La Pigna pronta a correre da sola. E per il candidato sindaco pensa a Sgarbi

In alternativa ecco Landi, preside in pensione. Il fondatore Bucci lascia Forza Italia: «Pd debole, sogno la destra unita. O vincerà il M5S»

La scelta del Partito democratico, che pare ormai essere caduta su Enrico Liverani senza ricorrere alle primarie, quasi costringe l’opposizione a prendere coraggio per uscire allo scoperto in vista delle amministrative 2016 a Ravenna e Maurizio Bucci, storico esponente ravennate di Alleanza nazionale prima e Forza Italia poi (passando per il Pdl), è pronto a trasformare come da copione l’associazione culturale La Pigna, da lui fondata la scorsa primavera (vedi articoli correlati), in una lista civica «lontana dalle logiche dei partiti» e «aperta alla società civile».

«Resto comunque un uomo di destra», ci dice al telefono Bucci mentre sta lavorando come al solito al suo Mariani, l’ex cinema trasformato in un locale polivalente da lui che ha sempre preferito definirsi prima di tutto un imprenditore. «Il nostro progetto era infatti quello di realizzare una lista civica con un candidato forte in grado di essere appoggiato dal centrodestra unito, una cosa mai vista a Ravenna…». Ma il piano è quasi svanito. «Non proprio, io ci spero però è molto difficile. La Lega, che essendo il partito più in auge avrebbe dovuto prendere in mano il pallino, continua a rimandare le decisioni e così come Forza Italia è troppo legata a logiche calate dall’alto dal livello regionale o nazionale. Alvaro Ancisi con la sua Lista per Ravenna è fin troppo autoreferenziale e potrebbe essere complicato trovare un candidato che possa andare bene anche a lui. Fosse per me – rivela Bucci –, sarei già disposto a sostenere Paolo Guerra (l’attuale consigliere comunale del Carroccio, ndr) candidato del centrodestra: una brava persona con una bella famiglia, serio, preparato. Peccato che l’abbia abbandonato già perfino il suo partito…».

Dall’impasse Bucci tenterà di uscire presentando ufficialmente nelle prossime settimane la lista civica della Pigna, che a questo punto, a meno di clamorose novità, è molto probabile si possa presentare alle elezioni della prossima primavera da sola. «Presenteremo alla città i nostri dieci progetti a cui hanno lavorato dei professionisti in questi mesi, progetti concreti, poi a disposizione di chi governerà, se lo vorrà». E come candidato a sindaco della Pigna pare siano già stati avviati contatti con un nome illustre non nuovo a certe provocazioni come Vittorio Sgarbi, che si sarebbe dichiarato disponibile, almeno a parlarne. Il nome ravennate, naturalmente più fattibile, è invece quello di Marcello Landi, storico agitatore culturale, professore e preside del liceo artistico appena andato in pensione tra gli applausi generali, anche delle istituzioni (tra cui il vicesindaco Giannantonio Mingozzi per esempio). Resta poi in campo il nome dell’ingegnere Giovanni Ceccarelli, anche se meno caldo rispetto alle prime settimane dopo la presentazione dell’associazione, quando l’obiettivo era quello di far convergere su di lui il centrodestra unito. E Bucci? «Io diciamo che faccio la ruota di scorta, sono a disposizione, ma il mio passato da politico gioca a mio sfavore, in questo senso, e preferirei non candidarmi a sindaco, continuando a lavorare invece al progetto».

L’obiettivo è solo uno: mandare a casa il Pd. «Anzi – sorride Bucci – mandarlo a lavorare, visto che molti nel Pd non l’hanno mai fatto. Mettere il Partito democratico all’opposizione vorrebbe dire cambiare tutto in questa città, respirare aria nuova, e ora ci sono davvero prospettive enormi di potercela fare, alla luce di una candidatura debole come quella di Liverani, arrivata senza primarie e designata da una classe dirigente finita, quella del tortellino magico, dei Fiammenghi, degli Errani, dei Bersani, con la regia di Matteucci e Mercatali. Oltretutto non ci sarà neppure più la sinistra ad appoggiarlo e questo è un dato positivo, anche se fa sorridere – commenta Bucci, che annuncia invece di essere in procinto di lasciare ufficialmente Forza Italia – che ci siano ancora in giunta assessore di Sel e Comunisti».

Il dispiacere più grande, per il titolare del Mariani Lifestyle, sarebbe però quello di vedere il centrodestra frammentato anche alle prossime elezioni. «In quel caso avremmo fallito e al ballottaggio andrà sicuramente il candidato dei 5 Stelle, che pare abbiano cambiato strategia per passare da un movimento di protesta a uno in grado di governare, con un candidato credibile, una persona molto seria dell’imprenditoria locale, dalle voci che girano». E cosa ne pensa del suo collega albergatore, Filippo Donati (vedi correlati)? «Credo non sarà lui il candidato, ma che stiano lavorando già anche per un’eventuale squadra di giunta e che lui possa essere l’assessore al Turismo. In generale, se i grillini dovessero davvero riuscire a trovare una rosa di nomi spendibili, in grado di governare, bravi loro. E per il centrodestra sarebbe un fallimento».

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