Alberghini: «Ballottaggio? Era ora» De Pascale: «Abbiamo ancora energie»

Dopo 23 anni la scelta del sindaco si avvia verso il secondo turno
Centrosinistra e centrodestra a contendersi Palazzo Merlato

L’elezione del sindaco di Ravenna si avvia verso un ballottaggio che non si vedeva da ventitrè anni e il clima nei quartieri generali dei due sfidanti usciti dal primo turno è l’opposto di quello che potresti aspettarti: con un quarto di sezioni scrutinate in casa dei favoriti del centrosinistra ci sono i sorrisi a nascondere il fastidio di altri quindici giorni di battaglia mentre in casa degli sfidanti del centrodestra si va coi piedi di piombo senza esagerare con l’entusiasmo.

Michele de Pascale, il 31enne segretario provinciale del Pd candidato per una coalizione di sette liste, rompe gli indugi alle 2 di notte e per primo usa la parola ballottaggio cercando di caricare le truppe ricorrendo alla parola chiave di tutta la sua campagna elettorale “energia”: «Abbiamo tenuto in frigorifero le energie per altri quindici giorni di lavoro quindi niente musi lunghi e pronti a lavorare da domani mattina distribuendo volantini per il ballottaggio che sono già pronti». Scroscia l’applauso nella sala piena del comitato elettorale in via San Mama. L’ex assessore di Cervia trova gli aspetti positivi nei numeri come ad esempio l’essere riusciti a ottenere risultati migliori rispetto ad altre città italiane.

Non basta la previsione di ballottaggio del piddino per dare fiducia a Massimiliano Alberghini – il 50enne commercialista appoggiato da Lega Nord, Forza Italia, Lpr e Fdi – che anche mezz’ora dopo fa melina. Nel comitato elettorale di via Cesarea sulla tv non ci sono le proiezioni ma c’è un film di Tarantino («Non ho trovato il dvd del Gladiatore», scherza il deputato del Carroccio Gianluca Pini). Alberghini temporeggia parlando del menu della cena nel giorno del voto poi il massimo che concede ai cronisti è un cauto ottimismo: «Sarà ballottaggio? Sarebbe ora se davvero la gente vuole cambiare». Per strappargli qualcosa di più pungente non basta nemmeno dirgli che lo sfidante ha ammesso di aver già pronti i volantini per il ballottaggio, segno che non era poi un’ipotesi così remota nemmeno in casa Pd: «Siamo pronti per altre due settimane di lavoro per continuare il bel lavoro fatto finora».

Entrambi preparano la stessa missione: trascinare al voto il 19 giugno quel 40 percento scarso che il 5 giugno non si è presentato alle urne. Poi ci sarà da conquistare il voto degli altri tre sfidanti rimasti esclusi dal ballottaggio. Alle 3 con 85 sezioni scrutinate su 165 il parziale parla di De Pascale al 47, Alberghini al 28, Guerra al 13, Sutter al 6, Bucci al 5.

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