Pug 2023, le perplessità degli architetti: «Prescrizioni molto rigide»

Parla Piera Nobili vicepresidente dell’Ordine provinciale: «Prevedo tempi di adozione ancora lunghi perché ora preme il Pnrr»

Piera Nobili Arhitetta

Piera Nobili, vicepresidente dell’Ordine provinciale degli architetti di Ravenna

Nella finestra di tempo in cui i portatori di interesse potevano presentare osservazioni alla bozza del Piano Urbanistico Generale del comune di Ravenna, 60 giorni poi prorogati a 120 e scaduti il 7 giugno scorso, l’Ordine degli architetti della provincia ha inviato una relazione di una ventina di pagine. Il suo contenuto lo spiega Piera Nobili, vicepresidente dell’Ordine: la professionista dello studio Othe di Ravenna, segue il percorso del Pug sin dall’avvio nel 2019.

«Le nostre osservazioni vanno da quelle più macroscopiche che riguardano l’indirizzo e l’approccio per la nuova pianificazione fino a quelle più specifiche su determinate aree e contesti. Abbiamo costituito un gruppo di lavoro che ha coinvolto una trentina di iscritti e iscritte all’Ordine e una decina di loro hanno fornito contributi che abbiamo condiviso e fatto confluire in un documento unico dettagliato».
I numeri di pagine e di professionisti coinvolti possono essere un indizio della visione del Pug da parte dell’Ordine: «Di fronte alla bozza redatta dal Comune di Ravenna siamo tutti rimasti un po’ disorientati, anche gli addetti alla materia. Ma va detto che l’elaborazione del Pug è una novità assoluta introdotta da una legge regionale che ha solo l’Emilia-Romagna. È una novità per tutti, anche per i tecnici comunali».
A diversi addetti ai lavori, il Pug ravennate è parso in contrasto con le linee guida della legge regionale 24/2017 da cui discende. La norma chiede una pianificazione di ampio respiro e snella, la proposta uscita dagli uffici comunali è ben altro. Nobili conferma questa percezione: «Dovrebbe normare il meno possibile lasciando agli accordi programmatici le modalità di intervento. Nella realtà non ci pare che sia così: nel Pug si trovano delle prescrizioni molto precise e rigide».

Ma non è una caratteristica che vale solo per Ravenna: «Ho avuto modo di vedere altri Pug da altre amministrazioni, anche fuori provincia e più o meno tutti si muovono con queste modalità. La ragione è semplice: non è facile passare dalla mentalità precedente di una pianificazione che ti dava indicazioni molto precise su ciò che potevi e non potevi fare, a un nuovo approccio idiogrammatico dove si devano dare linee di indirizzo generale sullo sviluppo del territorio e requisiti prestazionali».
Che il Comune abbia incontrato delle difficoltà nel maneggiare la materia non è un segreto. È emerso anche dalle parole dell’assessora all’Urbanistica in occasione di incontri pubblici di presentazione nell’ambito del percorso di partecipazione cittadina: «La stessa Federica Del Conte ha riconosciuto che ci sarà bisogno di formare tecnici interni che sappiano gestire in maniera adeguata questi strumenti».

I sei mesi che la giunta comunale si era presa per valutare le osservazioni sono passati senza sviluppi. Al momento il Comune non fornisce indicazioni sul momento in cui verrà restituita la versione modificata del Pug. La vicepresidente degli architetti ipotizza tempi lunghi: «Non credo che avremo risposte a breve. Anche perché a occuparsi del Pug sono gli stessi uffici che devono gestire le pratiche dei lavori per il Pnrr e quelle hanno delle scadenze tassative da rispettare per non perdere i finanziamenti. Nella scala delle priorità è facile capire cosa avrà la precedenza».

Le lungaggini del Pug (va ricordato che l’incarico ai consulenti esterni è del 5 febbraio 2019) fanno sì che in questi mesi siano partiti diversi interventi di urbanizzazione che nulla hanno a che fare con il nuovo piano: «Per ora resta in vigore la precedente normativa e le concessioni rilasciate decadranno nel momento in cui si avrà il nuovo inquadramento. Chi ha titoli per costruire che magari risalgono a molti anni fa si sta muovendo per non perdere quelle autorizzazioni».

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