Torna domenica 28 settembre (dalle 10.30 fino a sera) ai giardini pubblici di Ravenna (viale Sante Baldini) “I Bambini in Festa”, evento giunto alla 19esima edizione.
Si tratta di una giornata dedicata ai bambini e alle famiglie, con finalità benefiche. In programma iniziative di animazione e spettacoli, la possibilità di fare un giro in trenino o in sella ai pony, “pompieropeli” e automobiline, go-kart a pedali, pesca di beneficenza e musica dal vivo.
Non mancheranno gli stand gastronomici. Come ormai tradizione, ai giardini si terrà nella stessa giornata anche una sorta di fiera dello sport, con i bambini che potranno provare e sperimentare tantissime discipline sportive, rappresentate dalle associazioni del territorio.
Tutto il ricavato della manifestazione verrà devoluto alle associazioni Onlus: A.G.E.O.P. (Associazione Genitori Ematologia Oncologia Pediatrica), Auxilia, Il Sorriso di Giada, Bimbo Tu, Comunità Papa Giovanni XXIII “Casa Famiglia Don Benzi”, A.G.E.B.O. (Assistenza Genitori e Bimbi Ospedalizzati), O.R.S.A. (Organizzazione Sindrome di Angelman) e Marinando.
A organizzare, la Round Table 11 Ravenna e il Club41 Ravenna, che hanno comunicato come in tutti questi anni sia stato possibile donare in beneficenza circa mezzo milione di euro.
In relazione alla notizia relativa alla moria di pesci nel fiume Lamone (pubblicata dal Resto del Carlino della giornata di oggi, 26 settembre) causata verosimilmente da scarichi fognari e reflui industriali nelle acque e dal guasto del depuratore di Formellino, il Comune di Ravenna e il Parco del Delta hanno concordato di sospendere cautelativamente per il periodo necessario l’approvvigionamento idrico a Punte Alberete e ai chiari della Pialassa Baiona.
Il provvedimento del Comune è arrivato dopo il ritrovamento di centinaia di pesci morti nel tratto a valle del fiume Lamone all’altezza del ponte della Castellina, sulla Ravegnana.
Arriva a Russi la mostra itinerante sulle attività della Life Support, la nave di EMERGENCY per la ricerca e soccorso dei naufraghi nel Mediterraneo centrale. L’esposizione si terrà dal 4 al 18 ottobre presso la Biblioteca comunale (sala Bovini), in via Godo Vecchia 10 (inaugurazione sabato 4 ottobre, alle ore 10.30)
Quella del Mediterraneo centrale è una delle rotte migratorie più pericolose al mondo, dove secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) sono oltre 22 mila le persone morte o disperse dal 2014: una media di dieci persone al giorno. La Life Support, operativa da dicembre 2022, ha già all’attivo 35 missioni concluse e 3.001 persone salvate; può arrivare ad accogliere fino a 175 naufraghi, oltre al personale di bordo, offrendo assistenza sanitaria, protezione e supporto psicologico. In questi giorni la nave è in viaggio verso Gaza con la delegazione italiana della Global Sumid Flotilla.
Il pubblico potrà ripercorrere le fasi cruciali delle missioni: dall’avvistamento delle imbarcazioni in difficoltà al soccorso, dall’accoglienza a bordo fino allo sbarco nei porti sicuri. Foto e video permettono di conoscere da vicino l’attività di una nave SAR (Search And Rescue), l’impegno dello staff a bordo e le storie dei naufraghi soccorsi. Dalle fasi di avvistamento, passando per il soccorso e l’accoglienza, fino al momento dello sbarco la mostra racconta l’impegno di EMERGENCY per salvare vite nel Mar Mediterraneo. Il percorso si articolerà attraverso le immagini dei fotoreporter Giulio Piscitelli, Gabriele Micalizzi, Dario Bosio, Davide Preti, Francesco De Scisciolo, Giorgio Dirindin e Francesco Pistilli.
