Rincari del trenta percento che possono tradursi in milioni di euro per il Comune capoluogo, Ravenna, o comunque diverse centinaia di migliaia di euro, come a Faenza.
Anche per le municipalità l’aumento di luce e gas rischia di essere un ostacolo che mette a rischio i bilanci e le tante attività che gestiscono, in primis le scuole, naturalmente.
Per questo stasera – giovedì 10 febbraio – si spengono simbolicamente le luci sulla statua di Baracca, simbolo di Lugo, la Rocca di Bagnara, le piazze di Ravenna, Faenza, Bagnacavallo, Cervia. E altre se ne stanno aggiungendo. Una mezz’ora di buio per lanciare un allarme unanime.
Non a caso la lettera ai parlamentari dell’Anci Emilia-Romagna vede la firma di sindaci di ogni schieramento e ovviamente dei primi cittadini del Ravennate a cominciare da Daniele Bassi, coordinatore Anci del territorio e sindaco di Massa Lombarda. «Già oggi ci sono enti che non sono in grado di chiudere il bilancio di previsione a causa di questa voce incomprimibile ed imprevedibile. Probabilmente diversi Comuni saranno costretti ad aumentare la pressione fiscale – senza avere nemmeno la certezza che basti – vanificando di fatto la riforma dell’Irpef» scrivono i primi citttadini.
E ancora «La mancata istituzione di un Fondo per la compensazione dei maggiori costi sostenuti dagli enti locali per l’incremento dei costi dell’energia elettrica e del gas rischia di portare all’interruzione di servizi pubblici. Questo scenario, oltre ad allarmarci per gli enormi costi diretti che non sappiamo come coprire, ci preoccupa anche per i costi indiretti in termini sociali che rischiano di diventare rapidamente gravi e di dover essere, in ultima analisi, sempre affrontati in prima istanza dai nostri servizi sociali».
Su queste basi, scrivono dunque i sindaci «chiediamo dunque l’istituzione di un fondo destinato ai Comuni ed alle Unioni per affrontare questi improvvisi ed imprevedibili costi, con la consapevolezza dell’emergenzialità della situazione».