«La Regione vieti le sale da gioco vicino a scuole, ospedali e luoghi di culto»

L’appello del Comune di Ravenna, mentre viene approvato
il nuovo regolamento. Sul territorio sono 66 i luoghi con slot e simili  

Il consiglio comunale di Ravenna ha approvato all’unanimità il regolamento delle sale da gioco, installazione apparecchi da intrattenimento e giochi leciti. Sì unanime anche a un ordine del giorno sullo stesso tema.

La delibera è stata illustrata da Giovanna Piaia, assessora alle Politiche sociali. In premessa Piaia ha sottolineato come le ludopatie si stiano sempre più diffondendo, «al livello di una vera e propria epidemia, che coinvolge anche tantissimi minorenni».In quattro anni le ludopatie sono aumentate del cento per cento e tra il 2010 e il 2013 l’utenza dei Sert è cresciuta di oltre il 116 per cento. Nel 2014 i soggetti in trattamento con patologie collegate alla dipendenza dal gioco sono stati 1.277.

In virtù della legge regionale sulla materia, che è del 2013 ed è stata rivista nel 2015, sono stati attivati corsi di formazione per il personale sociosanitario e per gli esercenti; è stato istituito un numero verde regionale per la consultazione dell’elenco dei servizi (800 033 033) ed è stato definito il percorso di assegnazione del marchio Slot FreER ai locali che non hanno installato o che hanno disinstallato slot machine e apparecchi per il gioco.

«L’obiettivo del nostro regolamento, che ha cercato di ordinare e contestualizzare tutti i riferimenti normativi sulla materia – ha aggiunto Piaia – è che la diffusione dei locali nei quali si pratica il gioco lecito garantisca la tutela dei minori e di categorie di soggetti vulnerabili, la viabilità, il contenimento dell’inquinamento acustico, la quiete pubblica e la salute, mediante la prevenzione di forme di gioco compulsivo e la sensibilizzazione nei confronti dell’accesso responsabile al gioco, che contrasti lo sviluppo di fenomeni di dequalificazione territoriale e dei valori immobiliari, nonché di dipendenza patologica dal gioco d’azzardo». I Comuni – ha sottolineato l’assessora – scontano la mancanza di una legge nazionale, che impedisce loro di agire in maniera più efficace su certe questioni, come per esempio la possibilità di prevedere distanze minime tra le sale da gioco e luoghi cosiddetti sensibili, quali ad esempio scuole. «Tuttavia – dice Piaia – qualcosa si sta muovendo. Le Regioni stanno sottoscrivendo un Manifesto unitario, sollecitando il Governo a legiferare; e sembra che il Governo sia intenzionato a mettere mano alla questione. Alcune Regioni inoltre, nelle loro leggi, hanno previsto tali distanze minime, consentendo quindi a loro volta ai Comuni di inserirle nei loro regolamenti. La Regione Emilia Romagna non ha previsto tali distanze minime e quindi noi non abbiamo potuto metterle nel nostro regolamento: ciò ci avrebbe esposto sicuramente a dei contenziosi, di cui ci sono numerosi precedenti in altre realtà, che molto probabilmente ci avrebbero visto soccombere».

La Regione ha però rivisto la propria legge consentendo ai Comuni – assicura Piaia – una cosa molto importante, fatta dal nostro Comune in sede di variante al Rue, cioè l’individuazione di una specifica destinazione d’uso denominata Attività ludico-ricreative con problematiche di impatto sociale di cui alla legge regionale 5/2013 (sale da gioco/slot, videolotteri e sale bingo, scommesse Snai e similari) in virtù della quale sono stati fortemente limitati gli ambiti urbanistici dove è possibile insediare tali attività, prevedendo altresì alte dotazioni di parcheggio pertinenziale».

Durante il suo intervento Piaia ha anche fornito alcuni dati sulla presenza di sale gioco nel territorio del comune di Ravenna. Le sale gioco risultano 66, di cui 23 in città, 11 nel forese e 32 nelle località balneari; inoltre in 55 attività economiche sono installati apparecchi elettronici e meccanici.

Con particolare riferimento al tema delle distanze dai “luoghi sensibili” erano stati presentati due ordini del giorno, uno con primo firmatario il consigliere Maurizio Bucci (gruppo misto); l’altro con primo firmatario il consigliere Idio Baldrati (Pd). Da un confronto tra i due è scaturito un ordine del giorno unitario illustrato da Maurizio Bucci, che ha sottolineato come il documento sia stato ispirato dall’ex consigliere della Lega Nord Paolo Guerra, nel quale si chiede che «il sindaco e la giunta del Comune di Ravenna si attivino presso la Regione Emilia Romagna affinché vengano definite con sollecitudine le distanze dai luoghi sensibili quali istituti scolastici, primari e secondari, strutture sanitarie, ospedaliere e luoghi di culto, prevedendo 500 metri come distanza minima». L’ordine del giorno è stato sottoscritto, oltre che da Bucci e Baldrati, dai consiglieri Nereo Foschini (Ncd), Alberto Ancarani e Francesco Baldini (Forza Italia), Alvaro Ancisi e Sirio Stampa (Lista per Ravenna), Alberto Donini (Lega Nord Romagna), Pietro Vandini e Lorenzo Gatti (Movimento 5 Stelle), Davide Buonocore (Idv), Ilaria Morigi (Sel), Daniele Perini (Pd), Roberto Ravaioli (Pri), Diego Rubboli (Fds) e approvato all’unanimità.

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