Grazie alla realtà virtuale, durante la mostra si potrà anche salire a bordo della nave di EMERGENCY indossando uno speciale visore. I visitatori potranno assistere così a un’operazione di ricerca e soccorso nel Mediterraneo Centrale e a un salvataggio in mare, dal punto di vista delle persone soccorse e di chi soccorre. Il video è stato infatti realizzato durante una missione della nave Search and Rescue. Il visore sarà a disposizione del pubblico nelle seguenti giornate: 4, 11, 18 ottobre; 17 ottobre (sera); 9 e 16 ottobre (pomeriggio).
«Con questa mostra – dichiara l’assessore alle politiche internazionali del Comune di Russi Gianluca Zannoni – vogliamo sensibilizzare il pubblico sull’urgenza di garantire vie di accesso sicure a chi fugge da guerre, persecuzioni e povertà. L’iniziativa si inserisce nel percorso del Tavolo per la Pace, istituito dal Comune di Russi per promuovere l’educazione alla pace, l’accoglienza, la solidarietà, la non violenza, la cooperazione, il senso civico e la convivenza pacifica. Allo stesso tempo, sostiene i rapporti di cooperazione e solidarietà internazionale, così come i patti di gemellaggio, grazie anche alla collaborazione con le realtà già attive sul territorio».
La mostra è visitabile negli orari di apertura della biblioteca: dal lunedì al sabato, dalle ore 9 alle 13 e dalle 14.30 alle 18.30 ed è organizzata dal gruppo di volontari di EMERGENCY Faenza in collaborazione con il Comune di Russi e il locale Tavolo per la Pace.
Sarà dedicata a “La vita in scena: parole e musica” la quinta edizione del seminario di alta formazione “La Piazza Universale”, che si svolgerà dall’1 al 4 ottobre presso l’ex convento di San Francesco, la Biblioteca Taroni e il Teatro Goldoni di Bagnacavallo. La manifestazione è diretta da Carlo Ossola (Collège de France, Accademia dei Lincei, presidente della Treccani), Domenico De Martino (Università di Pavia), Giacomo Jori (Università della Svizzera italiana, Lugano) e Valerio Gigliotti (Università di Torino).
Nelle varie sessioni di studio saranno affrontati i più diversi aspetti del tema scelto per questa edizione, attraverso autori fondamentali della letteratura di tutti i tempi, da Shakespeare a Pasolini, da Dante a Montale, da Fellini e Zanzotto fino alle opere liriche di Ottocento e Novecento.
Nel dettaglio il programma degli incontri si aprirà mercoledì 1 ottobre, dalle 15.30 alle 18, con i saluti istituzionali e la prima sessione di lavoro in programma presso la Sala Oriani dell’ex convento di San Francesco. La giornata di giovedì 2 ottobre sarà dedicata a due momenti di approfondimento: la seconda e terza sessione di lavoro si svolgeranno alla Biblioteca Taroni, rispettivamente al mattino (ore 9.30–12.30) e al pomeriggio (ore 15.30–17.30). In serata, alle ore 21, è previsto un concerto aperto al pubblico presso il Teatro Goldoni. Venerdì 3 ottobre, dalle 9.30 alle 12, si terrà la quarta sessione di lavoro presso l’Ecomuseo delle Erbe Palustri. Nel pomeriggio, dalle 15.30 alle 17.30, spazio al dialogo con le nuove generazioni con un incontro rivolto agli studenti delle scuole superiori, nuovamente al Teatro Goldoni. Il ciclo di incontri si concluderà sabato 4 ottobre, dalle 10 alle 12, con un momento di sintesi e riflessione finale nella Sala consiliare del Comune di Bagnacavallo.
