«Un sindaco non può chiudere luoghi di culto su terreni privati»

De Pascale attacca Alberghini: «Prende in giro gli elettori di destra»
Ma Ancisi lo difende: «Il primo cittadino sovrintende alla vigilanza»

«Sono sbalordito dalla dichiarazione demagogica di Massimiliano Alberghini. Non posso credere che non sappia che non è nei poteri di un sindaco chiudere un luogo di culto, costruito su terreno privato con denaro privato». A distanza di ventiquattro ore dalle parole del candidato sindaco sostenuto da Lega Nord e Lista per Ravenna, arriva la replica dell’avversario Michele De Pascale (Pd, Pri e liste civiche). «È una proposta totalmente irrealizzabile – continua il 31enne cervese segretario dei democratici in provincia –, che tenta goffamente di prendere in giro l’elettorato di destra e che offende i principi della democrazia».

Ma lo schieramento che appoggia Alberghini difende la posizione presa dal candidato e lo fa attraveso Alvaro Ancisi, capogruppo di Lpr in consiglio comunale: «Se, dopo i tremendi fatti di Bruxelles, Alberghini dichiara di volersi attivare, “compatibilmente con i poteri affidati ad un sindaco e nel rispetto delle leggi vigenti per monitorare e controllare” la moschea di Ravenna, espone soltanto un’intenzione ragionevole. Del resto, è quello che Procura e Digos fanno da tempo e quotidianamente a Ravenna, niente affatto convinti che avere qui la seconda moschea d’Italia sia acqua fresca. Non bisogna essere avvocati per leggere nel testo unico degli enti locali che “il sindaco, quale ufficiale del Governo, sovrintende alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l’ordine pubblico, informandone il prefetto”. Parla a sproposito un sindaco che ipotizza di voler chiudere un luogo pubblico o aperto al pubblico qual è la moschea “se questo dovesse rendersi necessario per allontanare da Ravenna persone potenzialmente pericolose per i miei concittadini”?». 

È proprio l’idea della chiusura che spaventa De Pascale: «Al solo pensiero di chiudere un luogo di culto mi si gela il sangue. Al solo pensiero che Ravenna possa essere accostata agli Stati confessionali, dove le chiese cattoliche vengono chiuse perché professano un culto diverso dal credo di Stato, inorridisco».

Resta il fatto che diversi foreign fighter sono partiti da Ravenna e molte delle stragi terroristiche recenti sono state fatte nel nome dell’islam. «Non tutti musulmani praticano violenze e barbarie e la maggioranza è di brave persone – dice Ancisi –. Ma le innumerevoli stragi di ispirazione religiosa avvenute negli ultimi anni nel medio-oriente, in Africa ed ora in Europa sono state compiute in nome dell’Islam». E De Pascale è sostanzialmente d’accordo: «Siamo estremamente preoccupati dalle notizie arrivate su Ravenna relativamente ai foreign fighter e pretenderemo con fermezza un’attenzione maggiore dell’intelligence e controlli più stringenti da parte delle forze dell’ordine che coinvolgano tutti i luoghi sensibili, compresa la moschea».

Il candidato di centrosinistra però invita l’avversario a «stare uniti, decisi e concreti, impegnandoci in controlli più stringenti, in stretta collaborazione con le forze dell’ordine, con l’obiettivo di estirpare le “mele marce” ed evitare che si diffondano fanatismi e intolleranze, e nel contempo, strutturando progetti efficaci di integrazione e inclusione, nel rispetto dei principi democratici europei e della Costituzione Italiana. Deve essere chiaro che vogliamo vincere la sfida dell’integrazione, ma non siamo disposti a sacrificare in alcun modo i nostri valori occidentali».

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