Okay della maggioranza alle nuove linee guida. L’opposizione scettica: «Gara ad evidenza pubblico è atto dovuto ma i criteri rimangono troppo generici»
Elsa Signorino, assessore alla Cultura, ha spiegat che l’obiettivo « è consolidare le eccellenze presenti sul territorio e aprire spazi alle nuove proposte che stanno emergendo. La scelta del bando è significativa perché intende mettere insieme qualità e trasparenza». Tra gli interventi da segnalare, quello del Pri che – pur votando a favore – ha sottolineato che « i contributi pubblici non devono essere determinanti per la vita delle associazioni, che dovrebbero vivere autonomamente». Posizione condivisa da Cambierà, che però alla fine ha votato no. Molte critiche invece da Ravenna In Comune, l’opposizione a sinistra del Pd che ha spiegato come l’aspetto artistico «è fumoso e non evidenzia alcuni ambiti come: favorire i giovani, promuovere la catalogazione, la musealizzazione e la rendicontazione dei progetti». Un «atto dovuto» per Alberto Ancarani (FI) per una situazione che era «diventta inaccettabile. . Il bando è condivisibile, ma è troppo generico. Sarebbe stato meglio qualche dettaglio in più e linee guida più incisive». Tutte positive le reazioni delle altre forze politiche.
Per quanto riguarda i Rasi, Signorino ha evidenziato il fatto che «le linee di indirizzo individuano per la ricerca del partner nella gestione del Teatro Rasi un operatore qualificato, con alta professionalità con l’obiettivo di consolidare il profilo del Rasi come centro di produzione teatrale, di ricerca e sperimentazione, luogo di rassegne didattiche di alto profilo educativo, centro per la programmazione della stagione di prosa che si svolgerà prevalentemente al Teatro Alighieri». Perplessità in questo caso sono arrivati rispetto alla durata del contratto, che supera il limite della legislatura. La Pigna ha spiegato che in questo modo si impone «un legame troppo stretto ad un’eventuale amministrazione di colore diverso alle prossime espressioni». Secondo FI il bando «sembra disegnato su misura per chi già gestisce il Rasi» mentre Cambierà ha osservato che sarebbe «opportuno dividere la gestione dalla programmazione teatrale».