La coordinatrice della lista civica ribadisce quanto detto in campagna elettorale: «Dismettere le partecipazioni frutterebbe 240 milioni di euro da investire nel rilancio della città»
Ravenna Holding detiene le partecipazioni in società che per Verlicchi sono solo «un centro di interessi di partito»: Sapir, Hera, Ravenna Farmacie, Aser e Azimut «sono costose e poco efficienti, servono solo per sostenere il poltronificio costituito da presidenti, vicepresidenti, consiglieri, consulenti vari, amici ed ex dirigenti del Pd e dei suoi alleati».
La candidata consigliera comunale della lista civica che presentava Maurizio Bucci come candidato sindaco alle ultime amministrative quantifica il costo della holding: «Ogni anno quasi 1,7 milioni, soldi che possono benissimo essere risparmiati ed utilizzati per abbassare le tasse comunali e sostenere progetti di natura sociale ed economica. Come se non bastasse, ad aggravare i costi della Holding a discapito delle tasche di noi cittadini, gli amministratori della stessa società, hanno addirittura contratto un mutuo di 15 milioni di euro per rimborsare i soci – tra cui il Comune di Ravenna – a seguito della riduzione di capitale».
Per quanto riguarda Hera, la convinzione della Pigna è che anche questa partecipazione vada dismessa e sostituita con una società in house, «come sta facendo il Comune di Forlì a guida Pd, per permettere costi della raccolta e smaltimento dei rifiuti notevolmente più bassi. Emblematica poi è la scarsa redditività delle Farmacie Comunali: a fronte di ricavi per oltre 71 milioni di euro l’utile prima delle imposte è di soli 462mila euro».
La promessa di Verlicchi è di attuare tutte le azioni utili a disposizione «per costringere il Comune di Ravenna a dismettere queste inutili partecipazioni, coinvolgendo anche i cittadini ravennati. E ricorreremo, inoltre, alle autorità nazionali preposte».