sabato
13 Settembre 2025

Intitolata al “Giusto tra le nazioni” Giovanni Palatucci la nuova rotonda di via Berlinguer

Oggi (23 giugno) a Ravenna si è svolta la cerimonia di intitolazione a Giovanni Palatucci della nuova rotonda realizzata in viale Enrico Berlinguer, tra le vie Luigi Fontana e Pietro Sighinolfi.

Hanno scoperto la targa il vice sindaco Eugenio Fusignani e il questore Lucio Pennella che hanno fatto un loro intervento a cui sono seguiti quelli del prefetto Raffaele Ricciardi, dell’Arcivescovo della diocesi di Ravenna-Cervia, Lorenzo Ghizzoni, e del rabbino capo della Comunità ebraica di Ferrara, Luciano Meir Caro. Era presente la consigliera regionale Eleonora Proni.

Giovanni Palatucci (1909-1945), questore reggente di Fiume, è insignito di Medaglia d’Oro al Merito Civile e dichiarato Giusto tra le Nazioni. È nato a Montella (Avellino) il 31 maggio 1909 ed è deceduto nel campo di concentramento di Dachau il 10 febbraio 1945. Nel 1932, a 23 anni, si laurea in giurisprudenza presso l’Università di Torino e nel 1936 si arruola come volontario nel ruolo di vice commissario di Pubblica sicurezza a Genova. Alla fine del 1937 viene trasferito alla Questura di Fiume dove assumerà l’incarico di commissario e di questore reggente dell’ufficio stranieri, ruolo che lo mette a contatto diretto con la dura realtà della condizione degli ebrei. In questo contesto ha avuto l’opportunità di aiutare e mettere in salvo molti ebrei dai campi di sterminio. Il 13 settembre 1944 Giovanni Palatucci viene arrestato dal tenente colonello Kappler delle SS e tradotto nel carcere di Trieste per essere trasferito nel campo di sterminio di Dachau dove muore di stenti.
Nel 1990 lo Yad Vashem di Gerusalemme lo giudica “Giusto tra le Nazioni” e nel 1995 lo Stato italiano gli attribuisce la Medaglia d’Oro al Merito Civile. Il 9 ottobre 2002 è dichiarato “Servo di Dio” e beatificato.

Il Rimini Fc sceglie Riolo Terme come meta per il ritiro estivo

Il Rimini Football Club sceglie Riolo Terme come meta per il ritiro di precampionato, dal 16 luglio al 3 agosto, in vista della prossima stagione sportiva.

La squadra alloggerà al Grand Hotel di Riolo, struttura che coniuga eleganza, tranquillità e servizi di altissimo livello, in perfetta sintonia con le esigenze di una squadra professionistica. Il supporto delle Terme di Riolo, con i servizi fisioterapici e terapeutici, rappresenta un valore aggiunto per la preparazione atletica.

Gli allenamenti si svolgeranno al nuovo campo sportivo situato a Casola Valsenio, a soli 8 km dal centro termale. Il campo, completamente riqualificato dopo l’alluvione, è oggi una struttura all’avanguardia, moderna e attrezzatissima, pronta ad accogliere allenamenti intensivi, partitelle e sessioni tecniche.

«Siamo felicissimi che tra tante alternative il Rimini FC abbia scelto Riolo Terme, dove abbiamo creato un ecosistema sportivo e di benessere in grado di valorizzare tutto il territorio – commenta Corrado Della Vista, imprenditore dell’ospitalità e presidente Conflavoro PMI Rimini – Il Rimini, come come già in passato altre importanti realtà sportive, ha creduto nel progetto, e siamo onorati di accogliere i biancorossi per la preparazione al prossimo campionato in un clima fresco e ideale per il lavoro atletico con servizi ricettivi di alto livello. Il progetto, reso possibile anche grazie all’impegno operativo del direttore Emanuele Salvatori, è un esempio concreto di collaborazione virtuosa tra pubblico e privato, sport e turismo, territorio e impresa».

