Ecco come sarà il consiglio comunale Cameliani (Pd) è Mr Mille preferenze

Molducci (922) e Ancisi (811) sul podio dietro all’ex assessore. Gli scenari possibili a Palazzo Merlato in base all’esito del ballottaggio

Oltre naturalmente alla gara tra i cinque candidati sindaci e tra le quattordici liste, nella tornata elettorale delle amministratrive di Ravenna andata in scena tra le 7 e le 23 del 5 giugno c’era anche la caccia alle preferenze dei candidati al consiglio comunale per conquistarsi uno dei 32 posti in municipio. La legge elettorale prevede che alla coalizione vincente al secondo turno (se ha superato il 40 percento al primo) vada un premio di maggioranza pari al 60 percento dei seggi. Se dovesse vincere una coalizione che al primo turno non ha superato il 40 percento prenderebbe solo la maggioranza semplice dei seggi.

Nella lotta tutta interna al Pd, a sua volta dentro la coalizione di centrosinistra, la vittoria è andata indiscutibilmente all’assessore uscente Massimo Cameliani, unico membro Pd della giunta Matteucci che si è sottoposto al voto e da cui è uscito a dir poco trionfatore: è stato infatti il primo degli eletti con ben 1.062 preferenze (basti dire che cinque anni fa, quando il Pd aveva 8mila voti in più in termini assoluti il più votato fu Daniele Perini con 731 voti). Argento a un’altra ex Margherita, la capolista Livia Molducci (ex presidente del consiglio comunale) che ha conquistato 922 preferenze. Il bronzo va a Rudy Gatta arrivato a 683 voti, il dirigente di Legacoop è stato evidentemente premiato dalla sua campagna “RunwithRudy” con cui ha corso in lungo e in largo per il territorio comunale nelle ultime settimane. A seguire ci sono due consiglieri eletti grazie al forte radicamento territoriale: Alessandro Barattoni (544 voti), già consigliere comunale, e la new entry Silvia Quattrini delle Ville Unite che ha superato i 500 voti. A seguire Lorenzo Margotti (471), Federica Dal Conte (457), Fiorenza Campidelli (440), Mariella Mantovani (424), Michele Casadio (415), Idio Baldrati (406), Marco Frati (393), Maria Cristina Gottarelli (377), Marco Turchetti, il segretario del primo circolo (374), Cinzia Valbonesi (361) e Fabio Sbaraglia, l’ex presidente della commissione Cultura (346). Sono questi i primi sedici, quelli che secondo una proiezione in caso di vittoria del centrosinistra al ballottaggio avrebbero un posto assicurato a Palazzo Merlato. Ma considerato che per Cameliani e Molducci, in caso di vittoria, potrebbe essere pronto un posto in giunta, a quel punto scatterebbe l’elezione anche per Lina Taddei (332 voti) e Patrizia Strocchi (321). A superare le 300 preferenze anche Raoul Minzoni (318), Palmiro Fontana (320), Natascia Tronconi (308 voti) e Gilles Zalambani (302 voti). In caso di vittoria di Alberghini al Pd spetterebbero verosimilmente otto seggi (gli altri, secondo proiezioni ancora provvisorie, toccherebbero uno a testa a Pri, Pigna e Ravenna in Comune e due a Cambierà).

Nel resto della coalizione a sostegno di De Pascale, uno dei risultati in assoluto migliori è stato quello del Pri che ha confermato il ruolo di seconda forza in termini di voti con 3.154 voti pari al 4,42 percento. Una percentuale che garantisce sicuramente l’elezione di almeno un consigliere in caso di vittoria di De Pascale al secondo turno e il ruolo di vicesindaco al segretario Eugenio Fusignani, come da accordi pre-elettorali, che ha incassato 448 preferenze personali. Un ottimo risultato battuto però da quello del vicensidaco uscente Giannantonio Mingozzi che è riuscito a ottenere 482 voti personali. Dietro di loro la capolista donna Chiara Francesconi che si è fermata però a 206.

