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    Categoria: politica

I politici italiani? Tutti in gita in Grecia

Ad imparare a fare politica, evidentemente…

A Roma, nelle viuzze tra Montecitorio e Senato, non incontri un solo politico per strada, in questi giorni. Dove sono andati? Stanno acquattati nei palazzi al fresco dell’aria condizionata per sfuggire dal caldo africano che avvampa e che ha trasformato Roma in Addis Abeba?

No, i politici italiani se ne sono andati tutti in gita in Grecia. Ad imparare a fare politica, evidentemente. Politici di destra, sinistra e centro, comunisti, ex-comunisti, leghisti, grillini e persino fascisti sono andati in Grecia a festeggiare la vittoria schiacciante del no al referendum indetto da Tsipras sulle proposte dei creditori per il pagamento del debito. Abituati come sono alla sconfitta, sono andati all’estero a festeggiare una vittoria, solo che era una vittoria di un altro, sono andati a riverire il compagno Alexis Tsipras, il loro nuovo amore politico. Alexis, Agapimù! I no hanno stravinto e Tsipras si è presentato in piazza tra sorrisi di giubilo e bandiere sventolanti. «Abbiamo dimostrato che la democrazia non può essere ricattata», ha detto Tsipras, e ha annunciato: «Ora chiediamo un accordo per uscire dall’austerity. Vogliamo un’Europa della solidarietà. Il “no“ non è una rottura con l’Unione Europea».

E tutti i nostri politici erano lì, a sventolare e gioire con lui. Il primo a parlare da Atene è stato Stefano Fassina, l’ex Pd: «In Grecia vince la speranza. L’euro è insostenibile in questa camicia di forza. Se io dico che piove e lo dice anche Salvini, resta un dato oggettivo: piove». Quindi Fassina adesso gioisce e dice che l’euro è un errore, come Salvini. Scusi, Fassina, ma lei è lo stesso Fassina, bersaniano, che una volta sosteneva che bisognava proseguire con le misure di austerità del Governo Monti, quelle stesse misure che adesso strangolano la Grecia? Lo stesso Fassina che, da sottosegretario all’Economia del Governo Letta, diceva che l’euro era irrinunciabile? Boh.

E poi ha parlato l’immancabile Massimo prezzemolo D’Alema: «I Greci hanno dimostrato di non avere paura». Tipo quella paura che aveva il Pd guidato anche da lei, dal Presidente Giorgio Napolitano e da Pierluigi Bersani, che per tutta la campagna elettorale del 2013 ha continuato a sostenere che sì, si doveva continuare con l’agenda Monti di austerità e rigore che ce lo chiede l’Europa, e magari anche per questo sconsiderato programma ha perso le elezioni?

In piazza Syntagma c’erano Nichi Vendola di Sel e Alfredo D’Attorre, ancora Pd. Gioivano e ballavano anche loro. E poi Beppe  Grillo, in piazza ad Atene pure lui: «Usciamo tutti assieme dall’euro. Soffriremo un annetto, un annetto e mezzo, ma è meglio di questa Europa». Dall’Italia poi ha twittato Brunetta, Forza Italia: «In Grecia ha vinto la democrazia». E poi ha parlato Matteo Salvini: «Con Tsipras no, ma certamente con il no!». E infine si è accodata Giorgia Meloni: «Fratelli d’Italia non è filo-Tsipras perché la sinistra non è adeguata per queste sfide. Ma siamo per chi difende la sua gente. Ha ragione LePen».

Ecco, come siete belli. Tutti uniti, tutti compatti, i nostri politici. Incapaci di elaborare una strategia politica, soffocati dalla paura, prendono a prestito le idee altrui, data la carenza di leader veri nostrani. E soprattutto, sono tutti affetti dal male incurabile che è italiano, arcitaliano: corrono sempre in soccorso del vincitore.