L’1 giugno il momento di preghiera conclusivo, il partito di Berlusconi invita il Comune a mettere a disposizione un’area meno prestigiosa
«Non vi è dubbio che debba essere garantito il diritto di culto a qualunque religione nel nostro paese ai sensi della Carta costituzionale – scrivono i due in una nota inviata alla stampa –. Non vi è neppure dubbio che alcuni eventi, a forza di essere consentiti dalla pubblica amministrazione, finiscano con il diventare quasi dovuti. Ma allo stesso tempo appare evidente che dal punto di vista simbolico e concettuale, concedere la principale piazza del secondo comune più grande della provincia a un centro di cultura islamica per la fine del ramadan, significa consegnare ad una religione non sempre scevra da responsabilità, per lo meno per quanto riguarda i più fanatici dei suoi rappresentanti, un palcoscenico ed una vetrina francamente eccessivi».