Anche Andrea Spalla, Amministratore Delegato delle Terme di Riolo esprime soddisfazione per il progetto: «Siamo entusiasti di mettere la nostra competenza a servizio del Rimini FC: i nostri percorsi riabilitativi e di prevenzione sono pensati per accompagnare gli atleti verso la migliore forma fisica, senza dimenticare il benessere di tifosi e famiglie che vorranno seguirli a Riolo».

Al Rione Verde il 68° Palio del Niballo: il cavaliere Diafaldi vince per il terzo anno di fila

Un 68esima edizione del Niballo Palio di Faenza ricca di emozioni: lo stadio Neri tutto esaurito già da giorni ha visto trionfare Marco Diafaldi del Rione Verde. Nella gara si sono sfidati 5 cavalieri nelle canoniche 20 tornate con Diafaldi che si aggiudica 8 scudi finali, Luca Innocenzi per il Borgo Durbecco che si classifica al secondo posto con 4 scudi, Gertian Cela del Rione Giallo che si classifica al terzo posto con 3 scudi. Infine, Matteo Tabanelli del Rione Nero si classifica al quarto posto con 3 scudi e il Rione Rosso di Matteo Rivola chiude il Niballo con 2 scudi.

A decidere il palio è la prima sfida della quinta serie: Rione Verde contro Borgo Durbecco. Diafaldi (Rione Verde) la vince e va a segno anche in tutte le tornate successive con i tifosi in festa e tutto lo stadio ad applaudire un meritatissimo Niballo. Si tratta delle decima vittoria al Niballo Palio di Faenza per il Rione di Porta Montanara, la quinta la per il cavaliere Marco Diafaldi.

Sono stati assegnati i premi al Corteo storico su indicazione della Deputazione per il Niballo. Il Liocorno realizzato come premio alla Miglior Dama è stato assegnato ad Ania Bergami del Borgo Durbecco, mentre il Rione Verde si è aggiudicato il premio al Miglior Gruppo rionale offerto dalla BCC Ravennate Forlivese Imolese, main sponsor della manifestazione, premiato dal Presidente de LaBCC Giuseppe Gambi. Il premio al Miglior Araldo è stato assegnato per la seconda vota consecutiva a Matteo Fiori del Rione Rosso.

Al termine delle premiazioni, il sindaco e Magistrato dei Rioni Massimo Isola ha omaggiato la neolaureata dottoressa in Medicina Veterinaria Paola D’Angelo che ha realizzato una tesi sulle Manifestazioni del Niballo. A Giostra conclusa, sono invece stati consegnati i tradizionali premi della manifestazione: il Gallo offerto dall’Amministrazione comunale al terzo classificato (Rione Giallo), la porchetta offerta dal Sindacato Macellai al secondo classificato (Borgo Durbecco) e infine il drappo al primo classificato e la Torre d’Oro offerta dalla Pro Loco a Marco Diafaldi Cavaliere vincitore. Premio Baravelli per la tornata più veloce del Palio a Gertian Cela del Rione Giallo che con 12’138 ha stabilito il nuovo record sulla pista di destra. Anche Innocenzi fa registrare il nuovo record dalla pista di sinistra, con 12’281.

Cordoglio ad Alfonsine per la morte del motociclista sulla Dismano: «Un ragazzo gentile ed educato»

Cordoglio per la morte di Luca Cuscianna, il 36enne di Alfonsine morto nella serata di ieri (domenica 22 giugno) in un incidente lungo la Dismano, all’altezza di Borgo Faina. In sella alla propria Yamaha in direzione Ravenna, l’uomo ha tamponato un’auto che si era appena immessa nella Dismano, proveniente da via Fosso Ghiaia, volando contro il guard rail. Troppo gravi le ferite: il 36enne è morto poco dopo in ospedale.