«Attraverso i secoli l’essere umano ha costantemente manifestato il bisogno di mettere in scena la propria esistenza – spiegano i direttori della Piazza Universale. – La vita, con le sue gioie e sofferenze ma anche con le sue molte contraddizioni e ambiguità, trova nella rappresentazione artistica, in particolare nella parola e nella musica, un potente strumento di espressione, di condivisione e di comprensione. Portare “la vita in scena” significa riflettere su come il teatro, la canzone, la poesia, l’opera lirica (ma anche altre forme diversamente performative della parola come la filosofia, il diritto o il cinema) siano stati, nella storia, non solo strumenti retorici o estetici, ma veri e propri specchi dell’animo umano»
Tutte le iniziative sono gratuite e aperte al pubblico e promosse dal Comune di Bagnacavallo con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. Per il concerto è consigliata la prenotazione a questo link https://forms.gle/G1bhpoDADb8xHf526
Dopo il successo della primavera, Il Festival Internazionale dell’Aquilone torna dal 3 al 26 ottobre 2025 con “One Sky One World – Aquiloni per la Pace”, spin off autunnale che conclude la 45ª edizione del festival. Il cuore dell’iniziativa è la celebrazione dei 40 anni della Giornata Mondiale del Volo degli Aquiloni per la Pace, trasformando Cervia in un laboratorio di libertà, fratellanza e sostenibilità. La manifestazione si inserisce all’interno del nuovo Festival “Voci per la Pace. Percorso nei valori di comunità”, organizzato dal Comune di Cervia con il sostegno della Regione Emilia Romagna e la speciale partecipazione di ARTEVENTO. Un mese di appuntamenti pensati per stimolare riflessione, dialogo e partecipazione sui grandi temi della pace, dei diritti umani e dell’impegno collettivo.
Il weekend inizierà il 3 ottobre con l’apertura della grande mostra “Il Giro del Mondo in 80 Aquiloni” (visitabile fino al 26 ottobre) presso i Magazzini del Sale Torre, uno straordinario viaggio visivo attraverso le culture del mondo attraverso l’aquilone, simbolo universale di libertà. In programma anche laboratori di aquiloni e origami per adulti e bambini, che proseguiranno per tutto il mese. Il giorno seguente (4 ottobre) saràuna giornata all’insegna dell’impegno e della solidarietà: nel pomeriggio si svolgerà la Parata per la Pace, seguita in serata da una cena di solidarietà a favore della popolazione palestinese. Domenica 5 ottobre, gran finale del primo weekend con “One Sky One World – Volo degli Aquiloni per la Pace”, evento internazionale che vedrà la partecipazione di alcuni dei più importanti aquilonisti del mondo. La spiaggia di Cervia si trasformerà in uno spettacolo colorato e carico di significato, con decine di aquiloni lanciati contemporaneamente come gesto simbolico di pace e unità.
Il festival “Voci per la Pace” si estenderà per tutto il mese di ottobre con convegni, incontri, spettacoli, passeggiate, proiezioni e testimonianze organizzati in collaborazione con associazioni umanitarie e testimoni provenienti da zone di conflitto. Dal 12 al 19 ottobre, numerosi appuntamenti si svolgeranno nei suggestivi spazi dei Magazzini del Sale e in vari luoghi della città, grazie al coordinamento della giornalista Alessia Arcolaci. Il programma si arricchisce poi con le celebrazioni per l’81° anniversario della Liberazione di Cervia (22 ottobre 1944), ancora una volta con l’obiettivo di coinvolgere la cittadinanza in una riflessione collettiva sulle conseguenze dei conflitti e sull’importanza della pace.
Il Sindaco Mattia Missiroli e l’Assessora alla Pace Michela Brunelli sottolineano il valore del festival come momento di impegno civico e comunitario: «Abbiamo voluto fortemente organizzare questo Festival per ribadire l’impegno di Cervia su un tema fondamentale come la Pace. Due parole chiave guidano il nostro percorso: voci e comunità. Con questo festival vogliamo stimolare la cittadinanza a riflettere, ad alzare la voce contro l’indifferenza e a diventare portatori attivi di una cultura della pace».
Cervia teatro della multidisciplina (nuoto, ciclismo e corsa) del triathlon per la seconda volta in pochi giorni. Dopo il weekend dell’Iron Man, il 27 e 28 settembre tremila triatleti saranno alla ricerca del tricolore nell’ambito dei Campionati Italiani di Triathlon Sprint. Si accorciano però le distanze di gara: dalle lunghe e resilienti dell’Ironman, alle brevi, e frizzanti dello sprint. I partecipanti si sfideranno nei 750 m di nuoto, 20 km di ciclismo e 5 km di corsa.
Il programma gare, che ha come sede d’inizio e di fine il Fantini Club, prevede per sabato alle 8.40 la partenza della gara Elite femminile e alle 9.55 quella Elite maschile; alle 12.00 si svolgeranno entrambe le premiazioni. La giornata proseguirà poi con gli Age Group, gli amatori, con la partenza della prima batteria femminile alle 12.30. Alle 17.45 fissato l’orario di premiazione Age Group sulla finish line.
