La Pigna cacciò Roccafiorita per violazioni etiche e morali: non fu diffamazione

Respinta la querela dell’avvocato espulso dalla lista in campagna elettorale. Per il giudice fu solo «disapprovazione ideologica»

Foto Roccafiorita Bucci Fosci

Da sinistra Giuseppe Roccafiorita, Maurizio Bucci, Luciano Fosci

I vertici della lista civica La Pigna lo cacciarono dal movimento «per non aver mantenuto fede agli impegni etici e morali sottoscritti con i compagni di lista e con gli elettori» e l’avvocato Giuseppe Roccafiorità presentò querela per diffamazione: a distanza di un anno il tribunale ha stabilito che il fatto non costituisce reato. Arriva quindi a conclusione la vicenda scoppiata durante la campagna elettorale delle amministrative 2016 in cui la La Pigna correva da sola candidando Maurizio Bucci a sindaco.

Con il capolista Roccafiorita altri due candidati furono espulsi: «Alcuni dei nostri candidati al consiglio comunale – scriveva la Pigna il 6 giugno del 2016 – nel corso di questa campagna elettorale hanno tradito la nostra fiducia, calpestando i nostri valori e il rispetto reciproco che tutti, ne siamo convinti, debbano considerare e condividere. Ai nostri candidati avevamo chiesto di sottoscrivere un impegno di responsabilità etica, e alcuni di loro pur avendo aderito a tale promessa, ne hanno di fatto violato i termini. Vogliamo quindi pubblicamente formalizzare l’uscita dalla lista civica La Pigna di Giuseppe Roccafiorita, Luciano Fosci e Graziano Parenti. La Pigna fonda i suoi valori sul rispetto reciproco e pretende un comportamento corretto ed etico dai suoi rappresentati, qualora questo venga disatteso od oltraggiato non faremo sconti a nessuno».

L’espulsione suscitò lo stupore dell’avvocato Roccafiorita: «Sono stato improvvisamente espulso senza alcuna preventiva contestazione né comunicazione – dichiarò su queste pagine –. Non ho la minima idea del perché di tale provvedimento né di chi sia la decisione». L’avvocato, renziano della prima ora che aveva mollato da tempo le fila del Pd candidandosi al consiglio comunale per la lista civica fondata da Bucci, aveva saputo della sua cacciata solo quando aveva ricevuto le prime telefonate dalle redazioni locali.

Oggi dalla Pigna accolgono con soddisfazione il pronunciamento del giudice: «Il gip ha confermato la correttezza della lista e dei suoi rappresentanti Maurizio Bucci e Roberto Ticchi, assistiti dall’avvocato Gian Paolo Colosimo del Foro di Rimini, perché “la frase nel contesto in cui è inserita, in piena campagna elettorale, e per il tenore riferibile ai valori di una lista che si candidava alle elezioni amministrative della città, appare rispecchiare quelle espressioni di disapprovazione meramente ideologiche, scevra da intenti diffamatori personali. Il fatto non costituisce reato”». Vengono a cadere la querela e le pretese risarcitorie dell’avvocato penalista Roccafiorita.

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