«Caro sindaco, l’Accademia deve stare in centro e non tra le industrie»

Uno studente tedesco del corso Mosaico scrive a De Pascale: «Achtung! Il patrimonio dell’Italia è anche produrre nuova cultura»

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera aperta inviata al sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, da uno studente tedesco dell’Accademia di Belle arti di Ravenna per raccontare la sua incredulità avendo trovato la sede dell’istituto in una zona industriale tra benzinai e capannoni e non in centro storico come accade altrove con istituzioni simili.

Egregio sindaco Michele de Pascale,

sono un ragazzo tedesco della città di Heidelberg (padre italiano e madre tedesca), ho scelto di studiare a Ravenna per l’ammirazione verso il vostro patrimonio culturale e al riconoscimento indiscusso che possedete all’estero come città custode dell’antica arte del mosaico. Ho scelto L’Accademia di belle Arti di Ravenna per approfondire lo studio del mosaico (interessante percorso di studi in questa scuola). Con la speranza di avere notizie buone, anche per i cittadini ravennati, mi scuso per il mio italiano ancora imperfetto e le vorrei sottoporre una criticità, ed evidenziare il potenziale di un patrimonio di questa città.

La mia delusione è arrivata quando vivendo qui a Ravenna ho constatato che l’essere in un quartiere industriale fuori dal centro non dà la possibilità di studiare i mosaici storici e i monumenti che voi avete, l’unico modo per trarre ispirazione, all’interno della scuola, è quello di camminare per 200 metri e prendere l’autobus quando passa, perché non sono certo buoni i collegamenti. Parlando con i cittadini ho scoperto che la sede era precedentemene collocata entro il centro storico, come da sempre lo sono le Accademie antiche come Brera (Milano), Firenze, Bologna sempre legate alle pinacoteche, luoghi adorati e visitati da millioni di persone ogni anno, centri di cultura. Ho capito dai cittadini che qui è stata spostata per lasciare spazio al Museo della città. Ma mi pare di capire che anche questa realtà oggi non è così utilizzata come dovrebbe.

Per uno come mè che viene dall’estero è veramente incomprensibile questa collocazione. Riflessione da fare anche sul turismo? L’Accademia venne spostata da via di Roma in centro in via delle Industrie fuori città: ora è circondata da un benzinaio, un supermercato, un maxi negozio commerciale cinese e un vasto panorama di capannoni industriali. In via delle Industrie le macchine accellerano con pericolosa velocità. Molti in città non sanno neanche esista, pensano ancora che lì ci sia un centro professionale? Non c’è una via pedonale che collega l’ingresso dell’accademia al parco Teodorico. Ci sono stanze non agibili, mura in decomposizione.

L’Accademia del Mosaico per questa città deve essere una scuola importante che può portare a Ravenna moltissimi studenti dall’estero e quindi ricchezza ed economia. Venendo io da una famiglia di imprenditori, mi è stato insegnato che se si investe nel modo giusto, il ricavo aumenta. Questo per dirle che i materiali per il mosaico vanno aumentati, gli studenti lamentano una grande mancanza di materiale, sopratutto riguardando la varietà di vetro o marmi per poter creare nuovi lavori in mosaico. Il fatto di essere decentrati ci porta a stare dentro tutto il giorno e quindi a mangiare lì, dove dobbiamo accontentarci di una “sala mensa” di 20 mq, una stanza vuota per 120 studenti.

Non consideri l’ispirazione una motivazione futile, occorre analizzare le opportunità ed i vantaggi per la comunità. Achtung! Il vero patrimonio culturale dell’Italia non è solo quello tangibile, monumenti e beni culturali, che vanno conservati, ma è anche di produrre nuova cultura che arricchisce il patrimonio con la necessaria professionalità, con la valorizzazione di questa richezza, che trova nella sapienza e nella coscienza dei vostri meravigliosi professori e docenti delle Accademie Italiane, i massimi diffusori di cultura.

Un mio suggerimento, che mi sento di darle, e di rivalorizzare immediatamente l’Accademia di Ravenna, la sua produttività sociale e il suo potenziale economico. Lavorazioni in mosaico sono richieste in tutto il mondo, crederci, è ovviamente una risorsa importante. Il Mosaico, ad esempio, viene usato nell’arredo urbano, nelle decorazioni d’interni/esterni, in gioielleria, per pavimenti. Non immagina quanto interesse a livello internazionale, potrebbe avere questa scuola se avesse più risonanza anche se negli ultimi anni la tendenza è positiva. Circa una ventina sono oggi gli studenti sopratutto cinesi ed iraniani, portatori di cultura e ricchezza, pagano l´affitto, fanno la spesa, mangiano al ristorante.

Inoltre una mia passione, comunico la mancanza dell’insegnamento del famoso “pavimento alla veneziana”, una lavoro artigianale-artistico, incredibile modello di successo d’eccellenza italiana. Non esiste nemmeno l’attrezzatura per farlo, infatti, non fa parte dell’offerta formativa. Mentre in tutto il mondo, da California a Parigi, dagli Emirati a Singapore, questo artigianato è costantemente richiesto, c’è un mercato incredibile! Questo pensando all’arredo urbano e la sua forza integrativa per abbelire le città. Stanno già cominciando ad insegnare e fare il mosaico giovani imprese negli Stati Uniti ed in Canada. Mi viene da pensare a questo, trasformando l’oscenità estetica, dei bagni a Piazza Kennedy, in un’opera d’arte, ricoprendo con un tapeto di mosaico!

Le ho solo indicato alcuni dei potenziali vantaggi che una reintegrazione dell’Accademia nel centro potrebbe offrire. Ho tralasciato i dettagli dell’incredibile potenziale imprenditoriale che l’artigianato del mosaico possa avere, se ancora più interactive con le imprese del design. Con ciò mi rendo disponibile ad un confronto personale e con altri studenti dell’Accademia, che hanno bisogno del loro sindaco e della sua energia in nome di questa città. Spero che prenda in considerazione l’importanza di una sede artisticamente prestigiosa e più integrata nella città, azione che le riconoscerebbe un gran merito e che continurebbe a diffondere la professionalità e l’immenso valore che i vostri maestri mosaicisti hanno regalato alla cultura della storia dell’arte mondiale.

Distinti saluti

Carlo Montrasio

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