Domenica sarà la volta della Staffetta 2+2, l’ultimo e appassionante format diventato olimpico ai Giochi di Tokyo 2020 e ripetuto con successo a quelli di Parigi 2024 dove una disciplina individuale diventa di squadra (2 donne e 2 uomini), con partenza alle 8.30; alle 11.00 le premiazioni. Sempre nella giornata di domenica alle 11.45 la partenza della Coppa Crono, competizione che permette agli Age Group di formare squadre da 3 a 5 atleti e gareggiare insieme per tutto il percorso condividendo emozioni, fatica e divertimento; alle 17.00 la premiazione.
Così il Presidente della Federazione Italiana Triathlon Riccardo Giubilei: «Siamo orgogliosi di ritrovarci in Riviera Romagnola, al Fantini Club, non solo per incoronare i nuovi campioni italiani, ma anche per celebrare lo spirito di Comunità che unisce atleti, tecnici, organizzatori e tifosi. Cervia ha dimostrato più volte di essere la sede ideale: il contesto paesaggistico, la cura organizzativa e l’accoglienza ne fanno un’ambientazione perfetta per gare intense e spettacolo».
«Non so in quanti si sarebbero aspettati una partenza simile del Ravenna. Ho sempre saputo che i ragazzi erano in grado di fare partite di alto livello, ma non abbiamo fatto ancora nulla: preferisco essere in testa alla classifica a maggio». Sono queste le parole dell’allenatore del Ravenna Marco Marchionni, a 24 ore dalla partita contro la Ternana. L’incontro si terrà sabato 27 settembre (alle 15) in un Stadio Bruno Benelli che sta andando verso il sold out per la terza volta stagionale (alle 15 di oggi, venerdì, erano meno di 400 i biglietti ancora disponibili tra curva e parterre).
Ad attendere il Ravenna ci sarà la Ternana di Fabio Liverani (settima a 10 punti). La squadra umbra è reduce da 3 vittorie e un pareggio nelle ultime 4 partite, dopo che, nelle prime tre uscite stagionali erano arrivate altrettante sconfitte. La partenza shock dell’ultima finalista playoff è coincisa con notevoli problemi societari che ne hanno segnato l’estate: debiti da 12 milioni di euro e ritardo nei pagamenti. La situazione finanziaria dovrebbe essere risolta dalla nuova proprietà della famiglia Rizzo (imprenditore della sanità privata), che il 16 settembre ha nominato come presidente della società la 23enne Claudia Rizzo. Aleggia sulla parte sportiva della Ternana la discussa figura dell’ex presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, che secondo il comunicato della società umbra «avrà un ruolo centrale per lo sviluppo del club», non ancora definito nell’organigramma.
Per quanto riguarda il campo, Marchionni ha descritto la Ternana come una squadra con «giocatori forti e di categoria superiore che possono metterci in difficoltà in qualsiasi momento». Si è voluto però concentrare sulla propria rosa, che vedrà il ritorno tra i convocati di Mandorlini e Corsinelli. Assente invece per almeno 6 settimane il giovane centrocampista Di Marco, ai box per un serio infortunio alla caviglia contro il Perugia. «Abbiamo grande voglia di dimostrare e sarà un banco di prova importante – dichiara Marchionni -. Stiamo vivendo un momento molto bello che ci consente di giocare con spensieratezza. Dobbiamo portare gli episodi dalla nostra parte, e solo creando più episodi possibili si vincono le partite. Anche a Carpi la squadra ha reagito bene al pareggio, dopo aver fatto un un primo tempo da squadra vera».
Difesa a 4 o difesa a 3? Marchionni non lascia trapelare nulla sulla probabile formazione, né tanto meno sul modulo che utilizzerà: «Sarà la terza partita in una settimana, ma ho sempre detto che è un gruppo composto da 25 titolari che si allenano al massimo, con competizione, alchimia e non gelosia. Ciò ci permette di pensare a cambiamenti che possono mettere in difficoltà l’avversario. I sistemi di gioco sono numeri, a me piace lasciare libertà ai ragazzi».
