Senza 5 Stelle, Guerra pronta a correre da civica: «Puntiamo almeno al 10%»  

La candidata del meetup di Grillo senza certificazione sta cercando di costruire un dream team: «Accoglierei Di Marco a braccia aperte»

«Sotto al 10 percento per noi sarebbe un fallimento». Come sempre Michela Guerra non ha remore e non ricorre a giri di parole in politichese. Anche adesso che lo staff del Movimento 5 Stelle non ha certificato la lista del meetup che l’aveva eletta candidata sindaca e che sta lavorando per la formazione di una lista civica.

Guerra, allora, a che punto siamo, è fatta o no questa lista?
«Ancora non del tutto. Ci siano dati appuntamento domenica 10 aprile per sciogliere gli ultimi nodi. Diciamo che la lista c’è ed è quella che era uscita dal meetup. Tre o quattro persone si sono tirate indietro all’iptoesi di non correre per il Movimento ma altri che erano rimasti esclusi hanno invece accettato. Abbiamo uno staff attivo. Naturalmente Vandini (Pietro, il capogruppo in consiglio comunale del Movimento 5 Stelle, ndr) ha preso un po’ le distanze dal progetto, ma resta comunque un riferimento in termini di esperienza».
Quindi, cosa manca per partire?
«Stiamo incontrando una serie di personalità civiche che potrebbero appoggiare il progetto e formare già un’ipotetica giunta in caso di vittoria. Si tratta di persone che paradossalmente non sarebbero state disponibili a spendersi sotto il simbolo cinque stelle, ma che invece sono pronte a farlo per una realtà civica».
Ma i requisiti che richiederete saranno gli stessi?
«In gran parte sì, anche se appunto questa non sarà una lista del Movimento e potrà essere più elastica e calata nella realtà locale. Vedremo».
Possiamo dire che state lavorando a una sorta di “dream team”? Qualche nome ce lo può fare?
«Sì, l’idea è quella del dream team, ma no, non posso fare nomi perché nemmeno a chi incontriamo per chiedere l’adesione e la disponibilità facciamo i nomi degli altri. Anche se certo cerchiamo di tenere conto di una compatibilità possibile. Non è facile, anche perché chiediamo loro di sposare un programma già fatto…».
Almeno il nome di Galliano Di Marco però tocca farlo… Del resto la stima reciproca tra lei e l’ex presidente dell’Autorità portuale è nota e dichiarata.
«Sì è vero. E se Di Marco fosse disponibile sarei pronta ad accoglierlo a braccia aperte perché conosco la sua competenza e le sue capacità».
Nonostante possa essere rinviato a giudizio per l’indagine sulle casse di colmata?
«Nonostante questo, sì, del resto si tratta di un’indagine partita da una sua segnalazione e come avvocato mi sento abbastanza certa di poter dire che difficilmente potrà essere considerato responsabile…»
Davvero Maurizio Bucci della Pigna era pronto a fare un passo indietro per lei?
«Confermo che c’è stato un contatto e c’è una vicinanza tra me e lo staff sia della Pigna sia di Ravenna in Comune. Inoltre apprezzo il coraggio di un imprenditore che vive sul territorio come Maurizio Bucci ad avere impostato una campagna elettorale in attacco, criti- cando su un piano tecnico, punto su punto, l’amministrazione Pd e il “sistema economico” su cui si regge. E per noi una cosa a tre, per noi che non ci riteniamo né di destra né di sinistra, sarebbe anche stata possibile dal punto di vista dei contenuti, ma capisco la posizione di Ravenna in Comune che ha escluso da subito l’ipotesi…»
Oggi Raffaella Sutter è quella che sembra avere i contenuti più simili ai vostri… secondo lei il vostro elettorato potrebbe votarla?
«Non lo so, difficile dirlo. In fondo è un ex dirigente comunale e questo non rappresenta certo il nuovo e il cambiamento che in genere chi sceglie il Movimento chiede. Detto questo, io la stimo moltissimo e forse potrei votare proprio per lei se non dovessimo presentarci… Mi stanno scrivendo in tantissimi per chiedere consiglio, ma io dico loro di rivolgersi a Pietro Vandini, perché è lui che rappresenta il Movimento 5 stelle a oggi».
Ma esiste l’ipotesi di allearsi a un’altra lista e basta?
«No, non è mai esistita in realtà. Questo progetto ha senso solo se corriamo da soli, come avrebbe fatto il Movimento 5 Stelle».
Lei dice che sotto il 10 percento sarebbe un fallimento…
«Sì, ci sono circa 20mila elettori che sono rimasti senza un riferimento… dobbiamo pensare a loro».
Come pensate di finanziare l’eventuale campagna?
«Buona domanda! Faremo cene, aperitivi, iniziative per autofinanziarci. Qualcuno disposto a darci una mano c’è… E spenderemo poco. In fondo per una campagna comunale non serve chissà che cosa».
Un’ultima domanda: lei si considera ancora del Movimento 5 Stelle?
«Io sì, credo che abbiano fatto una scelta sbagliata a Ravenna che con più attenzione al territorio non si sarebbe fatto. Ma per me è come la squadra del cuore: non è che se sbaglia una partita smetti di tifare… Magari è diverso per i militanti di più vecchia data di me, c’è anche qualcuno che è andato fino a Milano per ricevere udienza e avere spiegazioni ma che, naturalmente, non è stato ricevuto».

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