Le donne Pd contro i vertici del partito, tra le firmatarie anche diciotto ravennati

Assessore, consigliere e l’ex senatrice Idem: «Fidarci è stato un errore che non ripeteremo»

JOSEFA IDEM 610x400Sono circa una ventina le donne del Pd della provincia di Ravenna che insieme a oltre quattrocento donne dei democratici hanno firmato una lettera durissima contro i vertici del proprio partito. Ci sono assessore, consigliere, segretarie, ex parlamentari. Ma cosa si dice in questa lettera? Sostanzialmente che, dopo l’ultima tornata elettorale, non si fidano più dei vertici maschili e che, come molti osservatori hanno notato e come si è potuto per la verità notare anche da queste parti a livello locale, le donne sembrano essere retrocesse nelle seconde file.

«Per la prima volta – si legge nel documento – il Pd è sovrastato nella rappresentanza femminile parlamentare dal M5S e dalla destra e mentre chi ha vinto le elezioni affida la leadership dei gruppi parlamentari e le cariche istituzionali alle elette, nel Pd un gruppo dirigente sempre più chiuso e muto si trincera in delegazioni e “trattative” di soli uomini. Nella scorsa legislatura, anche grazie alle primarie con la doppia preferenza di genere eravamo il gruppo più rosa del Parlamento. Abbagliate dal primo Governo con il 50 e 50, ci siamo fidate. Abbiamo pensato: è fatta. Un errore politico fatale che non ripeteremo mai più». In parte un mea culpa quindi, che arriva forse un po’ tardivo. «Mai più – aggiungono – pluricandidature femminili di poche per far eleggere molti uomini. Sono bastate le pluricandidature di 8 donne per escludere 39 candidate e favorire l’elezione di altrettanti uomini. Il cinismo non ha sortito pienamente i propri effetti perché il “flipper” si è incagliato nella batosta elettorale. Il tutto in violazione palese dello Statuto e nel silenzio degli organismi preposti al controllo».

E ancora: «In Parlamento deputate e senatrici hanno lavorato senza sosta per far avanzare i diritti delle persone e la libertà femminile. Dalla ratifica della Convenzione di Istanbul al decreto sul femminicidio del 2013, dalla reintroduzione delle norme per vietare le dimissioni in bianco alla medicina di genere. Fanno altrettanto le amministratrici locali impegnate nei quartieri, nei Comuni, nelle Province e Città Metropolitane e nelle Regioni, dialogando e lavorando con il vasto mondo delle donne impegnate nelle professioni, nei sindacati, nelle associazioni e nel Partito. Abbiamo introdotto misure antidiscriminatorie per la rappresentanza negli organi politico-amministrativi a tutti i livelli istituzionali e chiediamo che le Regioni in cui governa il Pd introducano la doppia preferenza di genere nelle proprie leggi elettorali».

Ma l’attacco riguarda anche l’organizzazione del partito, per quanto ci sia da chiedersi se, appunto, questo tema non dovesse essere sollevato con più forza, prima. «Annullata di fatto la Conferenza delle Democratiche prevista dallo Statuto, nel Partito è stato istituito il “dipartimento mamme” separato dal “dipartimento pari opportunità” con l’ ulteriore paradosso di veder comparire nei 100 punti di programma, mai condivisi con alcuno, temi controversi mutuati dalla destra».

Dalle donne arriva quindi un’indicazione chiara per risolvere anche la crisi di identità del partito e rivendicano un ruolo di primo piano nella «necessaria fase costituente del Pd a cominciare dall’effettiva rappresentanza paritaria ad ogni livello, ispirata a merito, competenze e rappresentatività politica territoriale, piuttosto che a logiche di fedeltà politica. Ferma restando la necessità di rilanciare la Conferenza delle Democratiche, da subito ci mettiamo al lavoro per riannodare fili con la società e ridare credibilità e forza al Pd».

Le firmatarie ravennati sono: Anna Alberelli (Direttivo Pd di CastelBolognese), Ouidad Bakkali (Assessora del Comune di Ravenna), Biondi Marilanda (segretaria di circolo a Lugo), Fiorenza Campidelli (Consigliera comunale Ravenna), Mirella Dalfiume (Segreteria provinciale Ravenna), Fiorini Alessandra (Segreteria comunale Lugo), Marta Garuffi (Consigliera Comunale Lugo), Concetta Genovese (Segretaria di circolo a Faenza), Josefa Idem (senatrice nella scorsa legislatura e per un breve periodo ministro nel governo Letta, prima delle dimissioni), Giovanna Martorano (Segretaria di circolo a Faenza), Livia Molducci (Presidente consiglio comunale a Ravenna), Sabrina Mondini (Segretaria Comunale di Lugo), Eleonora Proni (sindaco di Bagnacavallo ed ex segretaria provinciale del Pd),  Silvia Quattrini, (Consigliera comunale a Ravenna), Mara Roncuzzi (Direzione provinciale Ravenna ed ex assessora provinciale), Patrizia Strocchi (Consigliera comunale a Ravenna), Cinzia Valbonesi (Consigliera comunale a Ravenna), Donatella Zappi (Segretaria Circolo Faenza).

 

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