Il dubbio principale riguarda chi schierare nel reparto offensivo: uno Spini in forma con 3 gol e 4 assist nelle prime 6 uscite non può essere sostituito. Il numero 19 potrà anche agire come trequartista dietro a due tra il ritrovato Luciani, il sempre volenteroso Zagre e un Motti leggermente in calo nelle ultime uscite. «Abbiamo attaccanti che possono coesistere ma non deve prescindere la voglia di correre e determinare. Se si inserisce un giocatore offensivo in più vuol dire che non gioca un giocatore difensivo. L’equilibrio è importante e va valutato partita dopo partita anche in base alla squadra che si va ad affrontare».
Svelato il nome del protagonista dell’edizione 2025 del “Premio Fantini Club: i protagonisti d’impresa nel mondo”, che da quattordici edizioni viene assegnato a una personalità di eccellenza del mondo imprenditoriale italiano.
A ricevere lo speciale riconoscimento nella serata di venerdì 10 ottobre al ristorante Calamare del Fantini Club di Cervia, sarà il ristoratore e imprenditore Massimo Bottura.
«Con Osteria Francescana, tre stelle Michelin e due volte “World’s Best Restaurant”, Bottura ha ridefinito il ruolo del ristorante come laboratorio culturale e organizzazione ad alte prestazioni – si legge in una nota inviata alla stampa dal Fantini -. Con la Francescana Family – da Franceschetta58 a Cavallino, da Casa Maria Luigia con l’Acetaia e il ristorante Al Gatto Verde fino ai progetti internazionali Gucci Osteria e Torno Subito – ha portato l’ingegno italiano nei mercati più competitivi, con una governance capace di valorizzare talenti e territori. Parallelamente, con Food for Soul e la rete dei Refettori in più Paesi, e nel suo ruolo di Goodwill Ambassador UNEP e SDG Advocate, ha innestato nella ristorazione metriche di sostenibilità, inclusione e lotta allo spreco alimentare, restituendo valore concreto alle comunità. Riconosciuto a livello internazionale anche con l’Icon Award 2025 di The World’s 50 Best, Bottura incarna una leadership che parla lo stesso linguaggio dello sport: visione, disciplina di squadra, allenamento quotidiano all’eccellenza».
L’ingresso all’evento è esclusivamente su invito, ma sarà possibile seguire la diretta streaming dalle ore 22 sul sito, la pagina Facebook e il canale Youtube del Fantini.
Com’è nata ErosAntEros?
Agata Tomšič: «Davide e io ci siamo conosciuti a un laboratorio dei Motus organizzato a Ravenna dai Fanny & Alexander, nel gennaio del 2010. Lì è nato il desiderio di iniziare a collaborare, partendo da un progetto che Davide stava portando avanti da sei mesi con altre collaborazioni sul territorio, ossia asprakounelia (Treno Fantasma), che poi debuttò nel maggio del 2010. All’epoca ero ancora una studentessa del Dams di Bologna e le grandi compagnie del territorio – oltre Fanny e Motus anche Valdoca, Albe, Teatrino Clandestino, Socìetas – avevano fatto nascere in me il desiderio di fare teatro nella vita. Davide invece lavorava in ambito teatrale già da alcuni anni. Conoscendoci ci siamo resi conto non solo di avere un’enorme passione per il teatro ma anche un gusto estetico comune, che arrivava dall’aver seguito gli stessi gruppi e gli stessi spettacoli per anni. Questo fuoco, questa passione enorme ci hanno portati a essere ancora qui dopo 15 anni».
Dopo asprakounelia e i seguenti due spettacoli, TraScendere e Nympha, mane!, ho ravvisato una sorta di cambio di direzione nel vostro approccio drammaturgico, che da performativo e molto visivo si è avvicinato molto al teatro di parola, al politico.
