In arrivo manager per attrarre turisti E poi quel bando a fine mandato…

L’assessore: «Vogliamo coinvolgere gli operatori: se vinceremo
le elezioni continueremo, altrimenti gli altri potranno pure cestinare»

Le parole d’ordine per il rilancio del turismo ora per il Comune di Ravenna sono coordinamento e partecipazione. Coordinare tutti gli enti coinvolti e far partecipare gli operatori nelle scelte strategiche. È la ricetta dell’assessore Massimo Cameliani, che la delega al Turismo l’ha ricevuta solo a inizio anno (dopo il passaggio di Andrea Corsini in Regione), ma su cui sta concentrando molte energie, anche in vista del futuro, nonostante sia in scadenza di mandato.

E così nel bilancio comunale del 2016, che in via eccezionale quest’anno verrà chiuso in dicembre, saranno stanziati 200mila euro per la cosiddetta Dmo, in italiano “Organizzazione di gestione della destinazione turistica”, un organismo che avrà il ruolo chiave di gestire il turismo anche a Ravenna (l’esempio più vicino è forse quello di Bologna, dove negli ultimi due anni pare aver portato i risultati sperati). Si tratta di un progetto che dovrà coinvolgere Comune e privati, istituzioni locali e associazioni di categoria e che si dovrà porre obiettivi e risultati comuni da raggiungere attraverso un’ottica manageriale (e risorse di tutti i soggetti coinvolti). Proprio per questo, è facile presumere che servirà l’ausilio di un manager privato esterno in grado di rilanciare la “destinazione Ravenna”, un esperto (o un’azienda esperta) di turismo e marketing.

Ma prima ancora, il Comune di Ravenna sta selezionando in questi giorni l’azienda (tra le 12-13 che hanno partecipato al bando pubblico) che si dovrà occupare di organizzare nella prima metà del 2016 un percorso di partecipazione, con focus group tematici in particolare su tre filoni (città d’arte, mare e ambiente), aperto esclusivamente agli operatori del turismo ravennati. «Grazie a questo percorso consegneremo alla prossima amministrazione un dossier di idee e progetti realizzato dagli stessi operatori – commenta Cameliani –, se dovesse vincere le elezioni il centrosinistra sarà di sicuro un punto di partenza, se dovessero vincere i grillini, per esempio, saranno pur sempre liberi di ignorarlo, ma si dovranno prendere la responsabilità di ignorare così le idee degli stessi operatori. Sono consapevole che il mandato è in scadenza, ma non potevamo perdere tempo, visti anche i dati non proprio entusiasmanti del turismo a Ravenna di questi anni, che comunque – voglio sottolinearlo – restano positivi, almeno per la città d’arte, se confrontati con quelli di dieci anni fa (vedi dettagli nell’articolo tra i correlati, ndr), in un orizzonte più largo». Ma quest’anno cosa non ha funzionato in una città d’arte che poteva anche fregiarsi del titolo di Capitale italiana della cultura? «Il titolo credo che sia comunque servito o servirà anche in futuro – commenta Cameliani –, abbiamo fatto promozione a livello nazionale, ma spesso ci sono variabili imprevedibili da tenere in considerazione: quest’anno per esempio è stato molto caldo e la gente magari ha preferito il mare piuttosto che la cultura…».

L’assessorato al Turismo, a Ravenna, quest’anno ha dovuto far fronte a un calo di risorse del 30 percento a causa delle scelte del Comune in seguito ai tagli della Legge di stabilità, a cui si deve aggiungere un ulteriore taglio del 15 percento nei contratti di servizi esterni come l’accoglienza turistica, che deve così essere garantita ma con meno soldi. «Abbiamo in particolare ridotto le risorse per le pro loco, mentre “Ravenna Bella di sera” per esempio questa estate si è svolta in tono minore, ma siamo stati costretti a fare delle scelte, e così sarà anche per il 2016», commenta Cameliani che rivela: «Senza più l’aiuto di Ravenna Capitale 2015 (che quest’anno aveva finanziato alcune manifestazioni, ndr) come assessorato sosterremo alcune iniziative che hanno anche un chiaro ritorno turistico come per esempio Giovinbacco in centro e il festival musicale Beaches Brew a Marina di Ravenna». E per questo verranno utilizzati gli introiti dell’imposta di soggiorno, che a Ravenna in questi primi anni di introduzione (dal febbraio 2013) e considerando già le previsioni anche per il 2016, oscillano tra 1,5 e 1,7 milioni di euro all’anno. «Finora sono stati utilizzati anche per interventi che poco o nulla avevano a che fare con il turismo, come gli sfalci d’erba – ammette l’assessore –, ma ora basta: utilizzeremo gli introiti dell’imposta di soggiorno solo a scopi turistici o per finanziare eventi culturali con ricadute dal punto di vista turistico. E per lanciare appunto la Dmo». Uno strumento che l’assessore ritiene davvero fondamentale: «A Ravenna c’è questa anomalia che vede il Comune fare promozione senza essere proprietario dei beni, il ministero non sempre sulla stessa linea tra manutenzione e promozione, la Curia che è un mondo a parte… Serve un coordinamento, anche con la presenza di istituzioni culturali come Ravenna Festival e RavennAntica».

Infine, si avvicina Natale e ancora una volta Ravenna, a differenza della vicina Cervia per esempio, per non parlare di Rimini e Riccione, non propone un calendario di iniziative in grado di attrarre turisti, in genere poco presenti in città in questo periodo dell’anno. «Anche questo sarà compito della Dmo – conclude l’assessore –: individuare i periodi dell’anno per la promozione. Io continuo a credere che prima di promuovere il Natale e comunque il periodo invernale, per la città d’arte si potrebbe fare ancora di più in autunno e primavera…».

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