Mense a scuola, l’assessore Bakkali: «Ci interessa la qualità del servizio»

«Un vantaggio per Camst? Vero, ma è inevitabile e ammesso dalla legge. L’opposizione vuole solo strumentalizzare».

La discussa delibera per le mense scolastiche (vedi pagina 17) porta la firma dell’assessore comunale all’Istruzione Ouidad Bakkali che abbiamo intervistato sull’argomento che tanto sta facendo discutere.
Assessore, era proprio necessario procedere adesso, a fine mandato, con una delibera di questa portata e di almeno sei anni di durata?
«Sì, proprio per la delicatezza del tema e la necessità di garantire una continuità a servizi indispensabili. Perché la stessa obiezione non ci è stata fatta per esempio sui nidi? Sulla durata dell’appalto, oltre appunto a dover garantire la continuità, dobbiamo anche permettere alle aziende a cui chiediamo investimenti di poter rientrare, da qui nasce la formula 6 +3. Del resto va detto che anche noi che oggi ci accingiamo a fare il bando mettiamo mano a qualcosa che era stato deciso nove anni fa».
Proprio sulla questione degli investimenti si incentrata la polemica. Nel bando si chiederà infatti di allestire 43 cucine che Camst ha già e questo potrebbe favorirla.
«Che ci sia un vantaggio competitivo è palese e oggettivo, ma questo accade continuamente ed è ammesso dalla legge. Pensiamo a quando si fa una gara per lavori pubblici per stralci, per esempio: chi ha già i macchinari in sede è avvantaggiato. Io non posso considerare le condizioni di chi potrebbe partecipare, ma devo invece proeccuparmi che la gara sia contendibile e lo è. Lo è perché la base d’asta contempla l’ammortamento di un investimento che si aggira sui 3,2 milioni di euro per un bando da oltre 50milioni. Ma non possiamo sempre ripartire dall’anno zero».
La soluzione per mettere tutti davvero sullo stesso piano potrebbe essere l’acquisto delle cucine da parte del Comune?
«Come trent’anni fa? Mi pare una cosa impraticabile, anche perché quei soldi preferisco spenderli in altro…».
Ma il Comune non potrebbe ammortizzare quei costi sulle tariffe esattamente come fa l’azienda che vince l’appalto?
«E così il Comune dovrebbe accollarsi tutti i costi di manutenzione, senza considerare gli uffici tecnici nostri che dovrebbero occuparsene e tutte le normative in continuo mutamento sulle caratteristiche che devono avere queste attrezzature… servirebbe un assessorato alle cucine delle scuole, mi parrebbe tutto fuorché lungimirante. Ne abbiamo ben 43, perché questo è il modello che abbiamo scelto».
L’opposizione chiede allora che vengano almeno richieste cucine nuove, per chiunque vinca.
«Ma per quale ragione? A me interessa il servizio. Chiunque vinca potrà scegliere se mettere cucine nuove, usate, a noleggio. Non è di questo che si deve occupare la delibera».
Ma 43 cucine sono proprio necessarie?
«Si tratta di una scelta, a Bologna per esempio ci sono tre grandi centri che preparano i cibi per tutte le scuole. Noi abbiamo scelto e confermato invece l’idea delle cucine nei plessi scolastici per far sì che sia vicinanza tra i luoghi di produzione e preparazione e consumo. Il nostro costo di base su questo modello rodato è di 5,12 euro a pasto, a Bologna 4.88, non stiamo parlando di risparmi da capogiro».
Però chiedete anche una cucina sul territorio centralizzata per le emergenze. E anche questa, dicono sempre dall’opposizione, finisce per favorire Camst.
«Non possiamo pensare di restare senza una cucina centralizzata per le emergenze! Si tratta di un servizio fondamentale. Cosa faremmo nel caso ci fosse un guasto in una cucina? E in ogni caso, anche se decidessimo di cambiare modello, potrebbe essere comunque strumentalizzato»
Perché parla di strumentalizzazione?
«Perché sembra che l’unica cosa che interessi all’opposizione è non far vincere Camst. Noi invece vogliamo solo garantire il servizio secondo il modello che abbiamo scelto e prepariamo il bando a norma di legge, dando un punteggio importante alla qualità. Del resto, veniamo attaccati perché dicono che facciamo vincere le solito cooperative, e quando non vincono cooperative del territorio, come nel caso pre-post scuola, veniamo attaccati per il motivo opposto…»
Ci aveva annunciato l’intenzione di inserire nel bando anche la richiesta di progetti contro lo spreco di cibo…
«Sì, chiediamo anche una certa quantità di prodotti a km 0 e di prodotti biologici e come Comune stiamo anche ragionando su progetti insieme a Legambiente per esempio per il recupero della frutta non consumata».
Rispetto al contratto in corso ci sono cambiamenti sostanziali?
«Solo il fatto che l’azienda che vince l’appalto dovrà provvedere anche alla dietista, la persona che segue le diete particoli per ragioni di salute o etico-religiose (i menù sono invece stabiliti dell’Ausl, ndr). Per il resto resteranno le nostre modalità di monitoraggio inclusi i gruppi di assaggio con insegnanti e genitori».

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