Davide Sacco: «È vero. Già Nympha, mane!, del 2012, era una riflessione sul potere delle immagini, però dopo quello c’è in effetti stato un cambiamento importante con il percorso di Come le lucciole, che era comunque partito anch’esso nel 2012 per poi arrivare a una forma presentata al pubblico nel 2015». AT: «In realtà anche Brecht aleggiava in qualche modo in Come le lucciole, per quanto Brecht non fosse direttamente nello spettacolo ma finì per portarci alla creazione di Sulla difficoltà di dire la verità, del 2014». DS: «Questi spettacoli, anche se hanno debuttato in anni diversi, erano poeticamente molto intrecciati. Come le lucciole ha assunto varie forme intessendo diverse collaborazioni in scena; Sulla difficoltà invece si è strutturato subito come una lettura musicale con una sola attrice; minimale, ma poco tradizionale, con un lavoro approfondito sull’elettronica, un modo di portare la voce molto simile a un concerto, in qualche modo espressionista». AT: «Lo spettacolo nasceva anche da un mio desiderio personale di lavorare più attorialmente, perché come dicevi i dispositivi scenici che portavamo prima non erano costruiti attorno all’attore ma al dispositivo visivo esterno». DS: «Già in Come le lucciole la situazione cambia completamente: nei nostri primi tre spettacoli non c’è una parola detta dal vivo, da lì abbiamo invece iniziato a trasformare il gesto artistico in atto politico, rivolgendolo tutto verso l’altro». AT: «Dopo due anni che lavoravamo insieme ci siamo chiesti quale fosse, come teatranti, il nostro ruolo nella società, una domanda enorme, che però poi ha generato, dopo i primi tre spettacoli, una poetica esteticamente non completamente diversa ma sicuramente più impegnata, e anche più esposta».
In questi 15 anni quali sono stati i momenti più critici e quelli più soddisfacenti? DS: «I momenti di difficoltà sono costanti, in Italia c’è un sistema sfasciato e che sta nella miseria». AT: «È veramente precario il ruolo che noi lavoratori dello spettacolo dal vivo abbiamo in Italia, un settore intero che è veramente da sempre in difficoltà, almeno da quando ci lavoro io. Però ci sono state tantissime cose positive e soddisfazioni, anche se più i progetti sono grandi e ambiziosi e più problematiche si generano. Facciamo fatica, ma credo che la questione riguardi un po’ tutti. Però l’anno scorso con Santa Giovanna dei Macelli abbiamo realizzato una produzione internazionale in quattro lingue, con sul palco i Laibach, la band che ascoltavo da adolescente. Questo direi che è il nostro risultato maggiore, la cosa più follemente ambiziosa che siamo riusciti a mettere insieme».
Santa Giovanna dei Macelli (foto Daniela Neri)
Sicuramente anche il vostro Polis Teatro Festival avrà dato grandi soddisfazioni.
AT: «Certamente, una rassegna nata con tre appuntamenti e che in pochi anni ci ha permesso di costruire una piccola struttura in cui gli eventi sono aumentati, gli spettatori sono cresciuti del 350 percento, il bilancio è aumentato di quasi dieci volte, quindi quando guardi a quello che siamo riusciti a fare in otto anni di questo festival sul territorio ti rendi conto di aver fatto in realtà cose incredibili». DS: «Polis in pochi anni è diventato un festival di teatro contemporaneo internazionale, ogni anno dedicato a una determinata area geografica mediante un focus (nel 2026 sarà dedicato a Scandinavia e repubbliche baltiche). E per dare spazio anche alla creatività italiana abbiamo aderito a varie reti nazionali. Tutto è nato nel 2018, quando è uscito un bando per eventi culturali a Ravenna, e non avendo uno spazio in città ci siam detti che potevamo provare a creare un piccolo festival per la città, che poi un po’ per volta è cresciuto, in parallelo all’aggancio con i bandi di vari enti, fino arrivare al Ministero. C’è stata una crescita rapida perché abbiamo portato all’interno di Polis tutte le nostre relazioni internazionali con strutture e artisti. Così sono arrivati grandi nomi della scena contemporanea europea».
Mi rendo conto di non avervi mai chiesto da dove arriva il nome ErosAntEros.
AT: «Gioco di parole con le maiuscole. Eros e Anteros sono i due figli di Afrodite. Secondo la mitologia, quando Eros era piccolo e non cresceva mai, Afrodite diede vita ad Anteros, ovvero l’amore corrisposto, attraverso il quale Eros potè crescere. Invece, la seconda maiuscola fa sì che si giochi col prefisso ant, contro, quindi Eros versus Eros, perché crediamo che nel processo di creazione artistica della nostra compagnia sia la corrispondenza degli intenti – estetici, poetici e dei desideri – che lo scontro di idee e la dialettica siano fondamentali».