Terza forza della coalizione la lista politica Sinistra per Ravenna nata da quegli aderenti di Sel che non erano confluiti in Ravenna in Comune, da ex Pd e da singoli cittadini. Un buon risultato il loro 2,4 percento che ha sicuramente tamponato a sinistra un calo dei voti Pd e che in caso di vittoria del centrosinistra garantisce l’elezione della capolista ex assessora Valentina Morigi che da sola ha raccolto oltre un terzo delle preferenze con 356 voti. In realtà, proprio in virtù di questo risultato, Morigi può legittimamente ambire a una conferma in un’eventuale giunta a guida De Pascale. In tal caso in consiglio comunale dovrebbe subentrare Gianluca Rambelli, secondo per preferenze, con 75 voti. In caso di vittoria di Alberghini invece al ballottaggio la lista non avrebbe alcuna possibilità di eleggere un consigliere.

Forse un po’ al di sotto delle aspettative il risultato della lista civica Ama Ravenna che si è fermata al 2,2 percento con 1.579 voti. Il più votato naturalmente il consigliere uscente del Pd Daniele Perini, fondatore di Amare Ravenna, storicamente uno dei democratici più votati che ha incassato ben 681 preferenze anche sotto il nuovo simbolo. Perini può dunque ambire a tornare in consiglio comunale nel caso di una vittoria di De Pascale. Il secondo più votato è Maria Antonia Cafagna con 160 voti.

Decisamente deludente invece il risultato di Ixc, la lista fondata dall’industriale e imprenditore Giovanni Poggiali che guardava a un voto moderato, di centro e anche cattolico. Con il 2 percento ottenuto al primo turno, nelle proiezioni rimarrebbe esclusa da Palazzo Merlato con qualsiasi risultato finale al ballottaggio. Primo per preferenze il capolista con 157 voti seguito a ruota dall’assessore uscente ad Ambiente e Sport Guido Guerrieri (ex Idv) che ha preso 156 voti. Appena 62 invece i voti a Paolo Valenti, vicepresidente uscente della Provincia, segretario del Pd a Russi. Difficile capire quanti siano voti provenienti da un’area moderata del Pd e quanti effettivamente voti strappati agli avversari.

Unica lista che, pur se con risultati modesti, potrebbe aver attinto anche fuori dall’elettorato storico del Pd in fuga è Ravviva Ravenna. Ultima nata, capeggiata dall’avvocato e imprenditore nel settore discoteche Giovanni Crocetti, ha raccolto 1.054 voti pari all’1,5 percento, insufficiente per eleggere un consigliere. Il più votato è stato il noto imprenditore Vanni Casadei Baldelli con 185 preferenze seguito da Crocetti stesso (164 voti).

Fanalino di coda con una performance quasi imbarazzante è infine l’Idv. Appena 221 voti, pari allo 0,3 percento (cinque anni fa avevano preso il 3,3 con 2.580 voti). A Maria Antonietta Bellomo sono bastati 14 voti per essere la più votata. Il capolista Luciano Ronchini (ex assessore provinciale) ne ha ricevuti appena 3.

Guardando dall’altra parte dei banchi tra le quattro liste (Ln, Fi, Lpr, Fdi) che appoggiano Alberghini spiccano le 811 preferenze conquistate da Alvaro Ancisi, decano dell’opposizione che si riconquista un altro legislatura a Palazzo Merlato (in casa Lpr dietro al leader arrivano Sirio Stampa con 340 e Nicola Grandi con 263). C’è poi Alberto Ancarani, capogruppo uscente di Forza Italia e capolista con 423 voti personali scavando un abisso alle sue spalle (tra i berlusconiani Nicola Tritto si ferma a 82). Il più votato della Lega Nord è Learco Tavoni (283) che già era entrato in consiglio comunale nel 2011 poi dimettendosi. La segretaria del Carroccio Samantha Gardin incassa 239 preferenze, 211 vanno a Gianfilippo Nicola Rolando, 189 a Rosanna Biondi. Infine Fratelli d’Italia: 181 voti per Alberto Ferrero e 114 per Federico Baldini.

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