continui a essere l’unico porto di approdo italiano senza una gestione strutturata degli arrivi».

Alla domanda sull’ampia manifestazione pro Gaza che si è svolta a Ravenna, così come in altre città italiane, Verlicchi ha mosso critiche: «Queste iniziative finiscono spesso per diventare uno strumento di strumentalizzazione politica, perdendo il loro reale valore pacifista. Comprendo la gravità della situazione in Palestina, ma non ritengo che bloccare le attività in Italia possa portare benefici concreti al popolo palestinese. Condanno ogni forma di violenza e ritengo che la gestione del conflitto debba restare in mano alla diplomazia internazionale».

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