La gaffe del Pd con i musulmani: «Non rubare, niente alcol o bugie»

Donato un decalogo durante il tour elettorale alla moschea in Darsena
Ravenna in Comune: «Offensivo». L’autore: «De Pascale non sapeva»

Non uccidere, non rubare, non utilizzare droghe ed alcolici e non dire bugie. Sono alcune delle “regole universali di civiltà” che il Partito democratico ha consegnato in dono alla moschea di via Spadolini (la piccola sala di preghiera frequentata dai musulmani dissidenti rispetto a chi gestisce invece il più grande luogo di culto delle Bassette) nel corso del tour in bicicletta in darsena di sabato mattina del candidato a sindaco Michele de Pascale, che si è però dichiarato ignaro di tutto.

Un messaggio che su Facebook la candidata a sindaco di Ravenna in Comune, Raffaella Sutter, ha definito fin da subito «profondamente offensivo e discriminatorio, nella forma e nel contenuto».

«Come cittadina ravennate, musulmana, e frequentarice della moschea di via Spadolini – commenta invece rivolgendosi direttamente “al Pd e al suo candidato”, sempre su Facebook, Marisa Iannucci, presidente dell’associazione Life delle donne musulmane e tra i candidati in lista con Ravenna in Comune alle prossime amministrative –, mi aspetto delle scuse per questo gesto offensivo e discriminatorio. Andare ad offendere le persone nel loro luogo di culto, persone che vi hanno accolto con il sorriso e vi hanno offerto datteri, portandogli un oggetto come questo, ha messo in luce il vostro pregiudizio, l’etnocentrismo, l’incapacità di dialogare con i cittadini nella loro pluralità. Spero vivamente che si voglia cambiare approccio e che dalla gaffe si impari qualcosa. Prima di tutto che siamo cittadini e non bestie da civilizzare. Anzi se proprio la vogliamo dire tutta, questa moschea si è distinta negli anni scorsi per avere dato un grande esempio di impegno civile nel denunciare la mancanza di trasparenza nella comunità e qui ha visto la fondazione e ha la sua sede il Comitato una moschea per la città, che ha lottato a lungo perchè fossero rispettate non le vostre fantasiose regolette universali, ma principi costituzionali quali la libertà di espressione, il rispetto di processi democratici nella gestione delle associazioni, la parità di genere. Una storia ravennate, che forse il candidato sindaco non conosce, ma di cui doveva informarsi prima di venire proprio qui, a dirci di denunciare chi spaccia, non uccidere e di non usare droghe. Questo quadretto, se vi piace tanto, attaccatevelo nel vostro salotto».

A prendersi la responsabilità dell’accaduto è, sempre su Facebook, un militante del Pd del quartiere darsena, Guerrino Gatta. «Ho preso parte all’organizzazione dell’iniziativa di sabato con il candidato de Pascale – scrive rispondendo alla stessa Sutter –, che prevedeva una visita nella zona sigarone con tappa al centro islamico. Tale incontro è stato da me auspicato e curato nei giorni antecedenti tramite contatti con i referenti del centro, i quali hanno visto in anteprima il quadretto sotto accusa. Tale quadretto fu da me scritto circa 5 anni fa con l’intento di trovare punti comuni di dialogo, questo il mio unico intento. Mi dispiace se tale dono che ho fatto in assoluta buona fede e a totale insaputa di Michele de Pascale, abbia urtato la sensibilità di qualcuno e mi dispiace inoltre che un gesto che speravo fosse colto come simbolo di amicizia sia stato strumentalizzato a fini elettorali».

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