C’è un filo rosso che lega i vostri spettacoli, un messaggio che si ripropone?
AT: «Usare il teatro come un luogo e un tempo in cui una comunità possa ancora riflettere su se stessa e possibilmente immaginare di potersi modificare, usare il teatro come quel luogo in cui forse non si arriva a fare la rivoluzione ma ci si può esercitare a farla, o almeno esercitare la forza d’immaginazione. Per me questo luogo ancora oggi ha una potenza pazzesca, e quindi spero con i nostri lavori di riuscire a farlo».
Dopo aver sempre firmato i vostri spettacoli assieme, per questi 15 anni arrivano invece due nuove produzioni separate. Me le raccontate un po’? AT: «Il mio lavoro è Materiale su Medea, di Heiner Müller, che è un po’ il testimone di Brecht, per cui, dopo due lavori brechtiani di dimensioni completamente diverse, ora c’è questo. Qui torno in scena completamente da sola ma in una configurazione speciale focalizzata sul suono, dove però al centro c’è ancora la parola poetico-politica all’estremo di Müller, che come drammaturgo ha frantumato la narrazione ai massimi livelli, rimanendo poi fermamente un autore politico. Mi sono messa alla prova su questa direzione ma rimanendo su un percorso già tracciato». DS: «Lo spettacolo che porto in scena io, coprodotto da Teatri di Vita, è invece Quelli che si allontanano da Omelas, un racconto breve, che ho adattato per il teatro, di Ursula K. Le Guin, scrittrice di fantascienza ma in realtà femminista e anarchica, che ha scritto principalmente di distopie e utopie, in romanzi come I reietti dell’altro pianeta e La mano sinistra delle tenebre. Volevo parlare della Palestina, e ho iniziato l’anno scorso leggendo autrici palestinesi, poi mi sono imbattuto in questo racconto e ho pensato che fosse perfetto per parlare di oggi, della situazione attuale. Poi ho chiesto a Eva Robin’s di essere in scena, e ho pensato, insieme ai musicisti Gianluca Lo Presti e Giuseppe Lo Bue, di mettere sul palco una band dal vivo, che si chiama La Mano Sinistra».
Domenica 5 ottobre, alle ore 16, la rassegna Storie in Musica a Classis nata dalla collaborazione fra La Corelli e Fondazione RavennAntica si apre con il celebre diario di Giannino Stoppani, soprannominato “Gian Burrasca” per la sua indole irrequieta e imprevedibile, che prende nuova vita in una versione di teatro musicale. Ispirato allo sceneggiato televisivo diretto da Lina Wertmüller, che negli anni ’60 consacrò il talento della giovanissima Rita Pavone, lo spettacolo (adatto a tutte le età, produzione originale La Corelli 2024 in collaborazione con Spazio A) ne raccoglie l’eredità artistica e la rilancia in chiave scenica contemporanea. Il cast vede protagonisti Camilla Berardi e Marco Saccomandi, acccompagnati dall’Orchestra La Corelli diretta da Jacopo Rivani. Gli arrangiamenti, dalle musiche originali di Nino Rota, sono a cura di Damiano Drei, mentre l’adattamento drammaturgico è firmato da Silvia Rossetti. La regia è a cura di Camilla Berardi, con le scene realizzate da Rendy Anoh e Marco Montanari e i costumi firmati da Giulia Merlini.
Prima dello spettacolo è possibile unirsi alla visita guidata gratuita Racconti in mosaico tra domus e palazzi, in programma al Museo Classis alle 15.30 (partenza dalla biglietteria). Non è necessaria iscrizione.
Di seguito il calendario dei successivi appuntamenti:
Domenica 12 ottobre prende vita Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson della scrittrice svedese Premio Nobel Selma Lagerlöf, nell’adattamento di Teresa Maria Federici (autrice dell’adattamento testuale) e con le animazioni in tempo reale dell’illustratrice Piki.
Domenica 19 ottobreGrandi note per piccoli piedi attraverso le Jazz Suites di Šostakovič, eseguite dall’Orchestra La Corelli diretta da Alicia Galli, un’esperienza immersiva ideata e condotta da Teresa Maria Federici e destinata ai più piccoli.
