Delusione nel centrodestra: «De Pascale vuole discontinuità, vedremo la giunta»

Alberghini sconfitto: «Se manterrà le promesse sarò il primo a complimentarmi». Profezia Pini: «Non durerà neanche un anno…»

Non è riuscito a prendere Palazzo Merlato ma nella notte dello scrutinio si scopre che uno spritz l’aveva già in tasca: «Avevo scommesso con De Pascale un aperitivo se lo avessi portato al ballottaggio, conto che mantenga la parola». Comincia con una battuta l’analisi del voto di Massimiliano Alberghini, candidato sindaco del centrodestra sconfitto al secondo turno a Ravenna per poco più di quattromila voti. Ma non basterà una bevuta per mandare giù l’amarezza: «Dobbiamo essere soddisfatti di averli portati al ballottaggio e di averli visti spaventati. Ma non possiamo certo essere contenti perché la possibilità di vincere c’è stata e se l’affluenza fosse stata più alta di un imbarazzante 53,7 percento avremmo vinto. L’astensionismo è il dato su cui riflettere». I numeri dicono che rispetto a quindici giorni prima sono andati a votare in totale novemila ravennati in meno: la coalizione di centrosinistra ha ottenuto gli stessi 34mila voti mentre il centrodestra ne ha guadagnati novemila oltre ai 20mila del primo giro.

La notte del ballottaggio vissuta nel comitato elettorale del centrodestra è un misto di speranze deluse e musi lunghi ma anche di soddisfazione per aver toccato l’impresa di un ballottaggio dopo ventitrè anni. Nella piccola stanza di via Cesarea i risultati dai seggi arrivano via telefono o via pizzini portati a mano. Il collettore dei numeri è Jacopo Morrone, segretario del Carroccio in Romagna. Ad aggiornare i conteggi al computer è Samantha Gardin, segretario del Carroccio a Ravenna che sarebbe stata assessore al Bilancio della giunta Alberghini ma sarà consigliere comunale. A Gianluca Pini, deputato leghista e tra i creatori della coalizione a sostegno del 50enne commercialista, spetta il compito della profezia: «De Pascale? Non dura più di dodici mesi». Basta che l’uomo di Fusignano la butti là con il suo tono sicuro di chi la sa lunga e quando è ormai l’una di notte le truppe hanno un sussulto: «Max potrebbe ricandidarsi?». Del resto quando ormai i generali avevano capito l’aria che tirava c’era ancora qualcuno tra i colonnelli che faceva calcoli di ottimismo: «Siamo sotto di duemila voti, mancano sessanta seggi… Magari se…».

Due settimane prima sulla tv del comitato c’era un film di Tarantino, ieri sera c’era la tribuna politica di Teleromagna. È da lì che arriva il volto giulivo di De Pascale poco dopo mezzanotte con un collegamento da via San Mama che in linea d’aria dista qualche centinaio di metri. Il segretario del Pd parla da neosindaco, Alberghini ascolta giochicchiando sul telefonino. Un gioco di calcio, dirà poi. Il risultato della partita resta ignoto. Poi è il suo turno per la diretta tv e prima di presentarsi ai microfoni raccoglie le ultime dritte di Pini e Morrone sui temi da trattare: sussurri a bocca stretta sapendo di essere osservati. Dalle reazioni sul volto di Alberghini non tutti i consigli lo convincono.

Per analizzare i risultati ci vorrà tempo. A botta calda però è di nuovo Pini che per primo ha la sua lettura. Racchiusa nel suggerimento dato ad alta voce al candidato sindaco che sta per mandare un sms allo sfidante vincitore: «Scrivigli “Complimenti a te e ai tuoi amici Guerra e Bucci”». Per il deputato è così che bisogna leggere il risultato del secondo turno: Cambierà e La Pigna che non hanno sostenuto il centrodestra simbolo di cambiamento e alternanza, consentendo al Pd di conservare il potere.

Il lunedì post voto sarà di riposo – «Anche se avendo trascurato un po’ il lavoro del mio studio da commercialista avrei qualcosa da tirare avanti…» – ma presto ci sarà da presentarsi in Piazza del Popolo: «Penso che entrerò come indipendente in consiglio comunale. Dove faremo opposizione puntuale». Chiamando il nuovo governo della città a mantenere gli impegni presi in campagna elettorale: «De Pascale ha fatto tante promesse, se le mantiene tutte sarò il primo a fargli i complimenti. La parola che ha usato più volte è discontinuità rispetto al passato. Allora mi aspetto che questa discontinuità si veda da subito, a partire dalla giunta. Perché se fosse piena di ex assessore di Matteucci allora dove sarebbe la discontinuità?».

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