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    Categoria: politica

Chi vincerà le elezioni Regionali? Il partito dell’astensionismo

L’opinione dell’inviato di “Servizio Pubblico“ sulla tornata elettorale che potrebbe cambiare gli attuali equilibri della politica nazionale

Una cosa ve la posso dire con assoluta certezza: il partito vincitore delle prossime elezioni regionali sarà uno solo. Il partito dell’astensionismo. Andrà a votare a malapena il 50 per cento degli elettori. E non significherà che l’Italia è diventata una democrazia matura come gli Stati Uniti o la Gran Bretagna, Paesi dove in pochi vanno a votare… No. Significa che in Italia, dove pochi anni fa votava il 90 per cento degli abitanti, cresce una pericolosa disaffezione per la politica. E dove c’è un vuoto, in genere prima o poi arriva un Uomo Forte a riempirlo, quel vuoto. Evidentemente, non è Renzi che può colmare quel vuoto.

In ogni caso, il Premier Renzi si gioca buona parte della sua sorte politica, in queste elezioni. E l’esito è molto incerto. Le regioni chiave sono tre: Campania, Liguria e Umbria. In Campania dovrebbe vincere il quattro volte sindaco di Sorrento e due volte deputato, l’uomo d’ordine, l’ex dalemiano ora renziano Vincenzo De Luca. De Luca era stato sospeso in base alla legge Severino perché condannato per abuso di ufficio, e questo provvedimento pende tuttora sulla sua eventuale nomina a presidente della Regione Campania. Se De Luca vincerà la consultazione di domenica prossima, potrà essere proclamato eletto ma subito dopo dovrà essere sospeso. E così come avvenne per il presidente della Regione Calabria Scopelliti, dovrebbe essere il presidente del Consiglio Matteo Renzi a firmare il decreto. Non una grande scelta. Ma De Luca è piuttosto popolare in regione (altrimenti detto: controlla molti voti) e Renzi piuttosto che togliersi dai piedi un candidato scomodo ha scelto di tenerlo lì per essere sicuro – pensa lui – di vincere. In questo caso, meglio vincere che rottamare.

In Liguria dovrebbe vincere Raffaella Paita, detta Lella. Moglie del presidente dell’autorità Portuale Luigi Merlo. Allieva prediletta del signore della Liguria, l’ex governatore dalemiano Claudio Burlando. È sostenuta dal blocco di potere formato da partitone, sindacato, Finmeccanica, Fincantieri, Camera di Commercio, Curia e Banca Carige. Anche lei indagata per concorso in omicidio colposo e disastro colposo: da assessore alla protezione civile, pare non abbia dato l’allarme quando il torrente Bisagno inondò Genova. Contro la Paita si presenta Luigi Pastorino, il pallido civatiano sostenuto anche da Cofferati. «Renzi dice che siamo la sinistra che si fa del male da sola?», dice Cofferati. «Il masochista è lui!» Certo, il Pd si è spaccato ma Pastorino non sfonderà perché la vecchia base Pd, piuttosto che votare contro il partitone si asterrà. Il Movimento Cinque Stelle è in crescita. Ma la Paita potrebbe vincere anche perché Scajola, il ras di Forza Italia che comanda ad Imperia, ha dato l’ordine ai suoi di votare per lei. Anche in questo caso, Renzi deve essersi detto che è meglio vincere che rottamare.

Resta l’Umbria, che il partitone rischia di perdere. Perché hanno scelto di presentare Catiuscia (un nome che sa di Stalingrado) Marini, una bersaniana di ferro ora renziana (toh, vè!) che non piace troppo perché sa di continuismo con la vecchia ditta. Tenendo conto che in Veneto la Moretti perderà di sicuro, se il Pd perderà anche in Umbria e Liguria, Renzi rischia di brutto. Ma tutto è fluido, e molti sceglieranno chi votare nelle ultime ore prima del voto. E se il 50 per cento degli elettori non andrà a votare, beh, aspettatevi delle sorprese.

Comunque, la stella di Renzi si è già offuscata. Chissà chi scappa per primo.