Manifestazione a ridosso del canale il 30 luglio promossa da Legambiente e Fridays For Future e comitato Fuori dal fossile
Secondo i promotori, il rigassificatore non è una soluzione di emergenza per affrontare il periodo legato alle difficoltà per la guerra, «ma una scelta dagli altissimi costi economici e ambientali che vincolerà il territorio al gas metano fortemente climalterante almeno per i prossimi vent’anni». Infatti, sono 25 gli anni concordati da Regione Emilia-Romagna e Snam per la permanenza del rigassificatore a Ravenna.
Oltre a Ravenna, in diverse località portuali d’Italia, sono in arrivo enormi impianti rigassificatori che avranno il compito di riportare allo stato di gas il metano liquefatto proveniente da varie parti del mondo, prevedendo uno smisurato traffico di navi metaniere nei nostri mari, incremento dell’inquinamento dell’aria e dell’ acqua, rischio di incidenti gravi e ulteriore dipendenza dal sistema delle fonti fossili.