I vicini di casa di Alfonsine lo ricordano come «un ragazzo gentile ed educato». Abitava da solo con un cane e un gatto. Originario di Matera, lascia la fidanzata, che lo ricorda sui social («Amore mio, ovunque con me»). Avrebbe compiuto 37 anni il prossimo novembre.

Arrestate quattro persone in Colombia per l’omicidio del 38enne biologo Alessandro Coatti

Sono stati eseguiti in Colombia quattro provvedimenti restrittivi nei confronti di 4 cittadini colombiani ritenuti responsabili dell’omicidio, in concorso, del cittadino italiano Alessandro Coatti (biologo 38enne originario di Longastrino di Alfonsine) commesso il 6 aprile nella zona di Santa Marta. Le misure sono state emesse dalla Autorità Giudiziaria del Dipartimento di Magdalena.

Lo rende noto la Procura di Roma che sulla vicenda ha avviato un fascicolo di indagine e «ha sviluppato le indagini in ambito nazionale, attraverso diversificati e complessi accertamenti svolti dai Carabinieri del Ros con grande puntualità ed efficacia», si legge in una nota.

Le investigazioni «svolte in sinergia con la Procura Sezionale del Dipartimento di Magdalena nell’ambito di attività rogatoriale – prosegue la nota – con gli apparati di polizia colombiani e con il costante supporto del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e dell’ Ambasciata d’Italia a Bogotà, sono state caratterizzate, oltre che dalla escussione di persone informate sui fatti, da accurati accertamenti tecnici su oggetti e dispositivi elettronici appartenuti alla vittima. Proprio gli approfondimenti sugli apparati informatici hanno permesso di fare luce sugli ultimi giorni di vita di Coatti, in particolare sugli spostamenti nella città di Santa Marta (Colombia), nonché di contribuire alla definizione delle fasi del delitto ed alla acquisizione di elementi utili alla identificazione degli autori».

Particolarmente «significativa l’indicata cooperazione giudiziaria e di polizia che si è sviluppata con le Autorità colombiane, che hanno condotto indagini sin da subito e senza sosta in molteplici direzioni fino alla individuazione dei profili di responsabilità. In tale contesto si è collocato il proficuo scambio delle evidenze raccolte, con la conseguente ricostruzione della vicenda e del suo drammatico epilogo», conclude la Procura di Roma. (fonte Ansa.it)

Il sindacato di polizia: «Cronica carenza di personale. I numeri della questura sono inadeguati»

Dopo l’ultimo episodio di venerdì notte a Marina di Ravenna – con il video diventato virale di un ragazzo fermato per alcuni furti che sfonda il finestrino della volante e scappa – il Sap – Sindacato Autonomo di Polizia alza la voce.

«Facile comprendere lo stato d’animo degli operatori intervenuti che, pur cercando di gestire nel modo migliore possibile tutte le situazioni che si sono trovati di fronte (il presunto ladro è scappato mentre i poliziotti erano momentaneamente impegnati a soccorrere una minorenne aggredita, ndr), hanno visto vanificare i loro sforzi a causa della inadeguatezza del numero di unità intervenute. Certo non si può continuare così!».

«Triste inoltre – continua la nota – l’atteggiamento di chi, riprendendo la scena, commenta con scherno la fuga del malfattore invece di indignarsi di fronte ad un episodio che dovrebbe piuttosto ingenerare timori e preoccupazione nella cittadinanza. Come più volte richiamato anche recentemente dal Sap, la provincia di Ravenna soffre di una cronica carenza di personale. Nel periodo estivo, in assenza di un adeguato contingente di rinforzo, i numeri che la questura può esprimere sono assolutamente inadeguati per soddisfare pienamente sia le esigenze ordinarie che un efficiente ed efficace controllo del territorio, atteso che nei lidi ravennati in estate la presenza di turisti raggiunge numeri molto considerevoli. Troppo spesso si è sopperito a tale carenza ricorrendo all’impiego del personale ravennate, con l’inevitabile conseguenza di appesantire le condizioni di lavoro all’interno degli uffici della provincia, ove la perdurante carenza di uomini, che riguarda tutti i settori, crea situazioni di precarietà, determinando instabilità delle turnazioni e indebolendo territori dove, anche prima del periodo estivo, comunque non era garantita una presenza costante della volante».

