La sua richiesta d’asilo era stata bocciata. Ancisi di Lista per Ravenna
alla Municipale: «Intensificare le identificazioni in zona stazione»
A riportarli è in una nota inviata alla stampa anche il decano dell’opposizione ravennate, Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna, che rivela: «Negli elenchi della Prefettura di fine maggio, quando effettuai un monitoraggio della situazione “profughi” (e sedicenti), i richiedenti asilo nella provincia di Ravenna erano 761, di cui 259 nel comune di Ravenna. Di questi la Commissione prefettizia ne aveva bocciato il 78%, giudicati dunque non veri “profughi”. Gli altri, tra istruttorie e ricorsi vari, restano a carico dello Stato ad un costo pari o quasi a 35 euro il giorno, per una durata che può arrivare a cinque anni. Stali però non figurava nei 761 richiedenti asilo, bensì in un elenco extra di 9 “allontanati” dalle strutture di accoglienza. La Commissione aveva rigettato la sua richiesta il 19 maggio 2015 ed era stato “espulso da Caritas Faenza il 12 febbraio 2016”, per motivi legati alla droga. Ci sta che da quella data sia venuto a Ravenna e fosse senza dimora, non già che la sua richiesta di asilo sia ancora in istruttoria».
Ancisi dunque si chiede perché, «cacciato dall’accoglienza», il 34enne non sia stato «rispedito al suo paese» e formula una proposta in veste di consigliere comunale nei confronti della Polizia municipale: «intensificare in modo serrato le identificazioni di coloro che frequentano senza giusto motivo i giardini Speyer in modo da riconoscere, applicando i provvedimenti del caso, chi, come Stali, è uccel di bosco, o non è in regola con le leggi dello Stato italiano, e da consentire di allontanarne chi è bene se ne stia al largo. Basta istruire gli agenti in servizio su strada, a cominciare dalle pattuglie volanti».