Centrosinistra: tris di donne per il Pd, capilista ravennati per due alleati

Uninominale Camera: Bakkali con ottime probabilità di essere eletta. Senato: Rontini (uninominale) e Proni (terza nel proporzionale). L’ultima parlamentare donna ravennate è stata Elsa Signorino dal 1995 al 2001. Paglia e Salimbeni al primo posto nel plurinominale rispettivamente con Sinistra Italiana/Verdi e Più Europa

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Da sinistra Manuela Rontini, Ouidad Bakkali, Alessandro Brattoni (segretario provinciale Pd), Eleonora Proni

Mentre la campagna elettorale nazionale, con l’unica eccezione di Emma Bonino, vede solo volti maschili nell’ambito del centrosinistra – e inizia finalmente a serpeggiare il dubbio che forse all’interno dello stesso Pd ci sia un problema reale sul tema della parità di genere – Ravenna va in controtendenza e mostra a tutti che, invece, le cose possono cambiare. Ecco allora che per i dem a correre saranno addirittura tre donne. Dopo anni di rappresentanze maschili (l’ultima parlamentare donna ravennate è stata Elsa Signorino, dal 1995 al 2001), finalmente una campagna, per quanto durissima, “in rosa”.

La sfida più difficile sulla carta pare quella della faentina Manuela Rontini, consigliera regionale in carica dopo una valanga di preferenze prese a gennaio 2020, che è candidata all’uninominale al Senato contro il senatore uscente (e favorito) Alberto Balboni di Fratelli d’Italia. «L’unico sondaggio che conta è quello del 25 settembre», ha ribadito la consigliera su Facebook citando il presidente Bonaccini.

Sempre al Senato, appare difficile anche l’elezione di Eleonora Proni, stimata sindaca di Bagnacavallo, ormai al termine del secondo mandato, che è in terza posizione nel plurinominale. Davanti a lei compaiono Sandra Zampa e l’ex sindaco di Imola Daniele Manca, al quarto e quinto posto ci sono invece Antonio Fiorentini e Valentina Ancarani.

L’elezione certa pare invece quella di Ouidad Bakkali, la più giovane delle tre (36), ravennate, assessora per dieci anni e oggi presidente del consiglio comunale a Palazzo Merlato, nonché vicepresidente regionale del partito. Oltreché nell’uninominale alla Camera, dove è favorita e si scontrerà con una rappresentante della destra non ravennate, Bakkali è anche seconda nel plurinominale, preceduta dall’ex sindaco di Rimini Andrea Gnassi. A chiudere l’elenco Massimo Bulbi, Marcella Zappaterra e Daniele Valbonesi.

Nel 2018 il Pd prese poco meno del trenta percento dei voti, mentre alle ultime Regionali nel 2020 arrivò oltre il 37 percento con un’affluenza di dieci punti inferiore a quella delle Politiche. Difficile dunque fare previsioni certe in un contesto in cui a livello nazionale il partito è dato in grossa difficoltà anche in ragione della complessa politica di alleanze che ha visto sfumare le ipotesi passate di correre con i grillini e quelle più recenti di includere anche Azione di Calenda isolando Renzi.

Giovanni PagliaIl Pd si trova dunque ora tra due forze molto diverse, da Più Europa che candida l’economista Cottarelli a Sinistra Italiana che non ha mai condiviso le politiche del governo Draghi. In comune le due liste hanno l’obiettivo non scontato del tre percento, per quanto al momento sembri più a portata del simbolo di Fratoianni e Bonelli. In provincia Più Europa si è sempre fermato poco sopra il 2 percento, mentre Verdi e Sinistra Italiana non hanno mai corso insieme.

Una curiosità: entrambe le liste però hanno dei ravennati come capolista nei listini proporzionali. L’alleanza Sinistra Italiana, Verdi e Possibile vede infatti Giovanni Paglia nel plurinominale alla Camera. Paglia è già stato parlamentare ed è tuttora nella dirigenza nazionale del partito ed è candidato in altri due collegi importanti come Bologna e Milano e può quindi ragionevolmente sperare in una sua rielezione. Oltre alla lui alla Camera sono candidati Cristina Menegozzi, Matteo Gilli e Valentina Marassi. Al Senato invece i capilista vengono da Possibile e sono Giuseppe Civati e Beatrice Brignone, seguiti da Fausto Tomei e Fiorella Belpoggi.

Salimbeni

Nevio Salimbeni

Altissima la presenza ravennate nella lista di Più Europa che fino a fine luglio sembrava alleata con Azione di Calenda e anche sul territorio si stava muovendo di conseguenza. Dopo la rottura dell’ex Pd con il centrosinistra, Più Europa corre dunque da sola in appoggio ai candidati uninonimali della coalizione di centrosinistra. In particolare, il coordinatore provinciale Nevio Salimbeni – già assessore comunale a Cervia, oggi dirigente in Cna – sarà capolista nel collegio proporzionale della Camera e nello stesso listino saranno presenti Caterina Basevi (n. 2) e Anna Neri (n. 4), mentre al terzo posto ci sarà Paolo Niccolò Giubelli. Nel collegio senatoriale è stata inserita la faentina Matilde Marletta, coordinatrice di una struttura Socio assistenziale, già candidata con Faenza Contemporanea alle Amministrative della città manfreda nel 2020. La lista è guidata da Valerio Federico e include anche Anna Maria Corazza e Santiago Arguello. Inutile dire che difficilmente Più Europa potrà sperare di eleggere rappresentanti ravennati.

Infine, quarta forza della coalizione, data dai sondaggi in estrema difficoltà (si parla addirittura di rilevazioni sotto l’1 percento) è il neonato Impegno Civico fondato dal ministro Luigi Di Maio, ex grillino entrato in rotta di collisione con i 5 Stelle sul tema del sostegno al governo Draghi. Qui non compare alcun nome ravennate, sono appena due i romagnoli. Alla Camera saranno infatti candidati Carlo Romano, Raffaella Sensoli, Sergio Battelli e Rossana Borgo Palazzo. Al Senato sono invece Margherita Rebuffoni, Sergio Vaccaro, Maria Grazia Bartolomei e Giuseppe Ciaccio.

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