Consiglio comunale: Molducci presidente Eletta solo con i voti della maggioranza 

Alla prima riunione il clima è già teso. L’opposizione chiede «chiunque tranne lei». Decisiva la seconda votazione

Il consiglio comunale di Ravenna si è insediato nel pomeriggio di oggi, 7 luglio, e il clima nella sala di Palazzo Merlato è stato caldo da subito. All’ordine del giorno l’elezione del presidente del consiglio che ha dato il via a un acceso dibattito tra opposizione e maggioranza: tema del contendere il nome di Livia Molducci, presidente uscente e indicata dal Pd come candidata per la conferma.

Il nome più divisivo che si potesse proporre: così è stata bollata dalla minoraza. Che per bocca di più di uno dei dodici consiglieri ha espresso lo stesso concetto: «Avete parlato di discontinuità rispetto al passato e allora proponeteci chiunque altro degli altri vostri 19 consiglieri e per noi andrà bene. Non Molducci, come vi abbiamo già detto privatamente e pubblicamente». Alla fine, come prevedibile alla vigilia, sono bastati i venti voti della maggioranza (16 Pd, 2 Pri, 1 Spr, 1 Ama): alla seconda votazione (per l’elezione alla prima sarebbero serviti i due terzi dei voti pari a 22 consiglieri) il nome di Molducci è stato confermato alla presidenza (unico ruolo del consiglio comunale che prevede una indennità).

«Il sindaco De Pascale poteva scegliere qualunque altra strada per dimostrare di essere davvero il sindaco di tutti come ha promesso dopo l’elezione – ha concluso Alberto Ancarani, Forza Italia – e invece ha deciso di premiare Molducci per accontentare l’ala cattocomunista del partito dimostrando di considerare il consiglio comunale come una proprietà privata. Questa, a mio avviso, è una dichiarazione di guerra».

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