Il Sap si impegna quindi a mettere in campo «ogni sforzo per la tutela della categoria» e interverrà in «tutte le sedi opportune affinché si possa ottenere, prima possibile, un adeguato potenziamento dell’organico su tutta la provincia di Ravenna, auspicando inoltre un autorevole intervento del Questore al fine di raggiungere questo obiettivo, ritenuto ormai indifferibile».

Si schianta contro un’auto, muore un motociclista di 36 anni

Un motociclista di 36 anni (residente ad Alfonsine) è morto in un incidente avvenuto attorno alle 19.30 lungo via Dismano, all’altezza di Borgo Faina.

Stando alle prime informazioni, l’uomo – in sella a una Yamaha di grossa cilindrata, in direzione Cesena-Ravenna – ha finito con il tamponare un’auto che gli avrebbe tagliato la strada, immettendosi sulla Dismano da via Fosso Ghiaia poco prima il suo arrivo.

Il motociclista è volato contro il guardrail e le sue condizioni sono sembrate fin da subito disperate. Soccorso dagli uomini del 118, il 37enne è morto poco dopo in ospedale. Sotto shock, ma illesa, la donna alla guida dell’Audi.

Sul posto una pattuglia della polizia locale per i rilievi di rito e la gestione della circolazione, con la Dismano rimasta chiusa per diverso tempo.

«Sulla Palestina restiamo attivi, perseveriamo, non dimentichiamo»

In un momento di guerre che sembrano allargarsi, di situazioni umanitarie sempre più drammatiche e alla vigilia di una nuova manifestazione per Gaza (ne parliamo qui), abbiamo raccolto la testimonianza di Federica Vaghetti, classe 1989, ravennate, laurea in Scienze Diplomatiche internazionale e oggi operatrice umanitaria in un’agenzia delle Nazioni Unite in Cisgiordania da 6 anni. Una scelta di vita, la sua, che le ha permesso di conoscere la realtà palestinese a fondo.

Qual è stato il percorso personale che l’ha portata a diventare un’operatrice umanitaria e una volontaria per l’Onu?

«Ho sempre avuto a cuore la causa palestinese, dai tempi del liceo (il Dante Alighieri, ndr.) fino alla laurea specialistica a Bruxelles. Dopo gli studi ho provato ad inserirmi sul campo ma non è stato facile, ho fatto alcuni tirocini, ho preso un’altra specialistica e sono entrata a lavorare alla Fao sempre a Bruxelles. Ma mi era rimasta la voglia di andare sul campo, nel 2019 il mio compagno trovò impiego con EducAid in Palestina e io lo seguì attraverso il programma UN Volunteers, con un bel progetto che però si è poi cementificato senza evolvere. Ci sono rimasta dal settembre 2019 con Undp e nello specifico il Program of Assistance to the Palestinian People, creato nel 1978, fino all’aprile di quest’anno. Poi mi sono mossa tra Cisgiordania, Gerusalemme est e Gaza, anche se dal 7 ottobre 2023 non sono più tornata Gaza, da quando gli operatori umanitari erano diventati un bersaglio di Israele».

E di cosa si occupava nello specifico come operatrice?