Domenica 26 ottobre il percorso si conclude con Il diario di Adamo ed Eva, ispirato da un racconto di Mark Twain.
Per queste tre produzioni sono stati coinvolti i giovani compositori Danilo Comitini e Damiano Drei.
«Sono gravissime le notizie secondo cui il gas russo continua ad arrivare a Ravenna, via nave, attraverso un sistema di triangolazione internazionale». Lo dice Legacoop Romagna, in un comunicato inviato alla stampa in cui sottolinea il paradosso del rigassificatore al largo di Punta Marina, il cui obiettivo «è garantire l’autosufficienza energetica dell’Italia, affrancandosi dall’acquisto di gas naturale trasportato via gasdotto dalla Russia e sostituendolo con quello importato via nave dagli Stati Uniti e da altre fonti globali, passaggio essenziale per favorire la cessazione delle operazioni belliche in Ucraina», scrivono da Legacoop, prima di lanciare un appello direttamente al sindaco Barattoni.
«Dopo aver gestito con fermezza e “a schiena dritta” le complesse questioni relative al transito di armi dirette verso Israele – si legge nel comunicato di Legacoop -, il sindaco di Ravenna si trova di fronte a un nuovo, rilevante ostacolo: siamo certi che, anche in questo momento critico, i profondi valori e la ricca cultura civica che contraddistinguono da sempre la comunità ravennate saranno determinanti nelle sue scelte. Ma di fronte a questo paradosso, che coinvolgere direttamente il porto di Ravenna e tutto il territorio romagnolo, ci aspettiamo prima di tutto una presa di posizione chiara da parte del Governo. Non più tardi di tre giorni fa – continua la nota -, a margine dell’assemblea generale dell’Onu, il ministro Tajani aveva affermato che l’Italia non acquista gas e petrolio dalla Russia, avendo fatto una scelta molto chiara in direzione della pace. Il segretario all’Energia americano Chris Wright, due giorni fa , aveva ribadito al ministro Tajani la necessità di interrompere ogni acquisto di gas dalla Russia, facendo eco al presidente Trump, che nei giorni precedenti, aveva accusato i paesi europei di non avere mai interrotto le relazioni energetiche con Mosca. Tanto che anche la presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, ha affermato la necessità di voltare definitivamente pagina sui combustibili fossili russi. Lo Stato italiano acquista ancora il gas russo? E quanto? Crediamo che, anche guardando allo scenario internazionale, il governo dovrebbe mantenere una coerenza netta tra le parole e i fatti. La vicenda di Ravenna mette l’Italia in una pericolosa situazione di contraddizione».
Sono in via di ultimazione i lavori di Anas sulla statale 16 Adriatica in corrispondenza del sottopasso di Madonna dell’Albero. Per consentire lo smontaggio dei ponteggi e tutte le operazioni necessarie a ripristinare il doppio senso di circolazione e il passaggio dei mezzi del trasporto pubblico, sarà necessaria un’ultima chiusura di due giorni del sottopasso.
Tale chiusura è stata programmata dalle 10 di sabato 4 ottobre alle 6 di lunedì 6 ottobre, per agevolare il transito verso le scuole e i luoghi di lavoro nel momento di maggiore affluenza.
Il tratto di strada interessato dalla chiusura sarà quello tra il civico 51 di via Cella (dopo l’incrocio con via Fratelli Chiari) e l’incrocio tra via Cella e via 56 Martiri. Nel tratto tra il civico 51 e lo stradello di accesso ai civici 31/39 di via Cella il divieto di transito varrà per tutti i veicoli eccetto autorizzati (residenti, domiciliati e diretti alle proprietà private; veicoli di emergenza e pronto intervento, automezzi Hera per operazioni di pulizia e raccolta rifiuti, automezzi Enel, Hera, Telecom e altri gestori di servizi di interesse pubblico per operazioni di emergenza). Nel tratto tra lo stradello di accesso ai civici 31/39 di via Cella e l’incrocio tra via Cella e via 56 Martiri il divieto di transito varrà per tutti i veicoli.
Rimane transitabile a pedoni e biciclette il sottopasso pedonale di via Cella.