«Ravenna, si può affermare tranquillamente, è stata per anni un po’ la Cenerentola di questa regione ma con il pieno gradimento dello stesso Pd disposto ad accettare supinamente le scelte di Bologna, senza alcun tipo di rimostranza. Chi è colpa del suo mal pianga se stesso». È la frecciatina di Gianfranco Spadoni, consigliere provinciale Udc, a proposito del provvedimento adottato dal Governo Renzi per l’istituzione dei collegi della nuova legge elettorale Italicum che divide a metà la provincia e ha infastidito il segretario provinciale Pd Michele de Pascale.
«Prendiamo atto di questa nuova consapevolezza anche da parte del locale partito di maggioranza relativa e in questo senso non è possibile non apprezzare l’insubordinazione del segretario de Pascale» ma secondo Spadoni le radici di quanto accade ora affondano in un passato in cui il Ravennate ha troppo spesso accettato in silenzio. «In tempi non sospetti abbiamo più volte rimarcato il ruolo di asso prenditutto di Bologna sempre pronta a essere in primo piano sull’università, sui trasporti, sulla sanità, sui tecnopoli e non certo disposta a cedere nulla se non pochi rimasugli alle altre città capoluogo nel segno del decentramento».
Anche Spadoni si dice contrario a questa spaccatura (Faentino, Bagnacavallo, Cotignola, Bagnara, Russi con Bologna e il resto con Ferrara): «Gli effetti prodotti da questo “provvedimento truffa” per i cittadini della provincia di Ravenna si esemplificano con un semplice ma efficace slogan: vale a dire, “stiamo lavorando per voi… bolognesi”».
Il consigliere regionale Mirco Bagnari e la segretaria Pd della Bassa Romagna, Linda Errani hanno commentato la notizia della ridefinizione dei collegi elettorali previsti dall’Italicum: «Mentre questo territorio è riuscito a realizzare, con l’Unione dei comuni della Bassa Romagna, un nuovo ambito territoriale integrato ed ha investito e rafforzato socialmente, politicamente e amministrativamente tali scelte, coerentemente con gli orientamenti legislativi regionali e nazionali, si ritrova ora in una situazione paradossale. L’ipotesi di disgregazione in più collegi elettorali della provincia di Ravenna e in particolare dei comuni appartenenti all’Unione della Bassa Romagna ci trova assolutamente contrari e ci appare contraddittoria, incomprensibile e penalizzante. Chiediamo che venga rivista questa decisione al fine di garantire, in continuità con le precedenti scelte fatte dal territorio e con il suo odierno assetto istituzionale, l’unitarietà e l’omogeneità della rappresentanza elettorale e parlamentare».