«Mi sono ritrovata a fare un po’ di tutto, il mio ruolo era principalmente quello di research analyst. Mi occupavo di ricerca e stesura di rapporti sulla realtà socioeconomica in analisi, sulle condizioni di vita dei palestinesi e sullo stato dello sviluppo umano della zona. Mi sono occupata di prevenzione e protezione dall’abuso sessuale ai danni della popolazione da parte di operatori umanitari, casi di cui si parla poco ma che sono una realtà. Ero di supporto al senior manager, lavoravo all’organizzazione di incontri e coordinamento con le altre 22 agenzie Onu presenti sul territorio. Abbiamo anche dato molta attenzione a un progetto di uguaglianza di genere per aiutare la popolazione palestinese ad allontanarsi dal patriarcato, lì la divisione tra ruoli maschili e femminili è ancora molto radicata. Lo abbiamo fatto cercando di abbandonare il vecchio metodo e occupandoci sia delle donne sia degli uomini e dei ragazzi, cercando di portare un equilibrio che potesse durare nel tempo».

Quanto possiamo sapere della vera Palestina restando in Italia? Quali sono le discrepanze che nota tra la narrazione di quello che accade nell’area e la realtà che ha vissuto?

«L’informazione italiana dovrebbe allargarsi, tenere conto anche di cosa è successo prima degli attacchi di Hamas del 7 ottobre, oggi si demonizza Nethanyau, ma è iniziato tutto molto prima. Non si parla a sufficienza dell’enorme potere occupante che ha Israele sul territorio, attraverso esercito e coloni, del fatto che sta espandendo il suo dominio e di come lo sta facendo, e di come sta mettendo in ginocchio la popolazione palestinese e privando la Palestina delle capacità economiche che potrebbe avere».

Cosa si può fare? L’Occidente può ancora avere un ruolo per stabilire una pace?

«Bisogna che i governi delle nostre care e perfette democrazie smettano di commerciare con Israele, di vendere armi, bisogna che mettano in atto e rispettino il diritto internazionale, occorrono azioni e non discorsi. Seguendo la logica delle sanzioni alla Russia bisognerebbe attivare le stesse procedure per Israele, è avvilente quando paesi come l’Italia si astengano sui pacchetti di aiuti dall’Occidente. Credo inoltre che come cittadini sia importante rimanere attivi, come atto di solidarietà, le pressioni popolari possono portare a qualcosa, perseveriamo, non dimentichiamoci».

Ma quale potrebbe essere una soluzione realistica, secondo lei?

«Fin quando la Palestina sarà occupata non ci saranno miglioramenti, la soluzione a due stati è secondo me da tempo una strada non percorribile, è dal 1967 che Israele ha ampliato il suo dominio  no a controllare l’80% del territorio palestinese, oggi fuori dalla morsa rimangono pochi centri urbani: Ramallah, Gerico, Betlemme, Ebron. Non ci sono realisticamente le condizioni per due popoli e due stati, a meno che non cambi radicalmente la linea politica della guida israeliana e si apra ad una trattativa ma lo credo utopico. La soluzione a uno stato con dentro tutti è ancora più impraticabile, il tema etnico-culturale, la maggioranza sionista contro la presenza araba… non so quale possa essere una soluzione, non dico che non esista, ma quelle finora esaminate non ritengo possano essere realizzabili».

 

Soccorsa dai volontari Anc fuori dalla discoteca: minorenne collassa per abuso di alcol

Era da poco passata la mezzanotte di oggi (22 giugno) quando una minorenne è stata rinvenuta e soccorsa dai volontari dell’Anc (Associazione Nazionale Carabinieri), in preda a un grave stato di intossicazione etilica davanti alla discoteca di Marina di Ravenna.

La ragazza, di circa 16 anni e probabilmente non residente nel ravennate, è collassata a terra dopo aver consumato un mix di bevande alcoliche. I volontari presenti sul territorio nell’ambito dei servizi di vigilanza e sicurezza hanno immediatamente allertato il 118 e prestato i primi soccorsi.

