Elezioni provinciali: il centrosinistra prende undici consiglieri su dodici

In totale 212 votanti (affluenza 74 percento): De Pascale unico candidato presidente diventa successore del suocero. Incarichi non retribuiti

Era l’unico candidato e ha ottenuto il 78,8 percento dei voti espressi: il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, come scontato è stato eletto presidente della Provincia. Diventa quindi il successore di suo suocero Claudio Casadio anche se va precisato che dopo la riforma l’ente in via di dismissione è diventato di secondo grado quindi non più a elezione diretta: il voto spettava ai 286 consiglieri comunali dei diciotto comune ravennati, l’affluenza è stata del 74 percento.

La ripartizione dei dodici posti di consiglieri provinciali, come ampiamente prevedibile date le modalità di voto, è di undici a uno in favore della lista in appoggio a De Pascale. L’unico eletto per il centrodestra è Oriano Casadio (consigliere comunale a Casola). Questi invece gli undici di centrosinistra (ordinati in base al numero di voti ponderati): Davide Ranalli (sindaco di Lugo), Luca Coffari (sindaco di Cervia), Giannantonio Mingozzi (consigliere comunale Pri a Ravenna), Gianfranco Spadoni (consigliere provinciale Udc uscente), Fiorenza Campidelli (consigliere comunale Pd a Ravenna), Daniele Perini (consigliere comune AmaRa a Ravenna), Paola Pula (sindaco di Conselice), Giovanni Malpezzi (sindaco di Faenza), Angela Rossetti (capogruppo Pd a Bagnacavallo), Maria Luisa Martinez (consigliere comunale Pd a Faenza), Patrizia Strocchi (consigliere comunale Pd a Ravenna).

Il voto dei 286 consiglieri non aveva pari valore, bensì era parametrato rispetto al numero di abitanti del Comune rappresentato. In pratica, il voto di un consigliere di Ravenna valeva più di qualunque altro, quelli di Lugo e Faenza valevano meno di Ravenna ma più di tutti gli altri: sei le fasce in cui sono stati divisi i 18 comuni in base alla popolazione (fino a tremila, fino a 5mila, fino 10mila, fino a 30mila, fino a 100mila, fino 250mila). Il presidente resterà in carica quattro anni, il consiglio provinciale solo due. Sia il presidente che i membri del consiglio provinciale e dell’assemblea dei sindaci non percepiranno un compenso per questo incarico, e lavoreranno a titolo gratuito. Il consiglio dovrà occuparsi della “liquidazione” di fatto di un ente che faticherà a chiudere il bilancio e il cui personale è stato già in gran parte smistato a Regioni, Comuni o altri enti in base alle competenze. Alla Provincia sono rimaste sono le competenze su alcune strade e sull’edilizia scolastica. Il futuro è legato a doppio filo alla riforma costituzionale su cui i cittadini sono chiamati a pronunciarsi in autunno. Oltre infatti alla più nota riforma del Senato, la riforma Boschi prevede anche l’abolizione reale delle province (che essendo previste dalla Costituzione non possono essere abolite con una legge ordinaria).

«Un sincero ringraziamento – commenta de Pascale – ai sindaci e ai consiglieri che hanno scelto di votarmi, accordandomi un consenso che va oltre la maggioranza consiliare. Da questo momento dobbiamo lavorare all’unisono con tutti i sindaci della provincia per tenere unito e coeso il nostro territorio e vincere insieme la sfida della Romagna come area vasta. Fin da subito ci impegneremo nel tutelare i lavoratori dell’ente e nel garantire quei servizi fondamentali e strategici di competenza della Provincia che interessano direttamente i cittadini come la viabilità, la manutenzione stradale e l’edilizia scolastica».

RFM 2024 PUNTI DIFFUSIONE AZIENDE BILLB 14 05 – 08 07 24
CGIL BILLB REFERENDUM 09 – 16 05 24
SAFARI RAVENNA BILLB 13 – 19 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24