Lega e Ancisi: «Noi al ballottaggio contro il Pd. Altri con percentuali da prefisso…»

Dopo le accuse di Fratelli d’Italia, Lista per Ravenna e Pini replicano:
«La gente vuole un’alternativa, non liti da comare gelosa»

Nel centrodestra sono giorni piuttosto animati in vista delle Amministrative della prossima primavera che dovranno eleggere il nuovo sindaco di Ravenna. In queste ore all’agenzia Dire il coordinatore regionale di Forza Italia Massimo Palmizio, si è detto preoccupato dell’isolamento del suo partito, al momento in attesa, quasi schiacciato dall’alleanza tra Lega Nord e Lista per Ravenna da una parte e quella tra Fratelli d’Italia e la lista civica La Pigna di Maurizio Bucci (da poco dimessosi proprio da consigliere di Forza Italia) dall’altra. Palmizio ha promesso di intervenire lui stesso, in gennaio, se le cose non dovessero cambiare.

E intanto Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna) e Gianluca Pini (Lega Nord) rispondono senza neppure nominarlo alle pesanti accuse di Luciano Fosci di Fratelli d’Italia, che aveva pubblicamente criticato la loro alleanza, invitando i veri leghisti a votare La Pigna-Fratelli d’Italia e avvisando gli elettori ravennati: «Ancisi, in realtà, fa parte del centrosinistra…».

«Ognuno ha diritto di dire la sua – è la replica di Ancisi-Pini in un comunicato congiunto –, ma nel limite della decenza e dell’onestà e per la rappresentanza elettorale che ha (o non ha). Lega Nord e Lista per Ravenna hanno scelto di dare un’impronta prevalentemente civica e di rinnovamento al candidato che stanno selezionando su più opzioni, sapendo di avere l’onere di rappresentare senza dubbio la forza destinata a contendere al Pd il governo della città al ballottaggio: non deve infatti sfuggire, quanto meno, il fatto che, nelle rispettive più recenti esposizioni al giudizio popolare nel comune di Ravenna, Lega Nord ha raccolto, un anno fa alle regionali, il 20% e il team facente capo a Lista per Ravenna il 10,5% nelle elezioni comunali. Far polemiche sul nulla non sottrarrà chi non ha base elettorale e classi dirigente e militante sul territorio dall’oblio di percentuali da prefisso telefonico e conseguente rimando nel retrobottega da dove sono usciti, fuori del consiglio comunale. La gente vuole un’alternativa, non liti da comare gelosa».

«Noi operiamo perché le forze politiche “vere” che vogliono veramente concorrere, anche da posizioni politiche differenziate o opposte, per l’alternativa a questo regime post comunista ravennate, si rispettino reciprocamente, come finora è avvenuto, avendo come unico avversario il Pd (con quel che resta del Pri, suo unico residuo complice). L’obiettivo comune è che, come già accaduto altrove – citiamo, per affinità con la nostra impronta politica, Perugia e Venezia – il Pd e la sua nauseante arroganza vengano sbattuti all’opposizione dopo 46 anni di strapotere antidemocratico».

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