«L’intervento è stato tempestivo e professionale”, spiega Isidoro MImmi, presidente dell’associazione – Il nostro volontario Željko ha posizionato la ragazza in sicurezza e monitorato i parametri vitali fino all’arrivo dell’ambulanza, giunta rapidamente da Punta Marina». Durante le operazioni di soccorso, è emerso che la giovane avrebbe consumato, al termine della cena, due bicchieri di Jägermeister e una vodka, sviluppando immediatamente dopo convulsioni e perdita di coscienza. La minorenne è stata poi accompagnata

volontari hanno poi gestito anche una seconda situazione critica, prestando assistenza a un’altra giovane che manifestava sintomi di malessere, soccorsa anche dai suoi accompagnatori. L’intervento si è concluso con il trasporto della ragazza al Pronto Soccorso, accompagnata dalla madre giunta sul posto dopo essere stata contattata dai volontari.

«L’episodio si inserisce in un quadro preoccupante che vede sempre più giovani coinvolti in episodi di abuso alcolico, spesso con conseguenze gravi per la salute – dichiarano i volontari Anc – Quello che abbiamo osservato è allarmante: numerosi ragazzi in attesa dell’apertura della discoteca mostravano evidenti segni di alterazione e disorientamento. È un fenomeno che richiede un intervento educativo urgente».

Per questo l’organizzazione annuncia l’avvio di una campagna di sensibilizzazione contro l’abuso di bevande alcoliche tra i giovani, che prenderà il via da luglio.

La lettera aperta dell’assessora Alif dopo le polemiche razziste

A seguito delle polemiche a sfondo razzista circolate sui social a seguito della sua nomina,  riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera aperta di Hiba Alif, nuova assessora del Comune di Ravenna con deleghe a Politiche giovanili, Agenda 2030, Politiche abitative e Pace.

«Mi rivolgo a voi non come chi cerca di giustificare la propria presenza nelle istituzioni, ma come chi porta con sé il peso dolce e urgente del futuro. Sono Hiba, e porto nelle mie mani ventenni non la fragilità dell’inesperienza, ma la forza visionaria di chi sa che il domani si costruisce oggi. Le voci che si sono levate in questi giorni – alcune di sostegno, altre di critica – sono tutte tessere di un mosaico più grande: quello di una città che si interroga sul proprio futuro. Ed è proprio di questo che voglio parlarvi. Non del passato che divide, ma del futuro che unisce.

Quando cammino per le strade di questa città – la mia città, dove sono nata, cresciuta, dove ho imparato a sognare – vedo una Ravenna che pulsa di energia giovanile spesso inascoltata. Vedo ragazze e ragazzi che hanno idee brillanti per la sostenibilità ambientale, che immaginano spazi urbani più vivibili, che inventano soluzioni digitali per problemi antichi. La mia nomina non è un esperimento: è un riconoscimento. È il riconoscimento che l’energia, la creatività, l’urgenza del cambiamento non possono più aspettare in anticamera mentre il mondo corre veloce verso sfide che richiedono risposte nuove.

Tra le deleghe che mi sono state affidate c’è l’Agenda 2030. Non la vedo come un elenco di buone intenzioni, ma come una mappa del tesoro dove il tesoro è il pianeta che lasceremo ai nostri figli. Ogni obiettivo di sviluppo sostenibile è una promessa che Ravenna può mantenere: dalle energie rinnovabili che già illuminano le nostre case, all’economia circolare che può trasformare i nostri rifiuti in risorse. Immagino una Ravenna dove ogni giovane possa permettersi una casa dignitosa, dove le politiche abitative non siano solo numeri su un bilancio ma risposte concrete a chi sogna un futuro nella propria città natale. Immagino quartieri dove generazioni diverse si incontrano, si parlano, si arricchiscono a vicenda.

Mi è stata affidata anche la delega alla Pace. Qualcuno l’ha chiamata “fuffa”. Io la chiamo urgenza. Perché la pace non è solo l’assenza di guerra: è la presenza di giustizia sociale, è l’inclusione che sconfigge la paura dell’altro, è la cultura che vince sull’ignoranza. Ravenna ha una storia millenaria di incontri tra popoli, culture, fedi diverse. I nostri mosaici bizantini parlano di bellezza che nasce dalla diversità dei colori. Noi possiamo essere oggi quello che i nostri antenati furono allora: costruttori di ponti, tessitori di dialoghi, custodi di una convivenza che è ricchezza.

