Laicità e politica, tra scuole e crocifissi

Le risposte degli aspiranti sindaci a confronto su materne e oneri di urbanizzazione. Chi metterà simboli religiosi in ufficio come Matteucci?

Un’altra puntata della nostra rubrica nata con il primo numero del 2016 del giornale per mettere a confronto i candidati sindaci con una domanda settimanale scelta dalla redazione, o proposta dai nostri lettori, a cui ognuno deve rispondere avendo a disposizione lo stesso spazio prestabilito.

Ci sono due temi, sopra gli altri, che hanno a che fare con i rapporti con la curia e che attengono a precise scelte politiche della maggioranza. Il primo riguarda le scuole dell’infanzia Fism a cui il Comune concede un contributo di 14mila euro l’anno per sezione in convenzione (sezioni che ricevono anche contributi statali, al pari di quelle comunali). Queste scuole fanno parte di quel sistema misto vanto delle ultime amministrazioni in cui convivono comunali, statali e appunto Fism. Con la differenza che le Fism prevedono un pagamento della retta e non prevedono esenzioni Isee per i pasti. Negli ultimi anni, tuttavia, i bambini della fascia di età delle materne hanno subito un calo e in un’ottica di riorganizzazione sono aumentate le sezioni statali e calate quelle comunali in zone, come il borgo San Biagio, dove ci sono sezioni Fism e dove comunque ci sono liste d’attesa per le scuole comunali presenti (mentre altri posti liberi sono rimasti nelle scuole della periferia). Nel 2017 la convenzione Comune e Fism è in scadenza. Cosa accadrà se vincerà le elezioni?

E una seconda domanda che sempre ha a che fare con i rapporti con la chiesa: la Regione Emilia Romagna ha di recente chiarito che ogni Comune è libero di versare o meno gli oneri di urbanizzazione secondaria alla Curia per la realizzazione di lavori nelle parrocchie. Tra il 2000 e il 2013 erano stati poco più di tre milioni. Cosa intende fare in futuro?

Infine, una curiosità più simbolica che di sostanza: il sindaco Matteucci aveva appeso un crocefisso nel suo ufficio regalatogli dal vescovo. Pensate di fare lo stesso?

Massimiliano Alberghini (50 anni, commercialista, è il candidato sindaco di Lega Nord , Lista per Ravenna, Forza Italia e Fratelli d’Italia)
«SENZA LE FISM DIFFICOLTA’ DI BILANCIO PER IL COMUNE»
«Innanzitutto, i rapporti con la Curia qui non c’entrano. Ravenna copre quasi tutte le domande di scuola materna pubblica grazie alle scuole Fism convenzionate col Comune, che ne certifica il servizio pubblico di alta qualità. Un bimbo che frequenta le scuole materne comunali, a parità di servizio costa oltre cinque volte più al Comune stesso rispetto a un bimbo che frequenta le scuole Fism. Pertanto, se il Comune dovesse accogliere centinaia di bambini in più in mancanza di questi istituti paritari, il bilancio ne risentirebbe in termini molto pesanti. La legge consente di utilizzare il 7% degli oneri di urbanizzazione per costruire o ristrutturare edifici di culto delle religioni riconosciute dallo Stato. La Regione ha chiarito pochi mesi fa che è «necessaria la preventiva approvazione e pubblicazione di atti che predeterminino i criteri e le modalità di riparto dei contributi tra i soggetti esponenziali dei diversi orientamenti confessionali o filosofici presenti nell’ambito comunale, tenendo conto dell’effettiva rappresentatività di tali soggetti esponenziali, nell’ambito della popolazione comunale, in coerenza con i principi costituzionali sull’imparzialità dell’azione amministrativa e sulla libertà di religione». Io mi atterrò a queste indicazioni. Per quanto riguarda il crocifisso, resterà al suo posto».

Maurizio Bucci (53 anni, imprenditore turistico, consigliere comunale del gruppo misto dopo essere uscito da Forza Italia, è il candidato della lista civica La Pigna)
«INTRODURRE IL CRITERIO ISEE PER LE SCUOLE FISM»
«Le scuole materne della Fism svolgono un ruolo fondamentale nell’offerta didattica in quanto colmano un vuoto dato dall’incapacità, non solo finanziaria ma soprattutto politica, organizzativa e progettuale di queste amministrazioni del Pd ravennati che privilegiando scelte e investimenti su aspetti clientelari (vedasi compagnopoli, poltronificio e altro) si dimenticano di garantire a ogni bambino e quindi ad ogni famiglia il diritto di frequentare la scuola materna. Sono scuole riconosciute e accreditate in regola con i requisiti previsti dalla legge e che a Ravenna accolgono 1.100 bambini, che sarebbero rimasti esclusi dal servizio, e occupano almeno 200 insegnanti. Scuole presenti anche nel forese in certe frazioni che sono escluse da qualsiasi scuola materna pubblica. Il sistema misto, comunale, statale e privato garantisce inoltre la possibilità di una scelta più ampia e libera da parte della famiglia. In caso di vittoria rivedremo la convenzione per prevedere l’esenzione Isee per i pasti e una retta che dovrà essere differenziata in base al reddito, fino all’esenzione. Chiederemo garanzie perché la Curia copra con l’8 per mille la differenza economica. Sugli oneri di urbanizzazione secondaria ci avvarremo del parere regionale: ogni decisione va valutata, pubblicamente, nel merito del progetto presentato e della validità sociale. Il Crocefisso è un simbolo di Fede, si può riconoscere o meno. Non fa di certo male a nessuno».

