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    Categoria: politica

Rimborsi regionali: gli ex consiglieri Pd Mazzotti e Fiammenghi a processo

Il primo è appena stato nominato direttore di Legacoop Romagna
Contestati 9mila e 15mila euro. In totale tredici gli imputati dem

Tra i tredici imputati alla sbarra il 17 dicembre a Bologna per peculato – processo nato dall’inchiesta della procura emiliana, ribattezzata “Spese Pazze”, sui rimborsi chiesti dai consiglieri regionali nel periodo da giugno 2010 a dicembre 2011 – ci saranno anche due ravennati: il cervese Valdimiro Fiammenghi e il bagnacavallese Mario Mazzotti, ex consiglieri Pd in Emilia Romagna. Al primo vengono contestati 15mila euro, 9mila al secondo (recentemente nominato direttore di Legacoop Romagna). Il rinvio a giudizio è arrivato contestualmente ad alcune assoluzioni per gli indagati che avevano scelto il rito abbreviato.

Secondo l’accusa i politici avrebbero utilizzato i fondi destinati ai gruppi in assemblea legislativa per spese non attinenti al mandato: tra gli scontrini depositati da alcuni consiglieri la guardia di finanza ritrovò quelli per un wc pubblico, per pranzi e cene di lusso, pernottamenti in hotel e perfino per un acquisto in un sexy shop. Questo l’elenco dei rinviati a giudizio (fra parentesi i rimborsi contestati): Marco Monari (940mila euro), Marco Carini (9mila euro). Thomas Casadei (4mila euro), Gabriele Ferrari (11mila euro), Valdimiro Fiammenghi (15mila euro), Roberto Garbi (6mila euro), Mario Mazzotti (13mila euro), Roberto Montanari (24mila euro), Rita Moriconi (17mila euro), Giuseppe Pagani (5mila euro), Roberto Piva (15mila euro), Luciano Vecchi (12mila euro), Damiano Zoffoli (8mila euro). Gli assolti perché il fatto non sussiste sono invece i dem Matteo Richetti, Marco Barbieri, Anna Pariani e l’ex capogruppo Fds Roberto Sconciaforni.

Fiammenghi ha così commentato, inviando una dichiarazione scritta alle redazioni: «Non posso che prendere atto delle decisioni del Giudice, decisioni che rispetto. Al tempo stesso, sono lieto dell’assoluzione dei quattro ex consiglieri che hanno scelto il rito abbreviato. Questo a conferma di quanto sostenuto da ognuno di noi in questi anni. Ribadisco ciò che ho già detto e dimostrato in più occasioni: ho sempre svolto il mio lavoro di consigliere nel totale rispetto delle leggi e dei regolamenti in vigore in quegli anni. L’ho fatto con la volontà di rappresentare gli interessi, i bisogni, le domande della Regione e del territorio elettivo. Perciò ho mantenuto, durante tutto il mandato, un rapporto vivo e costante con le Istituzioni, le Associazioni, i cittadini della Provincia di Ravenna, di altre parti del territorio regionale e nazionale».

Dello stesso tenore anche le parole di Mazzotti: «L’assoluzione di Richetti è uno squarcio di verità in una vicenda in cui sono certo di avere agito sempre e in ogni occasione nella piena correttezza e legalità. Sono certo che in sede processuale dimostrerò come la mia condotta, al pari di quella dei miei colleghi del gruppo Pd, sia sempre stata conforme e rispettosa delle leggi».