So che molti si chiedono se sia giusto affidare responsabilità così importanti a chi ha vent’anni. La mia risposta è semplice: guardate il mondo con gli occhi di chi ci dovrà vivere per i prossimi settant’anni. Vedrete che l’urgenza del cambiamento non può aspettare la gradualità dell’esperienza. Non sono qui per rappresentare solo i giovani. Sono qui per rappresentare quella parte di ogni ravennate – giovane o anziano – che crede che si possa fare meglio, che si debba osare di più, che si possa sognare in grande pur rimanendo con i piedi per terra.

Oggi vi propongo un patto. Non vi chiedo di fidarvi ciecamente di me, ma di fidarvi della vostra stessa capacità di cambiamento. Vi chiedo di lavorare insieme per una Ravenna che sia faro nel Mediterraneo: per la sostenibilità, per l’innovazione, per l’accoglienza, per la pace. Ogni progetto che porterò nelle aule istituzionali, ogni proposta che nascerà dal mio assessorato, sarà frutto di ascolto. Ascolto dei giovani, sì, ma anche di chi ha costruito questa città prima di noi. Perché il futuro si scrive solo quando le generazioni si parlano invece di combattersi.

Chiudo con una promessa che è anche una sfida: giudicatemi per quello che farò, non per quello che sono. La mia età, le mie origini, il mio genere non sono né debolezze né punti di forza: sono semplicemente parte di chi sono. Ma quello che conta davvero è quello che faremo insieme per questa città. Nei prossimi anni vedrete progetti concreti nascere da questa visione. Vedrete giovani coinvolti non come spettatori ma come protagonisti delle scelte che li riguardano. Vedrete Ravenna diventare sempre più un laboratorio di futuro sostenibile, un esempio di come si possa crescere rispettando l’ambiente e includendo tutti.

Il futuro non è un luogo dove andare, è un luogo da costruire. E si costruisce mattone dopo mattone, progetto dopo progetto, sogno dopo sogno. Io sono pronta. La domanda che vi lascio è: siete pronti anche voi a partire per questo viaggio verso una Ravenna più giusta, più sostenibile, più accogliente? Il domani inizia oggi. Inizia qui. Inizia con tutti noi».

Minorenne aggredita con una catena dopo un furto alla Notte Rosa

Rapina con aggressione a Marina di Ravenna, nella prima serata della Notte Rosa, tra venerdì 20 e sabato 21 luglio. Le volanti della polizia sono intervenute nei pressi della discoteca di via Mameli intorno alle 4 del mattino, allertate dai testimoni della vicenda che avevano già circondato il ladro impedendone la fuga. A terra, una ragazza immediatamente soccorsa e trasportata trasportata in pronto soccorso dal 118.

Durante la serata, l’uomo (un 28enne di origine egiziana) avrebbe rubato il cellulare a una giovane coppia e quando la ragazza, minorenne, lo avrebbe inseguito per farsi restituire lo smartphone sarebbe stata aggredita anche con una catena, che il malvivente portava al collo e che ha utilizzato come arma improvvisata per percuotere l’adolescente e lasciarla poi distesa al suolo. Per lei, la prognosi iniziale sarebbe di 20 giorni. 

L’uomo è stato fermato, ma poiché era trascorso troppo tempo dal momento del fatto all’arrivo della polizia, la flagranza di reato non sussisteva più ed è stato quindi momentaneamente rilasciato.

Nello stesso frangente, a pochi metri di distanza, un 26enne di origine marocchina fermato dalla polizia perché sospettato di essere l’autore di furti in auto avvenuti durante quella sera è fuggito dalla volante rompendo il finestrino, approfittando della distrazione degli agenti impegnati nel soccorso della ragazza e nel fermo del 28enne.

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