Bagarre in consigio comunale. Sutter: «Ma Ancarani andava fatto parlare…»

Clima teso a Palazzo Merlato. Le dichiarazioni della vicepresidente Cambierà: «Serve più umiltà e autocritica». E il Pd contrattacca

Dopo l’ormai arcinota riunione dei capigruppo in cui sono volate offese e minacce, più o meno metaforiche (vedi articolo tra gli allegati), il consiglio comunale andato in scena, è proprio il caso di dirlo, nel pomeriggio di martedì 6 dicembre a Palazzo Merlato non è andato certo meglio. Tema del contendere sempre lo stesso: il rifiuto da parte della Presidenza del consiglio, Livia Molducci, di mettere all’ordine del giorno dei lavori la Liberazione dando la possibilità all’opposizione di parlare sul tema, richiesta come sempre avanzata da Alberto Ancarani di Forza Italia. Una frizione, quella tra Ancarani e Molducci, proprio su questo tema che va avanti da anni e ben nota a chi segue le cronache di palazzo.

Invece, era prevista per ieri una comunicazione sul progetto dedicato a Dante di Ravenna Teatro e Ravenna Festival: presenti come ospiti erano infatti Marco Martinelli ed Ermanna Montanari delle Albe e Franco Masotti del Festival. Comunicazione che di fatto non c’è stata perché il regolamento – come ha contestato il decano dell’opposizione Alvaro Ancisi – non permette a semplici cittadini, come di fatto erano i tre ospiti, di prendere la parola per una mera comunicazione. Serviva un consiglio comunale ad hoc. Dunque a parlare di Dante è stato solo il sindaco De Pascale che però è stato accompagnato dal “sottofondo” della voce di Alberto Ancarani, che come aveva annunciato, ha voluto comunque pronunciare il suo discorso sulla Liberazione (qui sotto in allegato) e lo ha fatto a microfono spento mentre parlava il Primo cittadino. Uno spettacolo, appunto. Magari non troppo edificante, ma uno spettacolo che dice molto di un clima teso a Palazzo Merlato che ne compromette il sereno funzionamento.

A presiedere il consiglio non c’era Livia Molducci, al centro della polemica, ma la vicepresidente Raffaella Sutter di Ravenna in Comune che racconta l’accaduto in una serie di post sulla sua pagina pubblica di Facebook. «Oggi – scrive – in consiglio comunale ho impedito nelle forme in cui è stato possibile, cioè spegnendo il suo microfono, al consigliere Ancarani di fare il discorso che avrebbe voluto fare in occasione dell’anniversario della Liberazione di Ravenna (anniversario che aveva chiesto fosse messo all’ordine del giorno di oggi invece della presentazione di “Cantiere Dante” da parte di Ravenna Teatro). L’ho fatto perché così prevede il regolamento se un consigliere chiede di parlare al di fuori delle casistiche previste e al di fuori di quanto previsto nell’ordine del giorno. Tuttavia Ancarani ha continuato a parlare a microfono spento, di fatto impedendo al sindaco di svolgere con la dovuta attenzione del consiglio la sua comunicazione su “Cantiere Dante”. Situazione assurda che definirei grottesca se non fosse il sintomo di una situazione di conflittualità che rischia di impedire il corretto funzionamento istituzionale del Consiglio». E fin qui i fatti raccontati da Sutter che aggiunge anche: «Credo tuttavia che tutto ciò si sarebbe potuto evitare se da parte della presidenza del Consiglio, che ne programma i lavori e che presiede anche la conferenza dei capigruppo, si fosse concesso di mettere all’ordine del giorno del consiglio di oggi l’anniversario della Liberazione invece che la presentazione del Cantiere Dante. È chiaro che ciò è stato fatto per evitare in Consiglio discorsi di destra ed anticomunisti, tuttavia io penso che Alberto Ancarani avesse il diritto di parlare e gli altri gruppi consiliari di dire il contrario e di contestarlo, perché come diceva Arrigo Boldrini, i partigiani hanno combattuto “per la libertà di chi c’era, di chi non c’era e anche di chi era contro”». Per questo Sutter ha pubblicato su Facebook il discorso di Ancarani, «di cui non condivido una sola parola, ma avrei preferito dirglielo nel contesto istituzionale del Consiglio Comunale».

Sul tema intervengono anche i consiglieri del gruppo CambieRà che si chiamano fuori “dalla mischia” e chiedono a tutti più umiltà e autocritica: «La nostra posizione – scrivono infatti – è quella di invitare le parti coinvolte ad assumere un atteggiamento tendenzialmente più umile ed autocritico: da un lato ci auspichiamo arrivino scuse quantomeno per le gravi parole pronunciate nei confronti di una persona, al di là del ruolo istituzionale ricoperto, dall’altra ci auguriamo che ci si soffermi un attimo a riflettere sul proprio atteggiamento arroccato su un piedistallo intoccabile, il quale è sovente causa di forti malumori consiliari. In questo momento Ravenna ha bisogno di un consiglio comunale che lavori a testa bassa per il bene comune, riuscendo a trovare un equilibrio fra le fazioni politiche, che difficilmente si troverà senza esami di coscienza. Con questo episodio ne usciamo tutti sconfitti, prima di tutto come uomini e donne» (in allegato il documento integrale).

E dall’opposizione si leva anche il duro attacco dei consiglieri Massimiliano Alberghini e della leghista Samantha Gardin. «Il consiglio comunale dovrebbe essere il luogo del confronto democratico – scrivno in una nota congiunta –, ma quello cui stiamo assistendo a Ravenna è un teatrino in cui viene distorta la realtà, cercando di non dare voce all’opposizione. Forse, qualcuno dovrebbe ricordare all’attuale maggioranza che non governa con un voto plebiscitario e dovrebbe avere maggiore rispetto delle regole. Una maggioranza che ha mandato a presiedere il Consiglio Comunale una persona che prevarica continuamente e strumentalmente le opposizioni. Il teatrino di martedì in consiglio era evitabilissimo con un poco di buon senso, ma la maggioranza ancora una volta lo ignora. A questo punto, cosa dovrebbe fare l’opposizione? tacere o smettere di fare il suo ruolo? Ce lo dicano chiaramente ed aboliamo il Consiglio comunale: non ha ragione di esistere, come non esiste la democrazia a queste latitudini».

Autocritica che non sembra arrivare al momento invece da parte dal Pd, il capogruppo Alessandro Barattoni infatti attacca l’opposizione sulla sua pagina Facebook: «Credo che il ruolo di consigliere comunale comporti oneri, onori e soprattutto precise responsabilità. Sono per il dibattito, anche aspro ma sempre nel merito e mai nel personale, non credo che in politica tutto sia concesso e soprattutto penso che non sia necessario replicare i teatrini e le oscenità che a volte la politica mostra a livello nazionale. In un momento di crisi economica, sociale e valoriale credo che i cittadini si aspettino che da quell’aula escano risposte e comportamenti all’altezza. Naturalmente so che c’è una parte dell’opposizione, che non avendo proposte per la città, cerca di farsi spazio con azioni che la possano portare immediatamente sulle prime pagine o fra i video più visualizzati ma credo che la serietà e la correttezza alla lunga paghino. Mi auguro che ci siano delle scuse e che si possa ritornare a parlare di politiche pubbliche, investimenti, ordinanze.. per Ravenna e per i ravennati».

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