giovedì
26 Giugno 2025
verso il voto

Barattoni (Pd): «Obiettivo due parlamentari, del territorio, un uomo e una donna»

Il segretario Dem: «I 5Stelle nelle giunte locali? Nessun problema se non cambieranno profilo»

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Alessandro Barattoni. Assemblea PD Dicembre 2021
Alessandro Barattoni

All’indomani della Direzione nazionale del Pd in vista delle elezioni politiche anticipate del 25 settembre, abbiamo chiesto ad Alessandro Barattoni, segretario provinciale del partito, di spiegarci meglio cosa ci si può aspettare per il centrosinistra sul territorio ravennate nei prossimi due mesi, dalla campagna elettorale alle candidature.

Segretario, partiamo dalle alleanze. Quello che si profila è uno “schema alla Bonaccini”, cioè una coalizione che va da Calenda a Sinistra Italiana e i Verdi?
«La legge elettorale impone di fare delle alleanze, ma ancora non c’è nulla di definito, la coalizione non è fatta. Letta sta comunque lavorando su questo schema».

In realtà sembra un perimetro piuttosto ampio. Si partirà da una convergenza sull’agenda Draghi?
«L’agenda Draghi poteva essere attuata solo da Draghi che, con la sua autorevolezza, era a capo di un governo sostenuto da forze molto diverse. Io, invece, credo che sia necessario lavorare su un’agenda del centrosinistra che spieghi qual è la nostra idea di futuro evidenziando le differenze con la destra».

Qual è un tema su cui secondo lei il Pd potrebbe distinguersi e incentrare la campagna elettorale?
«È necessaria una proposta che si preoccupi innanzitutto del rilancio dell’economia e della questione sociale che rischia di esplodere in autunno con l’arrivo delle bollette, con un’inflazione al 10 percento e i salari fermi. Per esempio va abbandonata la politica dei bonus distribuiti indiscriminatamente a tutti che consolidano, invece di ridurre, le differenze. È necessario invece diminuire il costo del lavoro, proporre una politica fiscale più equa con maggiore progressività, abbassare o azzerare i costi di sanità, scuola e trasporto pubblico per chi ha redditi più bassi».

Tra le poche certezze sembra definitivamente chiusa la porta al Movimento 5 Stelle che però qui partecipa ad alcune amministrazioni importanti, come Ravenna e Faenza. Ci saranno ripercussioni sul piano locale?
«Bisognerà vedere se e come cambierà il profilo dei 5 Stelle, se torneranno una forza solo di protesta o se invece manterranno il profilo di una forza di governo pronta a confrontarsi con tutto ciò che può capitare di dover affrontare a un’amministrazione».

Il rigassificatore è una di queste? I 5Stelle sono gli unici in Consiglio comunale ad aver votato contro due odg sul tema.
«Il rigassificatore non era nel programma del mandato perché non c’era la guerra in Ucraina e il gas non veniva considerato nel nostro Paese una fonte di transizione. Questo rende ancora più incomprensibile lo stop all’estrazione di gas in Adriatico a cui tutti hanno contribuito, comprese le forze come Fratelli d’Italia che al referendum votarono no. Non è possibile che in una situazione di emergenza l’unica novità positiva siano le comunità energetiche. Le estrazioni vanno sbloccate e vanno accelerati gli iter burocratici per i progetti per le rinnovabili».

Il rigassificatore si farà a prescindere dalla caduta del governo? Per quanto riguarda i progetti del Pnrr, c’è qualcosa che potrebbe essere a rischio e per cui siete preoccupati sul territorio?
«Non per i bandi già approvati come la riqualificazione energetica dei teatri, l’edilizia scolastica, gli impianti sportivi. Ora bisognerà garantire l’operatività del governo e lavorare per mantenere questi ritmi».

Veniamo ora all’annosa questione delle candidature. Chi le deciderà? Sono previsti percorsi partecipativi?
«Entro l’1 agosto i segretari regionali dovranno presentare una rosa di nomi alla segreteria nazionale che farà le valutazioni sulla base anche degli accordi con le altre forze politiche sull’assegnazione dei seggi. Purtroppo non ci sono i tempi per indire Parlamentarie. Personalmente cercherò di coinvolgere le segreterie comunali, visto che abbiamo di recente concluso i congressi».

Nonostante la riduzione di deputati e senatori, sperate di poter mantenere due parlamentari del territorio?
«Li chiederemo con tutte le nostre forze, su questo non ci sono dubbi e cercheremo di fare sì che siano un uomo e una donna».

Il suo nome è in ballo? Lei sarebbe disponibile?
«Vengo da una cultura politica per cui non ci si candida, ma si viene candidati».

Per consiglieri, assessori regionali e sindaci deve essere richiesta una deroga al Nazionale per candidarsi. Nei giorni scorsi erano girati i nomi dell’assessore Corsini e dei consiglieri Rontini e Bessi.
«Andrea Corsini è un assessore chiave nella giunta Bonaccini e, per quanto sarebbe stato un ottimo candidato, capisco se sceglierà di continuare il suo lavoro. Manuela Rontini e Gianni Bessi potrebbero chiedere la deroga, il regolamento lo prevede».

Tra gli altri nomi femminili è uscito quello di Bakkali…
«È la vicesegretaria regionale del partito, quindi sarebbe un’ottima candidatura così come Eleonora Proni, ormai quasi al termine del secondo mandato da sindaca a Bagnacavallo, un comune sotto i 20mila abitanti. Come ho detto, ci sarà un confronto con i territori, non saranno poche persone chiuse in una stanza a decidere».

Quanto è probabile una candidatura dall’alto, magari un “paracadute”nel proporzionale proprio perché questo potrebbe essere un seggio sicuro, come accadde con il ministro Franceschini?
«Vedremo. Il cosiddetto paracadute è solo per gli ex ministri. Lavoreremo per due parlamentari del territorio».

Che campagna elettorale dobbiamo aspettarci e che ruolo avranno le feste dell’Unità?
«Le feste saranno importantissime, naturalmente. Ma non saremo solo lì, saremo nelle piazze e nei mercati. Dopo l’appello del segretario nazionale ai volontari, chiederemo innanzitutto una mano a chi, già in questi giorni, si è detto disponibile ad aiutarci».

E i giovani?
«Saranno come sempre coinvolti. I Giovani Democratici sono una realtà importante che pone temi che riguardano il futuro delle nuove generazioni. Sono stati in grado di contribuire in maniera decisiva all’elezione del sindaco di Ravenna e ora fanno parte anche degli organismi dirigenti, come deve essere in un partito che punta al ricambio generazionale».

La spaventano gli avversari? Chi vorrebbe come eventuale sfidante nel seggio uninominale tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia?
«Non fa davvero differenza, non mi spaventano. Abbiamo idee chiare sul futuro, dalle questioni ambientali alla collocazione dell’Italia in Europa. La destra continua a negare i cambiamenti climatici e ora si dice preoccupata per i fondi Next Generation, ma alle ultime elezioni europee Lega e Fratelli d’Italia proponevano di uscire dall’Europa. Sono dannosi per il Paese».

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