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    Categoria: politica

Pd: continua il rebus sul candidato a sindaco di Palazzo Merlato

Nella girandola di nomi spunta anche quello di Giorgio Graziani della Cisl. Ma manca una figura che possa unire le varie anime del partito

La confusione è sempre più grande sotto il cielo e in casa Pd c’è anche preoccupazione in vista delle elezioni comunali del 2016. Il ballottaggio di Faenza, vinto per una manciata di voti da Malpezzi contro la Lega, le turbolenze nazionali crescenti, i sondaggi d’opinione che danno un Pd in difficoltà contro il Movimento 5 Stelle non permettono a nessuno di stare tranquillo, nemmeno a Ravenna. Ora peraltro che la sentenza della Cassazione ha stabilito che il processo d’appello a Vasco Errani è da rifare, annullando la sentenza di colpevolezza ma lasciandolo comunque in attesa di nuovo processo, sembra definitivamente tramontata l’ipotesi di una candidatura dell’ex governatore anche per chi ancora ostinatamente ci sperava, nonostante le dichiarazioni di Errani stesso (che ora potrebbe peraltro ambire a un ruolo di governo a Roma).

E mentre il partito locale ha iniziato il percorso di partecipazione per la costruzione di alcune idee da sottoporre ai candidati alle primarie, nei corridoi in realtà è una girandola di nomi in cui è difficile, anche per tanti iscritti e simpatizzanti, orientarsi. E c’è chi, tra i bene informati, racconta che anche se gli schieramenti negli anni si sono rimescolati, in questo momento sono tornate a farsi sentire in modo nitido le appartenenze ad ex Margherita ed ex Ds, o a qualcosa che parecchio gli assomiglia.

E i nomi? Uno è quello che gira sulla stampa già da un po’, quello di Filippo Brandolini, dirigente Hera, ex assessore comunale, ex Ds, cinquantenne, con un solido curriculum alle spalle, ma su cui al momento non ci sarebbe unanimità tra gli ex Ds. L’altro nome che si sente sempre più spesso negli ambienti  Pd è quello dell’attuale segretario regionale della Cisl, ex segretario provinciale del sindacato, il ravennate Giorgio Graziani, vicino agli ex popolari, classe 1966, anche lui un profilo forte e credibile. Va peraltro detto che nessuno dei due si è pubblicamente pronunciato né ha espresso la disponibilità (non scontata) a candidarsi. Sia per Brandolini sia per Graziani si tratta al momento dei desiderata di alcuni, anche tra coloro che contano, dentro il partito. Ma nessuno dei due a oggi potrebbe contare sull’appoggio unanime (o quasi) del partito per ragioni sia di posizionamento politico sia di curriculum (l’incarico in Hera non è ritenuto propriamente un asso nella manica e forse nemmeno l’essere sindacalista, di fronte perlomeno agli argomenti di grillini e destra).

 

In ogni caso,  pare difficile immaginare  primarie Brandolini-Graziani, proprio perché si tratterebbe di due candidati forti e credibili sostenuti da due anime importanti del partito. Perché al momento tutto fa pensare che le primarie, salvo novità dell’ultima ora, saranno sul modello di Lugo o Cervia, cioé con un solo candidato Pd e altri candidati di forze di coalizione meno rilevanti o comunque un candidato di minoranza. Nessuno ha voglia di spaccature e lacerazioni profonde. Restano dunque in campo altri nomi circolati nei mesi passati, da quello del presidente di Sapir Matteo Casadio a quello del neoassessore Enrico Liverani a quello di Alberto Cassani, ex coordinatore di Ravenna 2019, o della presidente del consiglio comunale Livia Molducci fino alle ipotesi di un “indipedente”. In questo ruolo, dopo che era circolato il nome dell’avvocato Ermanno Cicognani che ha però negato l’interesse alla candidatura, un nome ricorrente è quello dell’ex questore nonché ex prefetto Fulvio della Rocca, ma c’è anche chi avrebbe accarezzato l’idea di un profilo come quello di Luca Casadio, stimato pediatra nonché presidente della società di pallavolo Porto Robur Costa, di sicuro appeal elettorale, ma nemmeno in questi casi ci sono dichiarazioni di disponibilità da parte degli interessati. Inoltre c’è chi ritiene che rivolgersi all’esterno del partito sarebbe un segnale di debolezza.

In ogni caso, vale la pena ribadirlo, si parla di confidenze, supposizioni, manovre in corso più o meno strutturate e fisiologiche, mentre da Roma arrivano le cronache di spaccature e tensioni sempre più profonde che però qui sembrano restare al momento relativamente lontane.  La linea ufficiale del segretario resta «prima le idee, poi i nomi». E però, in assenza di un nome, finisce appunto che i nomi si moltiplicano. E intanto  le  alleanze si fanno sempre più incerte rispetto al passato. Sel ha votato per lavorare alla costruzione di un soggetto di sinistra alternativo al Pd, il Pri minaccia di correre da solo, l’altra forza di sinistra che univa Pdci/Prc si sta astenendo sui più importanti provvedimenti ammnistrativi da mesi, l’Idv sembra priva di qualsiasi capacità di incidere sull’elettorato. L’unica certezza ormai radicata in tutti dopo le ultime amministrative è che se non si vince al primo turno, al secondo tutto può accadere.