«In 4 anni non ha adeguato i fondali del porto: giusto cacciare Di Marco»

Le critiche del candidato sindaco Alberghini sull’ex presidente di Ap
«Comune e Provincia immobili ma è grottesco chi lo difende a oltranza»

«È grottesco difendere a oltranza l’operato di Galliano Di Marco: il suo siluramento non è altro che la logica conseguenza del mancato adeguamento dei fondali del porto. In quattro anni l’Autorità portuale e il suo presidente non sono stati in grado di trovare una soluzione». Il candidato sindaco Massimiliano Alberghini – sostenuto dall’alleanza inedita tra Lista per Ravenna e Lega Nord a cui ora sembra possa aggiungersi anche Forza Italia – assesta un colpo deciso all’ormai ex dirigente di Ap, sostituito il 2 marzo alla scadenza del primo mandato da un commissario: «La nomina è stata una scelta necessitata e di buon senso».

Insomma, per Alberghini, se il Progettone non è stato realizzato qualcuno doveva risponderne e così è stato per Di Marco: «Non sto qui a sindacare in che proporzione le colpe siano solo sue e di altri, di certo il Comune e la Provincia si sono distinti per un immobilismo devastante». Che ha causato una situazione di stallo per il porto: «Un problema che in altri porti è stato risolto in tempi brevi ed è gestito come normale amministrazione. Invece a Ravenna rischia di avere gravissime ripercussioni sulla competitività e sul futuro dello stesso».

La nomina del contrammiraglio Giuseppe Meli, comandante della capitaneria di porto, a commissario straordinario trova il pieno appoggio di Alberghini: «Sarebbe stato un dramma per il porto e per gli operatori continuare a registrare scontri perenni tra il presidente e gli enti pubblici locali governati dal Pd che lo avevano scelto, sostenuto accanitamente e perfino esaltato per oltre tre anni. Inevitabile la mancata riconferma di Di Marco, anche in deroga alla proroga di 45 giorni dettata dalla legge e dalla consuetudine, in assenza del nome di un nuovo presidente condiviso almeno largamente dalle varie parti politiche da proporre al ministro Delrio, scongiurato il tentativo subdolo e scorretto da parte del Pd di nominare un uomo di parte anziché attendere il ricambio dell’amministrazione comunale a seguito delle imminenti elezioni di giugno».

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