Michele de Pascale (31 anni, segretario provinciale del Pd, candidato di una coalizione che comprende Pd, Pri e liste civiche tra cui Ama Ravenna guidata da Daniele Perini, Ixc guidata da Giovanni Poggiali, Sinistra per Ravenna con Valentina Morigi e Ravviva Ravenna che ha come capolista Giovanni Crocetti)
«SISTEMA MISTO DA MANTENERE. MAI ESPOSTO SIMBOLI RELIGIOSI»
«Si deve sostenere il sistema integrato che garantisce il 97% della richiesta; il nostro obiettivo sarà liste d’attesa zero, attivando sezioni comunali dove necessario, spronando lo Stato e sostenendo le scuole Fism. Il 25% dell’offerta dipende dalle Fism, più di 900 bambini in 15 scuole di cui 11 nel forese. È bene trattare il tema con concretezza: la convenzione attribuisce 50 euro al mese per iscritto a una scuola Fism, il costo medio di un bimbo nelle comunali è di 550 euro, quindi il Comune finanzia meno del 10% del costo. Nella convenzione andranno concordate modalità di sostegno a chi per mancanza di servizio comunale o statale sul territorio si trova a restare escluso dai meccanismi di tariffazione bastai sul reddito e continueranno le verifiche contabili e qualitative. I Comuni, a tutela della laicità e secondo l’art.19 della Costituzione, devono tenere conto delle esigenze religiose della popolazione per quanto riguarda costruzione e manutenzione di edifici di culto e dei servizi di interesse sociale annessi compatibilmente con le risorse disponibili. Prendersi cura di una comunità significa anche avere attenzione per le diverse fedi e l’esercizio di tutti i culti, come dichiarò Andrea Maestri, per esempio, nel 2010, allora Capogruppo Pd, quando il tema fu discusso in Consiglio Comunale a Ravenna. Il crocefisso che è nell’ufficio del sindaco è un dono che Matteucci porterà con sé. Per quanto mi riguarda, non ho mai esposto simboli religiosi nel mio ufficio».

Michela Guerra (43 anni, avvocato, è il candidato sindaco della lista Movimento Civico CambieRà)
«REFERENDUM COMUNALE SULLE CONVENZIONI FUTURE»
«Referendum comunale sulle convenzioni future» «Il Comune è la casa di tutti e, sebbene io sia cattolica, ritengo che la mia fede in quanto appunto mia, e non della città tutta, debba rimanere cosa privata. Nel mio ufficio ci saranno solo il tricolore e la Costituzione la quale, agli articoli 33 e 34, è il mio punto di partenza. Analizzando la situazione del nostro territorio ravennate si capisce che esistono zone senza strutture scolastiche per l’infanzia pubbliche e che in tali località la presenza delle scuole paritarie rappresenta l’unico servizio disponibile in grado di garantire risposte alle famiglie con bambini/e in età 3/6 anni. Senza queste convenzioni diverse famiglie sarebbero in difficoltà, anche considerando che sono proprio le scuole paritarie a offrire più facilmente orari più flessibili. Bisognerà quindi mettere in atto progetti e investimenti con l’obiettivo di creare alternative alle scuole paritarie nelle zone dove non esistono alternative. Il Comune deve stanziare le risorse, anche diminuendo progressivamente gli oneri di urbanizzazione secondari alle realtà religiose. Parallelamente si devono apportare modifiche alle convenzioni, aggiungendo persempio esenzioni Isee per i pasti. Fatto questo utilizzerei lo strumento del referendum comunale, come hanno fatto a Bologna. La decisione di procedere o meno con le convenzioni mi piacerebbe fosse presa dalla cittadinanza, in linea con i principi della democrazia diretta».

Raffaella Sutter (61 anni, sociologa, ex dirigente comunale, candidata sindaca di Ravenna in Comune, nuovo soggetto politico che si colloca a sinistra del Pd)
«BUONI SCUOLA E NIENTE PIù ONERI PER EDIFICI RELIGIOSI»
«Buoni scuola e niente più oneri per edifici religiosi» «Rivedremo l’attuale sistema di convenzione con le scuole dell’infanzia Fism che già usufruiscono, come paritarie, di contributi statali e regionali, con l’obiettivo di reinvestire risorse nel potenziamento delle scuole materne comunali per garantire a tutte le famiglie la possibilità di scegliere una scuola pubblica. Consapevoli che in parte del territorio comunale sono presenti ora solo scuole Fism, modificheremo la convenzione, collaborando per garantire la qualità pedagogica e l’integrazione nel sistema dei servizi, come previsto dalla normativa regionale, non intervenendo invece per quanto riguarda le risorse comunali con finanziamenti a pioggia, ma con buoni scuola per singolo bambino frequentante, da erogarsi in base alla situazione reddituale Isee. La Regione ha ritenuto non più applicabili le disposizioni che prevedono che il 7% degli oneri di urbanizzazione secondaria siano destinati alle chiese ed altri edifici per attività religiosa, quindi non verseremo tali oneri, reinvestendoli sul patrimonio pubblico con priorità per quello scolastico. Inoltre solleciteremo l’Ausl a rivedere i costi dell’assistenza religiosa negli ospedali. Non esporrei un crocifisso come simbolo religioso, ma come opera d’arte sì, così come farei per altri eventuali simboli di identità religiose».

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